claire ha paura.
strizza gli occhi, abbassa lo sguardo e vola. sogna di volare via,
rinchiusa nella sua scatola di tristezza e chiodi di garofano. e
pensare che le sigarette non sono ancora finite. infiniti colpi contro
il muro e dita spezzate, allacciamoci
le vene a vicenda. stringimi ancora amore mio. intorno a
noi nessuno, claire è stanca ma sorseggia vino rosso e
ingurgita antidolorifici pensando che alla fine tutto quel male le
passerà. peccato che le medicine non possano curare il suo
dolore. le orecchie percepiscono suoni sconnessi, balene e gatti blu.
le labbra si muovono, sussurrano dolci canzoni che nessuno
può udire. il suo sole è così lontano
che non riesce nemmeno ad accarezzarlo, la mia povera bambina. parlare
in terza persona, dice, la aiuta a mettere in ordine le sue
personalità. no, niente maschere, quelle le ha dimenticate
al cinema diversi anni fa. nascondiamoci dietro ad alberi e scambiamoci
gli organi. musicalità nelle tue parole, ingoia versi e
baudelaire le fa da balia, cullandola tra assenzio e oppio. oh, mia
musa dannata, ricordi
ancora quegli occhi talmente luminosi da essere diventati cielo ?
facciamo l'amore con il vuoto e con i sorrisi. claire sta annegando, e
questa volta sta annegando davvero. le senti, le sue costole iniziano a
spezzarsi, le tue gambe cedono sotto il pesante fardello della vita. in
fondo è solo paura. quella paura che si sveglia con lei ogni
mattina e la accompagna sotto le coperte ogni sera. quella paura che la
distrugge, negli angoli. in casa, sotto il letto. sì, una
volta l'ha trovata anche dentro ad un biscotto. biscotti, vomitando
unicorni ama tagliarsi le ginocchia e sistemarle a suo piacere.
sistemiamoci i cuori.
e
anche questa volta, non ce l'ha fatta a farla scomparire.
la
paura.