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Autore: Julia Weasley    07/06/2012    10 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.'
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Non può piovere per sempre

Capitolo 46
Viaggio nel passato

Il fumo in cui erano precipitati iniziò rapidamente a diradarsi, mentre un chiacchiericcio familiare li accoglieva, ancor prima che potessero vedere dove fossero finiti.
Regulus riconobbe la Sala Grande di Hogwarts. Era la classica cerimonia dello Smistamento di inizio anno. Poteva vedere gli studenti del primo anno di fronte allo sgabello del Cappello Parlante, e alcuni di loro si guardavano timidamente intorno, ammaliati dall'ambiente e al tempo stesso tesi e nervosi.
Regulus provò una sensazione piacevole. Era bello ritrovarsi in quel castello che per sette anni era stato la loro casa. Notò che Sirius e James sembravano provare la stessa cosa. Rachel era l'unica ad apparire poco colpita, e Regulus ne sospettava il motivo. Sapeva che la ragazza aveva già usato quel Pensatoio per rivivere i proprio ricordi a Hogwarts, in tempi ancora meno felici.
Ma quelli erano i ricordi di Alphard, pensò subito dopo, e dovevano trovarlo, anche se in mezzo a quella folla di studenti vocianti era quasi impossibile.
Fu il professor Silente, in piedi accanto allo sgabello, ad aiutarlo, quando chiamò:
« Black, Alphard ».
« Lo stanno smistando » disse Sirius, iniziando ad avvicinarsi. Loro lo seguirono.
Alphard a undici anni somigliava moltissimo ai due fratelli Black. Lo avevano già visto in qualche vecchia fotografia, ma vederlo dal vivo era completamente diverso. Regulus, in preda ad un'emozione che gli impedì di deglutire per alcuni eterni secondi, lo osservò mentre Silente, che era molto più giovane e aveva i capelli ancora rossi, gli calava il Cappello Parlante sulla testa.
Alphard si mordeva il labbro e stringeva il sedile dello sgabello come per farsi forza. Regulus immaginava cosa stesse pensando in quel momento. Stava implorando il Cappello di mandarlo a Serpeverde piuttosto che Corvonero. Suo zio glielo aveva raccontato un paio di volte per tranquillizzarlo, quando aveva paura di finire a Grifondoro. Era accaduto meno di dieci anni prima, ma sembrava un secolo.
« SERPEVERDE! » gridò il Cappello, e Alphard sorrise, sollevato.
Lo videro correre verso il tavolo di Serpeverde per poi prendere posto accanto ad una ragazza del terzo anno che li scompigliò i capelli, sorridendo.
« Quella è tua madre? » chiese Rachel, perplessa e anche piuttosto sconvolta.
Sirius ridacchiò e Regulus si lasciò scappare una smorfia divertita.
« No, è la zia Lucretia, la sorella di mio padre, quella che ha sposato Ignatius Prewett. Lei è mia madre » rispose, indicando la ragazza seduta di fronte ad Alphard.
Anche Walburga aveva solo tredici anni ma certi tratti la rendevano inconfondibile. I suoi capelli erano neri e lucenti come quelli di sua cugina Lucretia, ma mentre questa li teneva corti e ricci, lei li aveva raccolti in una lunga treccia elegante. Inoltre i suoi occhi erano grigi, identici a quelli di Alphard, di Regulus e di Sirius, mentre Lucretia aveva ereditato gli occhi scuri dal ramo della famiglia cui apparteneva anche Orion.
In quel momento Walburga stava fissando il fratellino con le braccia incrociate e un'espressione indispettita.
« Visto che sono Serpeverde? » le disse lui, con un tono di trionfo. Poi le tese la mano. « Sgancia ».
Walburga alzò gli occhi al cielo e gli consegnò un paio di falci d'argento.
Alphard esultò.
« Taci » sibilò Walburga, irritata.
« Inconfondibile » fu il commento di Sirius.
Regulus finse di non aver sentito, desideroso di evitare discussioni o polemiche, e James distolse l'attenzione di tutti, rivolgendosi a Rachel.
« Ehi, quello che hanno appena chiamato non è tuo padre? »
Era proprio Perseus.
Il ragazzino che si stava avvicinando a Silente, rigido come un palo, era molto diverso dalla versione adulta che tutti loro conoscevano. Aveva le guance paffute e rosse per l'imbarazzo e l'emozione.
