Ciò che ho scritto non è una vera e propria storia, vale a dire una successione di eventi retti da una trama ben definita. Piuttosto potrebbe essere definita come un tentativo di far vedere la realtà, o un insieme di frammenti della realtà stessa. In questo caso, siamo in una discoteca, e la prospettiva scelta, o per lo meno la prospettiva iniziale, è quella di un raggio di luce artificiale, di quelle che provengono dai faretti da discoteca, di cui si segue il viaggio, fino a quando tutta la realtà si fermerà come in una fotografia.
Ovviamente i nomi propri presenti nel testo sono frutto di totale fantasia e senza alcun riferimento a persone realmente esistenti, così come qualsiasi altro particolare del testo.