Frozen Jude
Membro dal: 10/07/10
Recensore Junior (104 recensioni)
 Al lettore.


L'errore, la stoltezza, i laidi trascorsi
ci attanagliano l'anima, crucciando i nostri petti;
noi sottoliniamo i nostri amabili rimorsi
come i pezzenti nutrono i loro immondi insetti.

Son tenaci i peccati e vili pentimenti;
ci confessiamo chiedendo una mercede abietta,
poi sulla via melmosa ritorniamo contenti,
credendoci detersi da qualche lacrimetta.

Satana Trimegisto, accanto all'origliere
del peccato, ci culla rapiti lungamente,
e il metallo del nostro indomito volere
fonde, appena lo tocca quel chimico sapiente.

I fili ci muovono, il Diavolo le tiene!
Ci avvincono le cose ripugnanti e bestiali;
senza orrore ogni giorno, fra le tenebre oscene,
ci avviciniamo d'un passo alle porte infernali.

Come un vizioso povero che bacia e succhia il seno
martoriato e ferito di una vecchia puttana,
noi rubiamo passando il piacere terreno
e lo spremiamo rabbiosi come un arancia secca.

Entro il nostro cervello, come un groppo di vermi,
un popolo di dèmoni gozzoviglia crudele
e, quando respiriamo, entro i polmoni infermi
precipita la Morte con sue cupe querele.

Se lo stupro, l'incendio, il veleno, il pugnale
non hanno ricamato con perizia squisita
dei nostri giorni grigi l'orditura banale,
gli è che l'anima nostra non è abbastanza ardita!

Ma fra i lupi, le iene, i falchi e le pantere,
le scimmie, i sciacalli, gli scorpioni, i serpenti
che urlano e grugniscono, giostrando in turpi schiere
entro il serraglio infame dei nostri traviamenti,

uno ve n'è, più laido, più maligno ed immondo!
Sebbene non accenni un gesto ne un bisbiglio,
vedrebbe volentieri crollare l'interno mondo
e inghiottirebbe il globo con un grande sbadiglio:

é la Noia! Con l'occhio di lacrime appannato
fuma e sogna la forca nel suo tardo cervello.
Tu, lettor, conosci quel mostro delicato,
- ipocrita lettore,-  mio pari, mio fratello!


[Charles Baudelaire]


 

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Ai miei lettori.

Il mio nome è preso da quello di un assassino,
l'aggettivo che lo precede rappresenta come spesso mi sento.
Gelida.
Gelida fuori dalla carta, dove le mie parole non contano nulla.
Gelida dove non riesco ad emozionare nessuno con i miei pensieri.
Gelida laddove nessuno si complimenta con me.
Gelida dentro, quando non riesco a raggiungere i miei obbiettivi.
Ma qui ci sono riuscita, ho scritto qualcosa che veniva dal cuore,
ci ho messo l'anima e tutta la passione di cui ero capace.
Ce la sto mettendo ancora. Non smetterà mai.
Perchè l'amore per la scrittura, l'amore per la lettura,
è un amore che non tradisce e non finisce mai.
Ne finirà mai per me, quindi sono qui,
ad aspettare di emozionare quanto i libri
e la letteratura hanno emozionato me.

Ai miei lettori, io dico grazie.
Solo loro non riescono a farmi sentire Gelida.


Valentina

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