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Autore: Vals Fanwriter    23/03/2012    2 recensioni
Già, le sue mani… A dirla tutta, erano quelle che distraevano maggiormente Blaine, così belle, affusolate e lisce. Quante volte si era immaginato a stringerle… Quante volte aveva immaginato che gli prendessero il viso e che Sebastian lo baciasse.
Per la Seblaine Week | 5th day – AU Seblaine
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Week 2012'
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Per la Seblaine Week

5th day – AU Seblaine

 

~

 

Me against you

 

 

 

Le 8:40.

Maledizione, non sarebbe riuscito a trovare un posto decente in aula, come ogni venerdì del resto, a quel dannato corso.

Accelerò il passo e fece slalom tra le persone in fila davanti alla commessa, dietro la cassa del bar dell’università. Percorse un paio di corridoi e, alla fine, si ritrovò a pochi passi dall’aula. La porta era ancora aperta e ciò voleva dire che il professore non era ancora arrivato. Entrò, scorrendo con lo sguardo i posti liberi in classe e non riuscì a non notare la faccia assonnata di Sebastian Smythe, un suo compagno di corso.

‹‹Buongiorno›› gli disse timidamente.

Quello gli rivolse un sorriso giocoso e lo salutò dicendo: ‹‹Buongiorno, Blaine. Sei in ritardo, non dovresti poter entrare›› e rise un po’, mentre un paio di suoi amici accennavano appena una smorfia divertita.

Blaine ricambiò il sorriso e, nel frattempo, gli fornì una risposta sconclusionata, qualcosa come: ‹‹Posso… Il prof non c’è…›› che non fu comunque recepita dal castano, perché quello stava già parlando d’altro con i suoi compagni.

Il moro arrossì un po’ ed imprecò un attimo dentro sé stesso per la figura pessima che aveva fatto, poi si decise a proseguire e ad accomodarsi al secondo banco, proprio dietro Sebastian, il quale era solito stare sempre al centro dell’attenzione, anche per dimostrare le sue conoscenze al docente.

Ecco, Blaine odiava profondamente quel genere di comportamento e, in generale, odiava Sebastian caratterialmente parlando, più che altro perché quel tipo era troppo abituato a snobbare le persone – lui in particolar modo – e a pensare di essere superiore. Insomma, solo perché aveva una media discretamente alta, questo non voleva dire che gli altri fossero spazzatura.

Fece una smorfia seccata mentre pensava ciò e distolse lo sguardo dalla schiena di Sebastian nel modo più naturale possibile, anche se, nel farlo, sembrò quasi che volesse attirare la sua attenzione, infatti si mise seduto composto, con l’espressione di chi ha la puzza sotto il naso e il mento in su. E quindi tanto naturale non era! Ma a lui sembrò tale e quindi tanto di cappello.

Proprio in quel momento, il professore fece il suo ingresso e sembrava avere lo sguardo ancora più assonnato di quello di Sebastian. Dopo essersi stropicciato gli occhi, iniziò a parlare con una voce atona e Blaine, in tutta la lezione, non ascoltò neanche la metà di quello che stava dicendo. Primo, perché era presto per i suoi orari standard, e secondo, perché Sebastian era davanti a lui.

Sì, poteva odiare mille volte i comportamenti di Sebastian, il fatto che si credesse un figo – e lo era davvero! – o il fatto che si sentisse più intelligente di tutti gli altri, ma se c’era una cosa che mai e poi mai avrebbe potuto odiare, quella era il suo sguardo concentrato, mentre era a lezione, con i capelli leggermente arruffati, perché sicuramente, per il troppo sonno, non era riuscito ad acconciarli meglio, e la sua mano che scorreva sul foglio veloce, prendendo appunti.

Già, le sue mani… A dirla tutta, erano quelle che distraevano maggiormente Blaine, così belle, affusolate e lisce. Quante volte si era immaginato a stringerle… Quante volte aveva immaginato che gli prendessero il viso e che Sebastian lo baciasse.

Okay, fondamentalmente Blaine odiava Sebastian, o per meglio dire odiava come veniva trattato da Sebastian, però lo amava allo stesso tempo. Non c’era una parte di sé che non ne fosse completamente rapita, o che pensasse che l’odio potesse prevalere, perché quando il suo cuore batteva forte era perché Sebastian era lì, nei paraggi, magari dieci posti più avanti ma pur sempre lì, visibile, bello come non mai.

 

 

 

Sebastian finse di non accorgersi che Blaine gli aveva dato una risposta. Voltò il capo ed iniziò a raccontare un aneddoto a caso al ragazzo che gli stava seduto accanto, convincendosi che fosse una buona strategia per non far caso al rossore sulle guance del moro, il quale, dal canto suo, sentendosi ignorato, si mosse andando alla ricerca di un posto a sedere.

Non riusciva mai a resistere quando lo vedeva, doveva inavvertitamente stuzzicarlo, dire qualsiasi cosa a suo discapito, allo scopo di vedere almeno una volta vacillare quel sorriso cortese. Tuttavia, l’unica cosa che riusciva a fare era renderlo più introverso di quanto già non fosse e vederlo arrossire immancabilmente, al che si era detto che doveva avere un certo fascino su di lui ed era piuttosto convinto di ciò. Se non che, qualcosa gli diceva che a Blaine non andasse molto a genio l’idea di poter avere una cotta per lui, dato che, se non per dargli il buongiorno, non gli rivolgeva la parola.

A lui, invece, Blaine intrigava in maniera assolutamente incredibile. Qualsiasi gesto facesse, tendeva a creargli una morsa allo stomaco: quando lo osservava di soppiatto, quando alzava il mento per apparire offeso, quando lo chiamava per nome…

‹‹Sebastian›› sussurrò Blaine, dietro di lui, mentre il professore se ne stava girato verso la lavagna a scrivere.

Il diretto interessato sobbalzò e la stretta allo stomaco si fece sentire più forte, facendogli quasi venire la pelle d’oca. Si voltò leggermente verso il moro.

‹‹Mmh?›› fece fingendo indifferenza.

‹‹Puoi ripetermi la definizione che ha appena detto››.

Sebastian ghignò e gli rivolse un’espressione compiaciuta.

‹‹Ti sei distratto, eh? A cosa pensavi?›› gli domandò sornione, mettendo un bel po’ di parole nascoste tra le righe.

Blaine arrossì, per la seconda volta quella mattina.

‹‹Nulla… Ero solo…›› farfugliò agitato.

‹‹Solo?›› soffiò Sebastian, dando uno sguardo al docente per assicurarsi che non si fosse accorto della loro conversazione.

‹‹Nulla›› disse di nuovo Blaine, stavolta con un tono abbastanza deciso.

Sebastian fece spallucce e poi gli riferì ciò che voleva sapere.

‹‹Sta’ più attento›› aggiunse dopo, ‹‹Io non scappo, ma le definizioni sì›› e fu quasi certo che, mentre tornava a concentrarsi sulla lezione, Blaine avesse aggrottato le sopracciglia e boccheggiato un paio di volte, sempre più imbarazzato.

Amava troppo vederlo in difficoltà, ma ogni volta era una battaglia persa, Sebastian contro Blaine e contro tutto quello che era… tutta quella tenerezza, che lo faceva andare in corto… sempre.

 

 

 

“I found your fingerprints on a glass of wine.
Do you know you’re leaving them all over this heart of mine too?
But if I never take this leap of faith, I’ll never know
So I'm learning to fall with no safety net to cushion the blow…”

~ Natasha Betingfield, I bruise easily ~

 

Fine.

   
 
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