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Autore: _Des    22/03/2012    4 recensioni
- “ Come fai, dopo due anni, ad amarla ancora? “ – domanda Louis, guardandomi con sguardo fraterno, mentre gioca con i miei ricci.
- “ Non l’amo affatto! “ – mento. Si, lo faccio. Mento a Louis e a me stesso. L’amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma ormai, dopo esattamente due anni, devo dimenticarmi di lei, della sua risata così dolce, degli occhi suoi così profondi. Tutto quanto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Afferro la valigia e stropicciando gli occhi, mi guardo intorno.
Devo trovare mio padre. Lo cerco con lo sguardo, avviandomi nell’immenso aeroporto di Holmes Chapel che non mi è più così familiare, fin quando non lo vedo vicino le porte.
Lo sguardo tranquillo, i capelli più brizzolati, barba accennata, vestiti casual, appropriati all’occasione. E’ proprio lui.
Gli corro incontro, notando che stenta a riconoscermi.
- “ Papà! “ – urlo, lanciando la valigia chissà dove per rifugiarmi tra le sue braccia.
- “ Bambina mia! “ – mi stringe così forte, da lasciarmi priva di fiato, ma non mi lamento. Mi è mancato molto. – “ Fatti vedere. “ – sussurra dopo qualche minuto, con gli occhi lucidi. – “ Sei così cambiata..” – lo guardo male, non è affatto vero. Sono cresciuta in altezza, le mie forme sono mutate, ho i capelli più lunghi e scuri, i lineamenti del mio viso sono quelli di una donna non ancora matura. Ma sono sempre io.
- “ Sono solo cresciuta.”  - gli rispondo, sorridendo. Fa lo stesso, per poi recuperare la mia valigia e accompagnarmi all’auto.
- “ Ti aspettano tutti. “ – dice, salendo in macchina. E chi sarebbero questi tutti?
- “ Tu e la mamma? “ – chiedo con un pizzico d’ironia. Si rabbuia per qualche istante, poi precisa:
- “ Si. Io e la mamma. “ –
 
Gli abbracci di mia madre sono i migliore del mondo. Subito dopo essere arrivata, mi ha stretto forte fra le sue braccia facendomi sentire davvero a casa, cosa che da tempo mi mancava.
Abbiamo parlato per molto, forse un’ora e mezzo di filato, fin quando non mi ha spedito a farmi una doccia e subito dopo a comperarle alcune cose, giusto per ambientarmi di nuovo.
Ora mi ritrovo con dei sacchetti della spesa tra le mani, intenta a guardarmi intorno spaesata: mi è mancata questa città.
Cammino cercando di ricordare aneddoti o familiarità. Non faccio alcune sforzo: ripercorro perfettamente gli istanti passati giocando a nascondino in queste vie, tirando qualche scherzo tra amici, aspettando la stagione perfetta per dei gavettoni.
E’ tutto come ricordavo.
Svolto l’angolo, percependo una strana sensazione. Ed infatti si ferma tutto dentro di me, non appena scorgo quel negozio. Quel negozio in cui ho passato pomeriggi su pomeriggi, tra libri di biologia e farina, tra risate e pizza.
Eravamo solo io e lui.
Ad un tratto, sento le gambe prendere il via, contro la mia volontà, per avvicinarsi alla porta di quel negozio. Porta che qualche istante dopo apro, e mi ritrovo ad osservare l’interno di una panetteria. E ancora una volta, è tutto come lo avevo lasciato.
Le mura sono di un giallo sfumato, l’arredamento in legno conferisce al tutto un tocco rustico, i tanti ripiani sono ricoperti di pane, pizza, dolci e le prelibatezze più assurde.
Giro su me stessa, incredula, osservando ogni minimo dettaglio con attenzione. Poi, una voce mi spaventa, costringendomi a voltarmi:
- “ Le serve qualcosa? “ – diamine! Quella voce..
- “ No, grazie.. Anne. “ – lei mi guarda per qualche istante, quasi impaurita, chiedendosi chi sia la ragazza davanti ai suoi occhi. Possibile che nessuno mi riconosca?
- “ Amber..? “ – annuisco con la testa, accennando un sorriso. – “ No, fammi capire. Tu saresti la mia Amber? La piccola Amber T.? “ – chiede, sfoggiando un sorriso a nonsisaquanti denti.
Anne è una seconda madre per me. Da bambina, passavo più tempo qui nella panetteria con lei, che nella mia camera a giocare con le bambole.
- “ Già, sono proprio io. “ – tempo cinque secondi e mi ritrovo ad abbracciarla forte, ispirando quel profumo che per due anni ho abbandonato.
Cominciamo a parlare.. di tutto!
Mi racconta della sua vita, di quella di Gemma, inevitabilmente anche di Harry e di quanto sia cambiato.
- “ E’ stato male, tanto male, quando te ne sei andata..” – rivela in un sussurro.
- “ Lo sono stata anch’io. “ – ammetto, abbassando lo sguardo.
- “ Mi è mancato, troppo. “ – aggiungo poi, calando notevolmente il tono della voce.
- “ Probabilmente, mai quanto a lui. “ – Anne afferra una delle mie mani, per poi condurmi nella cucina, visto l’arrivo di alcuni clienti.
- “ Resta qui, riprenderemo tra poco. “ – mi spiega, dolcemente come al suo solito. Riprendo ad esplorare con lo sguardo ogni minimo angolo di quella stanza. C’è un buon profumo, è probabile che Anne abbia infornato qualcosa. Mi sento talmente a mio agio, da sentirmi in diritto di curiosare tra gli arnesi e sorridere ricordando chissà cosa.
Mi volto a guardare un enorme tavolo per la preparazione della pizza. Ma ad un tratto, senza volerlo, un ricordo penetra nella mia mente. Un ricordo che per anni sono riuscita a rinchiudere nel classico scrigno dei pensieri, ma da cui è fuggito con estrema facilità.
 
