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Autore: Neko    07/05/2012    2 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Dopo tanto tempo, mi è tornato un briciolo di ispirazione e ho deciso di aggiornare questa fanfic. Per fortuna mi sono scritta gli eventi che volevo far accadere, sarei in alto mare, anche se quando ho iniziato a scrivere questo capitolo, l’idea generale era totalmente diversa.

Spero ci sia ancora qualcuno di voi che mi segua e se si, commentateeee.

Buona lettura

Neko =^_^=

 

Cap.35: Il re dei mari

 

Poseidone!”

Quel nome risuonò nelle menti dei Mugiwara più volte, lasciandoli, nessuno escluso, sbigottiti.

Addirittura Rufy non sapeva cosa pensare. Era un tipo allegro che non si dava mai per vinto e che affrontava con grande coraggio tutte le difficoltà che gli si paravano davanti, ma sapeva ben valutare la potenza dei nemici che trovava sul suo cammino, tanto da scegliere il più potente da affrontare, per evitare che i suoi nakama restassero feriti o peggio, uccisi.

Ma quella volta era diverso. Non contava tanto chi fosse più forte o meno, perché se mai i Mugiwara avessero dovuto affrontare il dio dei mari, partivano pesantemente svantaggiati. Non solo la potenza di un dio era impossibile da uguagliare, ma esso aveva dalla sua parte la carta dell’immortalità da giocare. In più si ci metteva il suo corpo fatto di acqua, che metteva fuori gioco quattro di loro solo al tocco, tutti quanti, invece, se fosse riuscito a imprigionarli nella sua morsa, affogandoli.

Rufy, cosa facciamo?” chiese Usopp alquanto spaventato. Il cecchino in quel momento non riusciva a trovare il coraggio che aveva dimostrato  di avere nelle diverse battaglie affrontate precedentemente e fu preso maggiormente dal panico, come anche Chopper, quando si sentì rispondere “Non ho la più pallida idea!”

Quella frase lasciò sbigottiti un po’ tutti, anche se per poco, in quanto tutti avevano ben chiaro che si trovavano con l’acqua fino al collo e che presto l’elemento avrebbe potuto spegnerli come tante insignificanti candeline.

Poseidone sarà anche un dio, ma è sempre costituito da acqua. Magari non gli faremo niente, ma l’elettricità potrebbe comunque distrarlo dandoci la possibilità di scappare!” disse Nami stringendo il suo climac attac e guardando Rufy con aria preoccupata.

Il capitano si girò a guardarla con aria seria e sembrò riflettere “Al momento è l’unico piano che abbiamo a disposizione!”

“Io dico di provare, male che vada moriamo lo stesso!” disse Zoro alzando le spalle.

“Sono troppo giovane per morire!” piagnucolò Chopper e correndo da una parte all’altre del ponte.

“Non preoccuparti, non accadrà!” disse Rufy sicuro, dando le spalle ai compagni. “Non so ancora come, ma riusciremo di sicuro a scamparla. Infondo ci siamo già trovati in situazioni disperate!”

“Si, ma non abbiamo mai avuto a che fare con un dio!” disse Sanji accendendosi una sigaretta, per rilassare un po’ i nervi.

“Non siamo i primi ad affrontare queste acque e se qualcuno è sopravvissuto, tra cui Gol D. Roger, in qualche modo avrà pur fatto, no?” disse Rufy cominciando a riacquistare quell’ottimismo che lo caratterizzava.

“Si, ma sono di più quelli che ci hanno rimesso la pelle! Oh io non rischio nemmeno quella yohohohoho!” disse Brook riuscendo a scherzare anche in un momento come quello.

“Se pensiamo in modo negativo, allora sì che soccomberemo!” disse Robin, facendo annuire tutti i membri della ciurma, i quali mettendo mani alle armi, si prepararono per l’imminente battaglia.

“Forza, facciamo a fette questo pescione troppo cresciuto!” disse Zoro con un ghigno sulle labbra.

 

Nel frattempo che i Mugiwara erano alle prese sul decidere sul da farsi, il dio Poseidone assunse la sua forma completa. Era ancora trasparente e di tanto in tanto si riuscivano a intravvedere i pesci nuotare al suo interno, ma era una forma non più liquida, ma ben compatta con tutte le sue forme ben distinguibili. Si riusciva quasi a contare ogni pelo della folta barba e dei lunghi capelli.

