Il pullman correva per la sua strada sorpassando auto o qualsiasi altro
mezzo gli incrociasse la strada. Dato che conduceva a una scuola paranormale,
mi aspettavo qualcosa tipo: volare, teletrasportarsi o viaggiare sull'acqua.
Mica quattro ruote sull'asfalto nero. Ogni tanto sbirciavo fuori dal finestrino
totalmente immersa nella musica.
Lentamente la velocità aumentò fino al punto di rendere quasi sfuocati i
colori che componevano il paesaggio circostante. Tutto diventò nero. Forse era
quello il motivo che dava al mezzo quello strano nome. Scossi la testa tornando
ad ascoltare la musica. Non notai che c’eravamo fermati fino a quando qualcuno
non mi picchiettò sulla spalla. Sobbalzai spalancando gli occhi chiusi in
precedenza e sfilai gli auricolari arrossendo.
“scusa... non volevo spaventarti... e occupato questo posto” un ragazzo bello come il
sole mi stava chiedendo di sedersi vicino a me, ed io stavo esitando? Spostai
lo zaino a terra sorridendo e gli feci cenno di sedersi. “pr... prego...
accomodati pure... non mi hai spaventata sta tranquillo... ero solo
sovrappensiero” ammisi tastandomi le guance, ormai totalmente rosse.
Sorrisi vedendolo sedersi e rimasi stupita quando ricambio il sorriso.
“Il mio nome è Ren Maters... sei nuova alla DHS?” domandò mantenendo quel
sorriso cordiale, ma dannatamente sexy. Annui facendo spallucce. “si nota
cosi tanto? Si sono nuova... Mi chiamo Heles, Heles Addams” scoppiai a
ridere ricordando James Bond. Cominciò a ridere insieme a me poco dopo. “allora
agente 00Heles... posso chiederti di che razza sei o mi fulmini con qualche
gadget improbabile?” Sentendo la sua tranquillità nella voce mi rilassai.
Presi fiato e lasciai fuori uscire i canini sorridendo.
“Neo vampira... e tu invece?” La conversazione stava prendendo una piega interessante, ma prima che
il ragazzo potesse rispondermi, ci fermammo di nuovo. Alla fermata salirono una
coppia di ragazzi. Lei sorridente mentre trascinava un ragazzo sul pullman.
Salutarono quasi tutti e la cosa m’innervosì. Dovevano essere popolari in
quella scuola.
Mi acconciai i capelli come meglio potevo e sorrisi radiosa. Solo dopo
ricordai di avere ancora i canini in bella vista. “una nuova vampira a
quanto pare... Ciao io sono Sophia e lui è Anthony” S’indicò per prima e
successivamente indicò quel ragazzo cosi strano. “Si sono una vampira... mi
chiamo Heles piacere di conoscervi” Ren scoppiò a ridere affianco a me. “ehi
Sophia… Passata bene l’estate? Anth com’è andata l’ultima nottata?” Fissavo
Ren mentre parlava, così tranquillo. “Sono stata in Italia per qualche
settimana… E tu invece? Non ti trovo per nulla abbronzato” La ragazza
scosse la testa prima di cominciare a ridere.
Seguì lo sguardo di Ren che si spostava da Sophia al suo fidanzato. “l’ultima
luna piena vorrai dire? È stata meno dolorosa grazie al tuo rimedio… Grazie
davvero fratello” osservai quello scambio tra i due ragazzi incuriosita. Ren
sorrise facendo l’occhiolino ad Anthony “per il mio migliore amico questo e
altro… Comunque Heles… Io sono uno stregone...”
Mi voltai appena in tempo per notare che ora il suo sguardo era rivolto
a me. Annuì affascinata. “wow… uno stregone vero? Cioè tipo Harry Potter?”
pronunciai senza pensarci e ci rimasi male quando storse il labbro alle mie
parole “no ma quale Harry Potter… Io faccio magie senza usare una bacchetta
però ho una civetta… Lui come avrai intuito è un lupo mannaro… Lei invece…”
fece una pausa indicando Sophia, intenta a sistemarsi il trucco.
“credo sia la creatura più vanitosa che io conosca… è un angelo con
tanto di ali piumate… incontrerai anche demoni e altre creature come noi…” Sorrisi grattandomi la
testa. “grazie mille Ren per queste spiegazioni” sorrisi posando le mani
sulle gambe. Riflettevo sulle parole del ragazzo ancora sconvolta. Stregoni?
