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Autore: enry1973    23/03/2012    8 recensioni
Ma la mattina non era ancora finita,ultima ora,laboratorio di biologia...il mio caro compagno: Edward stronzo Cullen,decise di schiacciare ancor di più la mia 
 
autostima già precaria; come? Così :
<<  Puoi per favore smettere di usare quel profumo? ! >>
E io : << cosa? >>
<<  Il tuo profumo!!  >>
<< Io non uso il profumo! Ma che vuoi?!  >>
<<  Allora qualsiasi cosa! Il cazzo di shampoo o balsamo che ti spalmi nei capelli! >>
 Campanella, lezione finita. Lo stronzo se ne andò.
Pregai che una voragine si aprisse nel pavimento e che mi inghiottisse,una specie di portale dell'inferno,Buffy ce l'aveva nella sua scuola,perchè a Forks non 
c'era?!.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ecco pronto il secondo cap.
Sono stata abbastanza puntuale, vero? :) 
Ringrazio con tutto il cuore chi ha commentato il primo capitolo, chi ha messo la mia storia tra le preferite e chi la segue.
Sono davvero lusingata ed emozionata , grazie ,grazie,grazie!
Sono davvero nervosa per questo cap... spero con tutto il cuore che vi piaccia. 
Lasciatemi le vostre recensioni , è troppo divertente!
Buna lettura e come sempre buon divertimento!
 
GELATI, RISATE E ALTRI RIMEDI...
 
BELLA
 
L'aria della notte era fredda e umida ma almeno si respirava un po' meglio, non ero una fan dei luoghi chiusi e affollati.
Camminammo un po' in silenzio, io naturalmente gli avevo lasciato la mano già da un pezzo, ero troppo imbarazzata!
Però, per quanto fossi emozionata... no, di più, non avevo le farfalle nello stomaco, avevo i  piccioni! Di quelli grassi e con il piumaggio folto,
avevo addirittura la nausea, maledetto gelato! Sentivo le praline al cioccolato e le nocciole che urlavano vendetta!
...Comunque,dicevo ; però per quanto fossi emozionata non potevo non sentire il dolore ai piedi, maledette scarpe! Avrei dovuto buttarle invece
di conservarle e adesso stavano triturando i miei poveri piedi. Ad ogni panchina, scalino , bidone della spazzatura! speravo che si 
fermasse; ma no, il bellone camminava e camminava con i suoi piedoni da bigfoot comodi comodi nelle loro adidas, e io ad ogni passo pativo 
le pene dell'inferno.
- Cos' hai fatto in questi mesi? Vedevo spesso Angela con Rose e Alice ma tu ?... hei, stai bene?! -.
Dovevo aver avuto una maschera di dolore dipinta sul viso perchè appena mi guardò mi prese il volto tra le mani e mi costrinse a guardarlo.
- Non fa male, non fa male, non fa male.. -
 -  Cosa non fa male! - chiese guardandomi accigliato.
Ops! L'avevo detto ad alta voce? Merda! Stavo ripetendo nella mia testa quella frase per autocondizionarmi e non sentire più dolore, si insomma,
stavo gestendo o ipnotizzando quella parte del cervello che faceva percepire il dolore ; l'avevo letto da qualche parte, giuro. Ma quando il 
figone mi prese il viso tra le mani probabilmente, invece di gestire la parte del cervello "antidolore" , mi era partito tutto il cervello.
- No, niente, stavo.. ehm.. canticchiando - feci un sorriso alla joker di batman, staccandomi da lui continuai a camminare e sperai di chiudere lì l'argomento.
- Che canzone è, magari la conosco - 
Eccomi servita, e adesso cosa m'inventavo per uscirne ?
- Non credo che la conosci, è una canzone... di un gruppo.. ind..indipendente, che canta soprattutto un genere... arghfreestyledolor-rockpunk -
- Argh che cosa? Questo genere non l'ho mai sentito! - stava trattenendo una risata.
- Te l'avevo detto! Solo in pochi appassionati lo conoscono... Cooomunque, quindi anche tu qui, com'è che non ci siamo mai visti a lezione? -
Ero una maga a sviare i discorsi, tanti anni con il capo della polizia Swan erano serviti a qualcosa.
- Penso che sia perchè di solito frequento le lezioni serali, di giorno lavoro... Ecco, siamo arrivati! -
Senza accorgermene eravamo giunti davanti al mio fornitore ufficiale di gelato, era una gelateria aperta fino a tardi, il loro slogan era : 
" se non riesci a dormire fatti un gelato!". 
 - E' qui che mi volevi portare? ... Angela ... - dissi il nome della mia amica a denti stretti immaginando di torturarla  stile William Wallace
in Braveheart. Se aveva parlato anche con Edward del mio periodo da strafogatrice-depressiva di gelati, questa volta non gliel'avrei fatta passare liscia.
- Si, è il mio posto preferito, spero ti piaccia il gelato! - Esclamò raggiante come se avesse 6 anni e non 19.
- Così così, diciamo che non sono un'amante del gelato, ma ti faccio compagnia. - Nel momento in cui mi accorsi di aver detto la bugia del secolo, capii anche 
 
