Ciao a tutti. Dopo tanto tempo, mi è
tornato un briciolo di ispirazione e ho deciso di aggiornare questa fanfic. Per fortuna mi sono scritta gli eventi che volevo
far accadere, sarei in alto mare, anche se quando ho iniziato a scrivere questo
capitolo, l’idea generale era totalmente diversa.
Spero ci sia ancora qualcuno di voi che mi
segua e se si, commentateeee.
Buona lettura
Neko =^_^=
Cap.35: Il re dei mari
“Poseidone!”
Quel nome risuonò nelle menti dei Mugiwara più
volte, lasciandoli, nessuno escluso, sbigottiti.
Addirittura Rufy non sapeva cosa pensare. Era un
tipo allegro che non si dava mai per vinto e che affrontava con grande coraggio
tutte le difficoltà che gli si paravano davanti, ma sapeva ben valutare la
potenza dei nemici che trovava sul suo cammino, tanto da scegliere il più
potente da affrontare, per evitare che i suoi nakama
restassero feriti o peggio, uccisi.
Ma quella volta era diverso. Non contava tanto chi fosse più forte o meno,
perché se mai i Mugiwara avessero dovuto affrontare
il dio dei mari, partivano pesantemente svantaggiati. Non solo la potenza di un
dio era impossibile da uguagliare, ma esso aveva dalla sua parte la carta dell’immortalità
da giocare. In più si ci metteva il suo corpo fatto di acqua, che metteva fuori
gioco quattro di loro solo al tocco, tutti quanti, invece, se fosse riuscito a
imprigionarli nella sua morsa, affogandoli.
“Rufy, cosa facciamo?” chiese Usopp
alquanto spaventato. Il cecchino in quel momento non riusciva a trovare il
coraggio che aveva dimostrato di avere
nelle diverse battaglie affrontate precedentemente e fu preso maggiormente dal
panico, come anche Chopper, quando si sentì rispondere “Non ho la più pallida
idea!”
Quella frase lasciò sbigottiti un po’ tutti, anche se per poco, in quanto
tutti avevano ben chiaro che si trovavano con l’acqua fino al collo e che
presto l’elemento avrebbe potuto spegnerli come tante insignificanti candeline.
“Poseidone sarà anche un dio, ma è sempre
costituito da acqua. Magari non gli faremo niente, ma l’elettricità potrebbe
comunque distrarlo dandoci la possibilità di scappare!” disse Nami stringendo il suo climac attac e guardando Rufy con aria
preoccupata.
Il capitano si girò a guardarla con aria seria e sembrò riflettere “Al
momento è l’unico piano che abbiamo a disposizione!”
“Io dico di provare, male che vada moriamo lo stesso!” disse Zoro alzando le spalle.
“Sono troppo giovane per morire!” piagnucolò Chopper e correndo da una
parte all’altre del ponte.
“Non preoccuparti, non accadrà!” disse Rufy
sicuro, dando le spalle ai compagni. “Non so ancora come, ma riusciremo di
sicuro a scamparla. Infondo ci siamo già trovati in situazioni disperate!”
“Si, ma non abbiamo mai avuto a che fare con un dio!” disse Sanji accendendosi una sigaretta, per rilassare un po’ i
nervi.
“Non siamo i primi ad affrontare queste acque e se qualcuno è sopravvissuto,
tra cui Gol D. Roger, in qualche modo avrà pur fatto, no?” disse Rufy cominciando a riacquistare quell’ottimismo che lo
caratterizzava.
“Si, ma sono di più quelli che ci hanno rimesso la pelle! Oh io non rischio
nemmeno quella yohohohoho!” disse Brook
riuscendo a scherzare anche in un momento come quello.
“Se pensiamo in modo negativo, allora sì che soccomberemo!” disse Robin, facendo
annuire tutti i membri della ciurma, i quali mettendo mani alle armi, si
prepararono per l’imminente battaglia.
“Forza, facciamo a fette questo pescione troppo
cresciuto!” disse Zoro con un ghigno sulle labbra.
Nel frattempo che i Mugiwara erano alle prese sul
decidere sul da farsi, il dio Poseidone assunse la
sua forma completa. Era ancora trasparente e di tanto in tanto si riuscivano a
intravvedere i pesci nuotare al suo interno, ma era una forma non più liquida,
ma ben compatta con tutte le sue forme ben distinguibili. Si riusciva quasi a
contare ogni pelo della folta barba e dei lunghi capelli.
“Voi, come osate entrare nel mio territorio e spaventare le mie figlie? Non
vi permetterò di fare loro del male!” disse con una voce assordante.
