Ha un bel sorriso, ma.. non mi convince. Questa frase mi suona più come un’imposizione, che come una proposta. Come se volesse dire: “Ti ho salvato, adesso sei il mio schiavo”.

Cercava di non pensare a quell’abbraccio, a quei comportamenti così persuasivi di Jong. Più cercava di non rimuginarci, più ci rifletteva.
La luce naturale diventava sempre più fioca così accese il lume all’interno della tenda, cercando di ignorare il più possibile Jonghyun che era rimasto ancora fermo, lì, immobile, senza fiatare.
< A te…ti piacciono i sandwich al prosciutto? > provò a chiedergli, per tentare di troncare quella strana sensazione nell’aria.
< Sì, grazie > rispose semplicemente. Nel suo tono non si poteva trovare né gentilezza, né scostumatezza, dispiacimento…era indecifrabile, così come il suo viso, perché ora Key lo stava guardando. Anche il moro alzò lo sguardo, e lo fissò dritto nelle pupille, con intensità, senza tralasciare nessun sorriso, nessun risentimento, nessuna arrabbiatura.

La prima impressione che le persone hanno su Choi Min Hwan è quella del bravo ragazzo un po’ impacciato, ma sempre pronto ad aiutare il prossimo; il classico angelo sceso in terra. Bene, e se vi dicessi che vi sbagliate alla grande? O meglio... che Choi Min Hwan non si può riassumere in quelle poche righe? E se io, Song Seung Hyun, vi dicessi che lui non è affatto il bravo e candido ragazzo che voi immaginate?