Capitolo 4
Misure
precauzionali!
Ben
presto la fama di combina guai di James e Sirius fu nota a tutti gli
studenti e soprattutto ai professori.
Nei
due mesi successivi passarono più tempo in punizione che a lezione,
il che era tutto dire!
Nei
corridoi era ormai abitudine vedere gruppetti di ragazzine, che
rincorrevano i due per avere un resoconto dettagliato della loro
ultima malefatta, o di ragazzi (di cui molti più grandi di loro) che
gli davano pacche sulle spalle, ammirati.
Anche
i loro amici Peter e Remus brillavano di una luce malandrina,
infatti spesso accompagnavano Sirius e James nei loro colpi migliori,
dando il loro prezioso contributo.
Remus
era ogni giorno più contento di trovarsi in quel quartetto: i suoi
amici lo apprezzavano per quello che era, anche se erano sempre più
increduli e disgustati dal suo amore per lo studio e per i libri -
rigorosamente di almeno 500 pagine.
Si
era scoperto, infatti, che il ragazzino era un grande studioso, e
passava tutto il tempo che poteva, cioè quando era con i due
cicloni, in biblioteca.
E
se James e Sirius non riuscivano a capire come l'amico potesse
passare tanto tempo chiuso in biblioteca, Remus, come la maggior
parte dei loro compagni e degli insegnanti, non riusciva a
capacitarsi di come facessero quei due ad avere ottimi voti
nonostante passassero si e no mezz'ora al giorno sui libri!
Non
c'era materia che li mettesse in difficoltà, anche se la
professoressa McGranitt gli dava del filo da torcere.
A
rendere ancora più fitto il mistero c'era il fatto che durante le
lezioni non si preoccupavano di prestare attenzione, al contrario
erano continuamente in cerca di nuove attività anti-concentrazione:
si divertivano a giocare o a fare disegnini sconci su fogli di
pergamena o, ancora peggio, a disturbare la lezione con uno dei loro
scherzi!
Il
piccolo professor Vitius, che era noto per il suo umorismo e la sua
grande pazienza nei confronti degli studenti, era stato visto urlare
e mettere in punizione i due ragazzi dopo che lo avevano fatto volare
per la classe per un'ora intera.
Cose
di questo tipo, in realtà, gli capitavano spesso visto che era
l'insegnante di Incantesimi e che i suoi studenti erano soliti
sbagliare mira e centrare in pieno lui invece degli oggetti da
stregare, ma quella volta fu talmente evidente che i due lo avevano
fatto apposta che il professore, dopo aver urlato dal soffitto di
farlo scendere, non poté far altro che punirli.
Riuscirono
addirittura a far finire la professoressa Sprite in infermeria:
durante la loro terza lezione, che come al solito svolsero con i
Serpeverde, stavano ancora lavorando sul Platano Picchiatore ed erano
tutti disposti attorno alla pianta mentre la professoressa
dimostrava, facendo fluttuare un fantoccio con la bacchetta, la reale
pericolosità dell'albero.
La
lezione procedeva tranquillamente quando James, per divertire Sirius
che si stava annoiando, decise di far volare la borsa di Severus
Piton proprio sotto l'albero mentre la professoressa era impegnata a
ridistribuire i compiti della lezione precedente.
Il
ragazzo si era alzato sbuffando per andarla a prendere senza pensare
a quali rischi correva: appena si fu avvicinato, infatti, l'albero
iniziò ad agitare i rami e a sferzare l'aria, proprio come aveva
fatto prima con il fantoccio.
Sentendo
i rami muoversi la professoressa si era girata e, appena aveva visto
Piton, si era lanciata verso di lui per allontanarlo.
Alla
fine della lezione si erano ritrovati con una professoressa Sprite
svenuta e piuttosto malconcia e un Severus Piton palesemente
terrorizzato.
James
incredibilmente se la cavò soltanto con l'ennesima punizione.
