Non
può piovere per sempre
Capitolo
46
Viaggio nel passato
Il fumo in cui erano
precipitati iniziò rapidamente a diradarsi, mentre un
chiacchiericcio familiare li accoglieva, ancor prima che potessero
vedere dove fossero finiti.
Regulus riconobbe la
Sala
Grande di Hogwarts. Era la classica cerimonia dello Smistamento di
inizio anno. Poteva vedere gli studenti del primo anno di fronte allo
sgabello del Cappello Parlante, e alcuni di loro si guardavano
timidamente intorno, ammaliati dall'ambiente e al tempo stesso tesi e
nervosi.
Regulus
provò una
sensazione piacevole. Era bello ritrovarsi in quel castello che per
sette anni era stato la loro casa. Notò che Sirius e James
sembravano provare la stessa cosa. Rachel era l'unica ad apparire
poco colpita, e Regulus ne sospettava il motivo. Sapeva che la
ragazza aveva già usato quel Pensatoio per rivivere i
proprio
ricordi a Hogwarts, in tempi ancora meno felici.
Ma quelli erano i
ricordi
di Alphard, pensò subito dopo, e dovevano trovarlo, anche se
in
mezzo a quella folla di studenti vocianti era quasi impossibile.
Fu il professor
Silente,
in piedi accanto allo sgabello, ad aiutarlo, quando chiamò:
« Black,
Alphard ».
« Lo stanno
smistando »
disse Sirius, iniziando ad avvicinarsi. Loro lo seguirono.
Alphard a undici anni
somigliava moltissimo ai due fratelli Black. Lo avevano già
visto in
qualche vecchia fotografia, ma vederlo dal vivo era completamente
diverso. Regulus, in preda ad un'emozione che gli impedì di
deglutire per alcuni eterni secondi, lo osservò mentre
Silente, che
era molto più giovane e aveva i capelli ancora rossi, gli
calava il
Cappello Parlante sulla testa.
Alphard si mordeva il
labbro e stringeva il sedile dello sgabello come per farsi forza.
Regulus immaginava cosa stesse pensando in quel momento. Stava
implorando il Cappello di mandarlo a Serpeverde piuttosto che
Corvonero. Suo zio glielo aveva raccontato un paio di volte per
tranquillizzarlo, quando aveva paura di finire a Grifondoro. Era
accaduto meno di dieci anni prima, ma sembrava un secolo.
«
SERPEVERDE! » gridò
il Cappello, e Alphard sorrise, sollevato.
Lo videro correre
verso
il tavolo di Serpeverde per poi prendere posto accanto ad una ragazza
del terzo anno che li scompigliò i capelli, sorridendo.
« Quella
è tua madre? »
chiese Rachel, perplessa e anche piuttosto sconvolta.
Sirius
ridacchiò e
Regulus si lasciò scappare una smorfia divertita.
« No,
è la zia
Lucretia, la sorella di mio padre, quella che ha sposato Ignatius
Prewett. Lei è mia
madre » rispose, indicando la ragazza
seduta di fronte ad Alphard.
Anche Walburga aveva
solo
tredici anni ma certi tratti la rendevano inconfondibile. I suoi
capelli erano neri e lucenti come quelli di sua cugina Lucretia, ma
mentre questa li teneva corti e ricci, lei li aveva raccolti in una
lunga treccia elegante. Inoltre i suoi occhi erano grigi, identici a
quelli di Alphard, di Regulus e di Sirius, mentre Lucretia aveva
ereditato gli occhi scuri dal ramo della famiglia cui apparteneva
anche Orion.
In quel momento
Walburga
stava fissando il fratellino con le braccia incrociate e
un'espressione indispettita.
« Visto che
sono
Serpeverde? » le disse lui, con un tono di trionfo. Poi le
tese la
mano. « Sgancia ».
Walburga
alzò gli occhi
al cielo e gli consegnò un paio di falci d'argento.
Alphard
esultò.
« Taci
» sibilò
Walburga, irritata.
«
Inconfondibile » fu
il commento di Sirius.
Regulus finse di non
aver
sentito, desideroso di evitare discussioni o polemiche, e James
distolse l'attenzione di tutti, rivolgendosi a Rachel.
« Ehi,
quello che hanno
appena chiamato non è tuo padre? »
Era proprio Perseus.
Il ragazzino che si
stava
avvicinando a Silente, rigido come un palo, era molto diverso dalla
versione adulta che tutti loro conoscevano. Aveva le guance paffute e
rosse per l'imbarazzo e l'emozione.
Quando il Cappello
Parlante gridò di nuovo « SERPEVERDE! »,
Perseus se ne liberò di
corsa e si affrettò verso il suo tavolo. Sembrava molto
felice di
non essere più al centro dell'attenzione di tutta la Sala
Grande.
