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Autore: HarleyNyx91    22/03/2012    2 recensioni
Heles, semplice ragazza appassionata di vampiri e soprannaturale, si ritrova catapultata dal nulla nel mondo che tanto l'affascina. Scoprirà che lupi, spettri, angeli e molte altre creature che credeva pura finzione, in realtà sono più vere che mai. Affronterà mille avventure insieme ai nuovi compagni di scuola. Ma per ogni lato positivo ci sono anche quelli negativi, i nemici non mancheranno! Leggete e stupitevi. Nulla è come sembra alla "DHS".
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo 3

Il pullman correva per la sua strada sorpassando auto o qualsiasi altro mezzo gli incrociasse la strada. Dato che conduceva a una scuola paranormale, mi aspettavo qualcosa tipo: volare, teletrasportarsi o viaggiare sull'acqua. Mica quattro ruote sull'asfalto nero. Ogni tanto sbirciavo fuori dal finestrino totalmente immersa nella musica.

Lentamente la velocità aumentò fino al punto di rendere quasi sfuocati i colori che componevano il paesaggio circostante. Tutto diventò nero. Forse era quello il motivo che dava al mezzo quello strano nome. Scossi la testa tornando ad ascoltare la musica. Non notai che c’eravamo fermati fino a quando qualcuno non mi picchiettò sulla spalla. Sobbalzai spalancando gli occhi chiusi in precedenza e sfilai gli auricolari arrossendo.

“scusa... non volevo spaventarti... e occupato questo posto” un ragazzo bello come il sole mi stava chiedendo di sedersi vicino a me, ed io stavo esitando? Spostai lo zaino a terra sorridendo e gli feci cenno di sedersi. “pr... prego... accomodati pure... non mi hai spaventata sta tranquillo... ero solo sovrappensiero” ammisi tastandomi le guance, ormai totalmente rosse. Sorrisi vedendolo sedersi e rimasi stupita quando ricambio il sorriso.

“Il mio nome è Ren Maters... sei nuova alla DHS?” domandò mantenendo quel sorriso cordiale, ma dannatamente sexy. Annui facendo spallucce. “si nota cosi tanto? Si sono nuova... Mi chiamo Heles, Heles Addams” scoppiai a ridere ricordando James Bond. Cominciò a ridere insieme a me poco dopo. “allora agente 00Heles... posso chiederti di che razza sei o mi fulmini con qualche gadget improbabile?” Sentendo la sua tranquillità nella voce mi rilassai. Presi fiato e lasciai fuori uscire i canini sorridendo.

“Neo vampira... e tu invece?” La conversazione stava prendendo una piega interessante, ma prima che il ragazzo potesse rispondermi, ci fermammo di nuovo. Alla fermata salirono una coppia di ragazzi. Lei sorridente mentre trascinava un ragazzo sul pullman. Salutarono quasi tutti e la cosa m’innervosì. Dovevano essere popolari in quella scuola.

Mi acconciai i capelli come meglio potevo e sorrisi radiosa. Solo dopo ricordai di avere ancora i canini in bella vista. “una nuova vampira a quanto pare... Ciao io sono Sophia e lui è Anthony” S’indicò per prima e successivamente indicò quel ragazzo cosi strano. “Si sono una vampira... mi chiamo Heles piacere di conoscervi” Ren scoppiò a ridere affianco a me. “ehi Sophia… Passata bene l’estate? Anth com’è andata l’ultima nottata?” Fissavo Ren mentre parlava, così tranquillo. “Sono stata in Italia per qualche settimana… E tu invece? Non ti trovo per nulla abbronzato” La ragazza scosse la testa prima di cominciare a ridere.

Seguì lo sguardo di Ren che si spostava da Sophia al suo fidanzato. “l’ultima luna piena vorrai dire? È stata meno dolorosa grazie al tuo rimedio… Grazie davvero fratello” osservai quello scambio tra i due ragazzi incuriosita. Ren sorrise facendo l’occhiolino ad Anthony “per il mio migliore amico questo e altro… Comunque Heles… Io sono uno stregone...”