Le
madri dei due ragazzi erano scandalizzate dal loro comportamento e se
la madre di James si poteva dire infuriata, non era niente in
confronto a quella di Sirius: aveva ufficialmente battuto il record
di Strillettere ricevute in due mesi, la prima che ricevette era
semplicemente perché la donna aveva saputo che il ragazzo era
diventato Grifondoro, macchiando il buon nome della loro
famiglia, le altre invece erano tutte dovute alle lettere inviate dal
preside o dalla professoressa McGranitt, che la informavano di questa
o quella bricconata.
E'
inutile dire che i due ci ridevano su senza darci assolutamente peso.
Una
lettera decisamente meno piacevole era arrivata a Remus tre giorni
dopo l'inizio della scuola: suo padre lo informava che le condizioni
di sua madre erano peggiorate, il professor Silente gli diede un
permesso straordinario per andarla a trovare ogni tanto, c'era già
stato una volta ed era tornato a scuola veramente distrutto e i
tentativi degli amici di tirarlo su di morale erano serviti a poco.
***
Con
loro grandissima sorpresa Remus decise di andare a trovare un'altra
volta sua madre proprio la sera di Halloween, evento atteso con gioia
da tutti gli studenti.
Non
solo perché si presumeva che ci sarebbe stato un banchetto veramente
sontuoso con ogni sorta di cibo mai cucinato al mondo, ma soprattutto
perché la scuola si vantava di avere il miglior allestimento di
decorazioni del mondo magico!
Il
30 ottobre Hagrid fu visto attraversare il parco con una zucca delle
dimensioni di un piccolo elefante e per la scuola girava voce che il
professor Vitius ci avesse lavorato un intero pomeriggio per
svuotarla e incantarla.
Insomma
il mattino del 31 gli studenti erano talmente esagitati che gli
insegnanti riuscirono a malapena a far lezione.
I più eccitati di tutti erano sicuramente quelli del primo anno:
osservavano ammirati gli stormi di pipistrelli che volavano per la
scuola, si lanciavano correndo attraverso le ragnatele di zucchero
filato che ragni canditi continuavano a tessere sulle porte, si
spaventavano sentendo le risate sinistre dei fantasmi - che per
l'occasione erano entrati nella parte dello spettro aberrante,
scappavano a gambe levate quando si trovavano davanti scheletri e
mummie a vari stadi di decomposizione e indicavano impauriti le
macchie rosse e gocciolanti presenti sui muri, domandandosi se fosse
sangue vero.
James
e Sirius presero molto sul serio la festa, andavano in giro vestiti
da morti viventi, particolarmente realistici, spuntando dagli angoli
più impensati e spaventando chiunque fosse a portata di scherzo; più
o meno avevano anticipato il primo aprile e lo avevano reso un po'
macabro.
Tesero
addirittura un agguato al preside, trasformando il suo cappello in
una testa di zombie con la lingua di fuori e buona parte del cervello
in vista ma, con loro stupore, lui la prese sul ridere e a cena
indossava ancora la testa a mo' di cappello!
La
cena superò ogni aspettativa: oltre ai soliti ottimi piatti, dalle
cucine arrivarono pasticci di zucca, gnocchi di zucca e patate,
tortelli di zucca, zucche ripiene, zucca al forno, fiori di zucca
fritti e ancora torta di zucca, cheesecake di zucca, biscotti di
zucca e pasticcini ripieni di crema alla zucca, zuccotti di zucca,
insomma, mangiarono talmente tanta zucca che alla fine della cena gli
studenti avevano una strana sfumatura arancione sulla pelle!
La
serata si concluse con uno spettacolo proposto dai fantasmi della
scuola e gli studenti si incamminarono verso i rispettivi dormitori
con la pancia piena e un sorriso a 32 denti stampato sul volto.
Ma
i Grifondoro dovevano sospettare che la loro festa non fosse
ancora terminata.
Nella
sala comune i ragazzi e le ragazze chiacchieravano del più e del
meno: c'era chi finiva i compiti, chi giocava a Spara Schiocco o agli
Scacchi Magici o a Gobbiglie e altri che facevano piccoli duelli di
magia.
Solo
verso le 24 iniziarono a salire ai dormitori.