“Voi, come osate entrare nel mio territorio e spaventare le mie figlie? Non vi permetterò di fare loro del male!” disse con una voce assordante.

Rufy salì sul parapetto della nave e urlò “Ehi nonnetto, qui nessuno ha intenzione di fare del male a nessuno!”

Usopp spalancò la bocca a dismisura per il mancato rispetto con cui il suo compagno si era rivolto al dio.

“Hai un gran fegato a parlarmi in quel modo, insulso mortale. Hai idea di chi ti trovi davanti?” disse Poseidone alquanto seccato dalla parola nonnetto, in quanto si sentiva ancora piuttosto giovane, nonostante i suoi migliaia di anni.

“Certo che lo so, tu se…mmmff…Rufy non riuscì a terminare qualsiasi cosa stesse per dire, che Nami intervenne tappandogli la bocca.
“Lo perdoni, parla perché ha la bocca, e non sempre il suo cervello è collegato alle sue labbra!” disse la navigatrice fulminando il suo ragazzo con lo sguardo.

Nel caso Poseidone avesse avuto, per una frazione di secondo, l’idea di lasciarli stare e farli passare, quel pazzoide sarebbe riuscito a rovinare tutto con le parole.

Poseidone, il mio amico ha ragione. Non abbiamo di far del male a delle belle ragazze come quelle!” disse Sanji intervenendo.

“Credete di convincermi con delle insulse parole? Ogni qual volta un uomo si è introdotto in queste acque, è stato per portare via una o più delle mie preziose figlie e io non posso permettere a voi mortali di sfidare ancora la mia pazienza!” urlò il dio, accompagnato da dei tuoni di sottofondo “Vi eliminerò senza alcuna pietà!” disse, alzando il suo tridente in aria e facendo si che tra le nuvole in cielo si aprisse un enorme buco.
“Ehi, perché dovremmo pagare per le colpe di qualcun altro?” disse Rufy imbronciato, prima che la nave cominciasse a oscillare in modo esagerato a causa delle acque agitate.

“Ciurma, credo che ci troviamo in guai seri!” disse Franky.

“E te ne accorgi solo adesso?” gli urlò Usopp.

“Non mi riferivo a Poseidone, ma a quel vortice che si sta creando e verso il quale la corrente ci sta trascinando!” rispose il Cyborg, al quale gli erano venuti i capelli dritti, nonostante non avesse premuto il suo naso per tre secondi.

Usopp si pietrificò ancora prima di dare un’occhiata al gorgo, sapendo già che sarebbe morto di infarto una volta che avrebbe lanciato anche solo un’occhiata a quell’evento non del tutto naturale.

Infatti, il vortice che si era venuto a creare in mezzo all’oceano, era di dimensioni enormi e la corrente marina, sembrava essere di una forza tale, da essere in grado di spazzare via qualsiasi cosa in un batter d’occhio. Se la Sunny era ancora intatta o cominciasse a subire qualche danno solo in quel momento, era grazie al buon legno che Franky aveva adoperato per costruire la loro nave.

“Accidenti come è buio là sotto!” disse Rufy guardando giù dal vortice, mentre continuavano a scivolare negli abissi.

“Siamo spacciati!” urlò Chopper aggrappandosi all’albero maestro.

Rufy continuò a fissare il centro del vortice notando qualcosa “Nami, è normale che ci sia una luce infondo al mare?”

La ragazza, come anche Robin, incuriosita dalla domanda del capitano, continuando a tenersi ben salda a una parte della nave, lanciò uno sguardo al fondo marino.

Avrebbe tanto voluto che quella luce potesse, in qualche modo, garantire loro la salvezza, ma lei conosceva già la risposta e sgranò gli occhi nell’appurare che avesse ragione “I-io credo che quella luce sia…sia prodotta da un vulcano in eruzione!” disse spaventata.

“Accidenti!” disse Sanji a voler sottolineare che i guai non venissero uno solo per volta e cercò di tranquillizzare Lily, ormai bianca come un cencio, tenendola ben salda tra le sue braccia.

Poseidone scoppiò in una fredda risata a vedere quei piccoli esseri umani tremare di paura e fu ancora più divertito sentendo le loro teorie sul vulcano.