Quando il Cappello Parlante gridò di nuovo « SERPEVERDE! », Perseus se ne liberò di corsa e si affrettò verso il suo tavolo. Sembrava molto felice di non essere più al centro dell'attenzione di tutta la Sala Grande.
« Ti dicevo che era un timidone » disse Rachel a Regulus, che era alquanto stupito.
Alphard aveva attirato l'attenzione di Perseus e gli fece posto al proprio fianco. Evidentemente si erano già conosciuti sul treno.
« Lei è mia cugina Lucretia, e quella è mia sorella Walburga. Lui è Perseus » Alphard fece le presentazioni.
Walburga non apparve molto interessata, ma gli fece un cenno di saluto. Lucretia gli strinse la mano.
Il Preside Dippet annunciò l'inizio del banchetto. Le due ragazze più grandi stavano già chiacchierando tra di loro, riguardo a Hogsmeade e alle nuove materie che avrebbero cominciato a seguire quell'anno, argomenti che ai due ragazzini del primo anno interessavano poco, quindi Alphard e Perseus presero a commentare le decorazioni della Sala Grande, i fantasmi e il soffitto che riproduceva il cielo.
« Perché quel fantasma è ricoperto di macchie? » chiese Alphard, incuriosito.
« Evita di chiederlo ad alta voce. Al Barone Sanguinario non fa piacere » parlò qualcuno accanto a Perseus.
I due ragazzini si voltarono. A rispondere era stato un ragazzo un po' più grande, forse del secondo anno. Aveva un aspetto che a Regulus ricordava qualcuno di sgradito. Quando notò i suoi occhi di un azzurro intenso, lo riconobbe: era il padre dei fratelli Lestrange.
« Oh, è il Barone Sanguinario? Il fantasma di Serpeverde? » domandò Alphard, mentre Perseus assisteva allo scambio di battute in silenzio.
Il ragazzo accennò un sorrisetto di condiscendenza.
« Sì, proprio lui. Con noi Serpeverde sa essere anche gentile, ma non fargli mai una domanda del genere ».
« Va bene, grazie ».
Poi il ragazzo riprese a parlare, osservando Alphard con attenzione.
« Tu sei il fratello di Walburga Black, dico bene? »
« Sì, mi chiamo Alphard ».
« Lestrange » si presentò il ragazzo. « Mi sembrava di averti visto a qualche matrimonio, anni fa. E tu? » aggiunse, rivolgendosi all'altro.
« Perseus ».
Perseus aveva parlato per la prima volta, nonostante avesse la bocca piena di stufato che lo fece bofonchiare.
« Loro sono alcuni miei compagni del secondo anno » continuò quello, indicando alcuni coetanei intorno a lui. « Nott, Avery e Dolohov ». I tre Serpeverde fecero loro un cenno di saluto. Poi Lestrange aggiunse: « Lui invece è Tom Riddle. Sa molte più cose di chiunque altro su Hogwarts ».
Se Regulus non avesse colto le stesse espressioni di sorpresa mista a orrore nei volti degli altri tre, avrebbe creduto di aver sentito male.
Tom Riddle aveva i capelli neri e gli occhi altrettanto scuri. Anche se si stava appena avviando ad entrare nell'adolescenza, sembrava molto diverso dai suoi coetanei, soprattutto nel modo di comportarsi: trasudava fascino e carisma. Era impossibile riconoscere nei tratti di quel volto estremamente bello e giovanile le fattezze di Lord Voldemort, i suoi occhi rossi, la palle pallida e bianca come latte...
« Come ha fatto a ridursi in quel modo? » chiese Rachel, impressionata.
« Deve essere un effetto degli Horcrux » rispose Regulus. « Almeno credo. Nessuno ne ha mai creato più di uno, e in questi casi i cambiamenti non erano troppo evidenti. Ma lui è andato molto oltre... »
Tutti e quattro rabbrividirono.
Riddle aveva appena alzato lo sguardo su Alphard e Perseus, e parlò con un tono estremamente cordiale.
« Quello che scoprirete di Hogwarts è che nessuno ne saprà mai abbastanza. Vedrete che vi piacerà stare qui » disse, con un tono quasi misterioso. Stava fissando qualcosa d'indefinito, ma i due ragazzini non osarono interrompere il suo silenzio.
Improvvisamente Regulus capì qualcosa che non aveva mai compreso prima: Riddle era stato capace di ammaliare chiunque e di costringerlo a seguire il suo volere non solo ora che era adulto, ma fin da ragazzo. Ecco perché aveva sempre avuto ascendente sia sugli altri studenti che sui professori.
