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Autore: Maricuz_M    23/03/2012    10 recensioni
Serie di Missing Moments della mia storia "Amore al primo tweet".
E' altamente consigliata la lettura dell'originale.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve!
Il seguente Missing Moment si svolge durante il 18° capitolo, giorno in cui Gianmarco e Dafne litigano e decidono di lasciarsi. 
Buona lettura! :)
 



Gabriele & Andrea


Gabriele POV

“Grazie!” dissi sorridendo alla sorella di Andrea, prendendo dalle sue mani il piatto pieno di biscotti appena fatti che poi appoggiai sulla scrivania. La bambina arrossì e dopo avermi dedicato un dolcissimo e timido sorriso fuggì dalla stanza. Donne.
“Ancora mia madre non ha capito che quando abbiamo ospiti non c’è bisogno di preparare la merenda ogni volta.” Commentò Andrea cominciando a sgranocchiare. Seguii il suo esempio. Mh, buoni!
“Non farle perdere questo vizio con me, sono fantastici.”
Parlammo un po’ della ricetta e un quarto d’ora dopo mi ritrovai con la chitarra in mano a pizzicare le corde a casaccio ascoltando attento il mio amico.
“E ora che si sono lasciati? Cazzo Bone, sono nella merda. Devo dirglielo.” Ovviamente intendeva dire “E ora che si sono lasciati? Accidenti Gabriele, sono nei guai. Dovrei confessare a Dafne i miei sentimenti?
“Tu che dici?”
“Ma non posso dirglielo adesso!” ribatté lui allargando le braccia.
“Anche perché sarebbe una forma di maleducazione nei miei confronti.” Replicai serissimo, continuando a suonare “Comunque no, adesso non è il momento. Aspetta un po’, trovi il momento giusto e confessi. Ora come ora potrebbe scoppiarti a piangere in faccia, da quanto è stressata..” ragionai tra me e me.
“Come cazzo ha fatto Gianmarco a farla esasperare così non lo so.” Disse subito dopo lui “E poi come fa a non essere innamorato di lei? Insomma.. Dio, è Dafne!”
“Lo so.”
Con voce sognante e occhi a cuoricino, riprese “E’ così bella, dolce, gentile.. E’ dalla prima superiore che la conosco, adesso siamo in quarta. Non ho mai trovato un difetto in lei. Neanche uno! Chi non si innamorerebbe?”
“Io?” smisi di suonare per guardarlo.
“Era una domanda retorica.” Sospirò e si mise alla pianola a suonare, pure lui. Senza neanche metterci d’accordo, cominciammo a creare una melodia niente male. Ah, il bello di essere musicisti tra amici: il feeling.
Pensieroso, interruppe il momento musicale tornando all’argomento principale “Ma cosa le dico? Ciao Dafne, mi piaci da mesi e nel periodo in cui sei stata con Gianmarco stavo peggio di un cane senza un osso da mordere? “
Feci finta di ragionarci un po’ sopra “Penso che la parte che dice “mi piaci” basti e avanzi.”
“Non troverò mai il coraggio..” borbottò. Roteai gli occhi “Dai, Andre, sei un uomo, tira fuori le palle e conquista la tua donna. Sei tu quello romantico fra noi due, eh!” appoggiai la chitarra sul letto “Posso controllare un secondo facebook?”
“Fai fai..” rispose, fissando i tasti del suo strumento come alla ricerca di una risposta.
Mi sedetti sulla sedia davanti al computer e feci l’accesso nel mio account. Tre notifiche ed un messaggio, wow. Aprii quest’ultimo e vidi che era una ragazza di terza che mi chiedeva di uscire. Per la seconda volta. Sbuffando risposi, continuando a cercare di esser gentile –solo perché era una donna e le donne devono esser trattate bene-. Non volevo uscire con nessuno, era così difficile da capire? Era un periodo in cui avevo già fin troppi pensieri, non mi serviva, né tantomeno mi interessava, una tipa del genere.
“Ancora questa?” Andrea era magicamente comparso alle mie spalle e mi stava spiando.
“A quanto pare..” tornai sulla home e scorrendo la pagina scorsi il nome di Ilaria. Aveva scritto uno stato poco prima.
 

Cioccolata calda insieme a Dafne e Selene. Adesso sì che ragioniamo..