che probabilmente avrei rimediato solo una figuraccia, ma il mio orgoglio mi impose di continuare imperterrita. 
- Io invece mi ciberei solo di questo, secondo solo agli hamburger del RoadHouse . Fanno degli ottimi frullati se li preferisci al gelato - disse,e mi guardò con 
 
un sorriso dolcissimo, sembrava quasi intimidito.
Feci spallucce come se la cosa non mi interesasse, un sorriso di circostanza e pregai che al banco dei gelati non ci fosse Bree. 
Bree era la figlia del proprietario e mia amica, oramai, visto che ero qui tutti i giorni.
 
- Bella! Ciao, tesoro! Ma non ci siamo viste oggi pomeriggio? Cos'è, hai già finito la scorta da 2 kg ? -
Ecco appunto, tutto regolare.
- Ciao , Bree. Di turno anche stasera? ... Ma non ti riposi mai? - sorrisi forzatamente mentre mi allungavo per darle il solito bacio sulla guancia,
anche se in quel momento le avrei dato più volentieri un morso!
Non avevo il coraggio di guardare Edward, ma Bree non aveva finito:
- Sono troppo contenta che sei passata , ho una sorpresa per te!... Tadadanh! -
Si spostò di lato e indicò la foto di una coppa gelato gigante: con cialda, gelato al cioccolato e creme varie con una debordante salsa ai frutti di bosco,
 lo ammetto, il mio preferito. E quindi?
- Leggi, leggi che nome gli ho dato!.. - adesso Bree saltellava come una pazza euforica attirando su di se e su di me tutti gli sguardi dei clienti.
- ...Bella ice cream ! Ho dato il tuo nome al gelato che ordini sempre , l'ho messo anche sul menu d'asporto, è andato a ruba! Il tuo intruglio piace molto! -
 
Sentii un colpo di tosse alle mie spalle, mi girai a guardare Edward, con un'espressione che non ammetteva commenti ,che per cercare di trattenere le risate si 
 
stava quasi per soffocare . Ma il mio sguardo ,invece di intimorirlo , gli diede il via libera e scoppiò in una fragorosa risata .
 
- Si, ma bravo! Ridi ridi , hahahahahah, divertente vero? - la mia risata finta gli scatenò un attacco di ridarella mentre io fulminavo Bree con gli occhi.
 
- Che c'è! Che ho detto? - mi sussurrò .
- Lascia perdere Bree, fammi il solito, e tu simpaticone! Cosa prendi? - 
Edward si calmò e mentre si asciugava le lacrime ordinò : - Il solito anche per me Bree, grazie -.
- Certo, Edward. Accomodatevi pure, vi servo io -
 
Appena il mio sedere toccò la comoda panchina imbottita stile america anni 50 e i miei piedi furono al sicuro sotto il tavolo, tolsi subito le scarpe sospirando di 
 
sollievo.
Quando aprii gli occhi senza modificare la mia espressione beata notai Edward che mi guardava con un sorriso  sbilenco e un sopraciglio alzato.
 