Mi voltai appena in tempo per notare che ora il suo sguardo era rivolto a me. Annuì affascinata. “wow… uno stregone vero? Cioè tipo Harry Potter?” pronunciai senza pensarci e ci rimasi male quando storse il labbro alle mie parole “no ma quale Harry Potter… Io faccio magie senza usare una bacchetta però ho una civetta… Lui come avrai intuito è un lupo mannaro… Lei invece…” fece una pausa indicando Sophia, intenta a sistemarsi il trucco.

“credo sia la creatura più vanitosa che io conosca… è un angelo con tanto di ali piumate… incontrerai anche demoni e altre creature come noi…” Sorrisi grattandomi la testa. “grazie mille Ren per queste spiegazioni” sorrisi posando le mani sulle gambe. Riflettevo sulle parole del ragazzo ancora sconvolta. Stregoni? Lupi? Angeli? Era tutto cosi strano ma non avevo paura… Forse solo timore della reazione che avrebbero avuto nei miei confronti. In fondo ero la nuova, e in più un’assassina per natura. Sospirai guardando fuori dal finestrino mentre Ren continuava a parlare con la coppietta.

Si erano seduti nei posti dietro di noi, quindi qualche frammento dei loro discorsi riuscivo a coglierlo. “che ragazza strana… mi sembra timida… credete che l’abbiamo spaventata?” sussurrò Anth cercando di non farsi sentire. Ren mi guardò e mi sorrise, per poi rispondere a voce alta. “no non è spaventata vero? Solo affascinata e incredula” continuava a guardarmi ed io annui. Come faceva a capire il mio stato d’animo solo con uno sguardo? “state tranquilli… come dice lui, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda… e spaventata da me stessa… fino a ieri mattina ero una semplice umana con pregi e difetti e ora…” Non avevo idea di come finire la frase.

Abbassai lo sguardo sospirando e sentì una mano posarsi sulla mia spalla “rilassati Heles… ti capisco bene… a me le ali sono sbucate dal nulla, senza che nessuno mi spiegasse qualcosa… mio padre dopo la mia nascita fu cacciato dal paradiso e privato delle sue ali… quindi non immaginava che a me fosse concesso di divenire cosi… ma probabilmente le toglieranno presto anche a me” fece spallucce parlando e con la mano libera accarezzò il viso ad Anthony. Quel gesto mi fece capire che il motivo era legato alla sua relazione con un lupo. “mia madre è una vampira e mio padre è un umano… non me ne hanno mai parlato della mia natura… però la cosa che mi spaventa è l’idea di poter far del male a qualcuno…”

La ragazza annui sorridendo. Era simpatica. Forse eravamo più simili di quanto pensassi. Mi voltai quando sentì i due ragazzi scoppiare a ridere. “No dai è impossibile... sei rimasto davvero nudo in mezzo al parco?” Ren rideva guardando Anthony che annuiva ridacchiando. “si te lo giuro... la luna piena era prevista alle 19.37 ma è sbucata prima... non ho fatto in tempo a nascondermi i vestiti e quando è arrivata l'alba, sono rimasto nudo al parco... dovevi vedere la faccia dei miei a vedermi rientrare sporco di fango e senza abiti” non riuscì a trattenermi dal ridere insieme a loro.

L'aria si fece più tesa appena il pullman si fermò. Ren tornò a sedersi affianco a me, mentre Soph e Anth si strinsero le mani. Le porte si aprirono e un gruppo di quattro ragazzi salì. A capitanare il gruppo c'era un ragazzo, alto e palestrato. Da toglierti il fiato. Per un attimo i suoi occhi s’incrociarono con i miei ed ebbi la sensazione di conoscerlo. “Una nuova... e questa volta è una ragazza... anche carina aggiungerei...” Si chinò di fronte a me e prese la mia mano tra le sue, prima di posargli un bacio sul dorso “Je suis Damian... loro sono Noah, Tyler e Kyle... Benvenuta”

Sorrise rialzandosi e fece cenno ai ragazzi dietro di lui di andarsi a sedere. Mi fissava in maniera curiosa. “Io sono Heles... Gra... Grazie” sussurrai in evidente imbarazzo. Mentre rispondevo lo notai osservare con chi stavo. “compagnia curiosa... a presto Heles... se vuoi venire a sederti con noi c'è posto...” scoppiò a ridere avviandosi ed io guardai subito Ren. “chi era quello? E perchè ha detto così su di voi?” il ragazzo al mio fianco si rilasso leggermente e sospirò.