La
sala era vuota da circa 30 minuti quando svariati urli riempirono
l'aria, seguiti da un uragano di gente che si fiondava giù dalle
scale!
«Che
schifo!»
«Disgustoso!»
«Anche
da voi Gwen?»
«Si
Edgar, uno schifo incredibile»
«Chi
diavolo ha riempito tutti i letti di vermi?» urlò Emmeline
esasperata.
«C'è
da chiederlo? Sicuramente James e Sirius!» rispose Lily che era
molto spettinata e indossava la maglia del pigiama al rovescio.
«Beh
non puoi esserne sicura.» le fece notare Helen, anche se dalla sua
espressione era evidente che la pensava come la compagna.
Proprio
in quel momento i due, che non riuscivano più a trattenersi visto
che le ragazze continuavano a tremare come se avessero visto la morte
in faccia, scoppiarono a ridere fragorosamente.
«Eh
dai ragazzi, è uno scherzo innocente!!» disse James vedendo le
occhiate furenti che avevano sostituito le espressioni di terrore.
«Innocente?
Innocente?? Io mi ci sono seduta sopra!!» esclamò indignata April
del quarto anno.
I
due continuarono a sghignazzare mentre tutte le ragazze li
investivano di insulti, erano molto contenti di vedere il risultato
ottenuto vista la fatica che avevano fatto per intrufolarsi nel
dormitorio femminile: erano sgattaiolati via dalla cena prima, per
essere sicuri di avere campo libero, ma non potevano sapere che le
scale delle ragazze erano addestrate a riconoscere qualunque
individuo maschio, anche se nascosto sotto un mantello
dell'invisibilità, e a trasformarsi in uno scivolo.
James
aveva rischiato di rompersi la testa!
«Si
può sapere cosa ci fate ancora in piedi? »
La
professoressa McGranitt era appena entrata nella Sala Comune
brandendo uno spazzolino a mo di spada.
Osservando
attentamente la scena si accorse che tutti erano rivolti verso Sirius
e James e fece due più due.
«Oh
cielo di nuovo?! Cosa avete combinato stavolta?»
«Vermi!
Nei letti di tutti per la precisione!» rispose Lily.
La
professoressa sembrava troppo stanca per poter parlare.
«Domani
mattina prima di colazione verrete nel mio studio. Ora manderò
qualcuno a pulire
e poi potrete tornare a letto».
Passò
circa un quarto d'ora prima che i letti venissero ripuliti e poi i
Grifondoro tornarono ai dormitori sbuffando.
***
Dopo
averci dormito su i ragazzi avevano deciso che lo scherzo era stato
divertente e ne ridevano, ma la maggior parte delle ragazze erano
ancora furenti e non vedevano l'ora di veder puniti i responsabili
tanto che un gruppetto di loro li accompagnò all'ufficio della
McGranitt per essere sicure che ci andassero.
«Non
so più cosa fare con voi due! Ma sappiate che se continuerete con
questi comportamenti
finirete espulsi!» li accolse l'insegnante.
«Insomma
professoressa, era solo uno scherzo innocente!» protestò James.
«Si
Potter, anche quello al giovane Piton doveva essere uno scherzo
innocente fino a quando
un'insegnante è finita in infermeria».
A
quello i due non seppero ribattere.
«Ho
parlato con il preside e lui è d'accordo con me nel pensare che sia
giunto il momento di trovare una soluzione definitiva, o per meglio
dire una misura precauzionale, per questo motivo da oggi pomeriggio
inizierete a fare da assistenti a Hagrid nei suoi lavori nel parco e
nella foresta. Ogni momento che non passerete a lezione o in Sala
Grande lo trascorrerete insieme a lui. Avrete tempo per studiare dopo
cena. Non assillatemi ogni giorno per chiedermi fino a quando durerà
questa punizione, sarò io ad informarvi quando sarà giunto il
momento» e detto questo li congedò senza tante cerimonie.
I
due non si aspettavano certo una simile punizione e, giustamente,
lasciarono l'ufficio col morale a terra.
