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Autore: MishaLaMezzElfa    23/03/2012    1 recensioni
Kasumi, dopo aver sconfitto la DOATEC, è costretta a fuggire dal villaggio in cui era nata e cresciuta, perchè bollata come traditrice.
Dietro a questo, però, c'è molto di più: Kasumi, poco prima di scappare, ha avuto un forte legame sentimentale con Ryu, grande amico del fratello di Kasumi, Hayate.
Da qui prende avvio la videnda.
Questa è la prima FanFiction che scrivo...Siate clementi, ma non troppo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tomonobu Itagaki ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shinji saltellava entusiasta attorno al padre, nonostante i suoi diciassette anni compiuti.
Come biasimarlo? Aveva appena conosciuto di persona l’uomo che gli era sempre stato descritto: non poteva e non riusciva a trattenere tutta la sua gioia.
Ryu, al contrario, era pensieroso e taciturno: il figlio era a conoscenza del carattere schivo dell’uomo, grazie ai racconti di sua madre, ma sperava in una reazione meno fredda e controllata.
Sperava in un abbraccio o in qualche domanda.
Niente.
Sembrava che il genitore non fosse interessato a lui.
< Padre, cosa avete? Non mi parlate. C’è qualcosa che vi turba? >
Ryu si voltò, visibilmente imbarazzato:
< Shinji, cerca di capire la mia situazione, ho appena scoperto che la donna che in questi diciassette anni è stata al primo posto nei miei pensieri e che credevo morta è, in realtà, viva. Non solo, ho anche appreso di avere un figlio con lei. Figlio che mi è sempre stato tenuto nascosto! Credo di avere il diritto di essere un po’ turbato. >
Il ragazzo annuì con un sorriso esitante.                                                                                                                 
< Certo, avete ragione. Chiedo perdono. >  Mormorò.                                                                                  
L’uomo comprese dall’espressione del figlio di aver esagerato e cercò, nonostante non fosse mai stato bravo con le parole, di rimediare a quel pasticcio.                                                                          
< Non devi scusarti, sono io che devo farlo: non volevo essere così duro con te. Sono in  imbarazzato:  non vedo Kasumi da troppo tempo. >
Il giovane osservò l’uomo con molta attenzione, mentre si dirigevano verso la strada principale che attraversava il villaggio.
Ryu si perse nei suoi pensieri osservando gli abitanti del posto: alcuni bambini giocavano lungo la via, sorvegliati dagli occhi vigili delle donne che stavano filando fuori dalle porte delle case; degli uomini trasportavano della legna; altri riparavano un carro mentre alcuni fissavano delle ghirlande sulle porte delle abitazioni.
Tra di loro i cittadini parlavano, scherzavano, si chiamavano per nome e ridevano.
Ryu pensò che nel suo villaggio nessuno avrebbe mai lasciato correre il proprio figlio, né si sarebbe rivolto in modo così rozzo ai propri vicini.
Lì c’erano rumore e colori.
Dove viveva lui regnava il silenzio più assoluto, interrotto solo dagli annunci del  capo-clan.
Non tollerava molto quegli schiamazzi e quelle grida, lo infastidivano e gli impedivano di concentrarsi completamente.

Cosa aveva trovato Kasumi in quel luogo? Cosa poteva averla convinta a restare?

<…Re? >
La voce di Shinji lo riportò alla realtà.
< Come hai detto Shin? >
Il ragazzo battè le mani, contento del fatto che il genitore  avesse usato il suo soprannome.
< Si sente bene padre? >
L’uomo annuì, sorridendo e passò una mano fra i capelli del giovane, scompigliandoli.
< Ryu-Sama, lei ama ancora OokaSama? >
L’uomo si voltò nuovamente verso il figlio, osservandolo con malcelato stupore.
Che ragazzino curioso. Pensò immediatamente.
< Perché me lo chiedi? Stai indagando per conto di tua madre? > Domandò Ryu bruscamente, dimenticandosi della spiccata sensibilità di Shinji.

Per gli Dei, perché lo stai trattando così? Chiese a sé stesso.

Perché volevi che a chiedertelo fosse Kasumi, vero?

Zitto! Non complicare le cose!

Dì la verità: dopotutto è tuo figlio!

Ryu sospese il suo monologo interiore quando notò la faccia triste dell’altro.
< No Onorevole Padre, era solo una mia curiosità. Non volevo mancarle di rispetto, volevo solo sapere. >
< Scusa mi figliolo, hai tutto il diritto di sapere. È solo colpa mia, non avrei dovuto risponderti così… >
Sospirò.
< Si. Io sono ancora innamorato di tua madre. In tutti questi anni lei è stata il mio chiodo fisso. Tra una missione e l’altra ho sempre continuato le mie ricerche, sicuro che fosse ancora viva. Poi, un giorno, scopro di dover accompagnare Hayate, tuo zio, in un villaggio sperduto fra le montagne per cercare delle erbe curative ed ecco la sorpresa: la donna dei miei sogni è viva ed ha un figlio. Mio figlio. >
Ryu si voltò verso il ragazzo che gli sorrideva e lo osservava felice.
< Shinji, che ne diresti di venire a vivere nel mio villaggio per qualche tempo? Mi piacerebbe farti conoscere tutto il clan: Ayame-Sama sarebbe entusiasta di te e, beh, sarebbe anche molto contenta di poter rivedere Kasumi. >
Il ragazzo sgranò gli occhi per lo stupore: conoscere i membri del clan al quale era appartenuta sua madre?
Poteva ritenersi degno di tale onore?
Sorrise al padre e, con entusiasmo, disse:
< Ne sarei felicissimo Onorevole Padre. >
Si fermarono entrambi e Shinji ne approfittò per abbracciare il genitore. Ryu, nonostante l’imbarazzo, ricambiò la stretta e capì, sentì, che era giusto così.
Non sarebbe potuta andare diversamente.
In quel momento l’uomo notò tre figure a lui familiari: Hayate, Hitomi e Ayane si stavano avvicinando loro con passo svelto, quasi marziale.
Ryu, nonostante la lontananza poteva già vedere l’espressione irata dell’amico… Probabilmente non gli avrebbe mai perdonato l’avventura con la sorella ma non gli avrebbe risparmiato il fatto che non glielo aveva mai detto.
Era davvero nei guai.