“Quello è il ragazzo più popolare della scuola... il male puro... noi siamo tra i pochi che di lui se ne fregano altamente e questo non gli va giù...” ascoltai le sue parole prima di lanciare un’occhiata al gruppo infondo al pullman. Sembravano la squadra di football della scuola. Quindi immaginavo che per un quarterback del genere ci fosse anche una cinica capo cheerleader pronta a rovinarmi la vita. Speravo di aver sbagliato previsione ma appena si fermò di nuovo il mezzo, sentì un brivido attraversarmi l'anima.

“non è ancora finita vero?” sussurrai guardando i miei nuovi amici che mi sorrisero cercando di rassicurarmi. “mancano solo le arpie e il loro capo... dopo si va direttamente a scuola” ormai il pullman era quasi pieno. Ma a sentire quelle parole, il cuore cominciò a palpitare. Le porte si aprirono di nuovo e questa volta salirono quattro ragazze. Chiunque si sarebbe reso conto che loro, erano le più invidiate della scuola.

Camminavano a passi lenti, ma decisi. Sembravano coordinate da un regista. Si sembravano modelle che passeggiavano sulla passerella. Passarono affianco a noi guardandoci con un sorrisetto irritante. Qualche passo più avanti e il capo si fermo. “Sheela, Noemi, Koral... Salutate la nuova arrivata. Io sono Katrina e se desideri un anno scolastico tranquillo... ti consiglio di non mettermi mai i bastoni tra le ruote” detto questo proseguì nella sua sfilata verso i ragazzi, mentre le sue tirapiedi salutavano con la mano ridendo.

Mi lasciai andare sul sedile sbuffando e Ren mi picchiettò sulla fronte ridendo “ignora quelle GALLINE e vedrai che la tua vita sarà più serena” pronunciò la parola galline, quasi urlando e scoppiai a ridere. “grazie Ren... anche se ci conosciamo da qualche ora, già ti adoro” sorrisi posandogli la testa sulla spalla. Lui posò la testa sulla mia e rispose tranquillamente. “anche io ti adoro Heles... e poi sei molto simpatica, come potrei comportarmi diversamente?” Nemmeno il tempo di arrivare a scuola ed avevo già tre nuovi amici. Forse mi ero preoccupata troppo per niente.

“Din Don… Qui è Samuel che parla… Allacciate le cinture e tenetevi forte… Stiamo per attraversare il tunnel sottomarino che sbuca in Transilvania… Si parte” urlò l’autista emozionato. Mi guardai attorno notando che tutti stavano eseguendo gli ordini, ma prima che potessi fare lo stesso, le mani di Ren andarono a sostituire le mie. Mi strinse la cintura di sicurezza alla vita sorridendo. “sono un po’ difettose queste cinture…” detto questo si mise a cercare qualcosa nelle tasche. “ti serve qualcosa? Forse posso aiutarti” si voltò verso di me sorpreso. “cosa? No cercavo soltanto le mie gomme da masticare ma devo averle dimenticate” fece spallucce.

Guardai un attimo nello zaino e gli porsi il pacchetto nuovo di cicche alla menta. “tieni pure le mie… Non esco mai senza gomme” sorrise porgendo la mano. “una basterà… grazie mille… ehi ma sono le mie preferite!” ma perché continuava a sorridere così? Aprì il pacchetto e ne feci scendere un paio. Poi mi voltai verso Anth e Sophia ridendo. “ehi vi va una cicca?” appena i ragazzi annuirono gli passai il pacchetto, per poi mettere in bocca la cicca che mi ero tirata fuori in precedenza. Masticavo tranquilla assaporando la menta quando un profumo ancora più invitante mi arrivò al naso.

Mi bastò un attimo per capire cosa era. Sangue! I canini si allungarono ulteriormente e mi voltai alla ricerca di quel profumo. Notai una ragazza che si teneva un dito tra le labbra, e immaginai si fosse tagliata con il blocco da disegno che teneva sulle gambe. Cominciai a respirare profondamente senza distogliere lo sguardo da quella ragazza. Non capivo più nulla, solo il desiderio di assaggiare quel nettare. I ragazzi si accorsero che qualcosa non andava. “Heles? Heles riprendi il controllo!” Ren mi stava scuotendo per le spalle ma non lo guardavo.