« Ti dicevo
che era un
timidone » disse Rachel a Regulus, che era alquanto stupito.
Alphard aveva attirato
l'attenzione di Perseus e gli fece posto al proprio fianco.
Evidentemente si erano già conosciuti sul treno.
« Lei
è mia cugina
Lucretia, e quella è mia sorella Walburga. Lui è
Perseus » Alphard
fece le presentazioni.
Walburga non apparve
molto interessata, ma gli fece un cenno di saluto. Lucretia gli
strinse la mano.
Il Preside Dippet
annunciò l'inizio del banchetto. Le due ragazze
più grandi stavano
già chiacchierando tra di loro, riguardo a Hogsmeade e alle
nuove
materie che avrebbero cominciato a seguire quell'anno, argomenti che
ai due ragazzini del primo anno interessavano poco, quindi Alphard e
Perseus presero a commentare le decorazioni della Sala Grande, i
fantasmi e il soffitto che riproduceva il cielo.
«
Perché quel fantasma
è ricoperto di macchie? » chiese Alphard,
incuriosito.
« Evita di
chiederlo ad
alta voce. Al Barone Sanguinario non fa piacere »
parlò qualcuno
accanto a Perseus.
I due ragazzini si
voltarono. A rispondere era stato un ragazzo un po' più
grande,
forse del secondo anno. Aveva un aspetto che a Regulus ricordava
qualcuno di sgradito. Quando notò i suoi occhi di un azzurro
intenso, lo riconobbe: era il padre dei fratelli Lestrange.
« Oh,
è il Barone
Sanguinario? Il fantasma di Serpeverde? » domandò
Alphard, mentre
Perseus assisteva allo scambio di battute in silenzio.
Il ragazzo
accennò un
sorrisetto di condiscendenza.
«
Sì, proprio lui. Con
noi Serpeverde sa essere anche gentile, ma non fargli mai una domanda
del genere ».
« Va bene,
grazie ».
Poi il ragazzo riprese
a
parlare, osservando Alphard con attenzione.
« Tu sei il
fratello di
Walburga Black, dico bene? »
«
Sì, mi chiamo Alphard
».
« Lestrange
» si
presentò il ragazzo. « Mi sembrava di averti visto
a qualche
matrimonio, anni fa. E tu? » aggiunse, rivolgendosi all'altro.
« Perseus
».
Perseus aveva parlato
per
la prima volta, nonostante avesse la bocca piena di stufato che lo
fece bofonchiare.
« Loro sono
alcuni miei
compagni del secondo anno » continuò quello,
indicando alcuni
coetanei intorno a lui. « Nott, Avery e Dolohov ».
I tre Serpeverde
fecero loro un cenno di saluto. Poi Lestrange aggiunse: « Lui
invece
è Tom Riddle. Sa molte più cose di chiunque altro
su Hogwarts ».
Se Regulus non avesse
colto le stesse espressioni di sorpresa mista a orrore nei volti
degli altri tre, avrebbe creduto di aver sentito male.
Tom Riddle aveva i
capelli neri e gli occhi altrettanto scuri. Anche se si stava appena
avviando ad entrare nell'adolescenza, sembrava molto diverso dai suoi
coetanei, soprattutto nel modo di comportarsi: trasudava fascino e
carisma. Era impossibile riconoscere nei tratti di quel volto
estremamente bello e giovanile le fattezze di Lord Voldemort, i suoi
occhi rossi, la palle pallida e bianca come latte...
« Come ha
fatto a
ridursi in quel modo? » chiese Rachel, impressionata.
« Deve
essere un effetto
degli Horcrux » rispose Regulus. « Almeno credo.
Nessuno ne ha mai
creato più di uno, e in questi casi i cambiamenti non erano
troppo
evidenti. Ma lui è andato molto oltre... »
Tutti e quattro
rabbrividirono.
Riddle aveva appena
alzato lo sguardo su Alphard e Perseus, e parlò con un tono
estremamente cordiale.
« Quello che
scoprirete
di Hogwarts è che nessuno ne saprà mai
abbastanza. Vedrete che vi
piacerà stare qui » disse, con un tono quasi
misterioso. Stava
fissando qualcosa d'indefinito, ma i due ragazzini non osarono
interrompere il suo silenzio.
Improvvisamente
Regulus
capì qualcosa che non aveva mai compreso prima: Riddle era
stato
capace di ammaliare chiunque e di costringerlo a seguire il suo
volere non solo ora che era adulto, ma fin da ragazzo. Ecco
perché
aveva sempre avuto ascendente sia sugli altri studenti che sui
professori.
