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Autore: Dors    19/10/2006    2 recensioni
Un gruppo eterogeneo di avventurieri legati da comune odio reciproco, si avventura nei territori delle ombre, territori di morte e dolore. Eppure l'impresa più difficile sarà quella di riuscire ad andare d'accordo
Genere: Commedia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le bianche mura di Thomn'ara si stagliavano su un cielo costellato di nuvole rosate per il tramonto,nonostante quelle pietre fossero millenarie
nemmeno una crepa scalfiva la superfice liscia e lucente.
La città aveva un perimetro incredibilmente vasto, che lo sguardo riusciva ad abbracciare completamente solo a chilometri di distanza,
a ogni vertice della pianta ottogonale si erigevano alte torri che terminavano con guglie che slanciavano ancora di più la struttura; la vista
di quel luogo toglieva il fiato e scacciò ogni ombra di malumore dalla mente degli avventurieri.
Rok ricordava ancora come fosse accaduto il giorno prima l'unica volta in cui aveva meso piede all'interno della città: in tutta la sua vita non vide
mai niente di più bello; era accaduto quando era al servizio di un potente elfo, una figura di spicco e di certo molto influente sebbene nessuno
conocesse il suo nome o l'avesse mai visto in faccia, ed era tato proprio a quest'uomo che Rok subito dopo l'incontro con i due ladri nel santuario
dell'occhio del drago aveva mandato una lettera, in cui chiedeva il suo aiuto; presto avrebbe ricevuto la riposta da Lui in persona.
Giunti alle maestose porte di Thomn'ara decorate di fitti bassorilievi, furono accolti da un ufficiale della milizia elfica che i presentò con il nome
di Elthan e in tono formale li invitò a consegnare le armi alle guardie prima di entrare.
"E liberate pure i votri prigionieri, è impossibie scappare non visti da qui"aggiunse riferendosi a Tessa e Reagan dall'aria più infelice che mai.
Ellen acconentì a malincuore a far sciogliere l'incantesimo che teneva saldamente chiusi i bracciali.

"Seguitemi, vi faccio strada Il Sommo desidera ricevervi immediatamente"concluse l'ufficiale.

La citta era come Rok la ricordava, elegante nei suoi edifici allampanati, su ognuno dei quali si arrampicavano edere e altre rampicanti in un felice
connubio con le atre decorazioni floreali scolpite dgli abili artigiani elfi.
Erano pochi però i cittadini che giravano per le strade, ed erano inquieti, come se attendesero un'aggressione da un momento all'altro, tuttavia la
proverbiale ospitalità della razza non veniva meno e nessuno nego un cenno di saluto al passaggio della compagnia.

"Siamo giunti alla soglia compagni, ora dovrete proseguire senza di me" disse Elthan indicando un alta torre che svettava sugli altri edifici da cui gli elfi
si tenevano istintivamente alla larga, Rok lo riconobbe come la dimora del Sommo
L'ufficiale si allontanò in fretta sia per tornare ai suoi doveri che per mettere distanza fra se e quel luogo tenebroso; Ellen lo osservò allontanarsi
e quando fu sicura che non potesse più udirla disse"Prima di incontrare questo Sommo di cui parli gradirei sapere chi è, e come può aiutarci nel
nostro...'compito'"

"Direi che è un tipo che preferisce restare nell'ombra protetto da sguardi indiscreti"ripose il mago semplicemente.

"Nell'ombra?? Non sarà un drow spero! Un elfo oscuro!"escamo Ellen sgranando gli occhi.

"Potrebbe anche darsi: non si è mai mostrato apertamente. Quello che conta però è che ci faccia dono del suo aiuto per la missione: ha un incredibile
potere e utili contatti fra i maghi e i guerrieri più capaci."

Korgan si battè un pugno sul petto chiaro segno (almeno per Rok) che si stava spazientendo e fremeva per entrare.
"Abbi pazienza, amico mio! La fretta è una pessima compagnia nella casa del Sommo" disse ammonendo il nano, che però non parve dare peso a quelle parole.