 - Che c'è?! -
- Mi spieghi perchè mi hai detto che non ti piace il gelato? Hanno dato il tuo nome ad una coppa ! - Indicò il cartellone come per 
sottolineare le sue parole e mi guardò aspettando la mia spiegazione con un'espressione da professore malvagio che sa già che lo studente
interrogato non ha studiato.
- Io non ho detto che non mi piace. Ho detto forse : Edward, non mi piace il gelato ?...No... quindi non hai prove e il fatto non sussiste, e poi
 siamo al primo appuntamento, non puoi pretendere di sapere tutto di me, una ragazza ha bisogno di tempo per tirare fuori la sua anima -
Ricambiai il suo sguardo stupito con un : - Ovvio, no? -
Rise scuotendo il capo incredulo.
- Swan, tu sei matta, ma non ridevo così da... troppo tempo -
Il cuore cominciò a battermi di nuovo fortissimo, adesso che il mio corpo non era più concentrato solo sul mal di piedi, era completamente 
vigile e attento alle emozioni.
Quindi al bellone piaceva il gelato, prima cosa in comune... 
Ammetto anche che non avevo smesso un'attimo di chiedermi il perchè di quella serata, lui sapeva che il suo appuntamento ero io; ed era
venuto lo stesso ? Mah! 
Negli anni e nelle esperienze fatte avevo imparato che era sbagliato fermarsi alla prima impressione, ma qualcosa non mi tornava proprio .
" Pensaci Bella, pensaci! ".... 
Sto pensando...
Sto pensando... 
OH MIO DIO! Era venuto all'appuntamento solo perchè gli avevano detto che stavo giù e gli facevo pena?! Poteva essere plausibile,
magari sotto l'insistenza di Angela che era la ragazza di Ben e, Ben, era uno dei migliori amici di Edward ! Questo al liceo ma ovviamente
la loro amicizia andava avanti molto bene.
SI, doveva essere così per forza. Stasera l'avrei scoperto, non avevo tempo da perdere con persone a cui facevo pena. Pffh !
 
In quel momento Bree arrivò con i nostri gelati, il suo " solito " era una coppa gigante quanto la mia, ai gusti : caffè, cacao e una montagna di panna montata.
- Non scherzi nemmeno tu a quanto vedo -
- Io non scherzo mai ! - disse serio, e senza tanti complimenti affondò il cucchiaino e cominciò a mangiare.
 
Io morivo dalla curiosità di chiedergli perchè aveva voluto vedermi, avevo aspettato tutta la sera che iniziasse il discorso ma continuava a prendere tempo.
Una piccola e flebile vocina dentro di me mi diceva " cogli l'attimo Bella e smettila di farti mille pippe mentali " ma la mia scarsa autostima urlava
di non abbassare la guardia e mi dava svariati motivi,tutti positivi, per stare sulla difensiva.
 
- Il gelato si scioglie, Bella. A che cosa stai pensando? -
Mi destai e misi in bocca un esagerata cucchiaiata di gelato, ma poi trovai il coraggio non so dove, inghiottii rumorosamente e gli chiesi:
- Avevi detto che mi volevi parlare e chiarire il malinteso, credo che sia venuto il momento di sputare il rospo -
Riuscii a guardarlo finalmente negli occhi e quello che vidi mi lasciò senza fiato... Edward era ad occhi bassi e sembrava molto nervoso e insicuro,
non l'avevo mai visto così,  ma poi alzò lo sguardo e parlò:
- Non posso più aggirare il discorso, vero? - 
- No -
 