“Stampo un bacio su una delle sue guance, così morbide, lisce, perfette.
Poi mi siedo al suo fianco, mentre mi saluta con un sorriso.
- “ Hai buone notizie, per caso? “ – domanda, ridendo. Sì, mi conosce decisamente.
- “ Forse..” – rubo da un piatto un biscotto. Lo osservo qualche secondo mentre crea un impasto omogeneo di vari prodotti, sicuramente sta preparando della pizza.
- “ Dammi una mano, và..” – dice. Lo fa sempre, intendo dirmi di aiutarlo quando sa che ho molte novità in riserbo. Mi metto al suo fianco, raggruppando per bene i capelli dietro il viso e cominciando ad impastare al suo seguito. Non so fare la pizza, ma me la cavo con l’impasto.
- “ Allora..?” – domanda, dopo avermi sorriso per l’ennesima volta. E mi sciolgo in quel mare verde, in grado di far palpitare a raffica il mio cuore.
- “ Cosa ne pensi dell’Italia? “ – inizio, evitando per un attimo i suoi occhi.
- “ Boh. Cioè.. è un paese bellissimo e lì si mangia bene.. “ –
- “ No, no. Non intendo questo. “ – lo interrompo, ridendo. – “ Intendo.. cosa pensi come meta di studio. “ – rimane qualche secondo in silenzio, riflettendo sulle mie parole. Mi accorgo che forse qualcosa lo ha turbato, solo quando noto che non sta più impastando la grande palla di pasta, ma che mi sta fissando.
- “ Problemi? “ – chiedo, ancora.
- “ No, è che.. non capisco cosa c’entri. “ – una della qualità che più temo di lui è l’intuito, e lui ne ha da vendere! Che abbia capito?
- “ Voglio solo sapere cosa ne pensi..! “ – rispondo con un pizzico di acidità nella voce. E’ il mio punto debole, lui sgama ogni mio stato d’animo tramite questa.
- “ Ma che te ne frega! Tanto tu non ci andrai.. dico bene? “ – questa volta sono io a fermarmi, capendo la domanda retorica che mi ha posto. Tremando leggermente e iniziando a balbettare, rispondo:
- “ N-no cioè.. mi faccio un viaggetto, giusto per imparare a fare la pizza. “ – a questo punto, si calma. E lo capisco perché ride, divertito.
- “ Ma per quello ci sono io, piccola. “ – sento il calore di un suo abbraccio e, ci rinuncio. Non dirò mai ad Harry che sto per partire.”
 
Rivivere quei momenti, nella stessa cucina, mi mette ansia. La stessa che provavo quando ero intenzionata a dirgli le cose come stavano. Ma evidentemente sono una debole, non essendoci riuscita.
Sento dei passi dietro di me, un’altra voce e per l’ennesima volta riemergo dal mare di ricordi, voltandomi.
- “ Gemma..” – sussurro, correndo ad abbracciarla. Credo proprio che non tornerò a casa tanto presto ;D.
 
