Dopo alcune ore di intenso allenamento sotto lo
sguardo bonario di Eriol e dalla telecamera di Tomoyo, Sakura e Shaoran
terminarono il loro allenamento. Eriol, soddisfatto dei risultati, si avvicinò
al tavolino dove Sakura e Shaoran, costantemente ripresi dall’instancabile
Tomoyo, ansimando, sorseggiavano una lattina di coca cola.
- Bravi! Vi siete impegnati a fondo!- esclamò
Eriol, sedendosi accanto a Tomoyo. Anche Yue e Kero-chan li raggiunsero, il
primo restando in piedi, dietro a Eriol con le braccia conserte, mentre l’altro
si catapultò su alcuni dolci che erano sparsi sul tavolo. Poi Eriol continuò:-
Penso che ora siate pronti per partire! Sakura e Shaoran si limitarono ad
annuire, mentre Tomoyo iniziava già a pregustare la visione di Sakura che
indossava i suoi abiti.
- Benissimo! Allora si parte domani! Alle cinque
in punto ci ritroveremo all’ingresso di casa mia… tutti d’accordo ci sono
domande? (Sembra 1 prof! Ndio)-. Sakura alzò la mano.
- Sì, Sakura?-.
- Due domande… ma come facciamo ad assentarci
senza che nessuno se ne accorga?- iniziò la piccola Kinomoto.
- Ah, già… non preoccuparti! Ho fatto un
incantesimo apposta, che ci farà spostare attraverso lo spazio senza che nessuno
si accorga della nostra assenza. Tutto calcolato! La seconda?- rispose
prontamente l’inglese.
- Ma non ti sembra un po’ troppo tardi partire
alle cinque del pomeriggio? Insomma, la nostra assenza non sarà notata, qui, ma
dove andremo il tempo passa, no?- continuò Sakura. Con sorpresa di tutti, Eriol
si mise a ridere.
- Ma che cos’hai capito? Io intendevo le cinque
della mattina! Ha, ha, ha!- (Spiritoso! <_< Ndio) (Sei te che mi fai dire
queste assurdità! NdEriol). I cinque interlocutori di Eriol si
guardarono.
- Ehm, Eriol? Non ti sembra un po’ troppo presto?
Non si potrebbe fare più tardi?- domandò esitante Shaoran.
- D’accordo! Facciamo le cinque e dieci?-. E tutti
caddero a gambe all’aria (Stile cartoni animati ^^ Ndio) (Spiritosa! NdEriol) (E
tu che c’entri? Ndio).
*
Il giorno dopo, a malincuore, Sakura dovette
svegliarsi presto. Quando scese le scale per arrivare al piano terra, incontrò
Touya che preparava la colazione.
- Già sveglio?- domandò Sakura.
- Devo andare al lavoro! Ma tu non hai certo
questi problemi! A proposito, e tu dove vai?- chiese.
- Uhm… da Eriol… mi deve far vedere una cosa… e
c’è anche Tomoyo e… yawn! E Shaoran…- disse, accasciandosi su una
sedia.
- Il moccioso? Potevi dirmelo prima! Ti avrei
chiuso a forza nella tua cameretta! Ti proibisco…- esclamò, ma fu interrotto da
Sakura che ribatté:- SMETTILA! Non lo conosci neanche! Che cosa ti ha fatto per
meritarsi le tue offese? Lascialo in pace, una volta tanto!-.
- Ok, ok! Ma lo sai che hai proprio due occhiaie
da mostro?- ridacchiò il fratello, mentre le serviva la colazione.
- Smettila, Touya! Sono grande, adesso! Non ho
dieci anni!- strillò irritata la ragazza.
- Oh, oh! Il mostro si crede grande! E quanti anni
hai, adesso?-.
- Tredici! E adesso scusa, ma devo andare da
Eriol! Ci si vede!- disse con irruenza, e si alzò, mise a posto la sedia, poi
fece per andarsene, quando si bloccò e chiese al fratello:- Touya… non è che
potresti dirmi che ore sono?-.
- Le cinque e nove, mostro!- rispose, ma le sue
parole furono coperte da un urlo disumano che svegliò tutto il
quartiere.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! E
ME LO DICI SOLO ADESSO?!!?- gridò a squarciagola Sakura, e filò come un fulmine
verso la sua cameretta. Si vestì in quattro e quattr’otto, si lavò i denti e
prese tutto il necessario per l’avventura che stava per intraprendere. Poi
ricordò a Kero-chan che fra poco sarebbe partita. Così, in meno di cinque
minuti, Sakura e Kero-chan furono fuori di casa.
Intanto, a villa Hiiragizawa…
- Sono le cinque e venti e Sakura non è ancora
arrivata…- disse preoccupato Yue.
- Non preoccuparti, Sakura non è famosa per la sua
puntualità!- esclamò Tomoyo, mentre accendeva la sua telecamera - Sarà qui a
momenti… eccola!-. Infatti una Sakura trafelata, seguita da Kero-chan, stava
correndo nella loro direzione.