Il ricordo successivo era ambientato in biblioteca. Al posto di Madama Pince c'era un anziano mago ingobbito e dalla miopia accentuata, che tuttavia sorrideva benevolo a tutti gli studenti che entravano. Alphard e Perseus non erano molto più grandi che nel ricordo precedente: dovevano frequentare al massimo il loro secondo anno. Si erano seduti ad uno dei tavoli più vicini all'entrata, sotto la finestra, e stavano tirando fuori dalle borse penne, inchiostri e pergamene.
« Non ho voglia di fare il tema di Incantesimi » borbottò Perseus, sbuffando e appoggiando la fronte sul tavolo di legno, con aria annoiata.
« Coraggio, prima iniziamo e prima finiamo » lo incitò Alphard, allegro.
« Se lo dici tu... »
Ma un attimo dopo Alphard prese a fissare qualcosa alle spalle dell'amico. I quattro ragazzi seguirono il suo sguardo, e videro Riddle. Portava in braccio un paio di grossi volumi e stava parlando col bibliotecario.
« Vorrei prendere in prestito questi libri » disse, col quel suo tono affabile che, tuttavia, a Regulus dava i brividi.
Il bibliotecario diede un'occhiata ai volumi.
« Antichi Incantesimi e Sortilegi Dimenticati, Guida alla Stregoneria Medioevale, Siti Storici della Stregoneria... Complimenti, Tom, sei un ragazzo che ama leggere. Anche io sono sempre stato appassionato alla lettura, fin da quando ero un bambino. Ricordo ancora quando, nel lontano 1890... »
Riddle non sembrava affatto infastidito dallo slancio nostalgico del vecchio bibliotecario. Al contrario, lo ascoltava pazientemente, per compiacerlo. Un altro motivo per essere ammirato da tutti gli insegnanti.
« E poi mi serve anche questo » aggiunse il ragazzo, porgendogli un biglietto.
« Ah... Nobiltà di Natura: Genealogia Magica? Questo è stato spostato nel Reparto Proibito. Il professor Silente ritiene che abbia dei contenuti intolleranti » disse il bibliotecario, leggendo a fatica il biglietto.
« Per quello naturalmente ho il permesso firmato dal professor Lumacorno » rispose Riddle, pronto. « È lì sul biglietto ».
« Oh bè, se è così... aspettami qui, vado a prendertelo ».
« A me non hanno mai dato il permesso di prendere un libro dal Reparto Proibito » soffiò Alphard, indispettito. « Una volta ho provato a chiedere alla Gaiamens se mi firmava la richiesta di un libro e lei ha rifiutato. Non è giusto ».
« Ma tu non sei il cocco degli insegnanti » gli rispose Perseus. « E hai la faccia da schiaffi, quindi non ispiri fiducia ».
« Non è vero! »
I due ragazzini ridacchiarono, mentre anche questo ricordo iniziava a sparire rapidamente.
« Va bene, da questo ricordo sappiamo che gli interessavano oggetti e incantesimi antichi, e questo è utile. Ma il libro del Reparto Proibito a cosa gli serviva? » chiese Sirius.
« Forse stava ancora cercando di scoprire le sue origini » rispose Regulus. « Quel volume lo conosco bene, lo avevamo a Grimmauld Place: elenca tutte le grandi famiglie magiche Purosangue, e di sicuro non nomina i Riddle ».
Regulus non poté fare a meno di dirlo con una certa soddisfazione. Sirius lo notò e alzò gli occhi al cielo.
Adesso si trovavano nell'ufficio di Lumacorno. L'occasione era ben conosciuta da tutti e quattro. Gli studenti membri del Lumaclub si aggiravano intorno al tavolo del buffet, mentre l'insegnante presentava loro alcuni dei suoi contatti importanti.
In quel ricordo Perseus non era presente. Alphard, che ora doveva avere all'incirca quattordici anni, sembrava piuttosto annoiato. Stava bevendo della Burrobirra insieme ad un paio di ragazzi e ragazze di altre Case, ed era distanziato dal resto della famiglia tra cui, notò Regulus con una certa ansia mista a malinconia, c'era anche Orion. Avrebbe voluto scoprire come fosse suo padre a dodici anni, ma evidentemente non era quello il ricordo adatto. Infatti fu lo zio Cygnus ad avvicinarsi al fratello maggiore.
« Alphard, Lumacorno mi ha chiesto di chiamarti. Credo che voglia presentarti una persona » chiese con voce atona.
Alphard annuì, sorseggiando la propria Burrobirra con poco entusiasmo.
