N/A: E'
passata una vita. Nove
mesi, per la precisione, il tempo che ci mette una vita a generarsi,
e io mi sento una merdaccia della peggior specie perché – giuro –
credevo fosse passato decisamente meno tempo, e perdipiù il capitolo
lo avevo chiaro in testa sin da subito. E invece mi sono accorta di
quanto tempo fosse passato solo rileggendo i vecchi capitoli mentre
lavoravo all'archivio, e per poco non mi prende un colpo. Mi sono
messa poi a leggere le vostre recensioni e mi sono sentita, se
possibile, ancora più abietta. Così mi sono messa a scrivere, di
corsa, e in un giorno ho scritto due capitoli.
Avrei voluto
aspettare di scriverne
ancora un terzo prima di postare, ma credo di aver lasciato questa
storia sospesa anche troppo al lungo, e non tutti quella che la
leggono mi seguono su Facebook, e quindi non sanno che ho confermato
la mia intenzione di proseguirla.
Quindi
aggiorno. Per farvi sapere che
sono ancora qui e non mi sono dimenticata della Scrittrice, né tanto
meno di voi. E che questa storia avrà il suo finale, ve lo prometto.
Previously
on “Come
(non) scrivere una storia d'amore” [sì, guardo troppi telefilm
xD]:
Sempre
bloccata con il suo ipotetico romanzo rosa, nonostante le dritte
datele da una fan particolarmente brillante, la scrittrice fa suo
malgrado la conoscenza del nuovo acquisto della sua casa editrice:
l'autore de “L'amore di noi due”. Benché tenti in ogni modo di
evitarlo e gli dimostri ogni due per tre l'antipatia che prova nei
suoi confronti, si trova a dover accettare un suo invito a cena. Nel
corso della serata, la nostra protagonista incontra di nuovo
l'affascinante avvocato conosciuto qualche tempo prima e inizia a
sospettare che il suo collega “scrittorucolo” non sia poi così
idiota come pensa. La lettura del suo nuovo romanzo, un fantasy dal
titolo “Antropomorfo”, conferma i suoi sospetti.
Quando Satana si presenta alla sua porta a caccia di pareri, la
scrittrice si trova costretta ad ammettere i suoi pregi della sua
opera, e scopre così che “L'amore di noi due” e sequel sono nati
da una parodia di due vecchi compagni di classe dell'autore, che si
era visto rifiutato da ogni casa editrice la prima bozza del suo
fantasy.
I
due cominciano finalmente a parlasi con sincerità e per la prima
volta sembra che possa nascere un'amicizia. Quando, però, la nostra
scrittrice si distrae per pagare il portapizze, Satana si impossessa
del suo pc, destando la sua inquietudine...
-Che diavolo
stai facendo?-, sbotto,
prima ancora di posare la pizza sul tavolino.
Colto sul
fatto – per la seconda
volta nel giro di un'ora scarsa – l'ospite sgradito si volta dallo
schermo del pc, avvalendosi della seggiola girevole.
Stringo gli
occhi, nel tentativo di
individuare i dettagli dello schermo. Un riquadro che assomiglia
vagamente a quello di chat mi fa rabbrividire di terrore. Il
famigliare pop di ricezione messaggio conferma i miei sospetti.
Mi si secca
la gola, e devo
schiarirmela prima di riuscire a ripetere la domanda.
-Che cazz...-
-Vieni, su!-,
mi interrompe, facendomi
cenno di avvicinarmi. -Tempi di risposta troppo lunghi possono
destare sospetti-.
Qualche
strana energia mistica mi
spinge fino al pc. Sento il sangue gelarsi nelle vene: ho un cattivo
presentimento che temo sia decisamente più una realtà che una
sensazione.
-Okay, io ti
ho messo sui binari-,
continua lui, ignorando la mia espressione funerea e lasciandomi il
posto davanti al desktop. Ho seriamente paura di guardare. -Ora
tocca a te andare avanti, anche perché ad un appuntamento non potrei
certo parlare io al tuo posto, cara. Comunque il difficile è
fatto, ora che ho rotto il ghiaccio per te-.
L'atrocità
delle sue azioni mi riempie
di uno sconcerto persino maggiore del mio disappunto per l'essermi
sentita chiamare “cara”. Deglutisco a fatica, mentre i miei occhi
riconoscono le lettere che speravo con tutto il cuore di non trovare
sullo schermo.
