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Autore: carelesslove    20/03/2012    1 recensioni
A quanto pare sembra che non sia l'unica ad avere avuto questa strana idea. Sarà l'aria di primavera :)
Un bambino - presumibilmente figlio di Watson- porterà scompiglio in Baker Street. Non si tratta però di un neonato come avrete modo di vedere leggendo. Siccome l'idea è solo abbozzata e non so dove porterà non posso assicurare che aggiornerò con frequenza. Tenterò comunque per quanto mi sarà possibile di terminare quanto iniziato, non so in che tempi o in che modi. Quasi sicuramente diventerà Slash più avanti. INCOMPLETA.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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- Watson! Abbiamo un problema -
- Mmh – mugugnò svogliatamente l’altro
- Uno grosso direi –
- Cosa intende? – interloquì il dottore decidendosi a posare il giornale sulla tavola
- È alto circa  1.20 cm –
- Come sarebbe a dire alto? – fece questi con disappunto avviandosi finalmente in direzione della porta di casa davanti alla quale sostava un Holmes dall’aria indecifrabile.
Watson fece una faccia a dir poco comica vedendo quello a cui stava riferendosi l’amico – ma è un ragazzo, quale dovrebbe essere il problema ? –
- Ha in mano una lettera con il suo nome vergato sopra –
- E allora? Qualcuno deve averlo incaricato di portarmela. Dubito che la lettera sia un problema, anche se non ne ricevo sovente non ho motivo di credere che contenga qualcosa di sgradito –
- Ha notato gli occhi e il colore dei capelli del ragazzo? In quanto alla busta è di una tinta alquanto inusuale per una comunicazione ufficiale, è rosa pallido decorata con dei simpatici fronzoli e per quanto mi è dato di constatare è una calligrafia femminile. Cosa ne si potrebbe dedurre? –
- In fede mia, non ne ho la più pallida idea –
- Per quanto non ne sia del tutto certo sospetto che quel marmocchio sia suo figlio. Congratulazioni – fece Holmes col tono noncurante di chi sta parlando del tempo
- Suvvia mi faccia il piacere! – replicò aspramente il dottore facendo segno al bambino di entrare e prendendogli la lettera di mano con l’intento di mostrare la falsità di quella asserzione.
Purtroppo aperta la missiva la sua espressione non faceva intuire nulla di buono.
- Dottore, è diventato improvvisamente pallido - esclamò Holmes precipitandosi verso di lui – si segga. Cosa ci può essere di peggio di quello che ho prospettato? –
Watson non ebbe la forza di replicare e passò con mano malferma il foglio sottoponendolo all’ attenzione del detective.
- Bontà divina – trasecolò Holmes – stavo semplicemente scherzando, non credevo minimamente all’eventualità … – ma non terminò mai la frase perchè Watson perse i sensi e il detective fu costretto a prestargli soccorso, lanciando un occhiata a quell’ospite inatteso piombato come un fulmine a ciel sereno nella quiete di Baker Street.
Si rivolse con un cenno al ragazzo – su un tavolino basso di fianco alla porta nella stanza attigua troverai una boccettina di vetro, puoi portarla qui per piacere? –
Il ragazzo eseguì. Passandogli la bottiglietta puntò fissamente gli occhi sul detective e chiese – è morto? -
- Certo che no – rispose questi con una risatina - si riavrà subito - così dicendo accostò i sali al naso del dottore che si mosse e aprì gli occhi per poi richiuderli alla vista del maledetto ragazzino, sperava con tutto se stesso che fosse solo frutto della sua immaginazione e sarebbe scomparso, e riaprirli nuovamente rimanendo fortemente deluso.
Così dovette constatare l’amara verità e risentito si rivolse a Holmes in tono brusco – le sembra una cosa sulla quale si possa scherzare? –
- Vedo che è tornato quello di sempre, ci ha fatti preoccupare –
- La smette di prendersi gioco di me? – gli chiese offeso
- Domando scusa – l’occhiata glaciale di Watson lo perforò
- Propongo di sederci tranquilli e cercare di chiarire la faccenda – all’occhiata allucinata del dottore aggiunse
- Prima ci terrei a scambiare qualche parola in privato – chiamò la governante che comparve trafelata – potrebbe portare qui alcuni biscotti e una tazza di the e aspettare col nostro ospite finchè noi non torniamo dalle nostre stanze? –
Senza aspettare la risposta Holmes si incamminò e giunto a destinazione scivolò nella sua stanza chiudendo la porta quando anche il dottore l’ebbe varcata.