Arrossì imbarazzata quando la ragazza, soggetto della mia sete, voltò lo sguardo verso di me. Mi fissava terrorizzata, ma il suo non era l’unico sguardo che avevo puntato addosso. Posai una mano davanti alla bocca tremando. Mi voltai verso Ren dispiaciuta. “io… io non volevo! Mi dispiace da morire” non dovevo singhiozzare. Nessuna lacrima sarebbe scesa lungo le mie guance. Anth mi picchiettò sulla spalla sorridendo. “Heles ora devi solamente respirare a fondo… e vedrai che passa… su… inspirare ed espirare” mentre mi parlava, faceva lo stesso. Decisi di seguire il suo consiglio e cominciai a imitarlo.

In breve i canini rientrarono e la gola smise di bruciare. Ma mi sentivo uno schifo lo stesso. “non è poi così santarellina come sembrava” pronunciò Katrina, senza nemmeno curarsi di abbassare la voce. Ok era sicuro. Quella la detestavo già dal primo sguardo. “ricordi? Ignora le galline” pronunciò Sophia ridendo e non riuscì a trattenermi dal fare lo stesso. Mi guardai un attimo attorno e per fortuna nessuno mi fissava più. “mi riposo un attimo… Mi gira la testa” sussurrai posando la testa contro al finestrino. Nessuno mi rispose. Oppure se lo fecero non me ne accorsi. Mi ero addormentata e speravo solo di rivedere il ragazzo dagli occhi azzurri.

Lo scenario era differente dagli altri sogni. Ero di nuovo nel pullman, e avrei giurato di essere sveglia se non fosse stato per il fatto che il mezzo era completamente vuoto. Dal nulla apparve quel ragazzo e sorrisi. “non pensavo di vederti anche qui… allora? Ci siamo già presentati nella realtà?” incrociai le braccia al petto curiosa ed attesi la sua risposta. “si ci siamo presentati ma dovrai riconoscermi tu… non è sicuro dire il mio nome… specialmente con certe persone affianco a noi” tutto questo mistero cominciava seriamente a rompermi! Sbuffai rumorosamente senza però distogliere lo sguardo da lui.

“sono stanca però di parlare con un ombra… non è giusto…” sorrise dolcemente ed annuì. Ogni volta che lo vedevo rischiavo l’infarto. Non era possibile! “lo so che non è giusto ma se mi scoprono passo dei guai enormi… te l’ho spiegato l’altra volta. Cerca di avere pazienza… per favore” mentre parlava si avvicinò a me, quasi a sfiorarmi. Mi prese una mano e se la posò sul petto. “lo senti? È il mio cuore… impazzisce ogni volta che ti vedo” oddio questa era una dichiarazione d’amore. Non che ne fossi esperta, però cavolo! Non potevo di certo sbagliarmi. “si lo sento… e sono senza parole” sussurrai abbassando lo sguardo, ma con un sorriso a 32 denti. Mi sollevò il viso sorridendo, e posò le sue labbra sulle mie. Rimasi sconvolta da quel gesto.

Anche se era un sogno, avrei giurato di sentire il sapore di menta sulle labbra. Ma forse era dovuto al fatto, che mi ero addormentata con la cicca in bocca. Ricambiai quel bacio chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, lui non c’era più. Il sogno era finito e involontariamente mi ero svegliata. Mi passai una mano tra i capelli sospirando e guardai fuori dal finestrino. “va tutto bene?” mi chiese Sophia, forse preoccupata per il sospiro. “si tutto bene… mi ero solo assopita, e stavo facendo un bel sogno” sorrisi sicura e guardai l’orario. 11:45. Chissà se a scuola avremmo pranzato. Avevo una fame da lupi! Mi morsi il labbro inferiore a quel pensiero, giusto per non ridere. Da lupi non direi. Ma una sete da vampira sicuramente!

