Libri > Sherlock Holmes
Segui la storia  |       
Autore: carelesslove    22/03/2012    1 recensioni
A quanto pare sembra che non sia l'unica ad avere avuto questa strana idea. Sarà l'aria di primavera :)
Un bambino - presumibilmente figlio di Watson- porterà scompiglio in Baker Street. Non si tratta però di un neonato come avrete modo di vedere leggendo. Siccome l'idea è solo abbozzata e non so dove porterà non posso assicurare che aggiornerò con frequenza. Tenterò comunque per quanto mi sarà possibile di terminare quanto iniziato, non so in che tempi o in che modi. Quasi sicuramente diventerà Slash più avanti. INCOMPLETA.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Più tardi Watson conversava amabilmente con il bambino, sebbene questi continuasse ad essere piuttosto taciturno e riservato.
Holmes decise di lasciargli un po’ d’intimità e si ritirò un momento nel laboratorio che avevano ricavato nella stanza attigua.
- Sei tu il mio vero padre? – chiese bruscamente il bambino
- Senti Isaac – aveva letto il nome nella lettera – Io conoscevo tua madre, ci siamo visti spesso per un certo periodo, ma non ti so dire chi sia tuo padre. Lei ti ha mai parlato di me ?
- Soltanto ieri – rispose secco
- Mi chiamo John Watson, puoi chiamarmi John. L’uomo che hai visto prima è il mio coinquilino Sherlock Holmes. E’ un uomo di buon carattere e simpatico, ti troverai bene. Tua madre mi ha chiesto di occuparmi di te per un po’
- Io però voglio tornare a casa
- Certo – gli disse con dolcezza - farò tutto il possibile. Però adesso vorrei chiamare il mio amico e fare due chiacchiere con te perchè ci serve sapere tutto ciò che ci puoi dire per aiutarci
Il bambino annuì e Watson gli spettinò affettuosamente i capelli biondi, mentre si alzava per chiamare il detective.
Parlarono per qualche tempo e acquisirono delle notizie interessanti. Isaac un po’ intimorito dalla situazione si interrompeva sovente o perdeva il filo, ma Holmes lo ascoltava con attenzione e lo guidava nel suo discorso, ponendo ogni tanto delle domande.
- Negli ultimi tempi mamma mi faceva tante domande. Voleva sapere cosa facevo e dove andavo, sembrava preoccupata
- Non hai idea del perchè?
Il ragazzo scosse la testa.
- Hai notato qualche cambiamento in casa di recente? Delle novità ..qualcosa di diverso dal solito?
- Non mi pare – ci pensò su – in effetti un quadro. Sono tornato a casa un giorno e non c’era più. Perché me lo chiede signore?
- Può essere utile, ed era un oggetto di particolare valore?
- Non so. Mamma lo teneva con cura e mi diceva di non rovinarlo
- Capisco. Oltre a questo hai notato qualcos’altro di strano?
Nuovamente il ragazzo fece segno di no.
- Non importa. E’quasi l’ora di pranzo –constatò il detective estraendo l’orologio – hai fame? – disse offrendogli dei biscotti
- Sì signore – rispose allungando la mano per servirsi
-L'appetito non ti manca. A dire il vero... mi ricorda qualcuno – fece il detective ammiccando verso il dottore e alzando un sopracciglio a voler dire tale padre… Watson gli scoccò un occhiataccia ma non riuscì a reprimere un sorriso - io da piccolo ero magro magro e mia madre si dannava l'anima per farmi mangiare, il più delle volte senza successo - continuò il detective
Il dottore fu sorpreso da quella digressione di Holmes, un lieve sorriso gli increspò le labbra, era la prima volta che nominava la sua infanzia
- Ancora una domanda. Tua madre è sposata? Con chi vivete?
- Viviamo da soli da quando papà George ..è…,è morto. Due anni fa
- Mi dispiace – disse il detective pensieroso - tua madre che professione fa per mantenervi?
- Ha venduto la cascina dopo la morte di papà e ha affittato un negozio in città ma non guadagna molto
- Potresti parlarci della morte di tuo padre? chiese l'investigatore esitante, dispiaciuto di dover porre quella domanda
- Holmes non credo che... - lo interruppe il dottore che voleva risparmiare al bambino quel ricordo spiacevole
Tuttavia Isaac rispose ugualmente – La mamma ha detto che è stato un incidente, ma non voleva mai parlarne
- D'accordo. Un ultima domanda: avete altri parenti?
- Mia zia. Vive in Francia da quando si è sposata
- Bene Isaac adesso vorrei scambiare due parole con tuo padr….cioè… John…voglio dire Watson – si corresse Holmes – vorresti raggiungere la sig.ra Hudson di là? Puoi portarti questo libro da sfogliare nel frattempo – questi prese poco convinto lo spesso volume che gli veniva porto e partì per la cucina.
- Mi ha chiamato per nome?
