Faceva freddo. Un freddo fottuto da tremare e battere i denti e la luna se ne stava lassù senza calore come un lampione fuori misura. Gli si stavano congelando le caviglie sotto alle calze a rete oltre alla punta del naso che cercava disperatamente di nascondere nel bavero della pelliccia. Emiliano decise che il lavoro poteva andare a farsi fottere quella sera. Si chinò per sfilarsi le tacco dodici e si avviò verso la tavola calda dietro l'angolo tenendole in mano. Non credeva di incontrarci un artista in quel posto desolato sotto le luci al neon. Incontrare un tipo che con un simile candore gli chiedesse di essere suo modello invece che suo amante.
Non credeva nella nascita di un qualcosa di così tanto profondo da andare a scavare nell'anima e coinvolgere il corpo in una folle corsa all'immortalità, una tela dopo l'altra. Pensava che incontri simili capitassero solo nei film.