Il ricordo successivo
era
ambientato in biblioteca. Al posto di Madama Pince c'era un anziano
mago ingobbito e dalla miopia accentuata, che tuttavia sorrideva
benevolo a tutti gli studenti che entravano. Alphard e Perseus non
erano molto più grandi che nel ricordo precedente: dovevano
frequentare al massimo il loro secondo anno. Si erano seduti ad uno
dei tavoli più vicini all'entrata, sotto la finestra, e
stavano
tirando fuori dalle borse penne, inchiostri e pergamene.
« Non ho
voglia di fare
il tema di Incantesimi » borbottò Perseus,
sbuffando e appoggiando
la fronte sul tavolo di legno, con aria annoiata.
« Coraggio,
prima
iniziamo e prima finiamo » lo incitò Alphard,
allegro.
« Se lo dici
tu... »
Ma un attimo dopo
Alphard
prese a fissare qualcosa alle spalle dell'amico. I quattro ragazzi
seguirono il suo sguardo, e videro Riddle. Portava in braccio un paio
di grossi volumi e stava parlando col bibliotecario.
« Vorrei
prendere in
prestito questi libri » disse, col quel suo tono affabile
che,
tuttavia, a Regulus dava i brividi.
Il bibliotecario diede
un'occhiata ai volumi.
« Antichi Incantesimi
e Sortilegi Dimenticati, Guida alla Stregoneria
Medioevale,
Siti
Storici della Stregoneria... Complimenti, Tom,
sei un
ragazzo che ama leggere. Anche io sono sempre stato appassionato alla
lettura, fin da quando ero un bambino. Ricordo ancora quando, nel
lontano 1890... »
Riddle non sembrava
affatto infastidito dallo slancio nostalgico del vecchio
bibliotecario. Al contrario, lo ascoltava pazientemente, per
compiacerlo. Un altro motivo per essere ammirato da tutti gli
insegnanti.
« E poi mi
serve anche
questo » aggiunse il ragazzo, porgendogli un biglietto.
« Ah... Nobiltà di
Natura: Genealogia Magica? Questo è
stato spostato nel Reparto
Proibito. Il professor Silente ritiene che abbia dei contenuti
intolleranti » disse il bibliotecario, leggendo a fatica il
biglietto.
« Per quello
naturalmente ho il permesso firmato dal professor Lumacorno »
rispose Riddle, pronto. «
È
lì sul biglietto ».
« Oh
bè, se è così...
aspettami qui, vado a prendertelo ».
« A me non
hanno mai
dato il permesso di prendere un libro dal Reparto Proibito »
soffiò
Alphard, indispettito. « Una volta ho provato a chiedere alla
Gaiamens se mi firmava la richiesta di un libro e lei ha rifiutato.
Non è giusto ».
« Ma tu non
sei il cocco
degli insegnanti » gli rispose Perseus. « E hai la
faccia da
schiaffi, quindi non ispiri fiducia ».
« Non
è vero! »
I due ragazzini
ridacchiarono, mentre anche questo ricordo iniziava a sparire
rapidamente.
« Va bene,
da questo
ricordo sappiamo che gli interessavano oggetti e incantesimi antichi,
e questo è utile. Ma il libro del Reparto Proibito a cosa
gli
serviva? » chiese Sirius.
« Forse
stava ancora
cercando di scoprire le sue origini » rispose Regulus.
« Quel
volume lo conosco bene, lo avevamo a Grimmauld Place: elenca tutte le
grandi famiglie magiche Purosangue, e di sicuro non nomina i Riddle
».
Regulus non
poté fare a
meno di dirlo con una certa soddisfazione. Sirius lo notò e
alzò
gli occhi al cielo.
Adesso si trovavano
nell'ufficio di Lumacorno. L'occasione era ben conosciuta da tutti e
quattro. Gli studenti membri del Lumaclub si aggiravano intorno al
tavolo del buffet, mentre l'insegnante presentava loro alcuni dei
suoi contatti importanti.
In quel ricordo
Perseus
non era presente. Alphard, che ora doveva avere all'incirca
quattordici anni, sembrava piuttosto annoiato. Stava bevendo della
Burrobirra insieme ad un paio di ragazzi e ragazze di altre Case, ed
era distanziato dal resto della famiglia tra cui, notò
Regulus con
una certa ansia mista a malinconia, c'era anche Orion. Avrebbe voluto
scoprire come fosse suo padre a dodici anni, ma evidentemente non era
quello il ricordo adatto. Infatti fu lo zio Cygnus ad avvicinarsi al
fratello maggiore.
« Alphard,
Lumacorno mi
ha chiesto di chiamarti. Credo che voglia presentarti una persona
»
chiese con voce atona.
Alphard
annuì,
sorseggiando la propria Burrobirra con poco entusiasmo.
