Dunque, ho una premessa
da fare, as usual. Questa storia partecipa ad un contest indetto da
NonnaPapera! (il bando lo trovate QUI).
A causa delle limitazioni poste dal contest, ho dovuto scrivere un
racconto prevalentemente popolato da dialoghi. Vi renderete presto
conto della stranezza di questo lavoro, che, fra l'altro, non mi
soddisfa granché. Buona lettura!
L'AMORE
DI
LILY
"Anno 1879, 28 ottobre.
Lily Thompson viene rinvenuta esanime lungo il margine del fiume X,
deceduta in circostanze misteriose.
Tuttavia altrattanto
misteriose – nonché fuorvianti - sono le
testimonianze raccolte durante l'indagine da me condotta. Mi si voglia
credere: allegherò alla missiva le assurde, sconcertanti
parole delle interrogate, a dimostrazione di ciò che dico.
Rimando a voi, gentile Mr. K, le conclusioni relative al caso.
Philip M"
Prima testimonianza:
Annemarie.
«Per lei, chi era Lily?».
«Lily era la brezza che ti scompiglia i capelli negli
assolati pomeriggi di primavera. Era la cascata di luce che ti pervade
dopo l'infinita notte di angosciosa attesa».
«Vuole essere più chiara?».
«La prego, ispettore M, di accettare come risposta la
seguente frase: Lily era tutto, senza davvero essere niente».
«Lei l'amava?»
Sorride. «Sì. Più di quanto lei possa
immaginare».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«Sì, ispettore – ma la prego, non ci
giudichi per questo -. Consumavamo il nostro amore in ogni luogo e in
ogni momento, ogni qualvolta ne sentivamo il bisogno. La
fisicità che ci univa non può che essere
descritta tramite l'assimilazione ad odori e sapori: era permeata da un
aroma di gigli appena colti e lasciava fra le labbra un dolce
retrogusto di ciliegia».
«Dunque il soggetto ricambiava le vostre attenzioni,
è così?»
Annuisce. «Le garantisco, ispettore, che è
così».
«Quando la incontrò la prima volta?».
«Dieci anni fa, quando Lily era ancora un bocciolo: una
deliziosa fanciulla dalla pelle diafana e dai capelli scurissimi, le
cui sottane la conferivano un aspetto di tenera goffaggine. Aveva 12
anni, allora».
«E, mi permetta la domanda, già da allora
intratteneva con lei un rapporto amoroso?»
«Sì, è esatto. Lei era piccola,
graziosa, ingenua; io, sa, avevo già vent'anni ed un marito.
Probabilmente all'inizio cercavo in lei ciò che mi era stato
tolto: la possibilità di amare e di scegliere; la
libertà di ritargliarsi un ruolo nella vita, senza che lo
facciano gli altri per te; la forza di spingersi oltre le convenzioni
ed i limiti che la società ci impone; le gioia di scoprire
fin dove la sola volontà possa condurti».
«Che lei sappia, Lily frequentava altre donne?».
«Oh, no. Questo non è possibile, mi creda. Lily
era una donna devota; non tanto per certi sani principi, quanto per
un'inguaribile ingenuità che la contraddistingueva. Era
diversa da qualsiasi persona io abbia mai conosciuto, in bene e in
male».
«Se è così, la prego di chiarire il mio
unico dubbio: per quale motivo afferma di averla uccisa?»
«Signore, Lily non era fatta per questo mondo. Era troppo, troppo per
chiunque – specialmente per me. Quando cominciavo a pensare
di aver dinnanzi a me una sprovveduta, ecco che emergeva un altro lato
di Lily, che contraddiceva quello precedente. Mi creda, era
incredibilmente strana: sfuggiva a qualsiasi definizione e non
apparteneva a nessuna categoria. Non aveva bisogno di ritagliarsi alcun
ruolo, perché lei stessa rappresentava il contesto. L'averla
uccisa corrisponde al più grande atto d'amore che potessi
fare per lei».
Seconda testimonianza:
Christine.
«Cosa rappresentava per lei la signorina Lily?»
«Signor M, mi perdoni, ma per me è impossibile
rispondere a tale domanda».
«Per cortesia, ci provi».
Fa una lunga pausa di silenzio. «Lily era la mia anima. Oh,
la prego, non lo intenda in senso romantico: voglio dire che lei
rappresentava l'estensione del mio corpo, il mio volere fluttuante, che
poteva liberamente sfuggire alla prigionia di queste mura, andare e
venire a suo piacimento, come l'aria che passa fra le sbarre che vede
alle finestre. Era il mio unico contatto con l'esterno. Era il mio
amore per la libertà. Era... il mio amore e basta».
«L'amava?».
«Santo cielo, tutti amavano Lily, non è certo una
novità. Io, forse, l'amavo un po' più degli
altri».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«Ah, ispettore! domande così dirette, confesso, mi
destabilizzano un po'. - Ride. - Sì, io e Lily, dentro
queste mura buie, sfogavamo quei bisogni soppressi nella
quotidianità; non avevamo alternative, sa. Probabilmente,
però, parlo solo per me: Lily sembrava non sentire affatto
il bisogno di sfogare tali frustrazioni, perché pareva non
averne».