Attese che Cygnus se ne fosse andato per guardarsi intorno con prudenza, salutare gli altri e defilarsi dalla porta secondaria. I quattro ragazzi lo seguirono fuori dall'ufficio.
Il corridoio era illuminato da poche torce che lo lasciavano nella penombra. Alphard incrociò un ragazzo che stava rientrando alla festa del Lumaclub. Aveva capelli scuri e ordinati, e un aspetto vagamente familiare, ma Regulus non riusciva a ricordare a chi somigliasse. Dal momento che nessuno dei due intendeva spostarsi per cedere il passo all'altro, si urtarono, ed era evidente che lo avessero fatto apposta. Si ignorarono, ma l'antipatia tra di loro si percepì con chiarezza.
« Chi era? » chiese Sirius.
Nessuno gli seppe rispondere.
Alphard intanto si stava dirigendo verso il bagno. Lo seguirono attraverso il corridoio e poi, non appena lui svoltò l'angolo, sentirono delle voci che li indussero a guardare alle proprie spalle.
Tom Riddle non era alla festa. Forse anche lui si era stancato di parteciparvi, per quanto potesse sembrare strano. Era in piedi nel bel mezzo di un corridoio laterale e stava parlando con un ometto molto basso. Regulus riconobbe il professor Vitious, anche se era molto più giovane di come lo aveva conosciuto.
« Il Direttore di Corvonero » notò James ad alta voce, sottolineando il nome della Casa.
Alphard non aveva fatto molto caso alla scena, ed infatti entrò nel bagno un attimo dopo, ma i quattro ragazzi si lanciarono un'occhiata consapevole. Riddle aveva già quindici anni e, secondo Silente, aveva assassinato suo padre e i suoi nonni a sedici. Non era tanto improbabile che stesse già cercando gli oggetti preziosi con cui in seguito avrebbe creato i propri Horcrux.
Purtroppo non poterono udire ciò che Voldemort e Vitious stavano dicendo: il ricordo si era concluso.
Quelli successivi furono molto più rapidi e confusi. Alcuni non sembravano avere un significato nascosto: forse Alphard aveva lasciato loro non solo tutti quelli che riteneva utili alla ricerca degli Horcrux, ma anche altri in cui Riddle appariva in maniera furtiva e silenziosa. Lo videro restare in biblioteca fino a tarda notte, l'osservarono quando Lumacorno lo presentò al Ministro della Magia dell'epoca, ad una delle cene del Lumaclub, e notarono che era circondato spesso da un gruppo sempre fisso di futuri seguaci: Nott, Mulciber, Avery, Dolohov, Lestrange e un altro ragazzo che Regulus e Sirius riconobbero come Abraxas Malfoy.
In un ricordo visto attraverso gli occhi di Perseus, la squadra di Serpeverde stava per venire alle mani con quella di Grifondoro nel bel mezzo del campo di Quidditch, e Riddle, in quanto Prefetto, era intervenuto per sedare la rissa sul nascere.
Gli era bastata un'unica occhiata per calmare i suoi compagni di Casa. Era sempre molto attento a mantenere il suo ruolo di studente modello, ma gli altri studenti lo rispettavano e lo temevano lo stesso. Alcuni erano addirittura spaventati.
Rimase solo una giovanissima e combattiva Minerva McGranitt, che continuò a tenere l'indice puntato minacciosamente contro Perseus, accusandolo di aver subito un fallo da parte sua.
« Non l'ho fatto apposta » protestava lui, ma sembrava poco convinto.
« Ora capisco perché la McGranitt non me ne lasciava passare una, quando giocavo con troppo... entusiasmo » commentò Rachel, affranta.
« Ringrazia che è sempre stata un'insegnante corretta, anche con voi Serpeverde » le disse Sirius, divertito.
Si ritrovarono nella sala comune di Serpeverde. Il sole era già tramontato dietro le montagne che circondavano Hogwarts quando Alphard chiuse con un colpo secco il manuale di Astronomia, concludendo quella lunga giornata di studio con un enorme sbadiglio.
« Sono talmente affamato che potrei divorare un Ippogrifo in un solo boccone » disse poi, rivolgendosi al ragazzo seduto di fronte a lui.
Perseus chiuse a sua volta il proprio libro, lanciando un’occhiata all’orario.
« Ti credo, è già ora di cena » disse.
« Oh, allora che stiamo a fare ancora qui? » disse Alphard, alzandosi e incamminandosi verso l’uscita della sala comune di Serpeverde. Perseus lo seguì.
