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Autore: Scar_    21/03/2012    1 recensioni
La carriera di Tom Felton sembra precipitare improvvisamente, quando, nello stesso giorno, riesce a farsi lasciare dalla sua ragazza e beccarsi un'accusa per aggressione. La sua immagine ha subito un duro colpo e, per farsi bello agli occhi dei paparazzi, servirebbe un piano... Ma cosa succederebbe se il bastone fra le ruote di questo ritorno alla popolarità fosse il suo caro amico Matt Lewis?
[...]
- Perché dovrei farlo? -
- perché questo posto cade a pezzi, e io potrei irrobustirne la struttura, comprare qualche nuova attrezzatura… e fare tanta pubblicità -
- Tom! La stai comprando! – non riesco a trattenermi, questa volta ha superato i limiti
- io lo definirei “dare un incentivo” – ribatte, rivolgendosi poi a Scar – a te la scelta, io non ti obbligo -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Felton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ragazze buonasera e buona primavera!
Scusatemi ma sto di frettissimaaaaa! Quindi, senza ulteriori indugi... siete meravigliose (L)
Buona lettura,
Scar

Capitolo 12


Sono le otto di mattina, ho passato tutta la notte a girovagare per Heathrow col trolley al seguito e una birra in mano, per poi decidere, a cinque minuti dall’imbarco, di non partire e tornare da Scar. Va’ dove ti porta il cuore, diceva qualcuno.
Il cuore mi ha ovviamente portato sotto casa sua, il mio dito è attaccato al citofono da almeno cinque minuti, ma ancora non mi ha riposto nessuno. Quindi, o è diventata improvvisamente sorda, o non è in casa. Escludo il fatto che ci sia ma che non voglia rispondermi, perché a quest’ora sarebbe già uscita sul balcone per riempirmi di bestemmie e lanciarmi addosso qualche pentola.
Prendo il telefono e la chiamo, il fatto che stia squillando mi suggerisce che probabilmente ieri sera era troppo sconvolta per ricordarsi di spegnerlo… e questo mi fa sentire ancora una volta un verme. Poco fa ho chiamato Kat, le ho detto che almeno per adesso non sarei andato a Leeds e che, in ogni caso, dovevamo finirla con questa farsa. Non si è arrabbiata, d’altronde non ne avrebbe avuto motivo… anzi, mi ha raccontato di un certo compagno di college da cui non vede l’ora di tornare.
- mi pareva di averti detto che non voglio parlarti. – la voce di Scar mi riporta alla realtà, ha la voce bassa e tira su col naso
- e allora perché hai risposto alla telefonata? -
- giusto. – mezzo secondo dopo sento la chiamata chiudersi.
- sono un coglione! – stavolta non c’è nessuno ad ascoltarmi, ma non posso fare a meno di dirlo a voce alta, pestando un piede a terra, frustrato. Lei risponde… e tu? Ti metti a fare del sarcasmo! Ma si può essere così beoti, dico io?!  
“ti prego, ti prego! Chiamami. Sono un coglione. Voglio solo parlarti” le scrivo e invio il più velocemente possibile, ben sapendo che se provassi a richiamare non mi risponderebbe.
Qualche minuto dopo il suo numero compare sul display, con un tuffo al cuore apro la chiamata – che vuoi? – mi chiede lapidaria
- dove sei? -
- a casa di Tom -
- perché?? – chiedo, sconvolto dall’idea che lei possa aver passato lì la notte. Mi avvicino al marciapiede e cerco un taxi
- come si sta a Leeds? -
- non sono a Leeds, sono davanti a casa tua!! -
Rimane in silenzio per qualche secondo – davvero? – mi chiede poi in un sussurro
- si! All’ultimo minuto ho deciso di non partire… non senza parlare prima con te, almeno… Scar ti giuro, l’ho lasciata. Le ho telefonato poco fa, e le ho detto che per me non aveva senso, perché ero, e sono, innamorato di un’altra ragazza, che però avevo fatto soffrire e… - probabilmente il tassista mi sta ascoltando, improvvisamente mi trovo a corto di parole
- ne parliamo quando arrivi qui. Ti aspetto -

Dieci minuti dopo sono sotto casa di Tom, l’ascensore è occupato e mi metto a fare le scale di corsa, ben sapendo che arriverò spompato e col fiatone. Come volevasi dimostrare, Scar mi apre e mi trova piegato in due, con una mano sul fianco e l’altra saldamente aggrappato al muro.
- ciao – le dico non appena ritrovo la parola
- entra – si fa da parte, Neville mi viene incontro per salutarmi – allora? -
- mi dispiace, Scar… ti sembrerà una frase fratta, ma veramente, se potessi tornare indietro non rifarei lo stesso sbaglio. Ho fatto un’enorme cazzata! Non avrei dovuto nasconderti tutta la storia di Kat… però, ecco, credo che continuare a mormorare scuse patetiche e frasi fatte non sia molto utile, quindi rimarrò in silenzio e pregherò perché tu non mi uccida – finisco di parlare e la guardo, è rimasta immobile fin da quando mi ha fatto entrare.
- vuoi… ti va di accompagnarmi a portare Neville? – mi chiede, solo in quel momento mi accorgo che ha il guinzaglio in mano
- quindi sono perdonato? -
- si. Credo di si – alza le spalle ma non riesce a trattenere un sorriso, le vado incontro e la bacio, la sollevo da terra, sento le sue gambe stringermi la vita
- ti amo da impazzire – le dico non appena ci separiamo
- anche io. Però ora mettimi giù -
Scendiamo cercando di non inciampare, Neville sguscia fra le nostre gambe, più felice di noi per la riappacificazione. Sorride, ma lo si capisce dai suoi occhi, ancora molto rossi, che probabilmente non ha fatto altro che piangere invece di dormire. La stringo con un braccio e le do un bacio sulla guancia, non so davvero come farmi perdonare, e spero che questo le faccia capire quanto sono stato male.
- ma che fai? – mi chiede quando, in strada, tento di darle un bacio
- ma dai, non c’è nessuno… - mi riavvicino e le prendo la mano
- no Matt dai -
- secondo te ci sono paparazzi in giro alle otto del sabato mattina? Rilassati, la strada è deserta – le dico guardandomi in giro
- il Natale ti da alla testa – mi sussurra quando le nostre labbra si separano, rimaniamo occhi negli occhi, entrambi con un sorriso idiota stampato sulla faccia
- tu mi dai alla testa – le dico prima di baciarla ancora