-Harry
Esco da casa mia, sbattendo la porta.
Sono stremato, alzarsi alle 6,00 del mattino, andare in radio, poi fermarsi per varie interviste, strappare al tutto del tempo per restare con le fan e fare ritorno alle 12,00 è davvero stancante. Ma dopo tutto, amo questo lavoro e.. da oggi pomeriggio sono ufficialmente in vacanza, gente!
Faccio pochi passi, per poi ritrovarmi nel giardino di casa Tomlinson.
Una delle cose che più amo è abitare nella casa di fianco a quella del mio migliore amico e.. di Amber. E’ sempre stato così, ecco perché siamo inseparabili.
Percorro il vialetto, per poi battere con quel poco d’energia recuperata, la mano sulla porta. Ad aprirmi è la Signora Tomlinson, che mi accoglie raggiante come al suo solito.
Trovo tutti comodamente seduti sui divani del salone, collegato alla cucina e all’ingresso.
- “ Ce l’hai fatta! “ – borbotta Niall, massaggiandosi la pancia. Sono sicuro sia affamato.
- “ Ti davamo per disperso! “ – lo appoggia Liam.  
- “ Hey ragazzi, calmi! Non rincitrullite mia moglie! “ – e dicendo ciò, Louis afferra la mia testa schiacciandola contro il suo petto. E’ inevitabile, tutti ridiamo.
- “ Bene, ora possiamo pranzare? “ – domanda il biondo con gli occhi azzurri, pochi istanti dopo.
- “ Non ancora. “ – urla la signora T.
- “ Non è pronto? “ – sussurra Zayn, tentando di non farsi sentire dalla donna, indaffarata nella cucina.
- “ Certo che lo è! Ma stiamo aspettando una persona! “ – urla ancora la signora T.
- “ Come diavolo..? “ –
- “ Ha un udito finissimo. “ – risponde Louis alla domanda più che esplicita di Zayn. Mi sistemo sul divano, accanto a Zayn, per poi ammazzare il tempo chiacchierando con i ragazzi. Abbiamo tanti progetti per questa estate. Necessitiamo di riposo, cavolo!
- “ E se passassimo una settimana al mare? “ – propone Liam. – “ Così potrei portare anche Danielle. “ – spiega poi, sotto lo sguardo indagatore dei ragazzi.
- “ Si potrebbe fare..” – accetta Lou. – “ Potremo anche andare a..” – improvvisamente si ferma, attirato da un rumore di chiavi nella serratura. Sentiamo una porta sbattere e vediamo una figura femminile, con delle buste della spesa, inveire ridendo contro la Signora Tomlinson che le va incontro.
- “ Mamma..! Ma quanta cavolo di roba ti serviva?! Avevi detto due o tre cose, alla fine ho svaligiato il negozio! “ – rabbrividisco, guardando Louis che nell’immediato istante che segue il mio gesto, abbassa il suo, colpevole. “Traditore” penso.
La osservo, è così bella. E’ cambiata, tanto. Ha i capelli più lunghi e scuri, ma non grazie a tinte o cose simili, le curve accennate di anni fa si sono tramutate in forme da donna e sul suo viso spicca una lucentezza che quasi non ricordavo più.
- “ Beh, ho pensato di farti fare la spesa per tutti visto che..” –
- “ Tutti chi? “ – chiede la mora, a sua madre che, con un gesto della testa quasi impercettibile, c’indica. Si volta e.. la vedo perfettamente. I miei occhi sono i primi che incontrano i suoi scuri, lasciandola shockata.
Mi guarda intensamente, mentre l’espressione del mio viso cambia, diventa fredda e incazzata, com’è giusto che sia.
Poi osserva gli altri, infine Louis verso il quale corre dopo aver ricollegato per bene tutta la situazione.
Mi sento in estremo imbarazzo. Il cuore s’è fermato, senza avvertire. E ora mi ritrovo a respirare irregolarmente, cercando di recuperare un colorito normale, mentre mi preoccupo di apparire tranquillo agli occhi di Liam, Zayn e Niall che mi guardano curiosi.
Devo dimenticarla, devo lasciarla nel passato, devo.. devo riaverla.
 