Regulus e gli altri li seguirono. I due stavano percorrendo il corridoio principale dei sotterranei, lamentandosi dei G.U.F.O. che si stavano svolgendo proprio in quei giorni, quando all’improvviso Alphard si fermò, rivolgendo uno sguardo allertato alle proprie spalle.
« Che c’è? » domandò Perseus, corrugando la fronte.
Alphard sul momento parve preoccupato, ma subito dopo il suo viso si rilassò in un’espressione beffarda.
« Ti ho beccato, Crouch » disse.
Un Corvonero piuttosto irritato lasciò il proprio nascondiglio, cercando di assumere l’atteggiamento di chi è capitato lì per caso. E Regulus lo riconobbe: era lo stesso ragazzo che Alphard aveva urtato apposta nel ricordo della festa del Lumaclub.
« Ci stavi spiando? » sbottò Perseus.
« Non stavo spiando voi… sto semplicemente conducendo delle ricerche per conto mio » ribatté Barty.
« Ma dai, sono settimane che sorvegli tutti i Serpeverde della scuola. Sei davvero convinto di trovare questo fantomatico Erede di cui tutti parlano? » lo sbeffeggiò Alphard.
« Ma certo, così l’anno prossimo avrà la spilla da Caposcuola assicurata » confermò Perseus, mentre Crouch li superava, ignorandoli con aria di superiorità.
I due rimasero fermi finché non lo videro sparire.
« Arrivista. Sarebbe capace di mandare un innocente ad Azkaban » commentò Perseus.
« Ignoralo » fece Alphard mentre ricominciavano a camminare, continuando a parlare male di Crouch.
« Chi è questo Erede? » chiese James, perplesso.
« L'Erede di Serpeverde. Quello che aprì la Camera dei Segreti... o almeno era quello che pensavano in quegli anni. Probabilmente la Camera neanche esiste ».
Regulus tacque e aggrottò la fronte, pensieroso. Alphard gliene aveva parlato, una volta. Quando suo zio frequentava il quinto anno, si erano verificati alcuni attentati ai danni dei Nati Babbani, e molti avevano pensato alla leggenda della camera di Salazar Serpeverde. La conosceva bene, perché lui stesso aveva usato quella leggenda per spaventare i Nati Babbani. L'unica cosa di cui era certo era che era finito tutto in modo poco chiaro.
Ma ora che ci pensava... Voldemort era l'unico discendente di Salazar Serpeverde, da parte di sua madre. E se la leggenda fosse stata vera?
Non riuscì a rispondere a quella domanda, perché in quel momento Alphard e Perseus misero piede nella sala d’ingresso.
Qui furono letteralmente travolti da una studentessa dei primi anni, la quale cadde per terra a causa del colpo. Poco più in là, un gruppetto di ragazzine ridacchiava all’indirizzo della loro coetanea.
« Ehi, dovresti stare più attenta a dove vai » le suggerì Alphard.
Quella però non gli diede retta. Con loro grande stupore, i due si accorsero che stava piangendo. Portava un paio di occhiali con lenti molto spesse, tipica motivazione che avrebbe spinto quelle ragazzine a prenderla in giro.
Prima di potersi assicurare che non si fosse fatta male, la Corvonero con gli occhiali era già tornata in piedi e stava correndo via, in direzione delle scale.
« Aspetta, non puoi andare in giro da sola, Dippet l'ha sconsigliato » provò a richiamarla Alphard. Sembrava indeciso se seguirla o meno ma, prima che potesse decidersi, era già scomparsa.
« Andiamo, Olive » disse una del gruppetto, impaurita dall’occhiataccia che Perseus aveva rifilato a tutte loro. Quelle entrarono nella Sala Grande.
I due ragazzi esitarono ancora un secondo, lanciando un’occhiata alle scale, ma infine la fame dovette avere il sopravvento.
Non appena fecero il loro ingresso nella Sala Grande, Regulus notò che l’atmosfera festosa alla quale erano abituati era sparita. Hogwarts era cupa e tetra, non sembrava neanche più la stessa.
La sala era silenziosa, eccezion fatta per gli studenti riuniti intorno al tavolo di Serpeverde; erano gli unici che chiacchieravano allegramente, come se nulla fosse, mentre quelli delle altre tre Case li fissavano con fastidio e astio. Dal tavolo di Grifondoro, la Caposcuola McGranitt stava piegando un cucchiaino per la rabbia e sembrava intenzionata a riservare ai Serpeverde lo stesso trattamento.