Rufy salì sul parapetto della nave e urlò “Ehi
nonnetto, qui nessuno ha intenzione di fare del male
a nessuno!”
Usopp spalancò la bocca a dismisura per il mancato
rispetto con cui il suo compagno si era rivolto al dio.
“Hai un gran fegato a parlarmi in quel modo, insulso mortale. Hai idea di
chi ti trovi davanti?” disse Poseidone alquanto
seccato dalla parola nonnetto, in quanto si sentiva
ancora piuttosto giovane, nonostante i suoi migliaia di anni.
“Certo che lo so, tu se…mmmff…” Rufy non riuscì a terminare qualsiasi cosa stesse per dire,
che Nami intervenne tappandogli la bocca.
“Lo perdoni, parla perché ha la bocca, e non sempre il suo cervello è collegato
alle sue labbra!” disse la navigatrice fulminando il suo ragazzo con lo
sguardo.
Nel caso Poseidone avesse avuto, per una frazione
di secondo, l’idea di lasciarli stare e farli passare, quel pazzoide sarebbe
riuscito a rovinare tutto con le parole.
“Poseidone, il mio amico ha ragione. Non abbiamo
di far del male a delle belle ragazze come quelle!” disse Sanji
intervenendo.
“Credete di convincermi con delle insulse parole? Ogni qual volta un uomo
si è introdotto in queste acque, è stato per portare via una o più delle mie
preziose figlie e io non posso permettere a voi mortali di sfidare ancora la
mia pazienza!” urlò il dio, accompagnato da dei tuoni di sottofondo “Vi
eliminerò senza alcuna pietà!” disse, alzando il suo tridente in aria e facendo
si che tra le nuvole in cielo si aprisse un enorme buco.
“Ehi, perché dovremmo pagare per le colpe di qualcun altro?” disse Rufy imbronciato, prima che la nave cominciasse a oscillare
in modo esagerato a causa delle acque agitate.
“Ciurma, credo che ci troviamo in guai seri!” disse Franky.
“E te ne accorgi solo adesso?” gli urlò Usopp.
“Non mi riferivo a Poseidone, ma a quel vortice che
si sta creando e verso il quale la corrente ci sta trascinando!” rispose il
Cyborg, al quale gli erano venuti i capelli dritti, nonostante non avesse
premuto il suo naso per tre secondi.
Usopp si pietrificò ancora prima di dare
un’occhiata al gorgo, sapendo già che sarebbe morto di infarto una volta che
avrebbe lanciato anche solo un’occhiata a quell’evento non del tutto naturale.
Infatti, il vortice che si era venuto a creare in mezzo all’oceano, era di
dimensioni enormi e la corrente marina, sembrava essere di una forza tale, da
essere in grado di spazzare via qualsiasi cosa in un batter d’occhio. Se la Sunny era ancora intatta o cominciasse a subire qualche danno
solo in quel momento, era grazie al buon legno che Franky
aveva adoperato per costruire la loro nave.
“Accidenti come è buio là sotto!” disse Rufy
guardando giù dal vortice, mentre continuavano a scivolare negli abissi.
“Siamo spacciati!” urlò Chopper aggrappandosi all’albero maestro.
Rufy continuò a fissare il centro del vortice
notando qualcosa “Nami, è normale che ci sia una luce
infondo al mare?”
La ragazza, come anche Robin, incuriosita dalla domanda del capitano,
continuando a tenersi ben salda a una parte della nave, lanciò uno sguardo al
fondo marino.
Avrebbe tanto voluto che quella luce potesse, in qualche modo, garantire
loro la salvezza, ma lei conosceva già la risposta e sgranò gli occhi nell’appurare
che avesse ragione “I-io credo che quella luce sia…sia prodotta da un vulcano in eruzione!” disse
spaventata.
“Accidenti!” disse Sanji a voler sottolineare che
i guai non venissero uno solo per volta e cercò di tranquillizzare Lily, ormai
bianca come un cencio, tenendola ben salda tra le sue braccia.
Poseidone scoppiò in una fredda risata a vedere quei
piccoli esseri umani tremare di paura e fu ancora più divertito sentendo le
loro teorie sul vulcano.