Lupi? Angeli? Era tutto cosi strano ma non avevo paura… Forse solo timore della
reazione che avrebbero avuto nei miei confronti. In fondo ero la nuova, e in
più un’assassina per natura. Sospirai guardando fuori dal finestrino mentre Ren
continuava a parlare con la coppietta.
Si erano seduti nei posti dietro di noi, quindi qualche frammento dei
loro discorsi riuscivo a coglierlo. “che
ragazza strana… mi sembra timida… credete che l’abbiamo spaventata?”
sussurrò Anth cercando di non farsi sentire. Ren mi guardò e mi sorrise, per
poi rispondere a voce alta. “no non è spaventata vero? Solo affascinata e
incredula” continuava a guardarmi ed io annui. Come faceva a capire il mio
stato d’animo solo con uno sguardo? “state tranquilli… come dice lui, sono
affascinata da tutto ciò che mi circonda… e spaventata da me stessa… fino a
ieri mattina ero una semplice umana con pregi e difetti e ora…” Non avevo
idea di come finire la frase.
Abbassai lo sguardo sospirando e sentì una mano posarsi sulla mia spalla
“rilassati Heles… ti capisco bene… a me le ali sono sbucate dal nulla, senza
che nessuno mi spiegasse qualcosa… mio padre dopo la mia nascita fu cacciato
dal paradiso e privato delle sue ali… quindi non immaginava che a me fosse
concesso di divenire cosi… ma probabilmente le toglieranno presto anche a me”
fece spallucce parlando e con la mano libera accarezzò il viso ad Anthony. Quel
gesto mi fece capire che il motivo era legato alla sua relazione con un lupo. “mia
madre è una vampira e mio padre è un umano… non me ne hanno mai parlato della
mia natura… però la cosa che mi spaventa è l’idea di poter far del male a
qualcuno…”
La ragazza annui
sorridendo. Era simpatica. Forse eravamo più simili di quanto pensassi. Mi
voltai quando sentì i due ragazzi scoppiare a ridere. “No dai è
impossibile... sei rimasto davvero nudo in mezzo al parco?” Ren rideva
guardando Anthony che annuiva ridacchiando. “si te lo giuro... la luna piena
era prevista alle 19.37 ma è sbucata prima... non ho fatto in tempo a
nascondermi i vestiti e quando è arrivata l'alba, sono rimasto nudo al parco...
dovevi vedere la faccia dei miei a vedermi rientrare sporco di fango e senza
abiti” non riuscì a trattenermi dal ridere insieme a loro.
L'aria si fece più tesa
appena il pullman si fermò. Ren tornò a sedersi affianco a me, mentre Soph e
Anth si strinsero le mani. Le porte si aprirono e un gruppo di quattro ragazzi
salì. A capitanare il gruppo c'era un ragazzo, alto e palestrato. Da toglierti
il fiato. Per un attimo i suoi occhi s’incrociarono con i miei ed ebbi la
sensazione di conoscerlo. “Una nuova...
e questa volta è una ragazza... anche carina aggiungerei...” Si chinò di
fronte a me e prese la mia mano tra le sue, prima di posargli un bacio sul
dorso “Je suis Damian... loro sono Noah,
Tyler e Kyle... Benvenuta”
Sorrise rialzandosi e
fece cenno ai ragazzi dietro di lui di andarsi a sedere. Mi fissava in maniera
curiosa. “Io sono Heles... Gra... Grazie” sussurrai in evidente
imbarazzo. Mentre rispondevo lo notai osservare con chi stavo. “compagnia
curiosa... a presto Heles... se vuoi venire a sederti con noi c'è posto...” scoppiò
a ridere avviandosi ed io guardai subito Ren. “chi era quello? E perchè ha
detto così su di voi?” il ragazzo al mio fianco si rilasso leggermente e
sospirò.
“Quello è il ragazzo più
popolare della scuola... il male puro... noi siamo tra i pochi che di lui se ne
fregano altamente e questo non gli va giù...” ascoltai le sue parole prima di lanciare un’occhiata
al gruppo infondo al pullman. Sembravano la squadra di football della scuola.
