Cap. 15
Hermione quella mattina si svegliò frastornata, aveva avuto
una notte piena di sogni e di questi ne ricordava solo alcuni frammenti.
Sapeva bene però, che in ogni singolo sogno, Draco Malfoy era presente.
Fece mente locale su quello che aveva scoperto riguardo la
Waag, si alzò quindi dal letto dirigendosi verso il bagno per cambiarsi e
lavarsi.
Oggi avrebbe chiuso i conti.
Trovò Draco nel corridoio del settimo piano, alla seconda
ora. Gli fece segno di seguirla e si appartarono nell’aula di Divinazione
vuota.
Hermione, chiusa la botola, si voltò verso di lui e iniziò a
parlare senza pause.
“Ho comunque tenuto fede al nostro patto, quindi ho indagato
sulla Waag. A quanto pare la tua famiglia è stata la responsabile del crollo
economico della sua, ci furono alcune storie per delle terre.
“E così… avevi ragione, qualcosa sotto c’era.”
Guardava Draco, che sembrava ascoltare tutto quello che gli
diceva passivamente. Non aveva proferito parola, né si era dimostrato in
qualche modo entusiasta.
“Io ho fatto quello che dovevo, quindi credo che non abbiamo più niente da
dirci.”
Lui la continuava a guardare, scrutava i suoi occhi ma non
parlava.
Non aveva più nient’altro da fare lì in quella stanza, ma
qualcosa la tratteneva.
Non sapeva perchè, ma appena l’aveva visto, quella mattina,
Hermione aveva subito pensato che Draco fosse strano.
Gli lanciò un ultimo sguardo e poi si abbassò per aprire la
botola.
“Mi vuoi dire che è successo? Te lo chiedo un’ultima volta,
Hermione” la sua voce era stanca.
Hermione si bloccò.
“Lo sai. Mi sono lasciata ingannare, sono stata ingenua.
Eppure Ginny me l’aveva detto. Non so che cosa volessi ottenere, Malfoy, ma sta
sicuro che ora ho capito bene chi sei. E’ comunque, lasciatelo dire, hai dei
gusti orrendi. Pansy Parkinson è quanto di peggio potessi trovare.”
“Ma che c’entra ora? Che stai dicendo?”
Hermione però era già scivolata di sotto, richiudendo la
botola.
Con un verso esasperato, Draco si sedette su di un puff
giallo ocra con dei decori dorati. Aveva altri problemi, ora, piuttosto che
pensare alla gelosia infondata di quella ragazza.
Pansy! Sempre Pansy! Non avevano rapporti ravvicinati da
mesi!
Si prese la testa tra le mani e decise di mettere da parte i
problemi con Hermione. Se si comportava così era davvero una stupida, e di
certo lui non avrebbe più perso tempo per lei...
Purtroppo da sua madre nessuna notizia, ma oggi le avrebbe
scritto. L’attesa era un’agonia, e quando si è tenuti all’oscuro di tutto è
anche peggio.
Magari era stato organizzato qualche piano. Qualcosa bolliva
in pentola, per forza!
Perché non era possibile, davvero no, che suo padre… morisse
baciato dai Dissennatori.
I Dissennatori… quelle spregevoli creature erano passate di
nuovo dalla parte del Ministero, una volta scomparso il Signore Oscuro.
Passarono altri due giorni, sua madre gli aveva fatto capire
che di speranze ce ne erano poche, nonostante stesse provando di tutto. Lui era
sempre più ansioso, irritante e spaventato.
Con Hermione non aveva più parlato da quando era venuta a comunicargli
di aver svolto la sua parte del patto, ma l’aveva scorta più di una volta a
guardarlo con un’espressione dubbiosa. Nel frattempo durante le sue lezioni la
Waag si era mostrata sempre più giovale e felice, si poteva dire che gli stesse
dando tregua. Nessuna ingiustizia eclatante, niente battutine, e finalmente
Draco potè tirare un respiro di sollievo.