EDWARD 
 
- Ok. Mi dispiace se ti sei fatta un'idea sbagliata di me e so che è solo mia la colpa, non sono riuscito a gestire bene la situazione e le mie emozioni.
Quando sono arrivato a Forks con mio padre non stavo passando un bel periodo : Emmett era partito per il college e mi mancava , mio padre si era appena
risposato dopo solo 5 anni dalla morte di mamma. Razionalmente pensavo che era giusto che si rifacesse una vita, ma questo non mi impediva di 
essere arrabbiato per lo stesso motivo. Esme è una donna meravigliosa , ma non è la mamma. Poi come se non fosse già difficile così si è trasferito per lavoro,   
 
papà è medico chirurgo. Quindi nuova scuola ,nuova città, nuove persone e così via. All'inizio sembrava la fine del mondo, ma poi a scuola tutti
volevano essere miei amici, le ragazze pendevano dalle mie labbra e pensai che infondo non era così male. Ma durò il tempo di un respiro, gli amici 
 
diventarono l'amico: Ben... per le ragazze che mi correvano dietro come se fossi l'unico uomo a Forks persi subito interesse, erano di una noia mortale, 
 
conoscevo la categoria e non m'interessava affatto, può essere divertente per un pò ma non erano le scopate occasionali che m'interessavano. 
E in mezzo a tutto quel marasma.. c'eri tu,
 bella e fresca come una rosa a maggio, incurante di tutto e di tutti, arrivavi a scuola su quel furgone scassato orgogliosa come se fosse
una ferrari, te ne fregavi, eri te stessa a discapito di quello che gli altri pensavano. Ti vedevo parlare solo con Jacob all'inizio
 e io desideravo solo che i sorrisi che riservavi  a lui, un giorno, li concedessi anche a me. Ma tu non mi vedevi nemmeno e cominciai a 
temere che quella tra te e Jacob non fosse solo amicizia. E quando i miei sospetti diventarono realtà, provai una gelosia così assurda che 
diventò quasi un'ossessione - 
Mentre parlavo senza prendere fiato per la paura di perdere il coraggio, vidi mille espressioni dipingersi sul bellissimo viso di Bella, ma la 
predominante era lo stupore puro, mi guardava a bocca aperta come se le stessi raccontando di un incontro ravvicinato del terzo tipo.
Ma non mi feci scoraggiare e continuai, non avevo niente da perdere; le raccontai di come fui deluso dal suo cambiamento dopo che diventò la 
ragazza di Jacob e di come cercavo di convincermi che ormai non m'interessasse più niente di lei . E invece mi bastava averla accanto a biologia
per essere di nuovo attratto in un modo ingestibile, anche solo il suo profumo mi faceva andare fuori di testa e questo mi faceva essere costantemente
teso come la corda di un violino. Gli raccontai anche di come non riuscissi a staccarle gli occhi di dosso, specialmente quando venni a sapere che non stava più 
 
con quel Black.
Le dissi che, mentre la fissavo come un'idiota, 
cercavo dentro di me il coraggio per parlarle. Poi il giorno che mi urlò contro nel cortile della scuola dicendomi di lasciarla in pace
 e che non le piacevo fu un colpo durissimo, e a biologia , dopo l'ennesima ora passata a desiderare di affondare il viso e le mani nei suoi
capelli che profumavano di sole e fragole mature, persi il controllo. Mi odiai per averle fatto credere che non mi piacesse lei o il suo odore, sapevo
che se mai avessi avuto anche una minima chance, l'avevo persa del tutto. Infine lo spavento quando stava per essere investita da Tyler, e anche in quel caso
la mia bocca e il mio cervello non avevano collaborato, avevo urlato e le avevo dato della pazza, quando la vidi piangere mi sono odiato a tal punto
che avrei pagato qualcuno per farmi pestare a sangue. Non servì a niente chiederle di accompagnarla a casa . Me lo meritavo, ero stato il re degli idioti.
 
I gelati erano quasi squagliati , ma nessuno di noi se ne curò. I nostri occhi erano incatenati . Bella sembrava quasi scioccata, le sue labbra erano ancora schiuse
e desiderai da impazzire di chiuderle con un bacio, ma ci dovevo andare piano, l'ultima cosa che volevo era spaventarla. Anche Angela mi aveva intimato 
di avere pazienza con lei e che mi avrebbe organizzato un incontro solo se le avessi promesso di avere delle intenzioni completamente serie con Bella.
Ammetto che mi presi del tempo per pensarci, finchè un giorno ,stufo di " fantasticare " su Bella chiuso in bagno, chiamai Angela per avere finalmente un 
 
aiuto per incontrarla. Questo non glielo dissi, era un pò imbarazzante, e mi avrebbe considerato davvero un maniaco.
 