Spero in un
ultimo miracolo vano – o,
in alternativa, nella comparsa della troupe di qualche programma di
Candid Camera – ma alla fine devo arrendermi all'evidenza del fatto
compiuto: Satana ha attaccato bottone in chat con l'avvocato.
Questa
rivelazione mi suscita mille
reazioni in contemporanea.
Mi chiedo
come abbia potuto ritenere
quell'individuo vagamente simpatico solo dieci minuti prima.
Mi interrogo
su come abbia fatto tale
individuo a dedurre il mio interesse per l'avvocato, e, soprattutto,
sul perché si sia messo in testa di fare il Cupido della situazione
(quale situazione, poi? Non esiste nessuna situazione).
Faccio la
stima di quanti anni di
galera dovrei scontare se assecondassi i miei istinti omicidi,
valutando eventuali attenuati per le circostanze di un gesto così
estremo.
Cerco
freneticamente una dozzina di
scuse con cui cacciare da casa mia quell'essere malefico e
sotterrarmi tra le coperte – nonostante sia ancora estate – per
dimenticare l'incredibile imbarazzo di questo momento.
Con mano
tremante, scorro in alto la
finestrella della chat, con la morte nel cuore.
“Ciao,
Avvocato”.
Voglio
morire.
Quell'imbecille
ha
abbordato l'avvocato dicendogli “Ciao, Avvocato” - con tanto di
faccina ammiccante che io non avrei neanche saputo digitare – e ciò
che è peggio è che l'ha fatto mettendoci il mio nome, la mia
faccia.
Ho
già detto che
voglio morire?
-Muoviti,
su! Che
ti ho detto sui tempi di risposta troppo lunghi?-
Le
sue parole mi
arrivano alle orecchie come un fastidioso ronzio, troppo confuso dal
mio miscuglio di rabbia, imbarazzo e disperazione perché possa
davvero recepirle.
Cerco
di ritrovare
un minimo di sangue freddo. A prendere la pizza ci ho messo poco, e
Satana non ha avuto il tempo di avere grossi danni.
L'avvocato
ha
risposto al saluto – pure lui con una faccina sorridente, e questa
cosa un po' m'inquieta – e mi ha chiesto come va.
E
lui, il Mostro,
ha fatto sfoggio di una sfacciataggine degna dell'ochetta della mia
classe del liceo.
Un po'
stressata dal nuovo romanzo.
Mi servirebbe una pausa. (Più
un'altra faccina carica di sottintesi che mi rifiuto di riportare).
Cioè,
praticamente
gli ho chiesto di invitarmi a uscire. O, meglio, ho fatto intendere
che sono disperata perché non riesco a scrivere una cazzo di storia
d'amore, e questo perché non so niente sulle cazzo di storie
d'amore, in modo da muoverlo a compassione per la condizione
disperata e farmi invitare a uscire. Terribile.
La
cosa peggiore è
che non ci sono io dietro a tutto questo, ma Satana in persona, che
dopo questo tiro mancino si merita più che mai questo soprannome.
Alle
mie spalle,
allunga una mano verso la tastiera per rimettersi a scrivere.
Di
riflesso,
schiaffeggio le dita abbronzate.
-Rispondi!-
si
giustifica lui, sbuffando.
Scendendo
ancora
con lo sguardo, noto la risposta dell'avvocato.
Allora è
proprio il momento adatto
per invitarti a mangiare una pizza!
Ovvio
che abbia
risposto così. E' inutile che mi agiti, la risposta gliel'ha
praticamente messa in bocca Satana con il suo modo sfacciato di
flirtare. Che avrebbe dovuto rispondere, il povero avvocato? Prenditi
una vacanza?
E'
un tipo gentile,
lui. Di certo è abituato ad essere cortese con tutti, anche con
spaventose spasimanti sciattone (ma che bell'allitterazione, è
affascinante come certe figure retoriche, ormai, mi riescano solo
quando parlo della mia stupida vita, e non quando mi metto al pc per
scrivere).
In
ogni caso, ormai
il danno è fatto.
Non
posso certo
dirgli che mentre ero a pagare il portapizze, un nefasto individuo
insediatosi in casa mia si è messo a provarci con lui – per quanto
sia impossibile peggiorare la mia situazione, credo che così lo
farei.
Però
devo scrivere
qualcosa. Devo farlo, ormai, devo assolutamente farlo. Per quanto mi
scocci ammetterlo, Satana ha ragione: devo rispondergli.
Con
dita tremanti –
neanche dovessi scrivere il best seller della mia vita – digito
qualche parola.
Niente
pizzerie con pizze fantasy,
però.
