"Facciamo uno spuntino."
"Uno... spuntino?"

-Guardami negli occhi…
Le disse con voce roca, lei ubbidì e abbassò lo sguardo, ma non troppo, giusto perché potesse arrivare a quei grandi occhi azzurri e non scendere più in giù, lo fissava senza abbandonarlo un secondo. Le passò un dito sulla bocca carnosa che si dischiuse a quel contatto lasciando uscire un piccolo sospiro. Jared passò più volte su quelle labbra che lo attiravano, le sognava sul suo corpo a lasciare baci e piccoli morsi che lei era abituata a dare, ma non voleva, non poteva darla vinta a Sum, l’avrebbe fatta soffrire un altro po’ prima di concedersi completamente a lei.

Non sono la solita fan deficiente che ti scrive cose strappalacrime o tenerissime o cose che a te francamente rompono il cazzo, se stai cercando qualcuno che ti dica “ti amo” stai sbagliando persona, io invece sono una semplice ragazza che per voi farebbe tutto. Non so se avete già una groupie di confidenza o se a voi queste cose non interessano comunque ti lascio la mia foto e il mio numero di cellulare.
Sono certa della mia bellezza, sono certa di me stessa insomma come posso perdere questa scommessa?
"La regola è non innamorarsi, ricordi Glee?".
"Lo ricorderò sempre caro Tomo adesso lasciami andare per favore".

"Scommettiamo...riuscirò a portarmela a letto entro stasera,massimo domani" Rispose il batterista .
Il croato alzò gli occhi al cielo per poi puntarli in quelli color ambra del batterista.
"Cosa vorresti scommettere?"chiese intuendo che non si sarebbe mai arreso.
"Mmm...facciamo così,se ci riesco....mi pulisci la casa per un mese.Se non ci riesco...rinuncierò a scoparmela"Rispose sempre con quel falso sorriso stampato sulle labbra.
"La posta è troppo alta per me e troppo bassa per te.La voglio equa" Lo sfidò il croato.
"Allora...cucino per un mese"
Il croato iniziò a riflettere.Shannon era un'ottimo cuoco se si metteva d'impegno .Lui non aveva tempo per cucinare e magari avrebbe potuto sfruttarlo per organizzare una cenetta al lume di candela con Vicky.
Lo fissò ancora, poi gli strinse la mano e disse."D'accordo".

Jared lanciò un gridolino.
«HAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! CHI SEI TU? CHE CI FAI A CASA MIA? » prese il suo Blackberry e glielo puntò contro. « HO UN BLACKBERRY E NON HO PAURA DI USARLO.»
«Jared, sono Tim. Tim Kelleher…suono con voi da anni..e ogni volta è la solita storia. Capisco che ormai hai 40 anni, però.. »
«..Però non li dimostro affato, lo so! Grazie! Ah, comunque piacere mio, Tom!»

48 milioni di miglia, la distanza media tra Terra e Marte, la distanza che Jared sentiva tra lui e Mary.
La mia, personale versione della storia tra Jared e la Mary di Buddha for Mary.
Dall'Epilogo:
«Come faccio?» chiese Jared. «Anche se andassi a Los Angeles stesso, come posso essere sicuro di riuscirci?»
Mary soppesò le parole prima di rispondere.
«La tua voce è una di quelle che fa stare bene le persone. Fa stare bene me, e nessuno può sapere quanto ho provato a stare bene in altri modi, prima» disse poi sinceramente, spiazzandolo. «Tieniti stretto il tuo sogno e punta verso l’alto, Jared, abbatti tutti i muri di cemento contro cui dovrai lottare. Credici. Io ci credo.»
[...]
Stettero in silenzio per qualche secondo, poi Jared esclamò, con un mezzo sorriso: «Allora scriverò una canzone su di te».

“Shannon?”
“Dimmi, Jared.”
“Ma… come si fanno i bambini?”
Storia di ordinaria follia e demenza senile!

“Okay, finito! Beh, mi ascoltate?!” Jared sbuffò innervosito. Non si erano ancora accorti del nuovo taglio di capelli e ridacchiavano tra loro senza degnarlo di uno sguardo. Se solo non fosse eccitato per la canzone che era riuscito finalmente a scrivere, gli avrebbe picchiati con la tastiera stessa.
“Siamo tutti orecchi” disse Tomo, prendendo in mano il testo che Jared gli stava porgendo.
“Bella! Mi piace! Come si chiama?” Chiese, passando a sua volta il testo anche a Shannon.
“Mh, penso la chiamerò… Alibi!”