Attese che Cygnus se
ne
fosse andato per guardarsi intorno con prudenza, salutare gli altri e
defilarsi dalla porta secondaria. I quattro ragazzi lo seguirono
fuori dall'ufficio.
Il corridoio era
illuminato da poche torce che lo lasciavano nella penombra. Alphard
incrociò un ragazzo che stava rientrando alla festa del
Lumaclub.
Aveva capelli scuri e ordinati, e un aspetto vagamente familiare, ma
Regulus non riusciva a ricordare a chi somigliasse. Dal momento che
nessuno dei due intendeva spostarsi per cedere il passo all'altro, si
urtarono, ed era evidente che lo avessero fatto apposta. Si
ignorarono, ma l'antipatia tra di loro si percepì con
chiarezza.
« Chi era?
» chiese
Sirius.
Nessuno gli seppe
rispondere.
Alphard intanto si
stava
dirigendo verso il bagno. Lo seguirono attraverso il corridoio e poi,
non appena lui svoltò l'angolo, sentirono delle voci che li
indussero a guardare alle proprie spalle.
Tom Riddle non era
alla
festa. Forse anche lui si era stancato di parteciparvi, per quanto
potesse sembrare strano. Era in piedi nel bel mezzo di un corridoio
laterale e stava parlando con un ometto molto basso. Regulus
riconobbe il professor Vitious, anche se era molto più
giovane di
come lo aveva conosciuto.
« Il
Direttore di
Corvonero » notò James ad alta voce, sottolineando
il nome della
Casa.
Alphard non aveva
fatto
molto caso alla scena, ed infatti entrò nel bagno un attimo
dopo, ma
i quattro ragazzi si lanciarono un'occhiata consapevole. Riddle aveva
già quindici anni e, secondo Silente, aveva assassinato suo
padre e
i suoi nonni a sedici. Non era tanto improbabile che stesse
già
cercando gli oggetti preziosi con cui in seguito avrebbe creato i
propri Horcrux.
Purtroppo non poterono
udire ciò che Voldemort e Vitious stavano dicendo: il
ricordo si era
concluso.
Quelli
successivi furono molto più rapidi e confusi. Alcuni non
sembravano
avere un significato nascosto: forse Alphard aveva lasciato loro non
solo tutti quelli che riteneva utili alla ricerca degli Horcrux, ma
anche altri in cui Riddle appariva in maniera furtiva e silenziosa.
Lo videro restare in biblioteca fino a tarda notte, l'osservarono
quando Lumacorno lo presentò al Ministro della Magia
dell'epoca, ad
una delle cene del Lumaclub, e notarono che era circondato spesso da
un gruppo sempre fisso di futuri seguaci: Nott, Mulciber, Avery,
Dolohov, Lestrange e un altro ragazzo che Regulus e Sirius
riconobbero come Abraxas Malfoy.
In
un ricordo visto attraverso gli occhi di Perseus, la squadra di
Serpeverde stava per venire alle mani con quella di Grifondoro nel
bel mezzo del campo di Quidditch, e Riddle, in quanto Prefetto, era
intervenuto per sedare la rissa sul nascere.
Gli
era bastata un'unica occhiata per calmare i suoi compagni di Casa.
Era sempre molto attento a mantenere il suo ruolo di studente
modello, ma gli altri studenti lo rispettavano e lo temevano lo
stesso. Alcuni erano addirittura spaventati.
Rimase solo una
giovanissima e combattiva Minerva McGranitt, che continuò a
tenere
l'indice puntato minacciosamente contro Perseus, accusandolo di aver
subito un fallo da parte sua.
« Non l'ho
fatto apposta
» protestava lui, ma sembrava poco convinto.
« Ora
capisco perché la
McGranitt non me ne lasciava passare una, quando giocavo con
troppo... entusiasmo » commentò Rachel, affranta.
« Ringrazia
che è
sempre stata un'insegnante corretta, anche con voi Serpeverde
» le
disse Sirius, divertito.
Si ritrovarono nella
sala
comune di Serpeverde. Il sole era già tramontato dietro le
montagne
che circondavano Hogwarts quando Alphard chiuse con un colpo secco il
manuale di Astronomia, concludendo quella lunga giornata di studio
con un enorme sbadiglio.
« Sono
talmente affamato
che potrei divorare un Ippogrifo in un solo boccone » disse
poi,
rivolgendosi al ragazzo seduto di fronte a lui.
Perseus chiuse a sua
volta il proprio libro, lanciando un’occhiata
all’orario.
« Ti credo,
è già ora
di cena » disse.
« Oh, allora
che stiamo
a fare ancora qui? » disse Alphard, alzandosi e
incamminandosi verso
l’uscita della sala comune di Serpeverde. Perseus lo
seguì.