In quel momento era nel suo letto, tutti i suoi compagni
dormivano e il loro russare ne era la prova. Si girava e rigirava tra le
lenzuola, erano passate forse ore da quando si era messo a letto ma, ostaggio
dei suoi pensieri, non era ancora riuscito a chiudere occhio.
L’indomani sera, come in quel momento, forse sarebbe stato
orfano di padre. Non era una cosa che capitava tutti i giorni…
Draco aveva chiesto di tornare a casa, ma sua madre aveva
detto che non dovevano puntare i riflettori su di loro. Quindi, fin quando non
sarebbe successo l’irreparabile, doveva comportarsi come nulla fosse.
Perché non è mai detta l’ultima parola… Gli aveva
scritto. E lui confidava in quelle parole, trovando un appiglio, un barlume di
speranza che forse non c’era.
La Sala Grande pullulava come al solito di studenti
affamati, ed Hermione Granger era seduta al tavolo dei Grifondoro, con il viso
sul palmo della mano, girando distrattamente il suo latte e caffè.
In quei giorni non aveva più parlato con Draco, ma l’aveva
osservato molto, non riusciva a farne a meno, e si convinceva sempre più che
qualcosa non andava in lui.
Non sorrideva (e questo in effetti era chiedere troppo), non
ghignava e non sghignazzava come di consueto con i suoi amici. Non aveva
attaccato briga con nessuno, aveva sempre ignorato lei e Ron, e neanche per
sbaglio lo si vedeva nel parco durante le ore di buca.
Ma in fondo a lei che importava? Insomma, l’aveva ingannata,
era stata il suo gioco e lei stava ancora a preoccuparsi per lui?!
Portò la grande tazza colorata alle labbra e sorseggiò un
po’ di bevanda calda. Vide Ginny che la guardava preoccupata e dispiaciuta, le
sorrise non sapendo che altro fare e poi tornò alla sua colazione.
Anche Ginny in quei giorni era strana. Le era sembrato più
volte che volesse dirle qualcosa, ma si tratteneva, e aveva anche avuto
l’impressione che volesse che lei si chiarisse con Malfoy. Ma chiarire
cosa?
Al contrario, Ron era allegro e pimpante da quando gli aveva
detto di non avere più alcun genere di rapporto con il Serpeverde.
Si ritrovò a pensare che era stata una fortuna il fatto di
non aver detto nulla al suo amico, riguardo a lei e Draco. A guardare come era
finita, l’avrebbe solo fatto agitare e preoccupare per niente. Inoltre avrebbe
perso un po’ della stima e della fiducia che Ron riponeva in lei, ne era certa.
Centinaia di gufi planarono sopra i tavoli della Case,
portando con sé pacchetti, giornali e lettere.
Un gufo marrone consegnò ad Hermione la consueta Gazzetta
del Profeta che, con molta eleganza, aprì.
In prima pagina un titolo risaltava:
“Fuga da Azkaban durante la notte!”
Sgranò gli occhi e guardò la foto, che ritraeva un’intera
fila di celle dai cancelli scardinati e dalle grate ridotte in piccoli pezzi di
ferro. Iniziò quindi a leggere frettolosamente il fitto articolo, mentre per
tutta la sala iniziavano a diffondersi squittii impauriti, sussurri ed
esclamazioni di vario genere.
“Un’altra volta le porte di Azkaban sono state raggirate
e la sicurezza della Prigione Inespugnabile, usurpata. Cinque Mangiamorte sono
scappati nella notte non lasciando traccia di sé…
Tra i ricercati sono presenti nomi importanti come
Lucius Malfoy, riuscito a scappare la notte prima dell’ esecuzione della sua
condanna, il Bacio,…”
Non finì di leggere e, a bocca parta, abbassò il giornale e
si volò a guadare Draco. Poteva vedere bene la felicità inaspettata che c’era
sul suo volto mentre teneva fra le mani il giornale e faceva scorrere i suoi
occhi, sempre e sempre più volte, su quell’articolo.
Ora capiva, capiva il perché del suo strano comportamento.