Alphard era arrossito per la vergogna, e Perseus pure: il comportamento dei loro compagni di Casa li imbarazzava.
« Ti prego, coprimi! » sussurrò il primo, cercando di mimetizzarsi dietro la corporatura più robusta dell’amico.
« Ma che stai…? » fece quello, mentre si dirigeva al tavolo.
« Alphard! Siamo qui ».
Suo fratello Cygnus lo aveva notato, e adesso lo stava chiamando. Alphard sbuffò.
« Meglio se vado ».
« Buona fortuna » rispose Perseus, sedendosi a debita distanza dai Black. Alphard invece andò a prendere posto accanto al resto della famiglia.
« Ti eri perso? » domandò Cygnus, guardandolo con curiosità.
« Stavo studiando » bofonchiò lui mentre si serviva l’arrosto, assicurandosi di non incrociare gli sguardi degli altri Black. Per sua fortuna erano tutti troppo esaltati per fare caso al suo muso lungo.
Nei minuti successivi anche Regulus si sentì molto in imbarazzo.
« Siamo già a tre Sanguesporco pietrificati! Di questo passo, se ne andranno tutti » stava dicendo Orion.
« Sarebbe ora. Non ne posso più di trattenere il respiro ogni volta che me ne ritrovo uno accanto. Stanno infestando Hogwarts » commentò Walburga a voce abbastanza alta, tanto che alcuni studenti del tavolo più vicino si voltarono, guardandola con rabbia.
Regulus ignorò lo sguardo gelido di Sirius, ma si sentì avvampare ugualmente. Alphard invece colpì il piatto con la forchetta, nel vano tentativo di coprire le parole della sorella.
Cygnus e Orion risposero con un ghigno divertito.
Tanto per trovare una distrazione, Regulus alzò lo sguardo verso il tavolo degli insegnanti: il Preside Dippet era immerso in una fitta conversazione con il professor Silente, ed entrambi sembravano molto preoccupati.
« È un peccato però » disse Cygnus. « Ho sentito che verranno usate le Mandragole per liberare i Sanguesporco pietrificati... »
« Potremmo distruggere le scorte di Mandragole » suggerì Orion sottovoce.
« Oh, Salazar, ma ti senti quando parli? » sbottò Walburga, improvvisamente irritata. Sembrava avercela con lui per quella proposta infantile, ma Orion non dava segno di conoscerne il motivo. « Se ci scoprissero, forniremmo una scusa a tutti quei Babbanofili per dare la colpa a noi. Lasciate fare all'Erede, chiunque egli sia ».
« Oh, giusto » stava dicendo Cygnus. « Ma così tornerà tutto come prima, e i Sanguesporco resteranno a Hogwarts ».
« Ma insomma, volete proprio che ci scappi il morto? »
Alphard non era riuscito a trattenersi. Aveva mormorato quella frase con rabbia, scagliando la forchetta sul piatto. Quattro paia di occhi presero a fissarlo. Lucretia gli lanciò un'occhiata di ammonimento, ma lui era troppo arrabbiato per ascoltarla.
« Hai qualche problema? » chiese Cygnus.
« Lascialo stare, è sotto stress per i G.U.F.O. » disse Walburga, disinteressata.
Alphard le lanciò un'occhiataccia. Per un attimo sembrò intenzionato a rispondere per le rime e dire ciò che pensava, ma alla fine si limitò ad alzarsi bofonchiando:
« Non ho fame. Me ne torno in sala comune ».
Perseus, che lo aveva osservato, quando lo vide lasciare il tavolo di Serpeverde per dirigersi fuori dalla Sala Grande si alzò a sua volta e lo seguì.
« Cos'è successo? » gli chiese, dopo averlo raggiunto nella sala d'ingresso.
Alphard non rispose. Sbuffò e alzò le spalle. Perseus comunque sembrava aver capito.
« Ma dove vai? » gli chiese, quando l'altro iniziò a salire la scalinata principale.
« Non lo so. Ho bisogno di scaricare i nervi, e visto che non ci permettono di uscire da soli per giocare a Quidditch, posso soltanto farmi una passeggiata nel castello ».
« Perché non li mandi al diavolo e basta? »
« La fai facile, tu » bofonchiò lui, testardo.
Perseus sbuffò a sua volta, ma non disse nulla e lo seguì in silenzio.