“Poveri sciocchi. Vi aspetta qualcosa di molto peggio, che una morte
provocata dal mio gorgo o dalla lava incandescente di un vulcano. In realtà voi
non morirete affatto. Vi aspetta una vita infinita in mezzo alle fiamme
prodotte da mio fratello Ade, dove il vostro corpo sarà costantemente
sottoposto a torture. Quella è l’entrata agli inferi e nessuno è mai riuscito a
fuggire da quel luogo a meno che non sia Ade stesso o Zeus a deciderlo. Vi
aspetta il tormento eterno!” disse concludendo la frase con un'altra risata.
Tutti sgranarono gli occhi.
Nami senza nemmeno pensarci un attimo,
richiamo al suo bastone i fulmini che lampeggiavano in cielo, lanciando
quell’elettricità contro il dio. Sperava di riuscire a chiudere quel gorgo, ma
quel tentativo fu vano, dato che quei fulmini erano prodotti dalla tempesta che
Poseidone stesso aveva creato.
Zoro usando la sua tecnica a tre spade, provò
a tagliare il dio, ma come anche lui sapeva, era impossibile riuscire a
tagliare l’acqua e nemmeno le piante rampicanti e carnivore di Usopp tornarono utili, in quanto morivano per la presenza
di sale nell’acqua.
Rufy tentò un ultimo colpo dicendo “Mi sono già
trovato all’inferno e non sarà facile per te mandarmici
un’altra volta!” Disse ricordando quanto passato a Marineford
e allungò il braccio a dismisura, sperando di trovare qualche appiglio fuori
dal gorgo, come qualche corallo presente sull’isola. Appena sentì di essere
riuscito ad afferrare qualcosa di saldo, diede l’ordine a tutti i suoi compagni
di aggrapparsi a lui.
Lui odiava le scelte, ma non ci pensò un attimo ad abbandonare la Sunny al suo destino, per portare in salvo la sua ciurma.
Era solo una nave infondo. Una nave eccezionale e piena di ricordi, con una
vita ancora lunga davanti.
Tutti obbedirono e successivamente, quando Rufy
ritirò il braccio, atterrarono sulla spiaggia dell’isola. Erano ancora
parecchio lontani dall’isola, tanto che il capitano della Sunny,
fu sorpreso di essere riuscito ad allungare tanto l’arto, ma la volontà di
sopravvivere, aiuta a compiere anche le imprese più improbabili.
Il gorgo si richiuse immediatamente dopo la loro fuga e, incapaci di porre
rimedio a quanto stava avvenendo, i Mugiwara, videro
sparire la loro bella nave nelle profondità marine.
Tutti si buttarono a terra sconvolti dalla scena. Solo Rufy
rimase in piedi a testa china. Ora non
avevano solo il dio dei mare come problema, ma anche la loro impossibilità di
continuare il viaggio era un duro scoglio da superare.
Nami su portò le mani alla bocca “Oh no, come
faremo adesso!”
“Sunny goooo!” urlò
Chopper piangendo a più non posso.
Franky era rimasto troppo sconvolto dalla
perdita del suo capolavoro. Non sarebbe mai riuscito a creare un’altra nave
bella e robusta come la Sunny.
Nessuno riusciva più quasi a respirare e a pensare “Ragazzi, siamo vivi,
questo è l’importante!” disse il capitano, stringendo i pugni.
Fu la risata di Poseidone a risvegliare i mugiwara dal loro stato di shock e Rufy, Zoro, Sanji e Franky,
presi dalla rabbia, attaccavano il dio dei mari, ma come previsto, Rufy, anche con l’utilizzo dell’haki,
al contatto con il volto del dio, una volta che questo assorbì il pugno nelle
sue acque, si ritrovò momentaneamente a terra senza forze.
Zoro provò nuovamente a tagliare il dio dei
mari, più precisamente il suo tridente, che aveva notato essere fatto d’oro e
non d’acqua come il suo corpo, ma nonostante fosse qualcosa di tangibile,
sembrava impossibile da tagliare.
Franky, lanciò vari laser dalle mani o dalla
bocca, con lo stesso effetto dei suoi compagni.
Sanji fu quello a passarsela peggio. Provo ad
attaccare con un suo calcio, nonostante avesse visto l’inefficacia dei colpi
dei suoi compagni, ma esso, oltre a trapassare il corpo del dio all’altezza
della gamba, si ritrovò inglobato all’interno del corpo del dio, con grande
divertimento del re dei mari.
“Sanji!” urlò Lily spaventata nel vedere il
proprio uomo perdere i sensi a causa della mancanza di aria.
Quell’urlo, quella voce delicata tipica delle sue figlie e quel volto così
angelico, insieme allo strano colore dei capelli, sorpresero il potente re
dei mari, che spalancando gli occhi,
pronunciò un nome “Sairen”.