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Autore: FannyHarris    22/03/2012    1 recensioni
La mia prima long-fic con protagonista C-17 :)
Spero vi piaccia, Fanny.
Estratto dal secondo capitolo: Si sentiva come un estraneo su quel pianeta, senza nessuno scopo valido e ragione di permanenza. Non era un umano e nemmeno un cyborg, era “nessuno”. Non c’era più spazio per lui, o meglio, lo spazio c’era, ma era troppo angusto e stretto: non apparteneva più a quel mondo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di C-17 e C-18. '
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Capitolo 5

“Cosa?” C-18 sgranò gli occhi chiari, osservando con un’espressione stupita il fratello. Quest’ultimo aveva distolto lo sguardo, posandolo sulla linea dell’orizzonte, lì dove doveva trovarsi il Dott. Calo.

“Ma sei sicuro di ciò che dici? Io non sapevo niente di questo scienziato.” La bionda si avvicinò al moro, che le sorrise,confortandola come solo lui sapeva fare.

“Sì. Nemmeno io in effetti, ma ho le certezze. Io devo andare. Credo di aver capito dove si trova. Ho un brutto presentimento. Sono davvero stufo di questi pazzi! Gliela farò pagare cara! Scommetto che centra …” C-17 fu preso da un momento di frenesia, e per poco non mandava tutto all’aria.

Era fin troppo abituato a raccontarsi tutto e confidarsi con la gemella, ma in quell’occasione decise che il meglio sarebbe stato proteggerla, e l’unico modo era non immischiarla in quella faccenda. Non capiva cosa lo spingesse a tutto questa eccessiva apprensione, restava comunque un cyborg spietato, ma nel profondo dei suoi circuiti c’era qualcosa di umano che lentamente prendeva il sopravvento.

“Che cosa stavi per dire? Avanti parla.” C-18 arretrò velocemente e osservò il corvino con sguardo serio, quello stesso di uno che ha già capito che c’è un intoppo e vuole scoprirlo a tutti i costi. Non si sarebbe scansata di lì nemmeno con la forza.

“C-18, ascoltami. E’ una faccenda che devo risolvere da solo. Tu devi starne fuori. Sono sicuro che ci saranno morti e sangue, tu hai preso le distanze da questo mondo molto tempo fa. Vattene.” Si avvicinò alla gemella, che, sentendo semplicemente il suo tocco sulle spalle, capì la determinazione e la sicurezza che era inchiodata nell’animo di C-17. 

Non l’aveva mai visto così. Alzò gli occhi cerulei, che si incrociarono con quelli identici del fratello cyborg. Anche lei era determinata, proprio come lui.

“No, io voglio sapere tutto. Voglio aiutarti. Qualcosa mi dice che centro anche io e non me ne starò fuori, come una buono a nulla. Abbiamo lottato sempre insieme anche …” La giovane interruppe il suo discorso, e come un fulmine a ciel sereno, qualcosa la illuminò. “Ho capito!” Esclamò con tono di voce deciso, facendo intendere con un semplice sguardo a C-17 la sua scoperta.

Mannaggia, ha capito tutto. Mi dispiace sorellina, ma devo farlo. C-17 si avvicinò alla bionda, con espressione risoluta e sicura, che nel profondo celava una traccia di sofferenza, ma era un cyborg e sapeva nascondere quei pochi sentimenti che aveva iniziato a sentire. Lei lo guardò smarrita e spiazzata perché non capiva quali erano le intenzioni del giovane che aveva dinanzi, per la prima volta nella sua vita.  

Vide solo le tenebre avvolgerla. Buio.

“C-17, Dove sei finito?” Si alzò da terra, riprendendosi dalla batosta, che comunque era stata modesta; l’unica pecca era che suo fratello l’aveva colpita nel suo punto più debole e quindi era caduta svenuta. Si destò, e, dopo essersi ripresa, si osservò intorno, smarrita e triste. Non capiva quel gesto e per un secondo pensò che C-17 non era tanto cambiato e che forse pur di ottenere quel che voleva non si sarebbe fatto scrupoli a colpirla e farle del male.

Questa ipotesi la demoralizzò e mise in dubbio l’affetto e il legame che avevano. Però sull’altro piatto della bilancia soggiaceva la consapevolezza che si sbaglia a dubitare così, perché, da quel che aveva potuto intendere, lui non l’aveva colpita a morte, bensì lievemente. Capì che il gemello si stava arrischiando in un’avventura pericolosissima, e lei non era con lui. Questo la fece sentire inutile, ma, essendo dotata di forza d’animo sorprendente, si alzò in piedi, con i pugni serrati.

“Eh, no. 17, anche io, quando prendo una decisione, non cambio parere facilmente e faccio di tutto per ottenere quello che voglio. E quello che voglio è aiutarti in questa nuova missione. Ti troverò anche se ciò significasse cercare in ogni angolo del pianeta.” Sussurrò sicura di sé, e pronta a partire alla ricerca del gemello.

Chissà chi eravamo …

“Mi dispiace 18, ma mi saresti di impiccio ed è una faccenda che non ti riguarda. Hai trovato la pace sulla Terra, adesso è il mio turno. E voglio farlo da solo.” Il ragazzo dai capelli scuri camminava per un vialetto circondato da due fila di alberi frondosi, pensò che doveva trattarsi di salici piangenti. “Tsk. Ad un terrestre questa vista avrebbe arrecato nostalgia e chissà che altro. Io sono solo un cyborg.” Bisbigliò atono; però nella sua voce egli stesso percepì un lievissimo senso di angoscia. Si ricordò del Becker e il nome di quello scienziato tornò a marchiargli a fuoco la mente. Affrettò il passo.

“Quarantacinque chilometri a sud-est della città dell’ovest. Ne sono sicuro.” Prese la sua arma preferita, una pistola calibro sessanta, e sparò ad uno scoiattolo che pensava di trovare un amico nella sua persona. Il minuto esserino cadde per terra in una pozza di sangue proporzionale alla sua grandezza, il pelo marroncino si colorò di un intenso rosso, che secondi dopo divenne più scuro. Gli occhi gelidi del cyborg lo osservarono, senza battere ciglio. “Anche gli umani fanno lo stesso. Se non peggio. Stupido, io non ho amici, non ne voglio.”

Un essere solitario e lontano dal consorzio umano. Chissà chi eravamo …

Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto problemi e non ho potuto aggiornare prima … Ringrazio chi mi recensisce J Rose, Salvo e Sadiko ;)  Spero che vi piaccia, un saluto, Fanny.

 

   
 
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