«Accidenti
James, mi sa che per un po' ci toccherà stare buoni».
«Per
forza! Torneremo stravolti dai pomeriggi col guardiacaccia, non
avremo la forza nemmeno per agitare la bacchetta! E ci scommetto
mille galeoni che è esattamente quello che sperano i professori».
«Dai
non scoraggiamoci Sirius! Hai sentito cosa ha detto la McGranitt!
Hagrid fa dei lavori nella foresta! Saremo gli unici studenti della
scuola a poterci entrare, scommetto che sarà pieno di pericoli o
cose del genere!»
«Su
questo non posso darti torto! Dicono che ci siano creature di ogni
tipo!»
«Esatto!
Vivremo le avventure più incredibili!»
Leggermente
confortati da questo pensiero si avviarono in Sala Grande dove
trovarono Remus con la testa ciondolante su una ciotola di porridge,
a parte lui e qualche studente particolarmente mattiniero la sala era
ancora vuota, e due profondissime occhiaie sul volto, come se non
avesse dormito per tutta la notte.
«Ehi
Remus, come sta tua mamma? Va meglio?»
«Insomma,
però l'ho vista un po' meglio dell'ultima volta! Grazie. Voi invece
come state? Ho saputo della vostra ultima pensata! Che punizione vi
hanno dato stavolta?»
«Tutto
bene! Ieri sera è stato esilarante, dovevi vedere le facce delle
ragazze!» disse James.
«Si
ti sei perso un gran bello spettacolo!» confermò Sirius
ridacchiando.
«Per
quanto riguarda la punizione, beh a quanto pare siamo diventati gli
aiutanti del guardiacaccia.»
«Cosa?
Aiutanti di Hagrid? Ma, in che senso?»
«Non
lo so, ma immagino che lo scopriremo oggi pomeriggio!» gli rispose
Sirius.
«Beh
probabilmente ci farà sgobbare fino a che non saremo stanchi morti!»
aggiunse prontamente James.
Iniziarono
a mangiare in silenzio e dopo qualche minuto un brusio annunciò che
il resto degli studenti era in arrivo.
Peter
arrivò in ritardo correndo e incespicando nel mantello che indossava
alla rovescia, di solito lo buttavano giù dal letto Sirius o James
dopo essere stati a loro volta svegliati da Remus e dato che quella
mattina i due erano scesi prima, nessuno lo aveva svegliato..
«Buon
giorno ragazzi! Fortuna che sono caduto dal letto se no non mi
svegliavo!» li salutò Peter buttandosi sul cibo.
Quel
giorno le lezioni si svolsero tranquillamente, probabile conseguenza
del leggero malumore dei due ragazzi solitamente responsabili del
caos.
La
prima ora avevano Difesa Contro le Arti Oscure con il professor
Sharp - un
uomo pelato e allampanato con due enormi occhi scuri e profondi
sempre sul chi va là: Edgar aveva spiegato a quelli del primo che
l'anno prima c'era un altro insegnante di Difesa, quindi nemmeno lui
sapeva granché sull'uomo - che
quella mattina spiegò i dodici usi del sangue di drago; la seconda e
la terza invece avevano Storia della Magia con il professor Ruf, un
professore fantasma la cui voce aveva capacità soporifere; dopo
pranzo fu il turno di Incantesimi con Vitius (che stranamente riuscì
a portare a termine la lezione senza subire danni) che gli stava
insegnando un utile incantesimo per aspirare liquidi con la
bacchetta.
***
Poco
dopo le tre James e Sirius si recarono in sala grande dove gli era
stato detto di aspettare il guardiacaccia, a parte loro la sala era
quasi deserta, ma non dovettero attendere molto, Hagrid li chiamò
dall'ingresso dopo appena dieci minuti.
«Svelti
venite!»
«Bene
io sono Hagrid, ma questo lo sapete già. Invece, quale di voi è
Sirius Black?»
«Io!»
fece Sirius.
«Quindi
tu devi essere James Potter?» disse guardandolo, lui annuì.