- Sakura! Ce ne hai messo di tempo!- disse Eriol,
non appena Sakura fu a pochi passi da loro.
- E con quelle borse della spesa che hai, potremmo
andare al supermercato senza spendere i soldi per le buste!- ridacchiò Cerberus,
indicando le grandi occhiaie che mettevano in risalto gli occhi assonnati della
povera Sakura.
- Grazie del sostegno morale, ragazzi!- sbuffò
sarcastica Sakura - Ma adesso muoviamoci! Non vorrei essermi alzata tanto presto
per berci una tazza di caffè!-.
- Giusto. Seguitemi!- esclamò Eriol, e fece cenno
al gruppetto di seguirlo all’interno della villa. Il padrone di casa s’insinuava
fra le camere e stanza della villa, finché non arrivò ad una sala molto ampia,
simile ad un laboratorio, nel quale centro si ergeva una specie ci box da
doccia, ma decisamente più grande e alto, ed era chiuso in cima da un piccolo
tetto in legno. Eriol li incitò ad entrare uno alla volta dentro il
box.
- Bè? Vuoi vederci morire soffocati lì dentro?-
chiese ironico Shaoran, mentre entrava con molta difficoltà nella strana
struttura. Eriol scosse la testa, poi aspettò che entrasse Yue, poi si infilò
anche lui nel box e schiacciò qualche pulsante come quelli di un
ascensore.
- Shaoran, stai schiacciando il mio piede!-
strillò Sakura, spiaccicata contro una parete della strana struttura.
- E tu, Sakura, sei seduta sulla mia mano!-
ribatté il cinese. (Volete giocare a Twister? Ho giusto qui io la scatola! Ndio)
(Non è affatto divertente! Tiraci fuori da questa situazione!!! NdSakura e
Shaoran) (Ok, ok! Ndio). E come per magia Sakura e Shaoran si staccarono da
quello strano groviglio che avevano creato con il proprio corpo. (Va bene
così?!!? Ndio) ( Ci hai descritti come due invertebrati, comunque… NdSakura e
Shaoran).
- Siete pronti, ragazzi? Adesso andremo nella
città dei maghi!- esclamò con il suo solito sorriso da ebete Eriol.
- Città dei draghi?! Ma sei impazzito,
Eriol? Cerberus, chiedo tanto se torni con la forma di Kero-chan?!- esclamò
Sakura.
- Città dei maghi, Sakura!- la corresse
Eriol.
- L’ho sempre detto che devi andare dall’otorino,
Sakura!- disse Cerberus.
- Cosa? Non l’hai mai detto, Kero!- ribatté la
Cattura Carte.
- Sì, l’ho detto… cinque anni fa… comunque come
osi chiedermi di tornare ad essere con la mia forma di copertura?! E che figura
faccio con i maghi, dopo? No, no e poi no!- esclamò il Guardiano del
Sole.
- Primo io, cinque anni fa non ti conoscevo…
secondo, voi farci morire soffocati?!- strillò la castana.
- Affari vostri!- concluse con aria altezzosa
Cerberus, schiacciando ancora di più Yue, il quale non si scomponeva per niente.
Era sdraiato a terra prono fissava un angolo del box silenziosamente (Ma che
cosa mi fai fare?! NdYue) (Decido io qui… quindi, se voglio, posso organizzarti
un matrimonio con Kero-chan! Ndio)
- Ragazzi, siamo arrivati!- sentenziò Eriol, ed
aprì la porta scorrevole del box. I tre ragazzi si affrettarono ad uscire,
altrimenti sarebbero davvero morti soffocati. Sorpresi, si trovarono in mezzo ad
una grandissima piazza costruita interamente da tanti sassolini a forma di
triangolo tutti colorati. Al centro della piazza si ergeva un’enorme fontana
zampillante. Era stato scolpito un elefante con il tutù in una posa di danza,
dalla quale proboscide spruzzava fuori un getto d’acqua colorato. Ai margini
della piazza erano stati piantati una svariata quantità di piante d’ogni tipo.
Tutti con forme astratte. Sakura si avvicinò ad Eriol e domandò:- Ehm… sei
sicuro che questa sia la città dei maghi? A me sembra il paese dei
Fuori-di-testa!-.
- No, no! E’ proprio questa la città dei maghi!
Non sapeva che noi maghi siamo un po’ pazzi? Mai sentito parlare della Maga
Magò? Lei non era pazza?- rise Eriol.
- Eriol, sei rimasto bambino dell’asilo oppure sei
anche tu pazzo?- chiese sorpresa dalla risposta del moro.
- Te l’ho detto, no? Siamo un po’ tutti matti,
qui! Chi di meno, chi di più! Guarda quello, per esempio!- disse il ragazzo,
indicando un ometto grassottello e calvo che faceva le ruote cantando "Nella
vecchia fattoria", ed ogni tanto armeggiava con la bacchetta magica, dalla quale
uscivano tante scintille di ogni colore.
- Ehm… ho v-visto…- balbettò imbarazzata
Sakura.