Quindi immaginavo che per un quarterback del genere ci fosse anche una cinica
capo cheerleader pronta a rovinarmi la vita. Speravo di aver sbagliato
previsione ma appena si fermò di nuovo il mezzo, sentì un brivido attraversarmi
l'anima.
“non è ancora finita
vero?” sussurrai
guardando i miei nuovi amici che mi sorrisero cercando di rassicurarmi. “mancano solo le arpie e il loro capo... dopo
si va direttamente a scuola” ormai il pullman era quasi pieno. Ma a sentire
quelle parole, il cuore cominciò a palpitare. Le porte si aprirono di nuovo e
questa volta salirono quattro ragazze. Chiunque si sarebbe reso conto che loro,
erano le più invidiate della scuola.
Camminavano a passi
lenti, ma decisi. Sembravano coordinate da un regista. Si sembravano modelle
che passeggiavano sulla passerella. Passarono affianco a noi guardandoci con un
sorrisetto irritante. Qualche passo più avanti e il capo si fermo. “Sheela,
Noemi, Koral... Salutate la nuova arrivata. Io sono Katrina e se desideri un
anno scolastico tranquillo... ti consiglio di non mettermi mai i bastoni tra le
ruote” detto questo proseguì nella sua sfilata verso i ragazzi, mentre le
sue tirapiedi salutavano con la mano ridendo.
Mi lasciai andare sul
sedile sbuffando e Ren mi picchiettò sulla fronte ridendo “ignora quelle
GALLINE e vedrai che la tua vita sarà più serena” pronunciò la parola
galline, quasi urlando e scoppiai a ridere. “grazie Ren... anche se ci
conosciamo da qualche ora, già ti adoro” sorrisi posandogli la testa sulla
spalla. Lui posò la testa sulla mia e rispose tranquillamente. “anche io ti
adoro Heles... e poi sei molto simpatica, come potrei comportarmi
diversamente?” Nemmeno il tempo di
arrivare a scuola ed avevo già tre nuovi amici. Forse mi ero preoccupata troppo
per niente.
“Din Don… Qui è Samuel
che parla… Allacciate le cinture e tenetevi forte… Stiamo per attraversare il
tunnel sottomarino che sbuca in Transilvania… Si parte”
urlò l’autista emozionato. Mi guardai attorno notando che tutti stavano
eseguendo gli ordini, ma prima che potessi fare lo stesso, le mani di Ren
andarono a sostituire le mie. Mi strinse la cintura di sicurezza alla vita
sorridendo. “sono un po’ difettose queste cinture…” detto questo si mise
a cercare qualcosa nelle tasche. “ti serve qualcosa? Forse posso aiutarti” si
voltò verso di me sorpreso. “cosa? No cercavo soltanto le mie gomme da
masticare ma devo averle dimenticate” fece spallucce.
Guardai
un attimo nello zaino e gli porsi il pacchetto nuovo di cicche alla menta. “tieni
pure le mie… Non esco mai senza gomme” sorrise porgendo la mano. “una
basterà… grazie mille… ehi ma sono le mie preferite!” ma perché continuava
a sorridere così? Aprì il pacchetto e ne feci scendere un paio. Poi mi voltai
verso Anth e Sophia ridendo. “ehi vi va una cicca?” appena i ragazzi
annuirono gli passai il pacchetto, per poi mettere in bocca la cicca che mi ero
tirata fuori in precedenza. Masticavo tranquilla assaporando la menta quando un
profumo ancora più invitante mi arrivò al naso.
Mi
bastò un attimo per capire cosa era. Sangue! I canini si allungarono
ulteriormente e mi voltai alla ricerca di quel profumo. Notai una ragazza che
si teneva un dito tra le labbra, e immaginai si fosse tagliata con il blocco da
disegno che teneva sulle gambe. Cominciai a respirare profondamente senza
distogliere lo sguardo da quella ragazza. Non capivo più nulla, solo il
desiderio di assaggiare quel nettare. I ragazzi si accorsero che qualcosa non
andava. “Heles? Heles riprendi il controllo!” Ren mi stava scuotendo per
le spalle ma non lo guardavo.