Buttiamola
sull'ironia. Forse così riuscirò ad arrivare a fine serata senza
uccidermi – o uccidere il tizio seduto accanto a me.
Mi
sforzo di
aggiungere anche uno smile, nel tentativo di non far trasparire il
cambio di persona alla tastiera appena avvenuto.
Seguono
secondi di
interminabile attesa. Il mio salotto è avvolto in un silenzio così
profondo che riesco a sentire respirare Satana, il cui sguardo è
ancora insistentemente puntato sullo schermo – è assodato, ormai,
che per lui il concetto di privacy non abbia il minimo valore.
Alla
fine arriva
una risposta.
Quelle le
riservo solo alle cene di
lavoro :)
Oddio.
Sento un
sospiro di sollievo, e mi accorgo di non esserne la responsabile: con
la coda dell'occhio, noto Satana sorridere sornione, stiracchiandosi
contro lo schienale della sedia. Pare essere più che soddisfatto del
suo operato.
Decido
di
ignorarlo, prima di lasciarmi sfuggire una serie di insulti degna dei
miei giorni d'oro di blocco dello scrittore, e torno a concentrarmi
sulla chat.
Dopo
quella prima,
difficilissima frase, conversare con l'avvocato non mi riesce più
così arduo, proprio come nella vita “reale”.
Nel
giro di cinque
minuti ci siamo accordati per vederci giovedì sera e cenare nella
pizzeria dove ci siamo visti la prima volta con i miei ex compagni di
classe, e ci siamo scambiati i numeri di telefono.
Mi
resta
un'espressione attonita sulla faccia quando, dopo averlo salutato,
chiudo il browser e mi guardo attorno. Sono davvero nel mio salotto?
Ed è proprio la mia vita questa?
Mi
sembra di essere
finita in una qualche realtà alternativa in cui anch'io ho una vita
sociale. Situazioni come questa saranno banalissime per la maggior
parte delle persone, ma per me sono un vero e proprio evento. Come il
concerto della band preferita, quello a cui si va una volta nella
vita, o qualcosa del genere.
-E'
fatta!-,
commenta con un sorrisino la mia nemesi.
Mi
volto lentamente
a guardarlo. La sua espressione soddisfatta sembra sincera, il suo
sorriso carico di buone intenzioni: viene da pensare che mi abbia
messa in questa situazione con la genuina convinzione di farmi un
piacere, e non per farmi un dispetto.
Ritratto
quanto
pensato meno di un'ora fa: è davvero un idiota patentato.
-Puoi
anche
ringraziarmi, adesso- mi strizza l'occhio.
Sì,
decisamente
idiota. Più che idiota. Un idiota galattico. Cosmico.
-Ringraziarti
per
cosa, di grazia?- ringhio.
La
mia reazione lo
stupisce. Inarca le sopracciglia – e la mia porzione di cervello
non intenta a maledirlo si trova a chiedersi se vada da un'estetista
per mantenerle così curate – e mi fissa perplesso.
-Per
averti
combinato un appuntamento con l'uomo dei sogni-, risponde, pacato.
-Be',
peccato che
io quell'appuntamento non lo volessi! Nessuno ti ha chiesto niente-.
Mi
stupisco per
prima dell'acidità che permea le mie parole. Non avevo ancora
spiccicato parola, da quando mi ero messa al pc, e sinceramente
neppure io sapevo che voce mi sarebbe uscita in un simile miscuglio
di emozioni: a giudicare dal mio tono, l'astio ha preso il
sopravvento sulle altre sfumature del mio umore quantomai variegato.
-Dovevi
farti gli
affari tuoi-, concludo.
Lui
sbatte le
palpebre.
-Okay-
concede,
lentamente. -Sono stato un po' invadente, ma tutto è andato per il
meglio, no?-
-Un
cazzo è andato
per il meglio! Io non voglio avere nessun appuntamento!-
Alzo
la voce senza
rendere conto. Tutta la tensione accumulata sta esplodendo, e io –
seppur sia in parte consapevole di star tenendo il comportamento di
una tredicenne isterica – non riesco a mordermi la lingua e a
riprendere un contegno dignitoso.
-Pensavo
ti
piacesse...-, mormora, sempre più basito, il mio Cupido non
autorizzato.
-Infatti!-
grido.
-E
allora qual è
il problema?-, ribatte, alzando a sua volta la voce.