Aspettai un attimo per permetterle di elaborare . Aveva le guance rosse e continuava a guardarmi incredula, finchè persi la pazienza e le disi:
- Non hai niente da dire? Ti prego Bella dì qualcosa! -
- Fa caldo! Non trovi che ci sia troppo caldo qui dentro? - Si sventolò con le mani e poi tolse il giubbetto...quasi caddi dalla sedia, sotto portava un top senza 
 
spalline che metteva in mostra la sua  pelle bianca e perfetta da sembrare porcellana,con qualche piccola lentiggine qua e la che non faceva che accentuarne la 
 
perfezione e poi quei i seni: piccoli ma pieni , se fossi un condannato a morte come ultimo desiderio vorrei trastullare quelle tette fino ad esalare l'ultimo 
 
respiro. La mia fervida immaginazione erotica stava già visionando nella mia testa di baciarle il collo, delicatamente e di scendere fino all'incavo delle 
 
clavicole e leccare la strada fino al seno, farle scendere piano piano quel top, molto lentamente, e lei mi avrebbe pregato di fare in fretta inarcando il bacino e 
 
offrendomi se stessa senza remore, e solo a quel punto le avrei preso in bocca le gemme turgide facendola urlare di piacere.
Ok, basta! Mi agitai sulla sedia mentre i jeans diventavano sempre più stretti e scomodi , cominciai a sentire caldo anch'io. Mi dovevo concentare su 
qualcos'altro o correvo il rischio di venirmi nei pantaloni come un quindicenne arrapato!
Grazie al cielo Bella cominciò a parlare e riuscii a calmarmi un pò, almeno sessualmente parlando, perchè il mio cuore sembrava il pistone di un motore 
di grossa cilindrata.
 
- E' così strano,tutto quel tempo e non siamo mai riusciti a capirci, mai avrei pensato che tu provassi quelle cose per me, io credevo di starti sulle palle! -
 
Oh si, mi piacerebbe ,  a cavalcioni magari e io mi struscerei nel tuo calore mentre ti bacio e ti mordo quelle labbra di fragola.
Ehm ehm, mi schiarii la voce sperando di non aver detto quelle cose ad alta voce. 
 
- Si, cioè no! Non mi stavi sulle palle, ovviamente... - 
Si fece seria per un' attimo - mi dispiace tanto per tua madre, dev'essere stato terribile. E io che mi sono disperata quando i miei genitori si sono separati.
Che stupida! -
- Che dici, non sei stupida, non è stato facile neanche per te. -
- Già.. come si chiamava tua madre? Tu le somigli? -
- Si chiamava Elisabeth, e si, io le somiglio molto -
 
Rimase in silenzio per un po' a guardarmi, io sostenevo il suo sguardo senza indugiare, ma non perchè fossi spavaldo, semplicemente ero perso in quel mare
di cioccolato fuso dei suoi occhi.
- Lo sai, Edward? E' come se ti vedessi per la prima volta -
- E cosa vedi? -
Arrossì e si morse il labbro inferiore. Mi voleva uccidere?!
- Con chi sei andato al ballo del diploma? - esclamò all'improvviso come se le si fosse accesa una lampadina.
- Con nessuno, non ci sono andato. La ragazza che volevo non me l'aveva chiesto, così ho preferito passare il week end con mio fratello -
- Ah, capisco... e qual'era questa ragazza? - 
- Mi stai prendendo in giro? Hai capito qualcosa di quello che ti ho detto fino adesso? ! -
- Hei, non fare l'antipatico! Il mio cervello sta ancora analizzando e sono confusa, ok?! -
- Ok, ti faccio un disegno come ai bambini così capisci meglio.. - presi un tovagliolo e la penna che tenevo sempre nella tasca interna del giubbotto e cominciai
a disegnare. Feci il primo omino con i capelli lunghi e un sorriso che gli divideva in due la faccia - ... dunque questa sei tu, scriviamolo così non ti confondi: B E 
 