“Din Don… Qui è sempre Samuel che vi parla. Stiamo per entrare ufficialmente in Romania. Tenetevi forte e preparatevi al salto!” seguì il consiglio e strinsi lo zaino tra i piedi, prima di posare le mani contro al sedile di fronte. Ren scoppiò a ridere guardandomi. “non serve che ti tieni cosi. Certo il salto può far paura, ma pensa alla salita di una montagna russa ed hai l’idea precisa di cosa ci aspetta” nonostante le sue parole, decisi di tenermi. Rapidamente il mezzo acquistò velocità per poi saltare da una rampa, e atterrare perfettamente sull’asfalto. “Welcome to Transilvania” disse Anthony ridendo. Lasciai andare la presa sul sedile, sedendomi composta. “è stato divertente però” sussurrai cominciando a ridere.

“Din Don… cari ragazzi… benvenuti in Transilvania… tra 5 minuti arriveremo al castello e potrete recuperare le vostre valigie. Spero vi siate divertiti e che viaggerete ancora con la Samuel’s Company” l’autista rallentò leggermente, per seguire la strada tutta curve che avevamo davanti. Il panico mi prese di nuovo. Non sapevo cosa aspettarmi dalla scuola e da me stessa. Ma ormai c’ero quasi. Non mi sarei arresa alla prima difficoltà. Ci fermammo di fronte ad un cancellone di ferro battuto, con un enorme cartellone di bronzo affisso a una colonna. Guardai quel castello affascinata. Avrei vissuto nella dimora del famosissimo conte Dracula. Il cancello si aprì cigolando. con calma l’enorme mezzo attraversò il cortile, per poi andarsi a parcheggiare davanti all’ingresso del caseggiato.

“siamo arrivati… sei nervosa?” mi domandò Ren mentre si levava la cintura di sicurezza. Trafficai nervosamente con la mia ma riuscì a toglierla. “nervosa? No, chi io? Sto solo morendo di paura…” mi sorrise comprensivo mentre si alzava. “andiamo a prendere le valigie che poi si pranza. Più tardi c’è l’assegnazione delle stanza e stasera probabilmente la prima lezione” mi alzai subito dopo di lui e lo seguì mentre si avviava giù dal pullman. “Arrivederci Samuel” salutai l’autista che ricambiò togliendosi il cappello. Lo sportellone sul lato del pullman si aprì, mostrando le valigie posate con cura una sopra l’altra.

Notai subito le mie e mi allungai a prenderle, quando involontariamente sfiorai la mano di Katrina. “vedi di fare attenzione sanguisuga!” cercai con tutte le forze di rimanere calma ma non ci riuscì granché bene. “ma che diavolo vuoi? E soprattutto chi ti credi di essere? Hai più extencion che capelli veri e vieni qui a farti bella con me?” mi fissò spalancando la bocca. Come se fossi la prima ad avergli risposto. Afferrai le mie valigie e feci per allontanarmi. “ah un ultima cosa… Chiudi la bocca che ci entrano le mosche” mi avviai verso Ren, Sophia ed Anth che ridevano come dei pazzi. La ragazza era diventata paonazza dalla rabbia.

Appena raggiunsi i miei amici sentì borbottare alle spalle. “me la pagherai patetica pulce! Tu ed i tuoi amichetti… Me la pagherete!” scoppiai a ridere voltandomi verso di lei. “ah si? Ce la farai pagare? Tu e quelle sgallettate delle tue lecchine?” disse Anth tra una risata e l’altra. Katrina si posò una mano sul fianco con fare da modella. “non mi lascio di certo insultare da un cane come te…” Sophia reagì a quelle parole scattando verso la ragazza. Stava per tirarle uno schiaffo ma si fermò. “attenta a come parli del mio ragazzo o quella che la pagherà cara sei tu… mi sono spiegata?” le tira piedi di Katrina l’affiancarono subito mentre lei indietreggiava coprendosi la bocca con una mano.

“mi stai minacciando? Un mezzo angelo minaccia un demone? Devi aver davvero voglia di morire” Sophia tornò da noi imprecando. “ma perché spreco tempo con una che ha il silicone anche nel cervello. Su andiamo a mangiare” trascinò le sue valigie verso l’interno ed io la seguì. Si quella ragazza mi piaceva. Ed entrambe detestavamo quella serpe. Guardai i ragazzi posare le valigie affianco ad un portone e feci lo stesso. Lasciai le mie valigie lì e li affiancai. “pronta ad abbuffarti?” sorrise posandomi una mano sulla spalla. Il portone si spalancò e rimasi folgorata.

   
 
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