 
Sorrisi “Non siamo gli unici a fare una riunione!”
“Chissà di cosa stanno parlando..” scrollai le spalle.
“Ah, tu ancora mi devi parlare di ieri!” urlando, mi diede una pacca sulla schiena che mi fece automaticamente tossire.
“Eh, che ti dovrei dire..?”
“Ok, ti aiuto facendo un riassuntino degli ultimi giorni. Sabato sera hai fatto a botte con Argenti perché ha messo le corna a Ila, c’ero anche io, ho visto piuttosto chiaramente. Lunedì a scuola sei arrivato con un occhio nero, Ilaria ha scoperto tutto e ha lasciato Lorenzo. Distrutta, ieri è rimasta a casa a piangere. Ti sei fiondato da lei e il giorno dopo, oggi, siete arrivati a scuola insieme tranquilli e col sorriso sulle labbra. Allora, raccontami, perché devo ricevere tante risposte a tante domande!”
Lo guardai fintamente sorpreso “Sono davvero successe così tante cose in cinque giorni?”
“Sì.” Rispose secco.
Sospirai rassegnato, chiudendo facebook “Allora fammi queste domande, così ti rispondo.”
“Cosa le hai detto ieri dopo scuola?” domando immediatamente. Io, con calma, presi un biscotto dal piatto e cominciai a masticarlo guardandolo negli occhi. Non appena fece un’espressione scocciata, ghignai ed ingoiai.
“Ho chiesto scusa e le ho detto una cosa. Non posso dirtela, però.” Risposi con molta non-chalance, nascondendo il mio disagio.
“Non puoi dirmela?”
“Non mi sento pronto.” E ovviamente era vero. Non sapevo spiegarmi infatti il motivo per cui mi ero sentito in grado di aprirmi con Ilaria. In realtà, non capivo proprio il comportamento in generale con lei. Mi piaceva stuzzicarla, mi piaceva più del dovuto. Adoravo guardarla mentre rispondeva a tono alle mie affermazioni col broncio sul viso. Mi ero sentito in colpa come non mi ero mai sentito quando mi aveva guardato delusa dopo la mia confessione sull’account di Twitter. Ed ero estremamente confuso da quando quel pezzente di Lorenzo mi aveva detto quelle parole mentre era sanguinante sotto di me.
“Ti odia, Bonetti. Non ti sopporta, non ti ha mai sopportato, lasciala perdere. E’ già tanto se ti permetterà di essere suo amico.” Perché mi avevano fatto incazzare così tanto quelle frasi?
“Oh, ci sei?” mi ridestò Andrea. Ero rimasto a fissare il muro con il biscotto a mezz’aria come un povero idiota.
“Che hai detto, scusa?”
“Ho chiesto il motivo per cui ne hai date così tante a Lorenzo.”
“Mi hai chiamato per dargliele, gliele ho date.” Dissi semplicemente masticando quel che rimaneva del dolcetto.
“Non ti ho chiesto perché l’hai date, ma perché così tante.”
“Pignolo.” Ci pensai un po’, poi scrollai le spalle “Mi girava. E aveva dato della puttana a mia madre.”
“Capisco. Quindi il fatto che tu prova una certa attrazione per Ilaria non c’entra niente.” Socchiusi gli occhi.
“Io non provo nessuna certa attrazione per Ilaria.”
“Io sì, invece.”
“Davvero?”
“No, ma visto che hai voglia di mentire, lo faccio anche io.”
“Mh, buona stoccata.” Mi congratulai con lui, poi tornai al tema principale “Comunque davvero, non mentivo.” Forse. Era quello il dubbio che avevo in quei giorni. Mi piaceva Ilaria?
“Non vorrei farti venire dilemmi esistenziali, Bone, ma io credo proprio che a te piaccia. Spesso e volentieri le stai appiccicato, anche dopo un litigio corri da lei quando ne ha bisogno, quando la guardi le fai la radiografia manco fossi Clark Kent.. Forse non te ne sei reso conto, ma ti piace. Io ho capito che provavo qualcosa per Dafne dopo mesi di domande!” disse, con tono rassicurante. Che c’era di rassicurante? Mi piaceva Ilaria? Quella ragazzina acida che perdonando il mio errore mi aveva fatto sentire più leggero?
“Senti, ammetto che è una bella ragazza e che con lei ci sto bene, ma non penso di vederla come qualcosa di più che una buona amica.” E un altro biscotto ci stava bene.
“Ok, se è così allora perché non hai accettato l’appuntamento con quella tizia di terza? Perché non accetti qualsiasi appuntamento ti chiedano? La verità è che, caro il mio occhi e cuore di ghiaccio, il tuo stesso subconscio di proibisce di accettare perché vorresti che fosse Ilaria a farti una richiesta del genere!” mi indicò con l’indice, preso dall’adrenalina per aver dato la sua soluzione del mio caso. E’ arrivato Sherlock Holmes.
“Elementare Watson..” borbottai citando proprio il grande detective. Scossi il capo.
“Tu leggi troppi libri gialli.”
“Non sono i libri gialli. Credo sia colpa della signora Fletcher.” Ragionò, aggrottando la fronte fissando un punto inesistente, poi tornò a guardarmi “Comunque è così. Pensaci, per favore!” mi implorò.
“Non è così, Andre.” Risposi indispettito.
“Ok, allora proviamo così.” Si sistemò meglio sulla sedia “Hai detto che è una bella ragazza.”
“Confermo.”
“Con lei ci stai bene.”
“Confermo.”
“La baci, l’abbracci, sei presente, ed è l’unica a ricevere questo trattamento.”
“..Confermo.” iniziavo ad avere paura.
“Mi hai detto che ti sei sentito in colpa come non ti era mai successo, quando si è arrabbiata con te.”
“Confermo.” Sospirai.
“Se ti baciasse, ricambieresti?”
“Che razza di domanda è?” sbottai spalancando gli occhi.
“Rispondimi!”
“Non lo so, cazzo! Sono cose che decidi sul momento!”
“Quindi non escludi che possa succedere, e questo significa che neanche tu sei molto convinto del fatto che a te non piaccia Ilaria.” Spiegò, alzando un sopracciglio e sorridendo trionfante. Scossi la testa roteando gli occhi.
“Non so davvero in che lingua fartelo capire.” Ma continua ad insistere, per favore. Magari ci capisco qualcosa.
“Non capisco perché non lo ammetti. Non credo tu sia così stupido da vergognartene, ma piuttosto che tu non sia ancora sicuro. Preferisci aspettare, non è così?” In queste occasioni mi rendevo conto che nonostante fossimo amici da veramente poco tempo, riusciva a comprendermi come nessun’altro. In ogni caso, il mio silenzio era una risposta più che chiara.
“Bastava dirlo.” Affermò lui, scrollando le spalle.
 