-Amber
- “ Louis! “ – urlo, per poi gettarmi letteralmente tra le braccia di mio fratello.
- “ Amber! “ – dice di conseguenza. E’ commosso, mai avrei creduto di vedere mio fratello piangere per me.
- “ Mi sei mancato, matto. “ – sussurro, quando sono sicura che nessuno può sentirmi. Mi pizzicano gli occhi, immaginavo sarebbe accaduto, immaginavo che avrei pianto rivedendolo.. ma non mi aspettavo accadesse oggi.
- “ Anche tu, matta. “ –
- “ Hey! Non rubarmi i nomignoli! “ – dico, mentre le risate e le lacrime s’impossessano di noi. Stordita da tutto ciò, mi accorgo solo in seguito di essere quasi sollevata da terra, grazie alla stretta delle sue braccia possenti che, col trascorrere degli anni, sono diventate più muscolose.
- “ Come stai superstar? “ – domando, asciugandomi le lacrime.
- “ Benissimo. E tu? “ –
- “ Io.. “ – non so cosa rispondere, non so se sto bene, non so sto male. Non so proprio nulla. – “ Credo bene. “ – rispondo, sorridendo.
- “ Come credi? Non dirmi che sei una perenne indecisa come Liam..” – ridendo, mi volto a guardare i miei idoli. Uno più bello dell’altro.
Vedo Liam, lamentarsi fra sé e sé per poi sorridermi teneramente, proprio come un angelo. No, forse nemmeno come un angelo. Il suo sorriso è unico.
- “ Ora sto bene..” – mi osserva un po’. Ora anche lui troverà delle differenze in me, ma ovviamente non me le esporrà, è pur sempre mio fratello.
Mi sorride ancora, per poi stamparmi un bacio sulla guancia e presentarmi ai suoi amici.
- “ Bene, sorellina loro sono Niall..” – quest’ultimo si alza in piedi per avvicinarsi con fare intrigante, ma buffo e stamparmi un bacio sulla guancia, quasi come se mi conoscesse da sempre.
- “ ..Liam… “ – continua Louis. Anche Liam mi viene incontro e mi saluta con un abbraccio.
- “ ..Macho man..” – dice Lou per indicare Zayn che, guardandolo bieco, mi sorride.
- “ ..e vabbè.. Harry alias “mia moglie” lo conosci. “ – faccio per salutarlo, ma lui con un gesto freddo e distaccato si tira indietro, mantenendo sul suo viso quell’espressione nervosa che lo caratterizza da quando mi ha visto.
Ci rimango male, ma non posso aspettarmi reazione differente. Sapevo che avrebbe reagito in questo modo, che non mi avrebbe accettato.
Ma lui non sa.
- “ Ragazzi, lei è Amber. Mia sorella. “ – mi presenta ufficialmente Louis, mi stringo tra le sue braccia e sorrido. Possibile che lui sia così dolce e altruista, ancora, nonostante tutto?
- “ Ah, quindi sei tu la famosa Amber. “ – dice Niall, ci metto davvero poco a notare lo sguardo complice che il biondo lancia a Harry che, a disaggio, lo guarda ancora peggio.
- “ Famosa? “ – domando, stralunata.
- “ Harry ci ha parlato tanto di te. “ – non so se lo stia facendo per “sputtanare” Harry, ma Liam tiene il gioco a Niall che, compiaciuto, mi sorride. I miei miti sono dei miti (?) .
- “ Ah.. e cosa vi ha detto? “ – questa volta, nella mia domanda c’è un pizzico di speranza, cosa più che evidente grazie al tono della mia voce. Mi sento per un piccolo lasso di tempo, davvero potente, con lo stomaco sottosopra e ogni genere di sintomo segnalante una cotta.
- “ Che devi sparire dalla mia vita una volta per tutte. “ – rimango di stucco. Tutto. Ho pensato a tutto quando ho immaginato una sorta di ribellione di Harry, ma mai mi sarei aspettata questa risposta. E infatti è stato Harry a dire quella frase, è stato Harry a frenare tutti quei sintomi meravigliosi, è stato Harry a spazzare via con il vento ogni singola gioia.
E’ stato Harry. 


Ok, eccomi tornata :D
Aaaallora, intanto grazie per le 111 visualizzazioni
sono tantissime O.O
E poi grazie a tutte quelle che hanno commentato
e che hanno messo la storia tre le seguite.
Siete fantastiche.. *--*
Desy

 

  
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