Peeta appoggia la sua fronte sulla mia e lo vedo sorridermi, intrecciando la sua mano con la mia, baciandomi la punta del naso come ha fatto prima. Il suo viso è accaldato ed i miei occhi si muovono per osservarlo negli occhi, e sulle labbra, come se fossi attratta da lui, anche se non dovrei esserlo. Non ora, né mai. Ma alla fine, la prima a muoversi sono io, ricongiungendo la mia bocca alla sua, bramando altri baci, altre carezze, stringendomi a lui come se non ne potessi fare a meno. E forse è esattamente così, forse, in questo momento, Peeta è il pane di cui ho bisogno per sopravvivere.
Until the day I die non è solo una storia d’amore, è la storia di come una singola scelta può cambiare il corso della vita e delle vite di molti, influendo sulla storia stessa.
{A LaGattaImbronciata ♥ Non sarebbe nata senza di te}

Il cielo era scuro, si stava preparando alla tempesta, che regnava già nell'animo di quel giovane cresciuto troppo in fretta, quel bambino diventato uomo in troppo poco tempo. Come un lampo gli tornarono in mente dei ricordi - Si trovava nella sala da pranzo, con lui c'erano suo padre e Bellatrix stavano cercando di convincerlo accettare il marchio nero. Draco non voleva, non voleva che quell'orrido segno indelebile gli macchiasse la pelle, che gli insozzasse l'anima. Ma quei due non erano lì per ascoltare le sue ragioni o il suo rifiuto, l'unica cosa che volevano sentirsi dire era quel "Sì" che lui proprio non riusciva a pronunciare, ma a loro non interessava. Il primo lampo di luce rossa, il primo dolore che sembra ti stia bruciando vivo dall'interno. Il secondo, tanti spilli che come attratti da una calamita cercano di uscire dal tuo corpo. Il terzo. Il quarto. Il decimo. E con un flebile sussurro nel vuoto "Sì..." e tutto cessò, finì tutto, la sua libertà, la sua felicità, la sua voglia di vivere- Cadde come corpo morto cade, mentre pioggia lampi e fulmini lo circondavano.

- "Non c'è più bisogno di fingersi forte con me, Katniss". Pensò, mentre la pedana cominciò ad alzarsi, conducendolo sul palco.
- Le telecamere continuavano a riprenderli, non poteva fare nient'altro tranne continuare a recitare. Mai avrebbe creduto che baciarla sarebbe stato così doloroso. "Sbagliato".
- Aveva sognato tutto quello per quasi la sua intera vita. Stringere Katniss tra le sue braccia, accarezzarle il fianco e sentire la sua nuca appoggiata al suo petto.
- «Scappiamo. Per un po', almeno». Rispose, allungando il passo.
- Non aveva senso cercare di avvicinarsi a lei soltanto perché, durante il Tour, erano soltanto loro due. Non voleva essere colui che apriva le braccia quando non c'era nessun altro a sorreggerla.
- La piccola aveva le braccia lungo i fianchi, i capelli sciolti che le cadevano, scuri, sulle le spalle. Aveva i suoi occhi, ma la bocca era tutta di sua madre. «La mamma è andata nel bosco?» Domandò sedendosi ed aspettando che Peeta le tagliasse il pancake.
{Fa parte della serie Colors || Pre-Post!HungerGames, Pre-Post!Colors}

[What If?][Everlark]
E se i distretti avessero creduto alla storia d'amore tra Katniss e Peeta? Ci sarebbe stato un matrimonio, no? Ma come si sarebbe evoluta la storia? Speriamo di avervi incuriositi.
FanFiction scritta a quattro mani da IAmTheJoker96 e _merasavia, che cerca di dare una risposta alle domande poste precedentemente.
Vi lasciamo alla lettura, e speriamo possiate apprezzare questa piccola opera, nata dalle nostre menti.

-Io ti amerò sempre Peter Pan!- questo gli sussurrai quando lui si era già allontanato dalla mia finestra, dopo averci riportato a casa.
E lui non mi aveva sentito. E lo sapevo. Eppure sentivo un enorme groppo in gola nel vederlo andare via. Sapevo che non l'avrei più rivisto e questo mi intristiva. Mi ero innamorata di lui a poco a poco, del suo carattere ribelle, dei suoi modi sbarazzini, della sua risata, della sua allegria. Tutto di lui mi aveva conquistata.
Avevo vissuto la più incredibile delle avventure e ne ero rimasta scottata. Perché l'avventura vera non era essere andata all'Isola Che Non C'è, era stato innamorarmi di lui. Stupida! Stupida! Non avrebbe mai potuto ricambiare, non conosceva il significato dell'amore, perché eravamo solo bambini, ai tempi e lui non avrebbe mai potuto vivere nel mio mondo. Perché lui era Peter Pan, il bambino che non sarebbe mai cresciuto, che amava giocare e che volava da una parte all'altra dell'isola come un uccellino. Lui che vedeva tutto come un gioco.

"Allora, Mezzosangue, ti disgusto? Ti faccio paura?" Lei non si mosse, sfidandolo con lo sguardo. Lui le afferrò un polso, mentre la manica scivolava fino a scoprire la scritta, continuando a guardarla. "Tu non sai nemmeno cos'è il disgusto." Disse sprezzante, poi avvicinò il viso al suo orecchio. "Tu non hai idea di cosa sia la paura." Sussurrò lentamente.