- Invece guarda quella!-. L’inglese, questa volta,
indicava una donna che passeggiava tranquilla, con un grande cappello da strega
viola in testa, seguita da un pipistrello al guinzaglio. - Quella è una delle
persone che possiamo definire "normali"-. La Cattura Carte lo guardò
sbalordita.
- Normale? Dico, hai visto cosa porta al
guinzaglio?! Un pipistrello!- strillò.
- Oh, per quello… noi portiamo qualsiasi animale
al guinzaglio, se lo desideriamo! Io, per esempio, quando ero Clow Reed, avevo
come animale domestico un canguro!- ridacchiò il moro.
- Ehm, già… certo che avete una personalità… come
dire… bizzarra?- disse Sakura sempre più confusa.
- Te l’ho già ripetuto, siamo un po’ tutti così!
Avanti, venite! Vi mostro la dimora dove alloggerete finché non cattureremo il
prigioniero! Seguitemi!- esclamò Eriol, richiamando l’attenzione di tutti.
Quando tutto il gruppetto si fu ricongiunto, Eriol si mise intesta ad esso e li
condusse verso la periferia della città. Mentre Eriol faceva strada, Sakura,
Shaoran e Tomoyo si guardavano intorno: la città dei maghi era davvero buffa! Le
case erano in prevalenza piccole e graziose, alcune costruite sopra un albero,
altre con un tetto enorme, altre senza porte, altre ancora con forme di animali,
altre costituite da molti comignoli, altre anche a testa in giù, altre
trasparenti… sembravano essersi catapultati in un libro delle fiabe! Dopo
qualche minuto di cammino, il gruppetto si arrestò davanti ad un palazzo
altissimo, di cristallo, con un giardino immenso e ben curato (Che esagerata! Vi
meritereste solo una baracca! Ndio).
- A che piano abiti, Eriol?- domandò
Shaoran.
- Quello che volete!- rispose
soddisfatto.
- Perché? Non ci abita più nessuno?- chiese
Tomoyo.
- Non avete capito! Questo palazzo è tutto mio!- e
ricominciò a ridere.
- Eh?-. I tre amici si guardarono in
faccia.
- Com’è possibile, Eriol? Questo palazzo avrà
almeno… quindici piani!- esclamarono in coro i tre ragazzi con il naso all’insù,
cercando di vedere la punta del tetto di quell’enorme e bellissima costruzione
in cristallo.
- E allora? Dimenticate che è stato Clow a
costruire questa città! C’è una bella differenza tra la casa di un cittadino e
quella di un sindaco!- spiegò tranquillo Yue.
- Clow è sindaco di questa città?- domandò stupita
Sakura.
- Ma no! Voleva solo farvi un esempio!- sospirò
rassegnato dall’ingenuità della propria padrona Cerberus. Erano passati tre
anni, ma la sua padrona non era cambiata per niente, se non per l’aspetto
fisico.
- Adesso capisco tutto! Allora… possiamo entrare?-
domandò Sakura, eccitata all’idea di vedere l’interno di quel meraviglioso
palazzo.
- Ma certo! Prego, dopo di voi!- esclamò
l’inglese, facendosi da parte per permettere agli amici d’entrare. I tre non
esitarono alla richiesta di Eriol, e si catapultarono dentro
l’abitazione.
- Saranno pur passati tre anni, ma quei ragazzini
hanno ancora l’animo da bambini di dieci anni!- osservò il Guardiano del
Sole.
- Hai ragione, amico mio. Meglio così. Così da
grandi dimostreranno di aver meno anni di quelli che hanno!- e ricominciò a
ridere.
- Sai, ho sempre sospettato che il maestro fosse
pazzo, ma non fino a questo punto di far battute d’asilo!- sussurrò Cerberus a
Yue, il quale gli rispose:- Forse è il fatto di essere ritornato al suo paese
nativo lo fa sentire più alleg…-. Ma dovette interrompere bruscamente la sua
frase. Ad un tratto, anche le risate di Eriol furono interrotte un lampo che
attraversò la mente di entrambi i tre individui. La stessa sensazione che
provava Sakura e Shaoran quando si trovava nei pressi di una carta di Clow.
Sakura, Shaoran e Tomoyo uscirono per vedere se stava accadendo qualcosa al di
fuori dell’"umile" dimora del signor Clow Reed, invece non succedeva
assolutamente niente. Sakura e Shaoran avevano avvertito chiaramente la presenza
di una carte di Clow. I tre ragazzi si avvicinarono ai Guardiani e ad Eriol, per
comunicare la loro sensazione.
- Ma come? Sakura non aveva catturato tutte le
Carte di Clow e trasformate nelle Carte di Sakura?- chiese sorpresa
Tomoyo.
- Già, è vero. Come ce lo spieghi, maestro?-
domandò Yue.
- La spiegazione è semplice: quella
che percepite non è una Carta di Clow!- rispose Eriol, guardando a
braccia incrociate in lontananza, in una direzione che nessuno poteva venirne a
conoscenza da solo. Tutti si guardarono stupiti. Se non era una Carta di Clow,
quella che sentivano, allora cosa poteva mai essere?