«Quando la conobbe?».
«Otto, forse nove anni fa. Santo cielo, non ricordo con
precisione: la mia memoria comincia a cedere. La vidi per la prima
volta in occasione dell'apertura di un negozio di articoli importanti
da non so dove. Aveva all'incirca quattordici anni; era piccola,
curiosa, elegante. Io, già a quel tempo, ero vecchia. Avevo
trentatre o trentaquattro anni. Davvero, non ricordo con
precisione».
«E già da allora intratteneva con il soggetto un
rapporto amoroso?».
«Sì, ispettore. Cominciò tutto poche
settimane dopo il nostro primo incontro. E' piuttosto impudica come
confessione, non le pare? Ma non me ne sono mai vergognata. Lei,
davvero, aveva qualcosa di unico al mondo - qualcosa che si
è palesato fin da subito e mi ha conquistata. Quando mio
maritò cominciò a tenermi segregata in casa,
circa un anno dopo aver incontrato Lily, lei continuò a
venire da me e divenne tutto ciò di cui avevo
bisogno».
«Che lei sappia, Lily intratteneva relazioni con altre
donne?»
«No, ispettore. Lo escludo con fermezza. Lily era troppo
ingenua e pura per questo genere di cose. Dimostrava una devozione
fuori dal comune, che oserei paragonare alla fedeltà di un
animale nei confronti del padrone. Mi perdoni la sgraziata metafora,
non intendevo certo sottintendere che Lily, la mia preziosa Lily, fosse
una bestia». Ride.
«Ma allora, se per lei era così preziosa come
dice, perchè afferma di averla uccisa?».
«Lei forse non riesce ad andare oltre al dato concreto, non
è così? L'unica cosa di cui soffriva Lily, signor
M, era certamente la sua eccessiva libertà. Non aveva uno
scopo vero e proprio, non aveva un punto di partenza, né uno
di arrivo. Era uno spirito errante, che rischiava di perdersi negli
sconfinati meandri della vita. Ed a quel punto sì che
avrebbe sofferto, senza possibilità di salvezza. Uccidendola
le ho donato la vera libertà, quella che dura in eterno e
che non ti espone a nessun pericolo. Questo, capirà bene,
dimostra quanto immenso fosse il mio amore per lei».
Terza testimonianza:
Sophie.
«Per lei, chi era Lily?».
«Arriva dritto al sodo, ispettore. - Sorride. - Per me Lily
era... la poesia. Quella fatta di poche, ma efficaci parole».
«Potrebbe essere più chiara, per
cortesia?».
«Signor M, Lily era la mia Musa. Ma si renderà
conto da solo di quanto un simile epiteto risulti riduttivo, quando si
parla di lei. Lily era contemporaneamente l'ispirazione, il processo di
creazione, l'opera finale ed il grande insieme che continiene tutti e
tre gli elementi: l'arte in senso astratto. Quella poetica, nella
fattispecie».
«Benché dalle sue parole io possa dedurre la
risposta, lei l'amava?».
«Io amo l'arte. Quella pura, scevra di fronzoli, che si
manifesta con una forza dirompente. Lily, le ripeto, era arte.
Sì, l'amavo moltissimo».
«Intratteneva con lei una relazione intima?».
«È così – e non mi guardi in quel modo,
la prego. Vede, l'arte da sola è un semplice flusso vitale
immateriale, ma c'è bisogno della fisicità per
concretizzarla: le mani, le labbra, le curve dei fianchi e dei seni,
gli occhi umidi di passione. Lei capisce cosa intendo, non è
così?».
«Quando la conobbe per la prima volta?».
«Nel 1870, ispettore M. In piazza Y, mentre osservava
ciò che le stava intorno, come una dea che veglia
placidamente sul suo creato».
«Già da allora intratteneva con lei un rapporto
amoroso?».
«No. Cominciò tutto nel 1872, quando non riuscii
più ad ignorare i battiti sordi del mio cuore».
«Lei crede che Lily intrattenesse relazioni con altre
donne?».
«No. No, ispettore. L'ispirazione poetica, necessariamente,
implica un'esclusività significativa. In ogni caso Lily era
troppo devota per questo genere di cose. L'energia che metteva nella
nostra relazione era così tanta, che dubito avrebbe potuto
reggere altri sforzi simili. Lily era il mio mondo di forme e colori;
era il mio Iperuranio, dove la magia dell'arte permane nella sua
squisita perfezione e non è corrotta dalla laidezza che
permea questa società».
«Ma allora perché afferma di averla uccisa,
signorina Sophie?».
«Gliel'ho già detto, ispettore M: per non
permettere che la corruzione avvelenasse la sua essenza; per non
permetterle di scoprire ciò che si cela dietro alle maschere
di indifferenza ed ipocrisia dei passanti, che lei amava tanto
osservare. L'ho salvata dall'orrore del mondo e della
verità. Comprende, ispettore, che dietro a questo atto di
violenza si cela un amore più immenso di quanto lei possa
immaginare?».