[Everlark] [What if?]
Katniss Everdeen. 16 anni. Distretto 12.
Peeta Mellark. 16 anni. Capitol City.
Due mondi opposti che si scontreranno, due ragazzi che cambieranno per sempre le sorti di Panem.
***
Dal primo capitolo:
Peeta si sentiva più sereno, più tranquillo in quel momento. Pensò che forse si sarebbe abituato a quel mondo, prima o poi. Che un giorno avrebbe camminato per quelle strade senza sentirsi inadeguato, diverso. Di certo Peeta non poteva ancora sapere cosa gli avrebbe riservato il destino da lì a poco. Non poteva ancora immaginare che una persona sarebbe entrata nella sua vita all'improvviso, sconvolgendogli l'esistenza. Né poteva sapere che quella stessa persona, l'indomani mattina, si sarebbe offerta volontaria agli Hunger Games per salvare sua sorella.

Direttamente dal primo capitolo:
"- Vai alla NYADA?- esclamò il ragazzo entusiasta. - Lì ci entrano solo i migliori.-
- Bè, modestamente.- scherzò Rachel nascondendo il rossore alle guance. -Tu dove vai invece?- chiese la ragazza incuriosita.
- Alla Actors Studio. E' tosta.- rispose lui pensieroso.
-Anche lì entrano solo i migliori.- disse Rachel, sincera.
- Modestamente.- rispose Finn, imitando la risposta di Rachel."

Ho dipinto Katniss. Tra le foglie secche e le farfalle. Di rosso. Di blu. Quando Haymitch viene a controllare che io mangi, di tanto in tanto, che mi faccia una doccia, che non mi butti dalla finestra, scuote la testa sempre più avvilito. Mi stringo nelle spalle, tentando di riprendermi i miei colori. Devo dipingerla, anche se lui non può capirlo. [...]
Cammino, stanca, senza distogliere gli occhi da quella casa, come se fosse magnetica, come se tutto il mio corpo volesse essere lì. Ma non posso. È passato più di un mese dall'ultima volta che gli ho parlato e non posso più sgattaiolare fuori di casa all'alba per scappare nel bosco per tutto il giorno per non incontrarlo.
{Sequel della fanfiction Red. e Blue.|| Lettura consigliata ad un pubblico adulto. Fanfiction psicologica che tratta in modo esplicito di tematiche delicate}

Katniss e Peeta.
Sono gli stessi sedicenni del primo libro che noi tutti conosciamo, costretti a diventare tributi nei 74° Hunger Games.
Ma con una grande differenza: gli "Sfortunati Amanti del Distretto 12" sono realmente innamorati.
Lo sono da prima della mietitura.
Come potranno affrontare l'arena tenendo così tanto l'uno all'altra? Riusciranno comunque a ingannare Capitol City, il presidente Snow e gli strateghi e tornare a casa entrambi?
E soprattutto... il loro amore sopravviverà agli Hunger Games?
ATTENZIONE: dal sesto capitolo il rating cambia e diventa rosso.

"«Come ti senti oggi, Peeta?»
Aurelius mi guarda, aspettando una risposta. Viene a trovarmi ogni lunedì e ogni giovedì, sempre alla stessa ora. Le sue visite mi danno il senso del trascorrere del tempo, come un orologio. Dice che è positivo."
[...]
"Ho creduto di aver trovato l'unica persona con la quale potessi vivere, ma non era reale. Era soltanto un piccola speranza di un cuore rotto che ora sembra quasi non esistere più. Con i suoi battiti scandisce il tempo e nulla più. Non ho alcuno che possa sopportare tutto con me, nessuno può incarcerarmi se non io stessa e l'ho fatto."
{Sequel della fanfiction Red. || Lettura consigliata ad un pubblico adulto. Fanfiction psicologica che tratta in modo esplicito di tematiche delicate}

"Per quanto ci abbia provato, la morte non è mai venuta a prendermi. Sono molto arrabbiata del suo libero arbitrio per la scelta delle persone da raccogliere. Adesso mi ha addirittura lasciata con questo barlume di lei, che ogni tanto mi attanaglia, ma che poi se ne va, in un modo o nell’altro, presto o tardi, lasciandomi esattamente come prima che arrivasse, ma molto più stanca."
E la stanchezza lascerà a Katniss una sola obbligata: vivere essendo consapevole.
Lei e Peeta, insieme, varcheranno le soglie di una nuova realtà, scoprendosi di nuovo.

"Credi sarebbe successo comunque, se le bombe di Gale non ti avessero..."
"Si. Lei e Gale sono troppo simili, Peeta è il suo opposto, lui è il suo yang. Lui la completa."
-
Qualcuno guarda quei due dall'alto, li segue mentre cercano di riprendersi dalla guerra.
La fine del canto della rivolta, visto e narrato da una dolce paperella.

[Post Mockingjay, pre-epilogo] Colpa. Quel sentimento volgare, parassita, velenoso, in grado di distruggere ogni cosa. [...] Colpa di aver bisogno l’uno dell’altro nonostante la vicinanza non facesse che ricordare a entrambi tutto il male subito e inferto. Colpa di usarsi a vicenda per sopravvivere, impedendosi a vicenda di provare a… vivere. Ma vivere per cosa, poi? Per chi, ormai?

Sebastian a queste parole scattò in un baleno verso la ragazza, come preso da un impeto di ira, e, quando le fu così vicino da farle sentire il suo fiato sulla pelle, le sussurrò..... Per un secondo aveva dimenticato completamente Brittany. Per un secondo aveva dimenticato di avere di fronte un nemico. Per un secondo tutta la sua forza era svanita.