L L A... e questo sono io : E D W A R D, ok? - l'unica differenza erano i capelli corti e una bocca triste, ero proprio un artista!
Feci un cuore e ci scrissi dento: a Edward piace Bella.. unendo i due omini con delle frecce.
- Tutto chiaro? - così dicendo alzai gli occhi dal tovagliolo e Bella mi guardava malissimo , con le braccia incrociate sul petto.
- Sai ,sei sempre il solito testa di cazzo! ... - e scoppiò in una risata che mi contagiò e cominciammo a ridere come due scemi.
Appena i nostri occhi furono di nuovo gli uni negl'altri la risata morì pian piano, lasciando il posto ad un urgenza che trattenevo a fatica, pregai che mi 
chiedesse di uscire dalla gelateria, volevo baciarla con ogni cellula del mio corpo, ma non lì, c'era troppa gente.
- Usciamo di qui? - le mie preghiere furono esaudite ! Mi alzai e misi una banconota da venti dollari sul tavolo. Ma Bella indugiava, dopo essersi rimessa la 
giacca la vedevo trafficare sotto il tavolo e imprecare a bassa voce.
- Che c'è che non va'? - le chiesi preoccupato.
- Non entrano più! - piagnucolò.
- Cosa non entra più?! - 
- Queste cazzo di scarpe! -
Mi accucciai per guardare sotto il tavolo, stava cercando di infilarsi le scarpe ma aveva i piedi gonfi e rossi.
- Ma sono state quelle scarpe a ridurti i piedi così?! -
- Sì! -
- Tu non ti infilerai ancora quelle trappole mortali! ... avanti ,sali! - presi le scarpe e mi girai per darle modo di salirmi sulla schiena.
- Cosa?! ...Ma sei scemo?! Io non ti salirò sulla schiena! - 
- Non hai scelta.. non puoi rimetterti le scarpe e non puoi camminare scalza, a parte il freddo , ti ritroveresti qualche malattia funginea o chissà cos'altro! -
Ci pensò e ripensò, poi alla fine con un sospiro mi salì sulla schiena circondandomi il collo con le braccia e i fianchi con le gambe. La issai mettedole le mani 
sotto il sedere e uscimmo dal locale salutando Bree che ci guardava accigliata.
- Dio! Chissà che penserà la gente che ci vede -
- Bella Me Ne Frego Swan, che si preoccupa di che pensa la gente?! Non ci credo! E poi nessuno che conosciamo ci ha visti, a parte Bree. E' qualcos'altro
che ti imbarazza, dì la verità! -
- Bhè, a parte che non è mia abitudine andare in giro facendo la cavallina , e poi ... niente -
- Avanti, dimmi -
- E' imbarazzante , tutto qui -
Calò il silenzio per un pò, io ero concentrato sul corpo di Bella che mi premeva sulla schiena. La sentivo avvicinare il naso ai miei capelli e al collo, sembrava 
 
mi odorasse, non le dissi niente per paura che si fermasse, sentirla respirare così vicino mi inviava scosse elettriche per tutto il corpo.
Cercai di controllarmi ingoiando a vuoto e facendo respiri profondi.
- Sono pesante, ti sento affannato - 
- Non pesi niente,  trasporto decine di ruote d'auto al giorno, tu sei come uno zainetto di scuola in confronto! -
- Già, avevi detto di lavorare durante il giorno, quindi che lavoro è? Gommista? -
- Anche, aiuto mio fratello nella sua officina meccanica, ha aperto da poco, e questo è il periodo in cui la gente cambia i pneumatici per prepararsi al ghiaccio e 
 
alla neve dell'inverno. Emmett ha lasciato il college. A mio padre gli è preso un colpo! Ma adesso sembra essersi rassegnato  -
 Di nuovo il silenzio, e poi... mi strinse più forte ,appoggiò la testa sulla mia spalla sfiorandomi il collo con le labbra e disse :
 
- Avevo proprio sbagliato tutto con te, Cullen - fu quasi un sospiro, parole dette piano, come se parlasse a se stessa.
 