***
"Gentile Signor M, le
scrivo per informarla che, presa visione della sua missiva e delle
testimonianze ad esso allegate, desidererei parlarle di persona sia
delle stesse, sia degli sviluppi relativi al caso. Sarò a Q
il 10 novembre, presso la dimora di lord L. La prego di raggiungermi in
piazza Y a mezzogiorno dello stesso giorno.
Leonard K"
10 novembre. Ore 11.59
«Signor K, è un grande piacere per me incontrarla
di nuovo».
«Certo, l'occasione non è delle migliori, ma
ricambio il piacere».
«Mi permetta, prima di passare al fulcro della conversazione,
di confermare un dubbio: le ho inviato solo tre delle molte
testimonianze raccolte, le più significative. Il mio
collaboratore, Lord F, le ha fatto pervenire le testimonianze mancanti
come gli avevo richiesto?».
«Sì, Signor M; vorrei ringraziarla per la costanza
e l'impegno con cui ha seguito il caso. Ho letto tutte e quindici le
testimonianze, con un certo sgomento, devo ammettere. Tutte le amanti
della signorina Lily hanno affermato di aver ucciso la ragazza, eppure
nessuna di queste ha compiuto l'atto fisico dell'omicidio».
«Ma come?! Ne è sicuro?».
«Certo, Signor M. Dinnanzi a tali, inattendibili confessioni,
ho dovuto basarmi su altri elementi, non avevo scelta».
«Quali elementi, se mi permette la domanda?».
«Lettere, caro M. Lettere scritte dalla vittima e mai
inviate. Lettere senza mittente».
«E dunque chi ha ucciso la ragazza? Nelle lettere ha trovato
la risposta?».
«Caro M, credo che in questo momento sia più
opportuno chiedersi chi non
l'ha uccisa, non le pare? Perché ben quindici persone si
arrogano il merito – piuttosto insensato, per altro - di
aver ucciso Lily Thompson? Perché tutte queste donne dicono
di aver assassinato la signorina Lily come atto d'amore?».
«Lei ha le risposte, K?».
«Solo in parte, ahimé. La Lily che emerge dalle
testimonianze raccolte è certamente una persona fragile. È
possibile che tutte queste donne, con le loro personali sofferenze
emotive, abbiano insinuato sentimenti cupi nella mente della ragazza,
fino a provocare un'inversione di tendenza nell'atteggiamento della
stessa, confondendole le già precarie idee. O almeno, questo
era ciò che pensavano le molte amanti. Le confessioni
scritte dalla stessa vittima, tuttavia, si sono dimostrate
contraddittorie e criptiche per molti aspetti».
«Allora cosa è successo veramente?».
«Signor M, lasci che le ponga io una domanda: non le pare
strano che tutte e quindici le interrogate, alla sua domanda circa
l'ipotetica infedeltà della vittima, abbiamo risposto senza
indugio di esser state le uniche amanti della signorina
Lily?».
«Certamente sì, ma non saprei giustificare tale
incongruenza».
«La persona che meglio ha saputo descrivere la vittima,
è senz'altro la signora Annemarie: Lily è tutto,
senza tuttavia essere niente. Lily era la menzogna di cui queste donne
necessitavano per vivere, nient'altro».
«Quindi tutte le testimonianze racchiudono bugie e basta? La
vera Lily era una persona completamente diversa da quello che tutti
pensavano?».
«Non credo che sia così semplice, caro M. Lily
amava tutte queste donne, così come si può amare
il piccolo ingranaggio guasto della società, che ha bisogno
di qualcuno che lo curi per ripartire».
«Ma allora chi ha ucciso la signorina Lily, signor K? Io
davvero non riesco a capire».
«Caro M, ancora non capisce? La signorina Lily non
è stata uccisa da nessuno. Si è
suicidata».
«Santo cielo! Perchè arrivare a tanto? Qual
è stato il motivo che ha spinto una persona amata da tutti a
togliersi la vita?».
«Questo non lo so, M. Abbiamo fatto il nostro dovere, credo
sia sufficiente. Il resto è un mistero che non rientra nella
nostra sfera d'azione. In altre parole: il caso è risolto, a
noi deve interessare solo questo».
«Ma, Signor K-».
«Mi permetta di interromperla, M. Le riporto un'evidenza che
emerge dalle lettere della vittima e che, probabilmente, le
fornirà la risposta che cerca: Lily soffriva moltissimo,
benché nessuno conosca il vero motivo. Tutte e quindici le
donne, in risposta alla domanda "perchè l'ha uccisa?", hanno
dimostrato di esserne consapevoli, a modo loro. Sebbene nessuna di
queste abbia ucciso Lily, tutte, amandola oltre i limiti del possibile,
hanno pregato affinché la ragazza giungesse alla fine di
questo itinerario di dolore».
«Capisco, caro K».
«C'è altro che vuole sapere circa il caso della
signorina Lily?»
«No, Signor K. È tutto, davvero».
«Bene, allora suggerisco di andare a fare una passeggiata
lungo il fiume X, oggi è una giornata splendida, non le
pare?».
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