- Oh mi dispiace l’essermi preso una tale libertà, ma nella confusione che è seguita alla prima gaffe ho finito per farne una seconda – fece Holmes distrattamente, immerso nel vortice delle sue deduzioni
- Beh, ormai ci conosciamo da un po’ e non avrei problemi se lei volesse , ecco… prendersi maggiore confidenza... – fece il dottore in tono disinvolto ma evitando lo sguardo dell’altro
- Sarebbe un onore, amico mio. Dopotutto non mi dispiace nemmenno chiamarla Watson, e a lei?
- Affatto. Può chiamarmi nel modo che preferisce
- Bene. Lo stesso vale per me purchè non utilizzi quell’orrido diminutivo che mi ha affibbiato Mycroft. Ma tornando a noi: cosa pensa di aver dedotto dalla nostra chiacchierata? – terminò il detective accantonando la questione
- Bhè, non abbiamo molti elementi a nostra disposizione. La sparizione di quel quadro sembra uno degli indizi principali e poi c'è il fatto che vivono da soli e la madre deve mantenere entrambi, con difficoltà
- Esatto. Non è poi così lontano dai miei ragionamenti. Le mie riflessioni mi portano a pensare che siano stati ricattati. Potrebbero avere avuto bisogno di denaro, visto che l’attività della madre non è sufficiente a mantenerli e la vendita del quadro potrebbe essere un tentativo di ripagare il debito. Segua il mio ragionamento: se la sua conoscente fosse in mano agli usurai, e questi signori avessero intenzione di perseguitarla fin quando non avrà ripagato l'intera somma prestata, minacciando in caso contrario di fare del male al ragazzo, essendo la parente più prossima lontana, la donna potrebbe aver pensato a lei, dottore, come l'unica salvezza
- Certo. Visto sotto questa luce..E dal momento che sono il biografo del migliore consulente investigatore di Londra la mia conoscente deve aver pensato di approfittarne
- Giusta osservazione Watson.
- Pensa che questi uomini siano gente molto pericolosa? - domandò il dottore con tono ansioso
- Ce ne accerteremo ma spero di no. A questo punto ci sarebbe da domandarsi se i debiti furono contratti prima della morte del padre e se questa morte sia da considerarsi accidentale o meno ma …
- ma non sappiamo di cosa è morto quell’uomo
- Appunto. Andrò da Lestrade e chiederò di fare delle ricerche. Rimane lei con il ragazzo?
- Ho dei pazienti fra qualche ora ma chiederò alla sig. Hudson di tenerlo d'occhio
- Ottimo. Sarebbe il caso di andare a parlare di persona con la madre, ma date le circostanze non so se sia prudente. Quegli uomini potrebbero seguire i movimenti della donna per impedire che si rivolga a qualcuno per denunciarli. Vedendo entrare e uscire un uomo dalla casa potrebbero decidere di seguirlo e lei, caro Watson, li porterebbe fino a noi e al ragazzo
- Sono d’accordo. Meglio rivolgersi alle autorità, dopotutto loro dovrebbero sapere come comportarsi
Il detective proruppe in una risata asciutta - Lei dice? Gli yarder che noi conosciamo le paiono persone affidabili? Riflettendoci sarebbe meglio rivolgersi a mio fratello
Una volta finito di parlare tornammo dalla sig.ra Hudson che non era affatto contenta di essere trattata come una bambinaia.
Isaac si rivolse subito ad Holmes – che strano libro sig.re – affermò restituendolo
Naturale - rispose il detective raggiante come se gli avesse fatto un complimento – visto che l’ho scritto io. Una monografia sulle ceneri di tabacco con un bel corredo di foto interessantissime. Vero, mio caro Watson?
Il dottore incredulo che avesse dato da leggere roba del genere a un bambino, scoccò un occhiataccia a Holmes che non vi badò. A Watson balenò nella mente che lo avesse fatto a bella posta, di dargli proprio quello, semplicemente perché lo trovava divertente
- A me sembrano mucchietti di terra – disse ingenuamente Isaac
Holmes sorrise condiscendente – c’è un enorme differenza , come si può ben dedurre dal titolo, avresti dovuto leggere megl…- il dottore gli diede una gomitata e cercò di trascinarlo lontano
– Cosa le salta in mente di dare roba simile a un bambino? Cosa vuole che capisca.. – sussurrò esasperato
- Che modi! – si lamentò Holmes – lei è totalmente privo di fantasia dottore! Dopotutto i talenti si devono coltivare fin dall’infanzia
- Almeno gli dia la possibilità di sceglierselo il talento che vuole coltivare. Holmes, faccia in modo di non traviare mio figlio! - sbottò Watson con tono che non ammetteva repliche
- Mi pareva avessimo stabilito che non c’erano le prove sufficienti per definirlo tale – replicò amabilmente l’altro - tuttavia alcuni fastidiosi caratteri in comune farebbero supporre il contrario.
Ora, se non le dispiace, ho delle faccende da sbrigare e non c’è tempo da perdere –
- Non la trattengo – fece Watson scocciato
- Grazie. Au revoir docteur! – salutò Holmes prendendo il cappotto e calandosi il cappello sulla testa prima di uscire
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: carelesslove