Un abisso.
Il buio.
È profondo, e brucia.
È come acqua nei polmoni e non importa quanto urli, nessuno sente un bel niente, né qualcuno si accorge di quella che risale su per il viso e ti bagna le guance ormai troppo spesso, e nessuno immerge il braccio nei pensieri che ti scoppiano in testa e ti tira su per permetterti di respirare.
Un sorriso.
Una lacrima.
Un addio nemmeno mai pronunciato.
Degli occhi e la pioggia di quei giorni.
È palpitante e straccia.
Sono ricordi che si attaccano alle pareti del cuore quasi come dopo un'ustione grave con ancora i vestiti addosso, quelli che non smettono di inquinarti e riempirti i polmoni nemmeno se cerchi ti tapparti le narici e abbandonarti all'effetto che l'ossigeno che manca ti fa sentire fin dentro alle viscere.
Ma la verità è che è lui, quello che sento più di tutto.
Lui e il modo in cui cammina.
Il modo in cui osserva distrattamente intorno a sé.
Il modo in cui mi guarda.
Il modo in cui continuo a morire per come siamo lontani e come lo sento comunque.
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Can't stop rememberin'.
(G)