- Scusi se lo dico amico mio ma lei è davvero pieno di sorprese – scherzò, poi facendosi serio - è sicuro che quanto dice quella lettera sia la verità? –
- Io…ecco…penso che sia possibile dal momento che ho frequentato quella donna –
- Questo si che è un problema –
- Ho un figlio.. – mormorò il dottore lo sguardo perso nel vuoto
- Io non trarrei conclusioni affrettate dopotutto non abbiamo elementi sufficienti…-
- Lei trova che mi somigli? – continuò l’altro come se Holmes non avesse aperto bocca
- Che domanda ridicola. Lei sa che non mi piace fare illazioni. Mi baso sempre su fatti non su suggestioni –
- Per l’amor del cielo! Non le sto chiedendo un parere professionale ma visto che prima ha alluso a una somiglianza…-
- Si ma non intendevo dire quello – dopo una piccola pausa proseguì – devo ammetterlo, sono alquanto sorpreso di questa rivelazione, un figlio che sbuca fuori dal nulla già grandicello, la madre deve trovarsi in cattive acque se non può continuare a occuparsene – continuò tra sé
Watson teneva il viso nascosto nelle mani, poi sollevò lo sguardo su di lui in una muta richiesta di aiuto.
- Non c’è alternativa che tenerlo qui finché non veniamo a capo della cosa –
- Lei è d’accordo? – fece Watson quanto mai sorpreso dalla proposta
- Certo che no, ma non sono così senza cuore da lasciare un bambino senza un tetto sopra la testa, anche se potrebbe essere una spia mandata da qualcuno per tenermi d’occhio –
- Holmes - protestò Watson – è solo un bambino. Non sia paranoico. Come conferma c’è la lettera della madre –
- Qualcuno potrebbe conoscere i suoi trascorsi dottore, potrebbero aver fatto delle ricerche –
- Non credo proprio, nessuno conosce questa storia, la relazione non è durata molto e sia io che la sig.na in questione non ci tenevamo che si sapesse in giro dato che lei a quel tempo era promessa a un altro uomo –
- Beh in ogni caso faremo meglio ad essere prudenti –
- Possibile che lei veda cospirazioni dietro a ogni evento insignificante –
- Deformazione professionale temo –
- Si comporta in modo irrazionale. Non vedo che pericolo possa comportare per lei, sono io che ho motivo di preoccuparmi –
- Caro amico, non ce n’è ragione, sembra un ragazzino ragionevole e credo apprenderà con tranquillità il fatto di avere un genitore integerrimo cm lei –
- Io sono terrorizzato invece –disse Watson sconvolto
Holmes fece per replicare ma poi tacque premendo le labbra una contro l’altra, quando si decise a parlare erano trascorsi alcuni minuti in cui il dottore non aveva fatto altro che misurare a grandi passi la stanza, in evidente stato di agitazione.
- La prego Watson, mi dica .. posso fare qualcosa per aiutarla? - Al detective non piaceva affatto vedere il suo amico in quello stato di inquietudine, ancor più dal momento che il dottore era l’uomo più  calmo che avesse mai conosciuto e questo cambiamento repentino denotava in lui un grave malessere.
- Ho bisogno di qualcosa per tirarmi su, un Whisky – disse Watson, fugando ogni dubbio
- A quest’ora del mattino? – replicò Holmes dubbioso
- Non so cosa fare - sussurrò Watson scuotendo la testa – e se fosse successo qualcosa alla madre? Se fosse in pericolo? Povero bambino come faccio a dirgli che non può tornare da lei –
L’uomo capì e si avvicinò al coinquilino per cercare di rassicurarlo, come potesse anche solo pensare di farlo è un mistero visto che era una delle persone meno dotate di empatia sulla faccia della terra, prese le mani di Watson e guardandolo negli occhi disse – la cosa migliore che possa fare è essere se stesso. Inoltre può contare su di me. Tutto si risolverà per il meglio – l’altro lo guardò senza replicare e per un momento i loro sguardi si incatenarono, dopo pochi attimi Watson scostò il suo a disagio, notò le loro mani intrecciate e ancora più imbarazzato puntò gli occhi a terra. Eppure gli sembrava così naturale quella vicinanza con Holmes.
Quest’ultimo si separò da lui estraendo dalla tasca una fiaschetta lucente – riflettendoci un goccetto non le farebbe male – passò la fiaschetta a Watson che ne prese una sorsata.
Dopodiché Holmes lasciò la stanza in silenzio e qualche minuto dopo il dottore lo seguì.
  
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