Arrossì
imbarazzata quando la ragazza, soggetto della mia sete, voltò lo sguardo verso
di me. Mi fissava terrorizzata, ma il suo non era l’unico sguardo che avevo
puntato addosso. Posai una mano davanti alla bocca tremando. Mi voltai verso
Ren dispiaciuta. “io… io non volevo! Mi dispiace da morire” non dovevo
singhiozzare. Nessuna lacrima sarebbe scesa lungo le mie guance. Anth mi picchiettò
sulla spalla sorridendo. “Heles ora devi solamente respirare a fondo… e
vedrai che passa… su… inspirare ed espirare” mentre mi parlava, faceva lo
stesso. Decisi di seguire il suo consiglio e cominciai a imitarlo.
In
breve i canini rientrarono e la gola smise di bruciare. Ma mi sentivo uno
schifo lo stesso. “non è poi così santarellina come sembrava” pronunciò Katrina,
senza nemmeno curarsi di abbassare la voce. Ok era sicuro. Quella la detestavo
già dal primo sguardo. “ricordi? Ignora le galline” pronunciò Sophia
ridendo e non riuscì a trattenermi dal fare lo stesso. Mi guardai un attimo
attorno e per fortuna nessuno mi fissava più. “mi riposo un attimo… Mi gira
la testa” sussurrai posando la testa contro al finestrino. Nessuno mi
rispose. Oppure se lo fecero non me ne accorsi. Mi ero addormentata e speravo
solo di rivedere il ragazzo dagli occhi azzurri.
Lo
scenario era differente dagli altri sogni. Ero di nuovo nel pullman, e avrei
giurato di essere sveglia se non fosse stato per il fatto che il mezzo era
completamente vuoto. Dal nulla apparve quel ragazzo e sorrisi. “non pensavo
di vederti anche qui… allora? Ci siamo già presentati nella realtà?”
incrociai le braccia al petto curiosa ed attesi la sua risposta. “si ci
siamo presentati ma dovrai riconoscermi tu… non è sicuro dire il mio nome…
specialmente con certe persone affianco a noi” tutto questo mistero
cominciava seriamente a rompermi! Sbuffai rumorosamente senza però distogliere
lo sguardo da lui.
“sono stanca però di
parlare con un ombra… non è giusto…” sorrise dolcemente ed annuì. Ogni volta che lo
vedevo rischiavo l’infarto. Non era possibile! “lo so che non è giusto ma se
mi scoprono passo dei guai enormi… te l’ho spiegato l’altra volta. Cerca di
avere pazienza… per favore” mentre parlava si avvicinò a me, quasi a
sfiorarmi. Mi prese una mano e se la posò sul petto. “lo senti? È il mio
cuore… impazzisce ogni volta che ti vedo” oddio questa era una
dichiarazione d’amore. Non che ne fossi esperta, però cavolo! Non potevo di
certo sbagliarmi. “si lo sento… e sono senza parole” sussurrai
abbassando lo sguardo, ma con un sorriso a 32 denti. Mi sollevò il viso
sorridendo, e posò le sue labbra sulle mie. Rimasi sconvolta da quel gesto.
Anche
se era un sogno, avrei giurato di sentire il sapore di menta sulle labbra. Ma
forse era dovuto al fatto, che mi ero addormentata con la cicca in bocca.
Ricambiai quel bacio chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, lui non c’era più.
Il sogno era finito e involontariamente mi ero svegliata. Mi passai una mano
tra i capelli sospirando e guardai fuori dal finestrino. “va tutto bene?”
mi chiese Sophia, forse preoccupata per il sospiro. “si tutto bene… mi ero
solo assopita, e stavo facendo un bel sogno” sorrisi sicura e guardai
l’orario. 11:45. Chissà se a scuola avremmo pranzato. Avevo una fame da lupi!
Mi morsi il labbro inferiore a quel pensiero, giusto per non ridere. Da lupi
non direi. Ma una sete da vampira sicuramente!
“Din Don… Qui è sempre
Samuel che vi parla. Stiamo per entrare ufficialmente in Romania. Tenetevi
forte e preparatevi al salto!” seguì il consiglio e strinsi lo zaino tra i
piedi, prima di posare le mani contro al sedile di fronte. Ren scoppiò a ridere
guardandomi. “non serve che ti tieni cosi. Certo il salto può far paura, ma
pensa alla salita di una montagna russa ed hai l’idea precisa di cosa ci
aspetta” nonostante le sue parole, decisi di tenermi. Rapidamente il mezzo acquistò
velocità per poi saltare da una rampa, e atterrare perfettamente sull’asfalto. “Welcome
to Transilvania” disse Anthony ridendo. Lasciai andare la presa sul sedile,
sedendomi composta. “è stato divertente però” sussurrai cominciando a
ridere.