* * * * *

- Tom. -
- ancora… - sospira, battendo la testa contro il bancone della cucina
- dai non fare così, voglio solo esserne sicuro… -
- Matt, per l’ultima volta, se sia io che Scar ti confermiamo, ti giuriamo solennemente che lei stanotte ha dormito qui solo perché c’era già Neville, e quindi sarebbe stato un casino far tornare entrambi a casa sua alle tre del mattino, perché non ci credi? Ha dormito in camera tua, nel tuo letto, abbracciata al tuo cuscino! O per meglio dire, ha pianto… -
- non c’è bisogno di rigirare il coltello nella piaga, mi sono già dato del coglione da solo per tutta la notte -
- sul serio Matt, sta tranquillo. E smettiamola di parlarne prima che Scar esca dalla doccia, o il coltello lo userà lei per tagliarti a tocchetti -
- giusto. Credo che andrò comunque a Leeds, manco da casa da… - mi blocco, cercando di fare un breve calcolo mentale
- … un mese e mezzo, caro. – mi fa notare Tom, con un finto tono seccato
- appunto. Se non torno nemmeno per Natale mia madre potrebbe venire qui e uccidermi. -
- conoscendo tua madre è probabile, si -
- tu stai a pranzo con i tuoi? Mi dispiacerebbe lasciare Scar da sola proprio il 25, ma non credo di avere alternative… -
- lei torna a Kilkenny – m’interrompe – l’ha deciso ieri sera, voleva dirtelo ma poi è successa tutta la storia di Kat e ovviamente non c’ha più pensato nessuno… ha detto che vuole parlare a sua madre di una cosa, ma non ho ben capito l’argomento, sembrava molto preoccupata mentre ne parlava -
- si, credo di aver capito… bè meglio così, mi sarei sentito in colpa se avesse passato da sola le feste. Possiamo tornare il 27, così ci godiamo assieme il capodanno -
- festa loca? – mi chiede già tutto gasato, conosce una sola parola di spagnolo, a parte tequila e cerveza, e cerca di usarla ogni volta che può, convinto di apparire come un gran fico. – dai passiamo tutta la notte in giro per locali! Eh? Eh? Non è un’idea ge-nia-le? -
- come tutte le tue idee – ribatto sarcastico, le feste lo eccitano fin troppo
- di che state parlando voi due? – ci chiede Scar tornando in cucina coi capelli ancora umidi
- il 31 si fa baldoriaaaaaa! – annuncia Tom balzando dallo sgabello ed esibendosi nel suo celeberrimo trenino solitario, sculettando a destra e a manca in giro per la stanza
- ha bevuto? – mi chiede, con un tono abbastanza alto da coprire i suoi cori caraibici
- no, è l’effetto del Natale. Vai a Kilkenny? -
- oh. Sì, scusa, te lo volevo dire ma poi... -
- … poi la situazione si è un po’ complicata e non c’hai pensato più, tranquilla -
- si, volevo parlare con mamma, stavo pensando di provare a frequentare qualche seduta del gruppo del quartiere… sai, riprendono dopo capodanno… che ne pensi? – alza lo sguardo dalla tazza, i suoi occhi penetranti mi scrutano, comincio a pensare che siano in grado di capire quando una persona dice la verità o no. O più probabilmente è il sonno che mi fa fare strani pensieri.
- è un’idea magnifica, dico sul serio. – le do un bacio, cercando di farle sentire non solo con le parole tutto il mio appoggio – prometto che premierò ogni seduta con un gelato enorme, ok? -
- non vedo l’ora di cominciare, allora! – evidentemente sollevata, fa quell’espressione da criceto, strizza gli occhi e arriccia il naso, strofinandolo contro il mio
- oddio, se continuate così anche durante le feste avrò bisogno di parecchio brandy… - Tom incrocia le braccia e ci fissa scontento – penso che andrò ad affogarmi nella doccia. Divertitevi! – e con quest’ultima, deliziosa, battuta di congedo, sparisce.
- ah… amore… seeeenti… - mi guarda e si gratta la testa, subito dopo si apre in un sorriso e mi sbatte gli occhioni – la pochette di Moschino… non è che potrei riaverla?? -

fine capitolo 12
  
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