«D'accordo,
per di qua».
Lo
seguirono attraverso il parco fino ad una capanna massiccia al
confine con la foresta proibita, i due pensavano di essere diretti
nella foresta, invece Hagrid aprì la porta della capanna ed entrò.
«Beh
che fate lì sulla porta?! Entrate!»
James
e Sirius fecero un passo avanti e subito furono travolti da un'enorme
massa di pelo nero che intuirono essere un cane gigantesco visto che
li stava leccando su tutta la faccia.
«Thor
fa' piano!» esclamò Hagrid afferrando il cane per il collare.
«Scusatelo
è solo un cucciolo, deve ancora imparare le buone maniere!»
«Un
cucciolo?!» dissero in un soffio i due fissando il cagnone che gli
arrivava alle ascelle.
«Si
non ha nemmeno un anno! E' un cucciolone! Vero Thor?! Bello il mio
cane!» il guardiacaccia si era chinato sull'animale e gli parlava
come si fa coi bambini piccoli.
Sirius
riuscì a stento a trattenere le risate.
«Parlando
di cose serie...» disse Hagrid alzandosi.
«Non
so bene che farvi fare, quindi voi mi venite dietro e quando c'è
qualcosa che potete fare voi ve lo faccio fare, Ok?»
«Ehm,
va bene.» risposero in coro.
«Beh
vi va del tè?» disse tirando fuori un'enorme teiera da una
credenza.
I
due annuirono senza parlare, presero posto sulle enormi sedie attorno
all'unico tavolo della stanza e si guardarono intorno.
La
casa del guardiacaccia era composta da una sola, enorme, stanza: in
un angolo c'era un grande letto, coperto da una trapunta di
patchwork,
affiancato dalla cuccia, altrettanto grande, di Thor, nell'angolo
opposto c'era un armadio/credenza con le ante trasparenti che
conteneva una grande quantità di oggetti di ogni tipo e forma,
barattoli pieni di marmellata e strani intrugli colorati, piatti,
ciotole e bicchieroni e molte bottiglie di liquore.
Il
fuoco scoppiettava nella parete di fronte all'ingresso e le pareti
erano ricoperte di corde, balestre, strani attrezzi di cui non
sapevano la funzione e almeno una decina di quadretti raffiguranti
draghi sputa-fuoco; dal soffitto invece pendevano prosciutti e
capponi, polli, un grande rotolo di lunghi peli argentati, due o tre
paia di enormi stivali di gomma e altre funi.
«Ecco
qui.» disse Hagrid posando due tazzone davanti ai ragazzi.
«Grazie»
disse Sirius.
«Ehm
signor Hagrid? Posso chiederle una cosa?» domandò James dopo il
primo sorso di tè.
Quello
scoppiò a ridere, «Signor?! Chiamami solo Hagrid ragazzo! Comunque
certo, spara!»
«Perché
hai tutti questi quadri di draghi? Non ce ne saranno mica nella
foresta?!!» chiese con una piccola nota di panico nella voce.
«Ma
va! Se ci fossero al posto della foresta ci sarebbe un deserto
carbonizzato! No, no. Certo a me non dispiacerebbe avercene uno è,
però non si può mica. Ah no, su queste cose quelli del ministero
sono molto ferrei, troppo pericoloso! Puah, tutte baggianate per me!»
«Sono
così belli!» aggiunse con aria sognante.
James
sembrò rincuorato da quelle parole, certo era eccitato all'idea di
entrare nella foresta, ma da lì a voler avere a che fare con dei
draghi c'era una bella differenza.
Finirono
di bere il tè ascoltando Hagrid che gli raccontava storie di tre
secoli prima su maghi che avevano provato a tenere un drago in
giardino.
«Bene
ora vi dico cosa facciamo adesso» annunciò allegro alla fine.
«Qualche
anno fa ho scoperto che nella foresta ci sono dei Thestral, non so se
sapete cosa sono, e da allora li sto addestrando, sapete per tirare
le carrozze della scuola e altre cose così! All'inizio erano solo
cinque, ma si sono riprodotti alla svelta! Credo che si siano
trasferiti qui da chissà dove, probabilmente trovano la foresta un
buon posto per vivere e quindi si sono stabiliti qui».
