- Infondo
lui era stupido, esattamente come lei.
- Nonostante lui fosse un Potter e lei una Weasley loro erano fatti per stare insieme, per
impiastrare il volto di Albus di marmellata e prendere in giro Lily.
- Rose
lo aveva sempre pensato, ma non ne aveva mai avuto la conferma fino a quel
Dicembre.
- Anche
se suo padre la guardava sempre critico quando lei stava con James- geloso,
possibile che lo fosse?- non si era mai minimamente fermata a pensare ad un
loro che andava oltre allo scherzo maestrale verso gli altri cugini.
- Perché
anche loro erano cugini e la mamma le aveva sempre detto che le relazioni in
famiglia erano peccato.
- Ricordava
ancora perfettamente il brivido che le aveva attraversato la schiena quando
James le aveva preso la mano per trascinarla dietro l’armatura del corridoio
del terzo piano, di quella mano sudata e grande, callosa, a contatto con la
sua.
- Era
arrossita, lo sapeva, nonostante di rosso avesse gran parte del corpo.
- Poi
l’altra mano si era posata sulle sue
grandi labbra rosse per farle mozzare quel gemito che lui credette fosse
causato dal cozzare della schiena con il muro, ma che invece le aveva procurato
il contatto della sua carne viva sulla sua pelle scoperta.
- E
aveva sorriso, lui, di quel ghigno
che era certa avrebbe avuto anche lei se solo il cuore non le avesse quasi
schiacciato la gabbia toracica a furia di battere.
- «Guarda
Rose» le aveva sussurrato lentamente «a momenti passerà Pix e noi gli daremo la
colpa dello scherzo fatto a Gazza. Povero vecchio custode! Alle volte mi fa quasi
pena. E’ così vecchio! Mi chiedo perché non vada in pensione.»
- Con
i capelli a solleticarle la mano e il mento arrossì di più per poi fare spallucce e
tornare a guardare avanti a se.
- Il
cuore le batteva velocemente, ma non sapeva perché.
- Non
aveva paura, non era nemmeno la prima volta che faceva una cosa del genere-
fare scherzi con James era diventato abituale quasi quanto respirare-, ma nonostante tutto sentiva il corpo andare in fiamme e
sudare, sudare come avesse puntato un camino acceso in piena estate.
- Ma
non aveva paura, affatto.
- Era
più che altro una sensazione di sincera armonia, come se avesse trovato il suo posto nel mondo esattamente
quando la sua mano aveva sfiorato le sue labbra.
- E
anche se aveva aspettato tanto per veder comparire il volto impiastrato di
vernice blu di Gazza, furibondo, dare la colpa delle sue disgrazie a Pix per
inseguirlo con la gamba appesantita, Rose non se lo godette.
- Rimase
diversamente a guardare il volto quindicenne di suo cugino sbellicarsi dalle
risate e diventare rosso per l’eccessiva mancanza d’aria con quella mano ancora posata ferramente sulle sue labbra.
- E
avrebbe voluto altro, Rose, davvero.
- Ma
lui era suo cugino e sua mamma le diceva sempre che l’incesto era peccato, che
tra parenti l’amore era solo apparenza e sentimento, non vera armonia.
- E
nonostante lui fosse stupido, esattamente come lei, Rose imparò a fare a meno
delle sue mani sulle sue labbra, del suo respiro dietro l’orecchio.
- Fece
l’atroce errore di farsi da parte e di concederlo a lei, l’altra, sua cugina Dominque.
- Rose
rimase sola e a bocca asciutta per molto tempo autoconvincendosi che il suo non
fosse stato amore , poi trovò lui.
Libera interpretazione, eh?
Spero che sia piaciuta altrimenti cancellerò; sono abbastanza arrugginita, lo ammetto!
Bacioni a tutti, ragazzi!