Regulus e gli altri li
seguirono. I due stavano percorrendo il corridoio principale dei
sotterranei, lamentandosi dei G.U.F.O. che si stavano svolgendo
proprio in quei giorni, quando all’improvviso Alphard si
fermò,
rivolgendo uno sguardo allertato alle proprie spalle.
« Che
c’è? » domandò
Perseus, corrugando la fronte.
Alphard sul momento
parve
preoccupato, ma subito dopo il suo viso si rilassò in
un’espressione
beffarda.
« Ti ho
beccato, Crouch
» disse.
Un Corvonero piuttosto
irritato lasciò il proprio nascondiglio, cercando di
assumere
l’atteggiamento di chi è capitato lì
per caso. E Regulus lo
riconobbe: era lo stesso ragazzo che Alphard aveva urtato apposta nel
ricordo della festa del Lumaclub.
« Ci stavi
spiando? »
sbottò Perseus.
« Non stavo
spiando voi…
sto semplicemente conducendo delle ricerche per conto mio »
ribatté
Barty.
« Ma dai,
sono settimane
che sorvegli tutti i Serpeverde della scuola. Sei davvero convinto di
trovare questo fantomatico Erede di cui tutti parlano? » lo
sbeffeggiò Alphard.
« Ma certo,
così l’anno
prossimo avrà la spilla da Caposcuola assicurata »
confermò
Perseus, mentre Crouch li superava, ignorandoli con aria di
superiorità.
I due rimasero fermi
finché non lo videro sparire.
« Arrivista.
Sarebbe
capace di mandare un innocente ad Azkaban »
commentò Perseus.
« Ignoralo
» fece
Alphard mentre ricominciavano a camminare, continuando a parlare male
di Crouch.
« Chi
è questo Erede? »
chiese James, perplesso.
« L'Erede di
Serpeverde.
Quello che aprì la Camera dei Segreti... o almeno era quello
che
pensavano in quegli anni. Probabilmente la Camera neanche esiste
».
Regulus tacque e
aggrottò
la fronte, pensieroso. Alphard gliene aveva parlato, una volta.
Quando suo zio frequentava il quinto anno, si erano verificati alcuni
attentati ai danni dei Nati Babbani, e molti avevano pensato alla
leggenda della camera di Salazar Serpeverde. La conosceva bene,
perché lui stesso aveva usato quella leggenda per spaventare
i Nati
Babbani. L'unica cosa di cui era certo era che era finito tutto in
modo poco chiaro.
Ma ora che ci
pensava...
Voldemort era l'unico discendente
di Salazar Serpeverde, da
parte di sua madre. E se la leggenda fosse stata vera?
Non riuscì
a rispondere
a quella domanda, perché in quel momento Alphard e Perseus
misero
piede nella sala d’ingresso.
Qui furono
letteralmente
travolti da una studentessa dei primi anni, la quale cadde per terra
a causa del colpo. Poco più in là, un gruppetto
di ragazzine
ridacchiava all’indirizzo della loro coetanea.
« Ehi,
dovresti stare
più attenta a dove vai » le suggerì
Alphard.
Quella però
non gli
diede retta. Con loro grande stupore, i due si accorsero che stava
piangendo. Portava un paio di occhiali con lenti molto spesse, tipica
motivazione che avrebbe spinto quelle ragazzine a prenderla in giro.
Prima di potersi
assicurare che non si fosse fatta male, la Corvonero con gli occhiali
era già tornata in piedi e stava correndo via, in direzione
delle
scale.
« Aspetta,
non puoi
andare in giro da sola, Dippet l'ha sconsigliato »
provò a
richiamarla Alphard. Sembrava indeciso se seguirla o meno ma, prima
che potesse decidersi, era già scomparsa.
« Andiamo,
Olive »
disse una del gruppetto, impaurita dall’occhiataccia che
Perseus
aveva rifilato a tutte loro. Quelle entrarono nella Sala Grande.
I due ragazzi
esitarono
ancora un secondo, lanciando un’occhiata alle scale, ma
infine la
fame dovette avere il sopravvento.
Non appena fecero il
loro
ingresso nella Sala Grande, Regulus notò che
l’atmosfera festosa
alla quale erano abituati era sparita. Hogwarts era cupa e tetra, non
sembrava neanche più la stessa.
La sala era
silenziosa,
eccezion fatta per gli studenti riuniti intorno al tavolo di
Serpeverde; erano gli unici che chiacchieravano allegramente, come se
nulla fosse, mentre quelli delle altre tre Case li fissavano con
fastidio e astio. Dal tavolo di Grifondoro, la Caposcuola McGranitt
stava piegando un cucchiaino per la rabbia e sembrava intenzionata a
riservare ai Serpeverde lo stesso trattamento.