«Ora
andiamo fuori passando dal retro, dobbiamo prendere dei sacchi!»
Sul
retro della casa c'era un bell'orto circondato da una staccionata.
«Ecco,
guardate un po' se riuscite a portare uno di questi» disse Hagrid
indicando dei grossi sacchi con il fondo sporco di rosso.
Erano
belli pesanti in effetti, ma con un certo sforzo sia James che Sirius
riuscirono a sollevarne uno a testa, appena li ebbero alzati i sacchi
iniziarono a gocciolare.
«Ehm
Hagrid, che roba è esattamente?» domandò James guardando perplesso
il sacco, intuendo cosa potesse contenere.
«Sono
pezzi di carne cruda» rispose sollevando i restanti cinque sacchi
che erano ben più grandi di quelli dei ragazzi.
«E
perché ci portiamo dietro carne cruda?» chiese Sirius
«Beh
perché i Thestral mangiano solo quello, li usiamo per attirarli!»
«Hagrid
ma cosa sono di preciso questi animali?» entrambi iniziavano ad
essere un po' allarmati.
«Sono
tipo dei cavalli alati, però molto più scheletrici e hanno il muso
come quello di un rettile.»
«Ma
sono pericolosi?»
«Beh
sanno difendersi, ma basta non istigarli! Comunque quasi tutti quelli
che ho catturato sono già addestrati, per gli altri... beh voi fate
fare a me! In marcia adesso.»
Si
inoltrarono nella foresta e seguendo un sentiero si addentrarono
sempre di più nel folto della foresta; ben presto gli alberi
divennero talmente fitti da impedire alla luce del sole di penetrare
tra le fronde.
Si
erano portati dietro Thor che continuava a saltare da tutte le parti
e a rincorrere animaletti che strisciavano nel sottobosco.
Ad
un certo punto l'oscurità divenne tale che sembrava fosse
improvvisamente scesa la notte.
«Attenti
qui. C'è la staccionata» e in fatti i ragazzi videro un recinto
gigantesco, di cui non si vedeva la fine.
«Ho
dovuto far in modo che si sentissero sempre a loro agio, sapete a
loro non ci piace troppo la luce, allora ho fatto questa recinzione
dentro la foresta. Ma resterete stupiti nel vedere quanto sono
intelligenti! Sanno che non gli voglio mica fare del male e ce ne
sono parecchi che se ne volano via ogni tanto ma poi tornano sempre
qui! Sono fedeli!»
«Ah
eccone un paio!» disse dopo che ebbero tutti scavalcato la
recinzione, indicando un grosso cespuglio.
«Dove?»
chiese James.
«Non
li vedo» disse Sirius strizzando gli occhi.
«Per
la barba di Merlino mi sono dimenticato!» esclamò Hagrid dandosi un
colpo sulla fronte.
«Sono
talmente abituato a venirci da solo! Ecco vedete, i Thestral non li
vedono tutti, ma solo chi ha visto la morte. Chi ha visto qualcuno
morire insomma!»
«Ehm,
Hagrid? Ma come facciamo ad aiutarti a catturarli se non li vediamo?»
domandò perplesso James.
«Non
ci avevo proprio pensato che potevate non vederli!» ammise Hagrid.
«Beh
facciamo così, voi portate la carne in un punto della foresta mentre
io vado in un altro punto non lontano da voi, poi aspettate e vedrete
che ve ne accorgete quando arrivano! Appena vedete che la carne viene
mangiata mi chiamate e io vengo a prenderli! Va bene?!»
I
due annuirono un po' scettici.
Si
misero di nuovo in cammino, addentrandosi sempre di più nella
foresta, dopo circa mezz'ora di marcia Hagrid li fece fermare.
«Ok
voi state qui con Thor, vi lascio il guinzaglio se no si mangia lui
tutta la carne! Io vado un po' più in là» disse indicando un punto
non ben definito della foresta.
