Crucio.
«E' morto».
Le parole di
suo marito le risuonavano ancora in testa, vorticando come trottole.
Non ci
credeva ancora, non poteva essere morto: lui era Lord Voldemort, era
potente,
era forte, era l'Oscuro Signore. Non poteva essere stato ucciso da un
semplice neonato.
I due Auror
erano stesi a terra, sul pavimento.
Non
rispondevano alle sue domande, poste con rabbia e ferocia. Illusi,
idioti, si
contorcevano come orribili insetti. Rise, chissà
quanto faceva male...
Voleva far
loro del male, dovevano pagare per quello che avevano fatto.
Lui non è morto.
Se era in
pericolo allora doveva salvarlo. Non poteva permettere che rischiasse
la vita,
non poteva permettersi di perderlo.
Egli era il
suo mentore, il suo Signore, la sua bramosia più ardente.
Gli Auror resistevano,
eccome se resistevano. Non per molto.
Lui tornerà.
I Paciock
urlarono di dolore.
Devono pagare, devono essere puniti, ancora
e ancora.
Finalmente i
due smisero di cercare di resistere alla maledizione e rimasero sul
pavimento,
inermi come bambole.
Bellatrix rise
diabolica. Giustizia, finalmente.
Puntò la
bacchetta verso il cielo. «Morsmordre!».
Il Marchio Nero
comparve tra le nubi: il serpente circondò il teschio,
simbolo della sua
lealtà.
Lui non sarà morto
finché la sua Mangiamorte
più fedele lo sosterrà.
Non sarà morto finché
sarò in vita.
E con la Maledizione preferita da Bellatrix chiudo la raccolta.
Spero vi sia piaciuta, davvero. Fatemi sapere se la risposta
è affermativa o meno *corre a nascondersi*
Buona serata
Jo
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