Alphard era arrossito
per
la vergogna, e Perseus pure: il comportamento dei loro compagni di
Casa li imbarazzava.
« Ti prego,
coprimi! »
sussurrò il primo, cercando di mimetizzarsi dietro la
corporatura
più robusta dell’amico.
« Ma che
stai…? »
fece quello, mentre si dirigeva al tavolo.
« Alphard!
Siamo qui ».
Suo fratello Cygnus lo
aveva notato, e adesso lo stava chiamando. Alphard sbuffò.
« Meglio se
vado ».
« Buona
fortuna »
rispose Perseus, sedendosi a debita distanza dai Black. Alphard
invece andò a prendere posto accanto al resto della famiglia.
« Ti eri
perso? »
domandò Cygnus, guardandolo con curiosità.
« Stavo
studiando »
bofonchiò lui mentre si serviva l’arrosto,
assicurandosi di non
incrociare gli sguardi degli altri Black. Per sua fortuna erano tutti
troppo esaltati per fare caso al suo muso lungo.
Nei minuti successivi
anche Regulus si sentì molto in imbarazzo.
« Siamo
già a tre
Sanguesporco pietrificati! Di questo passo, se ne andranno tutti
»
stava dicendo Orion.
« Sarebbe
ora. Non ne
posso più di trattenere il respiro ogni volta che me ne
ritrovo uno
accanto. Stanno infestando Hogwarts » commentò
Walburga a voce
abbastanza alta, tanto che alcuni studenti del tavolo più
vicino si
voltarono, guardandola con rabbia.
Regulus
ignorò lo
sguardo gelido di Sirius, ma si sentì avvampare ugualmente.
Alphard
invece colpì il piatto con la forchetta, nel vano tentativo
di
coprire le parole della sorella.
Cygnus e Orion
risposero
con un ghigno divertito.
Tanto per trovare una
distrazione, Regulus alzò lo sguardo verso il tavolo degli
insegnanti: il Preside Dippet era immerso in una fitta conversazione
con il professor Silente, ed entrambi sembravano molto preoccupati.
« È
un peccato però » disse Cygnus. « Ho
sentito che verranno usate le
Mandragole per liberare i Sanguesporco pietrificati... »
« Potremmo
distruggere
le scorte di Mandragole » suggerì Orion sottovoce.
« Oh,
Salazar, ma ti
senti quando parli? » sbottò Walburga,
improvvisamente irritata.
Sembrava avercela con lui per quella proposta infantile, ma Orion non
dava segno di conoscerne il motivo. « Se ci scoprissero,
forniremmo
una scusa a tutti quei Babbanofili per dare la colpa a noi. Lasciate
fare all'Erede, chiunque egli sia ».
« Oh, giusto
» stava
dicendo Cygnus. « Ma così tornerà tutto
come prima, e i
Sanguesporco resteranno a Hogwarts ».
« Ma
insomma, volete
proprio che ci scappi il morto? »
Alphard non era
riuscito
a trattenersi. Aveva mormorato quella frase con rabbia, scagliando la
forchetta sul piatto. Quattro paia di occhi presero a fissarlo.
Lucretia gli lanciò un'occhiata di ammonimento, ma lui era
troppo
arrabbiato per ascoltarla.
« Hai
qualche problema?
» chiese Cygnus.
« Lascialo
stare, è
sotto stress per i G.U.F.O. » disse Walburga, disinteressata.
Alphard le
lanciò
un'occhiataccia. Per un attimo sembrò intenzionato a
rispondere per
le rime e dire ciò che pensava, ma alla fine si
limitò ad alzarsi
bofonchiando:
« Non ho
fame. Me ne
torno in sala comune ».
Perseus, che lo aveva
osservato, quando lo vide lasciare il tavolo di Serpeverde per
dirigersi fuori dalla Sala Grande si alzò a sua volta e lo
seguì.
«
Cos'è successo? »
gli chiese, dopo averlo raggiunto nella sala d'ingresso.
Alphard non rispose.
Sbuffò e alzò le spalle. Perseus comunque
sembrava aver capito.
« Ma dove
vai? » gli
chiese, quando l'altro iniziò a salire la scalinata
principale.
« Non lo so.
Ho bisogno
di scaricare i nervi, e visto che non ci permettono di uscire da soli
per giocare a Quidditch, posso soltanto farmi una passeggiata nel
castello ».
«
Perché non li mandi
al diavolo e basta? »
« La fai
facile, tu »
bofonchiò lui, testardo.
Perseus
sbuffò a sua
volta, ma non disse nulla e lo seguì in silenzio.