«Quando
avete bisogno fate un fischio con questo» e posò un grande
fischietto ramato nelle mani di James.
«Ah
già quasi dimenticavo. Rovesciate la carne per terra, fate un po' di
mucchi a due o tre metri l'uno dall'altro! A dopo allora!!» lasciò
a loro un altro sacco di quelli più grandi e si allontanò.
Dopo
essersi scambiati un'occhiata divertita i due iniziarono a svuotare i
sacchi: contenevano enormi pezzi di carne di tutti i tipi, molti
ancora attaccati alle ossa.
Fu
un lavoro faticoso, i sacchi erano pesantissimi e quindi non
riuscivano a versarli da soli ma dovevano fare in due, in più una
volta finita, una catasta dovevano spostarsi di qualche metro
portandosi dietro il resto della carne, tutto questo cercando di
trattene Thor dall'avvicinarsi alla carne.
Ci
misero quasi un'ora a finire tutto, riuscirono a fare quattro mucchi
abbastanza alti ma dovettero sacrificare un enorme coscia di mucca
per Thor perché era troppo forte per loro e si stavano bruciando le
mani cercando di trattenerlo per il guinzaglio.
Si
erano appena accasciati esausti contro un grosso abete ad aspettare
quando si accorsero che uno dei primi mucchi che avevano fatto era
decisamente più basso degli altri.
Scattarono
in piedi e corsero veloci verso il mucchio ma avevano fatto appena
qualche passo che Sirius andò ad urtare contro qualcosa di durissimo
e cadde a terra intontito.
«Che
diavolo...» era steso a terra e sentiva qualcosa di peloso che gli
passava avanti e indietro sulla faccia, afferrò la cosa e si rese
conto che era una lunga coda, la seguì con la mano fino a sentire un
dorso magrissimo: poteva contare le vertebre della creatura
passandoci sopra le dita.
«Fico!
Riesco a sentirlo al tatto ma non lo vedo. Vieni a sentire James.
James?»
A
James stava succedendo una cosa strana, camminava ma non si muoveva.
«Sono
bloccato, c'è qualcosa qui lo sento, dev'essere un altro Thestral.»
e lo era!
Entrambi
risero della strana situazione in cui si trovavano.
«Dai
James chiamiamo Hagrid, guarda anche gli altri mucchi ormai si sono
dimezzati!»
James
fece per infilarsi una mano nella tasca del mantello ma la infilò
nel vuoto: si era tolto il mantello ai piedi dell'albero perché
aveva caldo!
«Cavoli!
Ho lasciato il fischietto dall'albero!»
«CHE
COSA?» gridò Sirius.
«Non
ho mica fatto apposta» sbottò James.
Entrambi
fecero per muoversi ma evidentemente erano circondati da Thestral
perché ovunque si girassero continuavano a sbattere contro ostacoli invisibili procurandosi dei lividi.
«E
adesso?» esclamò Sirius esausto dopo quindici minuti di inutili
tentativi, nei quali James si era pure beccato una leccata in piene
faccia e un calcio.
«Proviamo
ad urlare» e così fecero per cinque minuti, ma niente.
«Thor!
Thor vieni qui, dia da bravo!» chiamò Sirius esasperato.
Il
cane sollevò pigramente il muso e li guardò.
«Daiiii,
vieniiii...» lo incitò James.
Thor
sembrò valutare un attimo la situazione, ma dopo qualche secondo
tornò a sgranocchiare il suo osso.
«Pigro
di un cane! Che cosa facciamo? Non possiamo stare qui per sempre.»
Improvvisamente
Sirius scoppiò a ridere fragorosamente.
«Beh
che ti prende?» chiese James sorridendo.
«Siamo
proprio ridicoli» gli spiegò Sirius con le lacrime agli occhi.
Effettivamente
la scena era piuttosto comica, soprattutto perché ogni tanto un
Thestral muoveva un passo e pestava un piede a uno dei due che
iniziava a saltellare in maniera buffa andando a sbattere contro gli
animali.