-Il
problema è-
sbotto, alzandomi in piedi, -che non voglio rendermi ridicola andando
ad un appuntamento quando di queste cose non ci capisco nulla e non
sono neppure in grado di gestire una cazzo di chat su Facebook!-
Ecco,
l'ho detto.
Ho sputato il rospo e ora mi sento quasi svuotata, tanto che devo
fermarmi a riprendere fiato.
Gesù,
non avevo
proprio intenzione di fare una scenata a Satana, né tanto meno
volevo fargli sapere che sono una creatura socialmente inabile –
anche se questo sospetto l'avesse già intuito da sé.
Che
bel casino. Che
bella situazione di merda.
Se
solo si fosse
fatto gli affaracci suoi, ora probabilmente staremo ancora
discorrendo di quanto faccia schifo il mondo dell'editoria, da buoni
colleghi che cominciano a stimarsi reciprocamente. Sarebbe una serata
piacevole, addirittura.
Invece
ha rovinato
tutto. Questa specie di strana amicizia e, soprattutto, la mia
dignità.
Che
cosa si
aspettava? Che saltellassi felice perché mi ha combinato un
appuntamento?
No,
grazie. Non ho
alcuna fretta di rendermi ridicola facendo sapere al mondo che alla
mia venerabile età non ho ancora avuto uno straccio di relazione con
l'altro sesso!
Uscire
con
l'avvocato sarà solo una gran fonte di imbarazzo, che devasterà la
mia precaria autostima in materia di rapporti interpersonali. Già lo
so, quindi perché dovrei andarmi a cercare una simile umiliazione?
Satana
mi guarda
con uno sguardo stranamente freddo, che non gli ho mai visto prima.
Anche
con lui ho
fatto proprio una pessima figura: ora sì che voglio sotterrarmi.
Gli
indico con il
capo la porta e lui, senza dire niente, raccoglie le sue cose e si
dirige verso l'uscita – conosce la strada.
-Non
dovresti
sottovalutarti così. L'autostima è alla base di ogni sano rapporto
con il prossimo-.
La
porta si
richiude alle sue spalle.
Se
n'è andato
lasciandosi dietro una delle sue frasi da biscotto della fortuna, che
probabilmente ha usato anche in uno dei vari “L'amore di noi due”.
Di
nuovo sola a
contemplare le mie sciagure, mi lascio cadere sul divano.
E'
solo in questo
momento che mi accorgo della peggiore delle cose: la pizza mi si è
freddata.
Se
siete ancora
qui, nonostante i ritardi, vi ringrazio immensamente. Dal mio
comportamento non si direbbe, ma amo ogni commento che questa storia
ha ricevuto e sono davvero felice che tante persone la seguano –
non avrei mai pensato che avrei avuto tanti lettori.
Innanzitutto,
vi
rassicuro: non sparirò, almeno non per il prossimo capitolo, che è
quasi pronto xD Sono sotto esami, questo sì, ma conto di portare
avanti la storia con più costanza: salvo cambiamenti di programma,
ho già in mente tutto quello che deve succedere e posso dirvi che,
indicativamente, la storia arriverà al capolinea intorno al capitolo
25, more or less.
Ho
cambiato la
formattazione della pagina, e conto, non appena avrò tempo, di
editare anche i capitoli precedenti, magari eliminando diversi refusi
che so esserci.
Per
quanto riguarda
la trama: mi sono divertita un sacco a leggere le vostre reazioni
davanti al cambio di atteggiamento dello Scrittore XD
Quello
che è stato
svelato nello scorso capitolo era già in programma da tempo: Satana
non è mai stato un personaggio così negativo, quello era solo il
modo in cui lo percepiva (e forse lo percepisce ancora xD) la nostra
protagonista :)
E'
un limite della
prima persona, ma tenete conto che non tutto quello che dice la
Scrittrice corrisponde a quello che penso io, ovviamente. Io sono
ghiotta di kebab e il cinese non mi dispiace, ecco xD
E'
stato faticoso,
negli scorsi capitoli, mantenere Satana “bidimensionale”,
suscitando anche qualche perplessità, ma era tutto parte del punto
di vista della Scrittrice, e tutto finalizzato a quanto avete visto
più di recente :D
Detto
questo, mi
congedo, ricordandovi la mia pagina Facebook, che è il modo
con cui
comunico con voi lettori di “Come (non) scrivere”, perché so che
una buona parte di voi già mi segue lì, e ringraziandovi davvero
tanto per aver letto.
E,
ancora una
volta, mi scuso immensamente – altri fandom mi hanno rubata e ho
messo in stand by la storia per più di quanto avessi progettato :D
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