Regulus si
sforzò di
ignorare il proprio disagio. Non aveva motivo di sentirsi in colpa
per quello che i suoi genitori avevano detto. Anche lui sarebbe stato
d'accordo con loro soltanto uno o due anni prima. Era molto
più
semplice sperare che i Nati Babbani morissero, ma mettere in pratica
quelle convinzioni era una cosa completamente diversa. Orion e
Walburga avevano mantenuto le loro idee perché non si erano
mai
scontrati con la dura realtà come era successo a lui. Non
sapeva
nemmeno perché stesse cercando di giustificarli a se stesso,
ma
metterli in discussione lo faceva solo stare peggio.
Cercò lo
sguardo di
Rachel, forse nella speranza che lei riuscisse in qualche modo a
farlo sentire meglio. Lei se ne accorse e gli posò una mano
sulla
spalla.
Stavano percorrendo un
corridoio del secondo piano, quando all'improvviso delle voci
attirarono la loro attenzione. Se fosse stato un periodo normale non
vi avrebbero fatto caso, ma quando si resero conto che qualcuno stava
piangendo disperatamente, Alphard e Perseus si guardarono con timore.
Forse qualcun altro era stato pietrificato...
« Viene dal
bagno delle
ragazze » disse Perseus, indicando una porta socchiusa alla
loro
destra.
« Andiamo a
vedere »
rispose l'altro, serrando la mascella.
Con cautela,
aprì la
porta del bagno, vi si affacciò per vedere cosa stesse
succedendo...
e divenne bianco come un cencio.
« Che
succede? »
domandò Perseus, preoccupato. Scrollò l'amico, ma
quello non
accennò a muoversi. Sembrava che fosse stato pietrificato
anche lui.
Perseus gli diede una
spallata ed entrò nel bagno, rimanendo a sua volta
paralizzato, il
cuore in gola di fronte alla scena che gli si presentava davanti.
Anche Regulus e gli
altri
trattennero il respiro quando videro cos'era successo.
La ragazzina piangente
di
Corvonero che aveva urtato Perseus poco prima che entrasse in Sala
Grande ora giaceva a terra in una posizione innaturale, il volto
cereo e un'espressione di sgomento dipinta negli occhi sgranati.
Sopra di lei, c'erano
due
fantasmi. Uno era lo spettro della Dama Grigia. Il secondo era quello
della stessa ragazzina. Era lei che piangeva, mentre fissava con
orrore il proprio corpo vuoto riverso a terra.
« Non serve
a nulla
piangere » stava dicendo la Dama con pazienza ma anche un po'
di
fredda amarezza. « Dovrai abituarti presto a quello che ti
è
successo, come tutti noi... »
« Oh
cielo... » fece
Rachel, colta da un pensiero improvviso. « È
Mirtilla Malcontenta! Prima non l'avevo riconosciuta... »
Regulus non aveva idea
di
chi fosse Mirtilla Malcontenta né di come Rachel la
conoscesse, ma
non ebbe il tempo di chiederlo.
Il fantasma della
ragazzina scoppiò in un pianto ancora più
disperato. La donna a
quel punto si voltò, esasperata, e vide i due Serpeverde
sulla
soglia del bagno.
« Andate a
chiamare
qualcuno » disse. « Anche se questa volta non
c'è nulla da fare ».
Perseus e Alphard
sembravano ancora troppo sotto shock per avere una qualche reazione.
Obbedirono subito, correndo fuori dal bagno delle ragazze, incapaci
di farsi una ragione di quanto era appena accaduto.
Per i corridoi non
c'era
nessuno. Stavano quasi per scendere in Sala Grande quando, voltando
un angolo, si imbatterono in un Prefetto.
« Riddle!
» esclamò
Alphard, senza fiato. Regulus era stato proprio sul punto di
domandarsi dove fosse finito, dal momento che in Sala Grande non lo
aveva visto.
« Che
succede? »
rispose il ragazzo, scrutandoli attentamente.
«
C'è stata un'altra
aggressione... Ma stavolta una ragazza è... »
Perseus non riusciva a
concludere, ma aveva detto quanto bastava. Riddle assunse
un'espressione molto grave.
« Portatemi
da lei ».
Quando lo fecero
entrare
nel bagno, Riddle lanciò uno sguardo al cadavere, poi al
fantasma
della vittima, con un atteggiamento apparentemente impassibile.
« Lady
Helena, avete
visto qualcosa? »
A tutti loro parve
strano
che le si rivolgesse in quel modo. Di solito la Dama Grigia non
parlava con nessuno, e nessuno si era mai permesso quella confidenza
nei suoi confronti. Invece lei e Tom Riddle sembravano conoscersi, e
anche abbastanza bene.
La donna scosse il
capo.
« No, Tom,
mi dispiace.
L'ho sentita piangere e sono venuta a controllare. Ma era
già morta
quando l'ho trovata ».