Cosa diavolo ho fatto per cacciarmi in tutto questo?

Eri innamorato no?

Lo sono ancora…

Il brevissimo dialogo con la sua coscienza si concluse quando il figlio si staccò dall’abbraccio e, contemporaneamente, arrivarono i suoi amici.
Shinji li salutò con educazione ricevendo in cambio dei profondi e rispettosi inchini.
Anche Ryu porse i saluti ai presenti ma non ottenne risposta tranne che da Hitomi, la quale s’era inchinata timidamente ricevendo un’occhiata di disprezzo da parte di Ayane.
< Shinji-Kun saresti così gentile da condurci presso la tua dimora? Ho urgenza di parlare con tua madre. > Domandò Hayate con cortese fermezza.
< Certo Onorevole Zio. Sarà per me un vero onore. >
L’educazione di certo non gli mancava, anzi, risultava quasi pomposo.

Il tragitto non durò che pochi minuti, sebbene a Ryu, poco fa, fossero sembrate ore.
Nel giardino di fronte alla casa trovarono Eiko, intenta a suonare il koto, e Kasumi, che correggeva l’allieva, mostrandole dei passi di danza.
Avanzando verso di loro Ryu non poté fare a meno di notare che la più grande aveva mantenuto il suo fascino e la sua grazia: vedeva i suoi piedi posarsi in modo leggiadro sul terreno, senza alzare neppure un granello di polvere.
La musica sembrava provenire da Kasumi stessa che danzava concentrata, con un sorriso appena accennato.
- Clap, Clap  -
A battere le mani era stata Ayane, che osservava la sorellastra con disprezzo: non le aveva ancora perdonato di averle rubato l’affetto di Hayate, il suo Hayate.
< Brava sorella! Adesso danzi? Devo dire che ti riesce un po’ meglio del combattere, ma sei comunque molto scarsa anche in questo. A quanto pare l’unica cosa che ti riesce bene è fuggire. > La donna dai capelli viola pronunciò quelle parole con disprezzo e sarcasmo, provocando l’improvvisa reazione di Ryu, il quale scattò contro di lei con l’intento di colpirla.
Tra i due si mise in mezzo Hayate, irritato dal comportamento di entrambi.
< Ayane ti proibisco di parlare così a tua sorella… > Un sospiro e si voltò verso l’uomo. < Ryu tu ed io parleremo dopo. >
Il tono e la frase non promettevano nulla di buono.
< Kasumi-Sama sapresti cortesemente indicarci un posto per la notte? > Chiese Hitomi tentando di sciogliere la tensione.
< Sarà per me un vero onore accogliere i venerabili ospiti. > Rispose Eiko al posto della donna
< Tu, bambina, chi saresti? > Domandò Ayane con ironia
< Il mio nome è Eiko. Sono la figlia di Juzo-Sensei, il capo villaggio. > Ribatté la giovane inchinandosi.
Prima cha Ayane potesse far degenerare la situazione Hitomi intervenne accettando la sua offerta e ringraziandola.


Il sole stava tramontando mentre il cielo si tingeva di sfumature rosse e arancio: se solo si fossero fermati a osservarlo per un attimo, tutti i presenti sarebbero rimasti rapiti ed affascinati da quel magnifico spettacolo.
Purtroppo non fu così.
Ayane, Hitomi, Eiko e Shinji furono costretti da Hayate a recarsi nella dimora del capo villaggio mentre l’uomo, Ryu e Kasumi rimasero nella casa della donna, pronti per chiarire tutto ciò che per diciassette anni era rimasto in sospeso.
< Noi tre dobbiamo parlare. > Sentenziò Hayate con un tono che non ammetteva repliche.
I tre fecero il loro ingresso nell’abitazione e Kasumi, un istante prima di chiudere l’uscio, osservò il cielo rosso e si chiese il perché di tutto quello che stava accadendo.


Con un sospiro chiuse la porta e si preparò ad affrontare il momento che aveva popolato i suoi incubi negli ultimi tempi: il confronto faccia a faccia con i due uomini più importanti della sua vita.
 
 
 
Angolo di Misha

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che leggono e commentano: GRAZIE!
Spero che la trama vi piaccia e sia abbastanza coinvolgente: non vorrei essere troppo banale e/o ripetitiva.
Mi sto impegnando al massimo per scrivere in un italiano decente, ma alcuni errori mi sfuggono, dunque vi chiedo scusa fin d’ora.
Questo capitolo mi piace molto, poiché mi sono sforzata di entrare nella mente dei personaggi, di immedesimarmi, per renderli più credibili…So che i ninja dovrebbero essere più taciturni e fini ma più di così non ci riesco proprio.
Dopo questi allegri deliri vi lascio per andare a dormire e vi ringrazio ancora se vorrete commentare.
Arigatou gozaimasu
  
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