Regulus si sforzò di ignorare il proprio disagio. Non aveva motivo di sentirsi in colpa per quello che i suoi genitori avevano detto. Anche lui sarebbe stato d'accordo con loro soltanto uno o due anni prima. Era molto più semplice sperare che i Nati Babbani morissero, ma mettere in pratica quelle convinzioni era una cosa completamente diversa. Orion e Walburga avevano mantenuto le loro idee perché non si erano mai scontrati con la dura realtà come era successo a lui. Non sapeva nemmeno perché stesse cercando di giustificarli a se stesso, ma metterli in discussione lo faceva solo stare peggio.
Cercò lo sguardo di Rachel, forse nella speranza che lei riuscisse in qualche modo a farlo sentire meglio. Lei se ne accorse e gli posò una mano sulla spalla.
Stavano percorrendo un corridoio del secondo piano, quando all'improvviso delle voci attirarono la loro attenzione. Se fosse stato un periodo normale non vi avrebbero fatto caso, ma quando si resero conto che qualcuno stava piangendo disperatamente, Alphard e Perseus si guardarono con timore. Forse qualcun altro era stato pietrificato...
« Viene dal bagno delle ragazze » disse Perseus, indicando una porta socchiusa alla loro destra.
« Andiamo a vedere » rispose l'altro, serrando la mascella.
Con cautela, aprì la porta del bagno, vi si affacciò per vedere cosa stesse succedendo... e divenne bianco come un cencio.
« Che succede? » domandò Perseus, preoccupato. Scrollò l'amico, ma quello non accennò a muoversi. Sembrava che fosse stato pietrificato anche lui.
Perseus gli diede una spallata ed entrò nel bagno, rimanendo a sua volta paralizzato, il cuore in gola di fronte alla scena che gli si presentava davanti.
Anche Regulus e gli altri trattennero il respiro quando videro cos'era successo.
La ragazzina piangente di Corvonero che aveva urtato Perseus poco prima che entrasse in Sala Grande ora giaceva a terra in una posizione innaturale, il volto cereo e un'espressione di sgomento dipinta negli occhi sgranati.
Sopra di lei, c'erano due fantasmi. Uno era lo spettro della Dama Grigia. Il secondo era quello della stessa ragazzina. Era lei che piangeva, mentre fissava con orrore il proprio corpo vuoto riverso a terra.
« Non serve a nulla piangere » stava dicendo la Dama con pazienza ma anche un po' di fredda amarezza. « Dovrai abituarti presto a quello che ti è successo, come tutti noi... »
« Oh cielo... » fece Rachel, colta da un pensiero improvviso. « È Mirtilla Malcontenta! Prima non l'avevo riconosciuta... »
Regulus non aveva idea di chi fosse Mirtilla Malcontenta né di come Rachel la conoscesse, ma non ebbe il tempo di chiederlo.
Il fantasma della ragazzina scoppiò in un pianto ancora più disperato. La donna a quel punto si voltò, esasperata, e vide i due Serpeverde sulla soglia del bagno.
« Andate a chiamare qualcuno » disse. « Anche se questa volta non c'è nulla da fare ».
Perseus e Alphard sembravano ancora troppo sotto shock per avere una qualche reazione. Obbedirono subito, correndo fuori dal bagno delle ragazze, incapaci di farsi una ragione di quanto era appena accaduto.
Per i corridoi non c'era nessuno. Stavano quasi per scendere in Sala Grande quando, voltando un angolo, si imbatterono in un Prefetto.
« Riddle! » esclamò Alphard, senza fiato. Regulus era stato proprio sul punto di domandarsi dove fosse finito, dal momento che in Sala Grande non lo aveva visto.
« Che succede? » rispose il ragazzo, scrutandoli attentamente.
« C'è stata un'altra aggressione... Ma stavolta una ragazza è... »
Perseus non riusciva a concludere, ma aveva detto quanto bastava. Riddle assunse un'espressione molto grave.
« Portatemi da lei ».
Quando lo fecero entrare nel bagno, Riddle lanciò uno sguardo al cadavere, poi al fantasma della vittima, con un atteggiamento apparentemente impassibile.
« Lady Helena, avete visto qualcosa? »
A tutti loro parve strano che le si rivolgesse in quel modo. Di solito la Dama Grigia non parlava con nessuno, e nessuno si era mai permesso quella confidenza nei suoi confronti. Invece lei e Tom Riddle sembravano conoscersi, e anche abbastanza bene.
La donna scosse il capo.
« No, Tom, mi dispiace. L'ho sentita piangere e sono venuta a controllare. Ma era già morta quando l'ho trovata ».
