Irrimediabilmente pigra, instancabilmente pessimista e proverbialmente ansiosa, si tuffa a capofitto in tutte quelle fic stracolme di malinconia e tristezza, assaporando in anticipo l’idea di versare fiumi di lacrime  sulla tastiera in virtù del suo lato drammatico-emotivo-commovente.

E’ dotata di un’inflessibile cocciutaggine, che metà delle volte non la risparmia dal fare lorde figure.

Parla poco. Quelle volte che apre bocca si pente di quello che dice, maledicendo gli apatici tempi di reazione del proprio cervello rispetto alla sovrumana velocità della sua lingua.

Ogni 28 giorni il suo latente senso del caramellato prende il sopravvento, con l’ostinata tendenza a gettare su ogni cosa in grado di respirare un pesante strato di glassa. Occhio alle carie.

Sociofobica.

A detta delle compagne di sventure scolastiche assomiglia ad un procione.