“Poveri sciocchi. Vi aspetta qualcosa di molto peggio, che una morte provocata dal mio gorgo o dalla lava incandescente di un vulcano. In realtà voi non morirete affatto. Vi aspetta una vita infinita in mezzo alle fiamme prodotte da mio fratello Ade, dove il vostro corpo sarà costantemente sottoposto a torture. Quella è l’entrata agli inferi e nessuno è mai riuscito a fuggire da quel luogo a meno che non sia Ade stesso o Zeus a deciderlo. Vi aspetta il tormento eterno!” disse concludendo la frase con un'altra risata.

Tutti sgranarono gli occhi.

Nami senza nemmeno pensarci un attimo, richiamo al suo bastone i fulmini che lampeggiavano in cielo, lanciando quell’elettricità contro il dio. Sperava di riuscire a chiudere quel gorgo, ma quel tentativo fu vano, dato che quei fulmini erano prodotti dalla tempesta che Poseidone stesso aveva creato.

Zoro usando la sua tecnica a tre spade, provò a tagliare il dio, ma come anche lui sapeva, era impossibile riuscire a tagliare l’acqua e nemmeno le piante rampicanti e carnivore di Usopp tornarono utili, in quanto morivano per la presenza di sale nell’acqua.

Rufy tentò un ultimo colpo dicendo “Mi sono già trovato all’inferno e non sarà facile per te mandarmici un’altra volta!” Disse ricordando quanto passato a Marineford e allungò il braccio a dismisura, sperando di trovare qualche appiglio fuori dal gorgo, come qualche corallo presente sull’isola. Appena sentì di essere riuscito ad afferrare qualcosa di saldo, diede l’ordine a tutti i suoi compagni di aggrapparsi a lui.

Lui odiava le scelte, ma non ci pensò un attimo ad abbandonare la Sunny al suo destino, per portare in salvo la sua ciurma.

Era solo una nave infondo. Una nave eccezionale e piena di ricordi, con una vita ancora lunga davanti.

Tutti obbedirono e successivamente, quando Rufy ritirò il braccio, atterrarono sulla spiaggia dell’isola. Erano ancora parecchio lontani dall’isola, tanto che il capitano della Sunny, fu sorpreso di essere riuscito ad allungare tanto l’arto, ma la volontà di sopravvivere, aiuta a compiere anche le imprese più improbabili.

Il gorgo si richiuse immediatamente dopo la loro fuga e, incapaci di porre rimedio a quanto stava avvenendo, i Mugiwara, videro sparire la loro bella nave nelle profondità marine.

Tutti si buttarono a terra sconvolti dalla scena. Solo Rufy rimase in piedi  a testa china. Ora non avevano solo il dio dei mare come problema, ma anche la loro impossibilità di continuare il viaggio era un duro scoglio da superare.

Nami su portò le mani alla bocca “Oh no, come faremo adesso!”

Sunny goooo!” urlò Chopper piangendo a più non posso.

Franky era rimasto troppo sconvolto dalla perdita del suo capolavoro. Non sarebbe mai riuscito a creare un’altra nave bella e robusta come la Sunny.

Nessuno riusciva più quasi a respirare e a pensare “Ragazzi, siamo vivi, questo è l’importante!” disse il capitano, stringendo i pugni.

Fu la risata di Poseidone a risvegliare i mugiwara dal loro stato di shock e  Rufy, Zoro, Sanji e Franky, presi dalla rabbia, attaccavano il dio dei mari, ma come previsto, Rufy, anche con l’utilizzo dell’haki, al contatto con il volto del dio, una volta che questo assorbì il pugno nelle sue acque, si ritrovò momentaneamente a terra senza forze.

Zoro provò nuovamente a tagliare il dio dei mari, più precisamente il suo tridente, che aveva notato essere fatto d’oro e non d’acqua come il suo corpo, ma nonostante fosse qualcosa di tangibile, sembrava impossibile da tagliare.

Franky, lanciò vari laser dalle mani o dalla bocca, con lo stesso effetto dei suoi compagni.

Sanji fu quello a passarsela peggio. Provo ad attaccare con un suo calcio, nonostante avesse visto l’inefficacia dei colpi dei suoi compagni, ma esso, oltre a trapassare il corpo del dio all’altezza della gamba, si ritrovò inglobato all’interno del corpo del dio, con grande divertimento del re dei mari.

Sanji!” urlò Lily spaventata nel vedere il proprio uomo perdere i sensi a causa della mancanza di aria.

Quell’urlo, quella voce delicata tipica delle sue figlie e quel volto così angelico, insieme allo strano colore dei capelli, sorpresero il potente re dei  mari, che spalancando gli occhi, pronunciò un nome “Sairen”.

 

 

  
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