Draco doveva sapere già da prima della condanna del padre, ma evidentemente non
sapeva del piano di fuga…
I Mangiamorte fuggiti da Azkaban. Lucius Malfoy fuggito da
Azkaban… Harry sarebbe diventato furioso.
Si voltò verso Ron che teneva stretta tra le mani una copia
della Gazzetta, tremava dalla rabbia.
Si voltò di nuovo verso Draco, era felice…
Hermione restò in silenzio per tutto il resto della
colazione, non dava una sua opinione su quanto era successo, e non rispondeva a
nessuna delle domande che le venivano poste.
Guardò poi istintivamente verso il tavolo dei professori e,
dove prima sedeva una allegra professoressa Waag, ora c’era solo un posto
vuoto. Non sapeva perché ma questo le trasmetteva un senso di inquietudine,
soprattutto quando si accorse che anche Draco era andato via.
Si alzò da tavola e senza dire una parola uscì dalla Sala
Grande, presto però la voce di Ginny la raggiunse.
“Hermione aspetta!”
La raggiunse correndo.
“Ti devo parlare.”
“Non ora Ginny.”
“No. Adesso, Hermione.”
Ginny la condusse in giardino, in un angolo isolato e,
mentre Hermione era sempre più inquieta ed agitata, iniziò a parlare.
“Io… io Hermione ieri ti ho visto piangere, in biblioteca. E
so anche il perché.”
Hermione sussultò ricordandosi il cedimento che la sera
prima aveva avuto, quando credeva non ci fosse nessuno, se non la bibliotecaria
barricata dietro la sua scrivania. Ginny sembrava far fatica a parlare, giocava
con le sue stesse mani, poi prese un respiro e continuò.
“E’ per Malfoy. Io sinceramente non so perché, Hermione.
Devi essere sicuramente impazzita se ti sei innamorata di quello lì, però…”
“Sì Ginny, hai ragione. Sono impazzita… e mi sono
innamorata” sussurrò guardando per terra.
“Già… Hermione io te lo dico perché non ce la faccio più,
perché vederti così mi fa stare male e perché mi sento un mostro per quello che
ho fatto.”
“Di che parli Gin…?”
La sua amica stava entrando nel panico, aveva la voce
incrinata e gli occhi le erano diventati lucidi.
“Io… oddio! Hermione ti ho mentito.”
La ragazza la guardò interrogativamente e lei continuò.
“Non è vero. Non è vero che ho visto Malfoy baciarsi con la
Parkinson… Neanche una volta.”
Ginny abbassò lo sguardo, mentre un Hermione più che
sbalordita sgranava gli occhi e tentava di dire qualsiasi cosa.
“Mi dispiace…”
“Mi… mi dispiace?! Ginny ma ti rendi conto di cosa… di… di
cosa mi hai fatto fare?!”
“Io…”
“Perché? Come ti è venuto in mente di fare una cosa del
genere?!” ora stava urlando.
“Non mi piace Malfoy, ero preoccupata per te e…”
“OH!”
Si voltò e andò via senza neppure darle ascolto. Entrò nella
scuola affannata nella ricerca di Draco, ma all’ingresso si scontrò con un
affranto Matt Vertigo.
“Hermione…”
“Scusa Matt, vado di fretta.”
“Sì, certo. Solo una cosa, hai visto la professoressa
Waag?”
“No… In effetti la stavo cercando, come mai è sparita?”
“Be’ credo sia normale!”
“Perché?” chiese avvicinandosi di più al ragazzo e
abbassando la voce.
“Forse non dovrei dirtelo ma…”
“Ti prego Matt è importante.”
“E’ appena scappato dalla prigione l’assassino dei suoi
genitori, proprio quando stava per esser fatta giustizia.”
“Chi?”
“Lucius Malfoy. L’assassinio è stato elencato tra i suoi
crimini da Mangiamorte” rispose a bassissima voce.
“C-come, Lucius Malfoy? Ma… ma lei non ce l’aveva con i
Malfoy perché sono stati i responsabili del vostro crollo economico?!”