**********


Una figura ammantata osservava occultata nell'ombra i sei umani che gli avevano richiesto udienza e gli apparirono piuttosto disorientati.
La torre d'altronde emanava un alone di pericolosità per la sua atmosfera cupa e inquietante; in verità il Sommo non amava molto la luce e riteneva che
la teatralità fosse un ottima tattica per incutere rispetto e timore: aveva dunque ricevuto gli umani nella sala più grande e fiocamente illuminata dalla
fimma delle lanterne appese alle pareti ma non abbastanza per scorgere i lineamenti del suo viso seminascosto dal cappuccio.
"Rok, mi ricordo di te"la sua voce tuonò profonda e agghiacciante"Hai reso grandi servigi agli elfi in passato. Cosa ti porta a chiedere il mio aiuto?
Ricorderai , credo, che non faccio dispendio di energie a meno che non ci sia un ottimo motivo e non ne consegui un cospicuo profitto"

Il mago si chiarì la gola e rispose"E' una questione delicata delicata, mio Signore. Abbiamo rinvenuto delle lettere dell'incantatore Kalidh di Wildhills,
supponiamo che posano portarci nel luogo in cui è nascosta la prescelta della leggenda..."

Il Sommo lo interruppe all'istante "Credi che io abbia tempo da perdere dietro a sciocche fiabe? Le antiche superstizioni le lascio volentieri agli Elfi Anziani!"
sbottò , per un attimo i presenti riucirono a sentire come un onda di energia propagarsi dalla figura dell'elfo segno che la sua ira stava per tramutarsi in forza
distruttiva; Tessa e Reagan indietreggiarono prudentemente.
"Tuttavia"aggiune il Sommo riprendendo il controllo"molti di noi sono in debito con te, mago. Se credi di poter competere con Il dio del'omicidio sei un folle,
con o senza prescelta questo ti porterebbe a morte certa; ma non arò certo io a farti cambiare idea. Posso concederti un solo mio servitore che ti chiedo di
riportarmi con tutti i pezzi"

Rok sembrò deluso della riposta: aveva sperato almeno in una decina di elfi arcieri e un paio di stregoni. Una compagnia di sei avventurieri invece arebbe stata
polverizzata in un attimo a Karmekilion. "Le sono immensamente grato mio signore"disse invece inchinandosi rispettosamente.

"Arriverà fra poche ore. Ma è pericoloso viaggiare di notte : vi coniglio di partire domattina al sorgere del sole, sarete miei ospiti fino ad allora"suggerì il
Sommo. "Mi è difficile ammetterlo ma sento che il potere mi abbandona, la civiltà degi elfi è ormai in declino...non oso sperare che ci sia ancora una posibilità di
abbattere una volta per tutte il male che affligge questo mondo.
Forse è purtroppo giunta l'era che la mia gente millenaria abbandoni la terra degli uomini"così si congedò occultandosi nuovamente nell'ombra

**********


I due ladri furono rinchiusi senza troppi compimenti nella biblioteca della torre, completamente priva di finestre, e tanto grande da far smarrire coloro i quali non
erano pratici nel nel ritrovare la via fra gli scaffali disposti in modo da formare un labirinto di cerchi concentrici.
Si trovavano lì da un'ora ormai e nessuno dei due aveva detto una sola parola: tutto quello che sisentiva era la calma che avvolgeva la città dormiente.
Tessa si guardò ancora intorno: i libri preziosamente rilegati erano stati disposti in ordine maniacale e perfettamente allineati, aveva provato a leggerne i titoli,
gran parte erano in elfico ma altri erano scritti in caratteri runici che non riuscì a capire a quale linguaggio appartenessero; Reagan era appollaiato su una sedia
imbronciato come se ritenesse lei responsabile di quello che era accaduto.

"Sei sempre convinto che sia stata colpa mia"disse , non era una domanda: sapeva perfettamente che era come diceva.

"Certo!"rispose Reagan senza guardarla"Ma ora non ha molto più senso stabiire chi avesse ragione. Sei una ladra incredibilmente maldestra...mi chiedo come hai
fatto a evitare i trabbocchetti nel palazzo"

"In verità...li ho fatti scattare e ho evitato le lame e fosse."

"Gli acrobati non dovrebbero fare il lavoro dei ladri"ribattè l'uomo seccato tornando a fissare un punto imprecisato nel vuoto.

Tessa scosse la testa, era incredibile come lui riuscisse a conservare il suo orgoglio e la sua testardaggine anche nelle situazioni in cui arebbe stato meglio
collaborare; si sfregò le mani cercando di riscaldarle scossa da brividi. Reagan non trascurò di notarlo.

"Hai freddo?"chiese raddolcendosi un poco.

"N-no"ripose Tessa battendo i denti"Sto benissimo..."

Senza dire altro Reagan si sfilò la giacca di cuoio e la lanciò alla donna. Anche se l'aveva fatto catturare, pensò, non poteva certo farle passare la notte a congelarsi
Ma fortnatamente pochi minuti dopo Ellen aprì le porte della biblioteca : il servo del Sommo era giunto e gli avventurieri poterono finalmente addormentarsi nei
comodi giacigli di Thomn'ara.
  
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