Nuovo capitolo
Nuovo capitolo ^_^
leggermente Angst... ma non preoccupatevi, vi spiego una cosa: questo insieme di
one-shot è costruito con una struttura simmetrica, per la quale ad ogni tema
negativo ne corrisponde uno positivo. Perciò verranno i capitoli leggeri. By the
way - Capitolo tre.
III.
[Londra – White City; Ventuno
Novembre 2006, 16.58]
Il tempo è sempre lo stesso in
ogni luogo. A volte cambia l’ora, a volte il giorno, a volte la luce. In ognuna
di queste sue trasmigrazioni permane la stessa essenza, lo stesso movimento
proteso in avanti. È fondamentalmente un attimo cristallizzato nell’infinito, un
unico istante vissuto da milioni di anime – quel tempo era una
tristissima, cupa, maledetta giornata di Novembre, un pomeriggio che avrebbe
potuto essere semplicemente un momento qualsiasi in una vita qualsiasi, e che
invece col suo suono di campane a morto e col suo odore di incenso le sarebbe
rimasto inciso nella memoria come una lapide tombale che reca il nome di una
persona perduta.
Il campanile tuonò
fragorosamente le cinque. Meredith alzò lievemente il braccio abbandonato sul
suo grembo e con gli occhi ancora un po’ storditi guardò il quadrante
dell’orologio. In realtà erano le quattro e cinquantotto. La funzione sarebbe
cominciata entro pochi minuti.
Meredith non si accorgeva di
quello che stava succedendo accanto a lei, o se il mondo avesse preso a girare
vorticosamente e freneticamente attorno alla sua figura immobile e nera come una
notte invernale. Tutta la sua visuale era abbagliata dal riflesso accecante
della piccola bara bianca che stava proprio lì, a pochi metri da lei, messa a
giacere dinnanzi all’altare con un bambino dentro, stretto, infreddolito, morto.
Fissava quella macchia bianca con un’insistenza sviata, affascinata, ammaliata
da una lucentezza simile, e le pareva che quel chiarore purissimo, quel colore
così vicino allo splendore, si stesse ingrandendo e stesse conquistando
progressivamente tutta la chiesa. Sarebbe uscito dalla porta ed avrebbe
soggiogato il mondo nella sua luce abbacinante e nel lutto incommensurabile che
si portava dentro.
Le campane continuavano a
suonare. Lei rimaneva immobile nella sua posizione rigida, severa. Quei
tumultuosi pensieri si riannodavano in un filo nero e deleterio che la
sospingeva fino ai confini della pazzia, fino all’orlo del territorio dove la
realtà malvagia si confonde nell’indefinitezza dei sogni e degli incubi atroci.
Forse era davvero solo un incubo. Il fazzoletto che stringeva tra le mani era
bagnato delle sostanze oniriche della sua mente, quella stoffa nera e quella
bara bianca erano soltanto proiezioni intelligibili della sua angoscia più
radicata. In fondo, sapeva di non potersi svegliare.
Meredith pensava vagamente.
Non esisteva più nulla di chiaro nella sua vita. Tutto ero stato improvvisamente
rovesciato, rivoltato, sconvolto. In un istante fatale le era sembrato di
cominciare a vedere le cose al contrario, come sospese in un limbo misterioso,
in una dimensione estranea alla sua comprensione e all’abitudine che aveva di
abitare su questo pianeta, in questa città, in questa via, in questa casa.
Necessariamente c’era uno sbaglio, un dettaglio distorto. Non capiva ancora, non
realizzava cosa avesse potuto infrangere bruscamente l’equilibrio di
quella lineare esistenza, e cosa fosse stato il motore di quella
rivoluzione copernicana. Il suo centro era decisamente deviato. Persino quei
rintocchi insistenti, quei suoni sordi, rimbombanti, potenti, le sembravano non
avere alcun senso rispetto al bianco che stava investendo la sua vista e che
stava totalizzando la sua ragione. Uno sciame di persone andava e veniva da lei.
Le dicevano parole che non capiva nel loro suono, le ascoltava distrattamente e
non le guardava nemmeno, continuava a fissare gli occhi sulla piccola bara
bianca luccicante.
Sapeva che se non avesse
compreso in fretta il motivo di quella strana sensazione di dolore, di
soffocamento, di spasimo, sarebbe impazzita e deperita. Ma, davvero, non
distingueva più nulla. Suo marito era alla sua destra, il suo bambino alla sua
sinistra. Provava una pena profonda per la madre che doveva guardare la bara
bianca intuendo il corpo di suo figlio sigillato tra piccole le assi. Se le
avessero strappato suo figlio –
Poi, in un attimo, ricordò ogni
cosa. Ricordò quelle scale. Ricordò il rumore ovattato della caduta. Rivide il
sangue contro lo spigolo di marmo.
E fu tutto perfettamente
chiaro. Volse lo sguardo a sinistra, ed osservò il vuoto pieno di orrore.
Il bambino dentro quella bara,
era il suo bambino.
Si alzò in uno slancio
inaspettato e protese tutta se stessa verso il feretro coperto da una soffice
coperta di fiori candidi. Sentiva il respiro mancare ed il cuore fermarsi per un
istante disperato mentre lanciava un urlo pieno di angoscia, pieno di terrore,
pieno di stupefacente lucidità.
Si piegò convulsamente
sbattendo contro il pavimento freddo, e rimase così, gli occhi sbarrati, il
bianco vuoto nell’anima, finché qualcuno non raccolse il suo corpo inerme.
Non avrebbe vissuto mai più
come una persona sana, come una donna.
Il buio della sera penetrava
dalle ampie finestre policrome della chiesa decorata a lutto. La luce dei ceri e
delle preghiere sussurrate rifletteva sui quei vetri i mille colori della
sciagura e della devastazione. Tra le sue navate si sarebbero celebrati due
mesti funerali. Seppellivano il piccolo, e dentro la stessa bara seppellivano
anche lo spirito morto di Meredith.
Si compiva così un sacrificio
feroce ed inesorabile. Meredith sentiva di dissolversi pezzo dopo pezzo,
lentamente, con agonia, sul lastricato di quella chiesa, in un’ora qualsiasi, in
un giorno qualsiasi di Novembre che con la sua disgrazia ed il suo buio funesto
avrebbe per sempre leccato via la sua felicità e prosciugato ogni traccia di
umanità dal suo cuore.
[Una Bara Bianca]
___
Uh, è quasi
Natale e quasi il mio compleanno. La cosa che amo di più dei regali di Natale è
fare i pacchetti, sapete, con la carta speciale e tutti i nastri colorati e
luccicanti. E poi sono in vacanza, ma solo apparentemente. Comunque vi faccio
tantissimi auguri di buone feste, e ringrazio tutti coloro che hanno letto il
capitolo due anche se è stato una strage... lasciatemi una recensione! Per
favore! Fatemi un regalo di Natale e di compleanno... Grazie & alla prossima
Love-in-idleness
|