La osservai meglio. Il viso tondo, la pelle diafana ma con le gote arrossate dalla corsa, un sorrisetto sornione sulle labbra, gli occhi vispi, forse troppo, i capelli indomabili: quello sicuramente non era un abbigliamento adatto ad un collegio prestigioso come Wertley; la camicetta bianca sembrava voler sgusciare dalla gonna a pieghe malamente stropicciata, le calze non erano allineate, difatti una arrivava correttamente al ginocchio mentre l'altra era scivolata mollemente sino alla caviglia, facendo scorgere delle ginocchia sbucciate su delle gambe secche e piene di lividi. La cravatta sicuramente non era nel posto che le spettava, le fasciava la testa ricadendo di lato. Lei continuava a ridere come se non gliene fregasse niente di nessuno ne di dove si trovasse. La mia famiglia mi aveva detto che a Wertley comportamenti troppo frivoli o vivaci non sarebbero stati tollerati ma quella bambina sembrava non curarsene...
Il ragazzo che ci stava conducendo ai dormitori mi scosse dai miei pensieri facendoci superare quella ragazzina sbucata dal nulla per condurci al nostro dormitorio. La sentii urlare dal pianerottolo sottostante un vivace: "BENVENUTI A WERTLEY DAMERINI!"
Ero dinanzi al mio letto quando sussurrai a me stesso: - Devo assolutamente scoprire il nome di quella bambina. -