Anche
James scoppiò a ridere.
«Beh
non ci resta che aspettare» constatò alla fine Sirius.
Ma
fortunatamente, dopo appena cinque minuti, ecco sputare Hagrid dal
folto del bosco.
«Pensavo
che vi foste addormentati! Si può sapere che ci fate lì impalati?»
I
due si lanciarono nella spiegazione della loro sventura ridendo ad
ogni pausa.
Anche
Hagrid si mise a ridere ma poi li aiutò a venir fuori dal mare di
Thestral.
«Beh
ne avete attirati un bel po', ce ne sono almeno una trentina» disse
tornando serio, ma continuando a sorridere.
«Prendete
questa fune, ecco. State fermi qui» disse allontanandosi da loro di
qualche metro, tenendo tesa la corda.
«Ora
torneremo al recinto spingendoli» gli spiegò dopo aver visto i loro
sguardi interrogativi.
S'incamminarono,
il viaggio di ritorno fu più lento perché i Thestral a volte si
fermavano, però si divertirono raccontando ad Hagrid le loro famose
malefatte di cui lui non era molto a conoscenza.
Quando
ebbero fatto entrare tutti gli animali nel recinto fecero ritorno
alla capanna.
Furono
stupiti nel vedere che era già calata la sera.
«Bene
per oggi è tutto! Siete stati bravi!» disse Hagrid dando delle
sonore pacche sulle spalle ai ragazzi e facendoli cadere sulle
ginocchia.
«Per
la barba di Merlino, è già ora di cena! Se aspettate un attimo
saliamo insieme al castello»
Hagrid
portò dentro i sacchi vuoti che avevano contenuto la carne e tornò
fuori dopo neanche un minuto.
Durante
il cammino fino alla scuola la stanchezza iniziò ad invadere i due
amici: fino a che avevano riso e scherzato non si erano sentiti per
niente abbattuti, ma ora che camminavano in silenzio quella calò su
di loro come una calda coperta.
Salutarono
il guardiacaccia quando arrivarono in sala grande e si diressero
trascinando i piedi fino al tavolo di Grifondoro.
Individuarono
Peter e Remus che li chiamavano agitando le braccia dal fondo del
tavolo.
«Allora
com'è andata?» domandò Peter tutto eccitato quando i due si furono
abbandonati sulla panca di fronte a loro.
«Benissimo,
ma sono distrutto» sospirò Sirius.
«Idem,
ed ho una fame! Potrei mangiarmi un Ippogrifo!» disse James.
Mentre cenavano i due raccontarono la loro giornata agli amici, anche qualche
altro Grifondoro ascoltava attentamente ridendo ogni tanto.
«Wow
Thestral! Immagino che noi non li vedremo almeno fino al settimo
anno!» commentò Remus ammirato.
«Beh
non è che noi li abbiamo proprio visti!» gli fece notare Sirius.
«Si
beh, ma in ogni caso...»
Dopo
cena James e Sirius dovettero costringere le proprie gambe a
muoversi, fosse stato per i loro corpi si sarebbero fermati a dormire
in Sala Grande.
Appena
arrivati alla sala comune si lasciarono cadere tutti e quattro su
alcune poltroncine, sia Sirius che James volevano andare subito a
letto ma, come gli fece notare Remus, il giorno dopo avevano Pozioni,
Trasfigurazione e Incantesimi e per tutte e tre le materie dovevano
consegnare un tema, quindi si diressero di malavoglia a prendere le
borse dei libri per fare un minimo di compiti.
Fu
solo a mezzanotte passata che i due amici salirono al dormitorio
imbronciati e con il cervello fumante e quando finalmente si
infilarono sotto le coperte e posarono la testa sui cuscini, non
poterono non pensare che il piano malefico dei professori per
metterli fuori uso stava funzionando a meraviglia!
***
Ed ecco il quarto capitolo! Vi informo che è stato un capitolo un po' sofferto, avevo poca ispirazione! Però spero comunque che vi piaccia! Mi raccomando recensite e siate sinceri (magari non troppo crudeli )! =)