« Forse
però lei ha
visto chi è stato. L'hai visto? » chiese Perseus,
rivolgendosi alla
ragazzina.
Quella
scoppiò a ululare
ancora più forte.
« Non mi
sembra nelle
condizioni di rispondere, Queen. È appena morta »
replicò
freddamente Riddle.
Perseus
arrossì,
imbarazzato per la propria mancanza di tatto.
« Deve
essere stato
l'Erede però... Dobbiamo avvertire il Preside »
disse Alphard.
« No, Black,
non farlo.
Anzi, consiglio a entrambi di tornare in sala comune e fingere di non
sapere nulla di questa storia ».
I due si voltarono a
guardare Riddle con sgomento.
« E
perché? »
« Tu sei un
Black. Se
andassi a raccontare di aver trovato la ragazza morta, ti
accuserebbero sicuramente di averla uccisa. Non sanno dove sbattere
la testa, e non vedono l'ora di trovare un capro espiatorio, e tu
saresti il primo della lista. Quanto a te, Queen, penserebbero che tu
sia un suo complice. Perciò, fate come vi dico.
Dirò di essere
stato io a trovarla, e la Dama non mi contraddirà...
»
La Dama Grigia
annuì,
lanciandogli un'occhiata d'intesa. I due sembravano più che
semplici
conoscenti. Forse erano addirittura amici, pensò Regulus.
Alphard stava esitando.
« Sei
sicuro? »
«
Sì. È meglio così.
Di me si fidano ».
«
D'accordo... »
Perseus e Alphard
esitarono ancora alcuni istanti, fissando con orrore e compassione il
fantasma piangente, che ora si era andato a nascondere dentro un
cubicolo, dal quale provenivano singhiozzi continui. Poi si
riscossero e fecero per uscire.
Prima di andarsene,
Alphard si voltò, lanciando un'ultima occhiata al Prefetto.
«
Bè... ti ringrazio,
Riddle » disse.
Il volto di Tom Riddle
per un solo momento parve quasi sorridere e nei suoi occhi scuri
apparve qualcosa come un lampo di trionfo, e una sfumatura rossastra
li illuminò per un istante. Ma poi sparì
immediatamente.
« Non
c'è di che, Black
».
Il suo tono fece
rabbrividire Regulus. Aveva la netta sensazione che Riddle non
volesse far sapere di essere stato visto nei dintorni del bagno dove
Mirtilla era morta. E quando, alcuni istanti dopo, si ritrovarono
fuori dal Pensatoio, nella cucina di casa Puddle, intuì che
anche
gli altri tre stavano pensando la stessa identica cosa.
« Alphard
non poteva
sapere tutto quel che sappiamo noi » disse James, dopo alcuni
minuti
in cui nessuno disse nulla, tutti intenti a tirare le somme da
ciò
che avevano visto. « Che Voldemort sia sempre stato molto
legato a
Hogwarts e apprezzato dai professori lo sapevamo già, ma
qualcosa di
nuovo l'abbiamo scoperto ».
Gli altri tre
annuirono.
« Dovremmo
controllare
quei libri che Riddle aveva preso in prestito in biblioteca. E
dovremmo anche dire a Silente di fare qualche domanda alla Dama
Grigia » disse Rachel alla fine. « Non credo che
Voldemort sia
diventato suo amico per nulla. È
il fantasma di Corvonero, e in qualche modo deve essere collegata al
quinto Horcrux ».
Regulus, Sirius e James
annuirono.
E così sono
sulle tracce del quinto Horcrux. Ora non sarà difficile
scoprire che si tratta del Diadema, il problema sarà
trovarlo...
Devo dire che
mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo, soprattutto dopo
aver dato un'occhiata alle date e aver scoperto che ai tempi di Tom
Riddle tantissimi personaggi frequentavano Hogwarts nello stesso
periodo. I Black adolescenti naturalmente sono stati quelli che ho preferito scrivere e sui quali mi sarei voluta dilungare ancora di più, ma anche la McGranitt non scherzava! XD
Questo
è l'ultimo capitolo che pubblico in fretta e furia: se tutto
va bene, dalla prossima settimana sarò libera e
potrò rispondere a tutti i commenti arretrati. Abbiate
pazienza ^^
Ah, un'ultima
cosa! Il prossimo capitolo sarà pubblicato come da copione
il 21 giugno. Per questa estate ho deciso di non fare una pausa, anche
perché non dovrei averne bisogno. Però non
pubblicherò nemmeno ogni due settimane come faccio ora,
forse una volta al mese, così mi resta un margine da
settembre in poi... vi farò sapere meglio la prossima volta.
Buon inizio di vacanze/sessione di esami/maturità a tutti!
Julia :)
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