« Forse però lei ha visto chi è stato. L'hai visto? » chiese Perseus, rivolgendosi alla ragazzina.
Quella scoppiò a ululare ancora più forte.
« Non mi sembra nelle condizioni di rispondere, Queen. È appena morta » replicò freddamente Riddle.
Perseus arrossì, imbarazzato per la propria mancanza di tatto.
« Deve essere stato l'Erede però... Dobbiamo avvertire il Preside » disse Alphard.
« No, Black, non farlo. Anzi, consiglio a entrambi di tornare in sala comune e fingere di non sapere nulla di questa storia ».
I due si voltarono a guardare Riddle con sgomento.
« E perché? »
« Tu sei un Black. Se andassi a raccontare di aver trovato la ragazza morta, ti accuserebbero sicuramente di averla uccisa. Non sanno dove sbattere la testa, e non vedono l'ora di trovare un capro espiatorio, e tu saresti il primo della lista. Quanto a te, Queen, penserebbero che tu sia un suo complice. Perciò, fate come vi dico. Dirò di essere stato io a trovarla, e la Dama non mi contraddirà... »
La Dama Grigia annuì, lanciandogli un'occhiata d'intesa. I due sembravano più che semplici conoscenti. Forse erano addirittura amici, pensò Regulus.
Alphard stava esitando.
« Sei sicuro? »
« Sì. È meglio così. Di me si fidano ».
« D'accordo... »
Perseus e Alphard esitarono ancora alcuni istanti, fissando con orrore e compassione il fantasma piangente, che ora si era andato a nascondere dentro un cubicolo, dal quale provenivano singhiozzi continui. Poi si riscossero e fecero per uscire.
Prima di andarsene, Alphard si voltò, lanciando un'ultima occhiata al Prefetto.
« Bè... ti ringrazio, Riddle » disse.
Il volto di Tom Riddle per un solo momento parve quasi sorridere e nei suoi occhi scuri apparve qualcosa come un lampo di trionfo, e una sfumatura rossastra li illuminò per un istante. Ma poi sparì immediatamente.
« Non c'è di che, Black ».
Il suo tono fece rabbrividire Regulus. Aveva la netta sensazione che Riddle non volesse far sapere di essere stato visto nei dintorni del bagno dove Mirtilla era morta. E quando, alcuni istanti dopo, si ritrovarono fuori dal Pensatoio, nella cucina di casa Puddle, intuì che anche gli altri tre stavano pensando la stessa identica cosa.
« Alphard non poteva sapere tutto quel che sappiamo noi » disse James, dopo alcuni minuti in cui nessuno disse nulla, tutti intenti a tirare le somme da ciò che avevano visto. « Che Voldemort sia sempre stato molto legato a Hogwarts e apprezzato dai professori lo sapevamo già, ma qualcosa di nuovo l'abbiamo scoperto ».
Gli altri tre annuirono.
« Dovremmo controllare quei libri che Riddle aveva preso in prestito in biblioteca. E dovremmo anche dire a Silente di fare qualche domanda alla Dama Grigia » disse Rachel alla fine. « Non credo che Voldemort sia diventato suo amico per nulla. È il fantasma di Corvonero, e in qualche modo deve essere collegata al quinto Horcrux ».
Regulus, Sirius e James annuirono.






E così sono sulle tracce del quinto Horcrux. Ora non sarà difficile scoprire che si tratta del Diadema, il problema sarà trovarlo...
Devo dire che mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo, soprattutto dopo aver dato un'occhiata alle date e aver scoperto che ai tempi di Tom Riddle tantissimi personaggi frequentavano Hogwarts nello stesso periodo. I Black adolescenti naturalmente sono stati quelli che ho preferito scrivere e sui quali mi sarei voluta dilungare ancora di più, ma anche la McGranitt non scherzava! XD
Questo è l'ultimo capitolo che pubblico in fretta e furia: se tutto va bene, dalla prossima settimana sarò libera e potrò rispondere a tutti i commenti arretrati. Abbiate pazienza ^^
Ah, un'ultima cosa! Il prossimo capitolo sarà pubblicato come da copione il 21 giugno. Per questa estate ho deciso di non fare una pausa, anche perché non dovrei averne bisogno. Però non pubblicherò nemmeno ogni due settimane come faccio ora, forse una volta al mese, così mi resta un margine da settembre in poi... vi farò sapere meglio la prossima volta.
Buon inizio di vacanze/sessione di esami/maturità a tutti!
Julia :)
  
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