Il ragazzo la guardò accigliato e preoccupato, al contempo,
da suo comportamento.
“No, non capisco… Cioè, i problemi economici non c’entrano
con Linda, lei è parente dalla parte di mio padre e il crollo è stato della la
famiglia di mia madre. Ed è comunque successo diverse generazioni fa.”
Hermione rimase spiazzata da quelle scoperte dell’ultimo
minuto.
Aveva sbagliato tutto, lei aveva dato a Draco delle
informazioni sbagliate. Linda Waag si accaniva contro il figlio dell’assassino
dei suoi genitori, questa era la verità.
Ora era decisamente preoccupata.
Guardò l’orologio e si rese conto che era già ora di
lezione. Prima ora: Difesa Contro Le Arti Oscure, con i Serpeverde.
Si affrettò per i corridoi, doveva avvertire Draco.
Non mancava molto per raggiungere l’aula, quando
d’improvviso ebbe un violento giramento di testa e nuovamente la sua vista si
oscurò. Si appoggiò al muro, e questa volta c’era voluto più di qualche secondo
affinché recuperasse la vista.
Respirò piano, mentre un gruppo di studenti le si avvicinava
chiedendole come stava.
Si raddrizzò e, ignorando tutti, riprese a correre verso
l’aula di Difesa.
Quando arrivò, come temeva, la porta era chiusa e la lezione
già iniziata. Entrata in classe, dopo aver educatamente chiesto scusa per il
ritardo, cercò di attirare l’attenzione di Draco, ma era troppo distante.
Si sedette all’unico banco rimasto libero, in seconda fila e
al centro. Solo per qualche secondo incontrò lo sguardo di Draco, troppo poco
persino per scambiare una parola, e vide che i suoi occhi erano freddi mentre
la guardavano.
“…se aspetti troppo, potresti anche non trovarmi…”
Linda Waag nel frattempo non aveva detto una parola, non la
riprese neppure per il suo ritardo.
Era china sul suo registro e scriveva velocemente, calcando
la piuma su ogni lettera.
Dopo cinque minuti buoni, in cui la classe rimase in
silenzio, resasi cono dell’umore dell’insegnante, la Waag si alzò dalla sua
sedia.
“Bene. Oggi faremo prova pratica.”
Scrutò la classe con un’espressione seria e impescrutabile.
“Malfoy, vieni.”
Hermione trattenne il fiato, stava per urlare a Draco di non
andare. Cosa aveva in mente la Waag?
Draco intanto si era scambiato uno sguardo con Zabini,
alzandosi dalla sedia, e iniziò ad avvicinarsi alla cattedra come gli era
stato detto di fare.
La Waag era molto nervosa, ma niente avrebbe rovinato il suo
umore ottimo quella mattina, nemmeno quella isterica zitella.
La guardò negli occhi spavaldamente e questo provocò nella
donna un moto di ira, che fu però ben nascosto dal suo viso di cera.
Linda Waag si schiarì la gola, si avvicinò alla cattedra
prendendo la bacchetta e poi si rivolse nuovamente alla classe.
“Le Maledizioni Senza Perdono” disse con voce chiara e
ferma.
Draco si accigliò, non senza un pizzico di preoccupazione
che aumentò vedendo Hermione muoversi agitata sulla sedia.
“Mi scusi, vuole fare esercizio pratico con le Maledizioni?”
gli venne naturale di chiedere.
“Una volta Moody ce lo fece fare, con l’Imperius!” arrivò
una voce dal fondo dell’aula.
La Waag si voltò verso di lui sorridendo.
“E’ quello che ho detto, no?”
Quella cosa chiamata istinto naturale di sopravvivenza, o
sesto senso, si fece strada in Draco, che immediatamente mosse la mano verso la
bacchetta.
“Crucio.”
Successe tutto in pochi secondi, e non ebbe nemmeno il tempo
di stupirsi per ciò che sentì, che già si ritrovo schiacciato a terra a causa
del dolore lancinante.