Il pomeriggio era passato. Andrea aveva smesso di cercare di capirmi, anche perché aveva giù compreso tutto quello che c’era da comprendere. Stavo camminando per la strada con la mia amata chitarra in spalla e una caterva di domande per la testa.
Che poi era inutile pensarci in quel momento. Ero da solo, Ilaria non era lì con me, non potevo ragionare su quello che provavo per lei se mi mancava proprio la sua presenza.
Senza neanche rifletterci più di tanto, mi diressi verso il parco. Avevo ancora bisogno di suonare, di ascoltare le mie note e il silenzio, sperando che a quell’ora i bambini fossero già tornati a casa. Vagai un po’ sopra l’erba e le foglie cadute in quel periodo dagli alberi poi, trovata la panchina perfetta, mi sedetti. Mi sistemai tra le braccia lo strumento e dopo un respiro più profondo cominciai a suonare la melodia che avevo composto pochi giorni prima. Era un po’ malinconica, lo ammetto. Era stata creata quando ancora Ilaria non mi parlava e faceva finta che non esistessi. Nonostante questo, però, era quasi dolce. Una di quelle canzoni che ascolteresti quando sei innamorato, in pratica, e già questo mi fece ragionare.
Sentendo dei rumori provenire dalla mia destra, mi fermai e mi voltai. Proprio la ragazza a cui stavo continuamente pensando era lì, in piedi, immobile e indecisa con una macchina fotografica tra le mani. Sebbene avessi quel mio strano bisogno di solitudine, sentivo che mi faceva piacere vederla.
“Ilaria.” Dissi, a mo’ di saluto.
“Gabriele..” mormorò.
“Che ci fai qui?” domandai curioso. , ma con puro interesse. Impacciata, alzò l’oggetto che teneva stretto a sé come spiegazione. Annuii.
“Non sapevo suonassi..” disse lei.
“Neanche io sapevo ti piacesse la fotografia.” Ribattei.
“Giusto..”
La fissai dubbioso. Perché si comportava in quel modo? Sembrava quasi che non si sentisse a suo agio. Dopo qualche secondo, infatti, parlai “Che fai lì? Perché non ti siedi? Pensavo che la fase Gabriele-Bonetti-troglodita fosse terminata.” Sorrisi, facendogli posto. Avvicinandosi ridacchiò un po’. La tensione cominciò a sciogliersi, ma non completamente.
“Tutto bene?” domandai confuso, mentre si sedeva al mio fianco.
“Sì, certo. Perché me lo chiedi?”
“Sei strana.” Risposi telegrafico, per poi tornare a produrre la stessa melodia di poco prima “Che hai fotografato?”
“Per ora solo te.” Mh, quella era una spinta in avanti per la mia autostima da non sottovalutare, senza contare il fatto che mi piaceva il fatto che avessi attirato la sua attenzione tanto da farmi immortalare. Le lanciai un’occhiata sorridendo furbo “Ah si?”
“Come avrei potuto non immortalare uno dei rari momenti in cui non fai il coglione?” sì, certo.
“Non premendo quel bottoncino sopra la macchina, ad esempio. O non accendendola direttamente. Oppure non ve-”
“Ok, ok, ho capito.” Mi interruppe “E’ tardi, ormai le ho fatte.” Disse, facendomi sorridere.
“Le voglio tutte, sappilo.” 
 


Buon pomeriggio bella gente!
Ebbene, dopo qualche giorno (e un infortunio alla caviglia -che cosa carina-) ritorno con un nuovo "capitolo"!
In molte mi hanno detto roba tipo "Accidenti che bella l'amicizia tra Gabriele ed Andrea!" e "Sarebbe bello un missing moment con loro due!"
Sì, vi ho accontentate. 
E poi ho sfruttato l'occasione per spiegare cosa provano i due nostri giovincelli per le ragazze a cui vogliamo tanto bene.

Grazie per tutto, per aver seguito anche i Missing Moments della storia originale (giunta al termine. NOOOOOOOOOOOOOO) :')

Domenica partirò per la Germania, quindi non aspettatevi niente per la prossima settimana! Torno Sabato sera. D:
Ci si tra un po'! 

Un bacione dal Bonetti

Maricuz
   
 
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