- Che facciamo? Torniamo al pub o ti porto nella tua camera al campus? -
- Credo che non sia il caso di girare al pub con me in groppa, forse è meglio se mi porti a letto... cioè! Nella mia camera, dove c'è il mio letto... hahahahah !-
Fece una risata nervosa , ma non riuscii a ridere a mia volta , mi rimbombavano ancora nelle orecchie le parole : " mi porti a letto... mi porti a letto " .
- Ai suoi ordini principessa, il suo stallone reale la porterà dove desidera.. hihiiihiiii brpfhhhh... -  partii al galoppo facendo una pessima imitazione di un 
 
nitrito e Bella urlò stringendomi forte e ridendo come una matta...
- Smettila scemo! Mi farai finire col culo per terra! Ahhh!! -
- Ai suoi ordini. Il suo vocabolario così forbito è un piacere per le mie orecchie -.
Fece un'altra risatina stridula poi si calmò.
La sentii trafficare con la tasca della sua giacca - Che fai? -
- Prendo il cellulare, scrivo un sms ad Angela, così sa dove sono e non si preoccupa ... ecco fatto -
Tornò ad abbracciarmi e disse : - Sono pesantissima, se sei stanco continuo a piedi, non è un problema -  
- Va tutto bene, Bella , non sei pesante, davvero. E poi siamo quasi arrivati -
Il campus era tranquillo, non c'era nessuno in giro, il sabato sera erano tutti in giro per locali. 
- Qual'è la tua stanza? -
- Prendi il secondo corridoio, è la 123 -
Arrivammo davanti alla sua porta e scese dalla mia schiena, sentii subito un freddo senso di vuoto. Le consegnai le scarpe che tenevo in mano.
Bella spostava il peso da un piede all'altro e mi guardava pensierosa, tanto che le si era formata una piccola ruga tra le sopraciglia.
Stavo cercando il coraggio per baciarla, ma avevo paura di rimediare uno schiaffo, infondo ,dopo la mia confessione a cuore aperto ,lei non mi 
aveva detto di provare le stesse cose per me; quindi ero molto nervoso.
Ma all'improvviso si allungò sulle punte dei piedi, mi prese per il giubbotto e mi tirò giù contro le sue labbra, ero così sorpreso che lì per lì non feci niente.
Ma quando lei si staccò e mi lasciò andare la giacca con il viso rosso per l'imbarazzo mi ripresi. La guardai rapito dalla sua bellezza, le sfiorai la pelle 
calda delle guance e affondai le dita nella seta dei suoi capelli, erano ancora più morbidi di come pensavo, scesi lentamente seguendo la loro lunghezza, 
 
arrivando a sfiorarle la schiena, ero rapito dalla sensazione forte che mi dava toccarla. I nostri respiri divennero un tutt'uno mentre le nostre bocche
si avvicinavano ancora . Appena le labbra si unirono,subito le nostre lingue cominciarono a cercarsi giocando al predominio. 
La gustai come se fosse la cosa più buona che avessi mai mangiato e senza pensarci la sollevai prendendola per i fianchi e facendola aderire meglio al mio 
 
corpo eccitato e alla mia bocca famelica e subito mi strinse forte tra le sue braccia.
Bella si staccò ansimando e quasi non credetti alle mie orecchie quando mi disse .
- Ti va di entrare ? -
 Mi cedettero le gambe per un secondo e la rimisi con i piedi per terra.
- Se... se non vu-vuoi fa lo stesso - balbettò nervosa.
Incredibile che fosse ancora incerta sui miei sentimenti per lei.
- Se non voglio?... Bella ,se non ti sbrighi ad aprire quella porta e a farmi entrare credo che la butterò giù a calci! -
Fece una risatina nervosa e si girò ad aprire.
Avrei voluto fare un grido di gioia e alzare i pugni al cielo,  mi trattenni a stento.  
Bella Swan : mi stava per fare entrare nella sua stanza... dove c'era il suo letto... e mi aveva baciato! 
Adesso restava solo da capire cosa provava per me... 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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