“Din Don… cari ragazzi…
benvenuti in Transilvania… tra 5 minuti arriveremo al castello e potrete
recuperare le vostre valigie. Spero vi siate divertiti e che viaggerete ancora
con la Samuel’s Company” l’autista rallentò leggermente, per seguire
la strada tutta curve che avevamo davanti. Il panico mi prese di nuovo. Non
sapevo cosa aspettarmi dalla scuola e da me stessa. Ma ormai c’ero quasi. Non
mi sarei arresa alla prima difficoltà. Ci fermammo di fronte ad un cancellone di
ferro battuto, con un enorme cartellone di bronzo affisso a una colonna.
Guardai quel castello affascinata. Avrei vissuto nella dimora del famosissimo
conte Dracula. Il cancello si aprì cigolando. con calma l’enorme mezzo
attraversò il cortile, per poi andarsi a parcheggiare davanti all’ingresso del
caseggiato.
“siamo arrivati… sei
nervosa?” mi domandò Ren mentre si levava la cintura di
sicurezza. Trafficai nervosamente con la mia ma riuscì a toglierla.
“nervosa? No, chi io? Sto solo morendo di paura…” mi sorrise comprensivo
mentre si alzava. “andiamo a prendere le valigie che poi si pranza. Più
tardi c’è l’assegnazione delle stanza e stasera probabilmente la prima lezione”
mi alzai subito dopo di lui e lo seguì mentre si avviava giù dal pullman. “Arrivederci
Samuel” salutai l’autista che ricambiò togliendosi il cappello. Lo
sportellone sul lato del pullman si aprì, mostrando le valigie posate con cura
una sopra l’altra.
Notai
subito le mie e mi allungai a prenderle, quando involontariamente sfiorai la
mano di Katrina. “vedi di fare attenzione sanguisuga!” cercai con tutte
le forze di rimanere calma ma non ci riuscì granché bene. “ma che diavolo
vuoi? E soprattutto chi ti credi di essere? Hai più extencion che capelli veri
e vieni qui a farti bella con me?” mi fissò spalancando la bocca. Come se
fossi la prima ad avergli risposto. Afferrai le mie valigie e feci per
allontanarmi. “ah un ultima cosa… Chiudi la bocca che ci entrano le mosche”
mi avviai verso Ren, Sophia ed Anth che ridevano come dei pazzi. La ragazza era
diventata paonazza dalla rabbia.
Appena
raggiunsi i miei amici sentì borbottare alle spalle. “me la pagherai
patetica pulce! Tu ed i tuoi amichetti… Me la pagherete!” scoppiai a ridere
voltandomi verso di lei. “ah si? Ce la farai pagare? Tu e quelle sgallettate
delle tue lecchine?” disse Anth tra una risata e l’altra. Katrina si posò
una mano sul fianco con fare da modella. “non mi lascio di certo insultare
da un cane come te…” Sophia reagì a quelle parole scattando verso la
ragazza. Stava per tirarle uno schiaffo ma si fermò. “attenta a come parli
del mio ragazzo o quella che la pagherà cara sei tu… mi sono spiegata?” le
tira piedi di Katrina l’affiancarono subito mentre lei indietreggiava
coprendosi la bocca con una mano.
“mi stai minacciando? Un
mezzo angelo minaccia un demone? Devi aver davvero voglia di morire” Sophia
tornò da noi imprecando. “ma perché spreco tempo con una che ha il silicone
anche nel cervello. Su andiamo a mangiare” trascinò le sue valigie verso
l’interno ed io la seguì. Si quella ragazza mi piaceva. Ed entrambe detestavamo
quella serpe. Guardai i ragazzi posare le valigie affianco ad un portone e feci
lo stesso. Lasciai le mie valigie lì e li affiancai. “pronta ad abbuffarti?”
sorrise posandomi una mano sulla spalla. Il portone si spalancò e rimasi
folgorata.