Dalla classe intanto si alzavano esclamazioni e grida
spaventate, sentì il rumore delle sedie che strisciavano e parole confuse.
Stringeva pugni nel tentativo di non urlare, come invece non
aveva potuto evitare di fare all’inizio, e di impugnare decentemente la
bacchetta per reagire. Ma non ci riusciva, non riusciva a fare altro se non
contorcersi, stringere gli occhi ed essere succube di quel dolore.
Hermione si era alzata dalla sedia e guardava quello che
stava succedendo ad occhi sbarrati. Non poteva averlo fatto, non poteva aver
davvero usato una Maledizione contro un allievo.
Erano passati pochissimi secondi, il tempo per riprendersi
dallo shock, che vide un gruppo di Serpeverde, tra cui Tiger, Goyle e Zabini
prendere le bacchette e farsi avanti.
Impugnò anche lei la sua bacchetta e avanzò.
“Lo lasci!”
Un Expelliarmus venne lanciato da Zabini ma la Waag
sospendendo la Cruciatus riuscì a proteggersi.
“State indietro se non volete fare la stessa fine, questa è
una cosa che non vi riguarda!”
Aveva gli occhi infuocati e parlava tra i denti.
Irriconoscibile. Linda Waag in quel momento era irriconoscibile.
Draco intanto aveva ripreso a respirare regolarmente e,
ancora traumatizzato, si era alzato in piedi posizionando la bacchetta in sua
difesa.
“Lei è pazza” aveva detto tutto d’un fiato.
“Forse, ma proprio non ho saputo resistere, sai? Gli
assomigli così tanto, è stato come averlo davanti agli occhi ancora una volta.”
La Waag fece dei passi nella sua direzione e lui
indietreggiò, aveva la follia negli occhi.
La donna approfittò di un suo momento di distrazione, che
aveva usato per guardarsi in torno e sperare nei ragazzi che urlavano aiuto,
cercando di farsi sentire da qualcuno, per usare un Incantesimo di Disarmo non
verbale e far volare lontana la sua bacchetta.
“Di chi sta parlando?”
“Lucius Malfoy” disse piano.
“Che c’entra? Cosa vuole da me?”
Altri ragazzi intanto si erano accalcati verso la porta che
però trovarono chiusa, e iniziarono a lanciare Alohamora o a tirare calci.
“Be’ tu sei suo figlio… E non è giusto. Non è giusto che un
assassino come lui, quando finalmente stava per fare la fine che si merita, se
la sia cavata. Ancora una volta.”
“Lei lo fa per questo…? Lei usa una Cruciatus contro tutti i
figli di Mangiamorte?” la sua voce era più sottile e trasmetteva paura e
insicurezza.
“No… Io la faccio perché tu sei figlio di Lucius Malfoy, di
colui che ha ucciso i miei genitori.
E’ venuto a casa mia, distruggendola insieme ai suoi
compagni, di cui purtroppo non conosco l’entità, e se si fosse accorto di me io
avrei avuto la stessa sorte della mia famiglia. Ma invece ho continuato a
vivere, l’ho fatto solo in previsione di questo momento ed ora.... ora invece!”
concluse con isterismo nella voce tendendo ancor di più la bacchetta.
Draco sussultò. Era un insegnante di Difesa, quante
possibilità aveva contro di lei?
“Si fermi! Professoressa Waag è un crimine, non lo può
fare!”
Si voltò verso Hermione, che aveva urlato e si era avvicinata
di più a loro.
“Stai indietro! Non voglio fare del male anche a te. Tu sei
una cara ragazza Hermione…” terminò la frase addolcendo le parole e
rivolgendole uno sguardo dolce, che doveva essere affettuoso ma che la fece
solo rabbrividire.
Per una volta Draco si trovò d’accordo con l’insegnate.
“Sì, Hermione. Sta indietro.”
Si scambiarono uno sguardo intenso, carico di emozioni,
volendosi dire tante cose ma non potendo esprimere neanche una.
Lo sguardo di Draco si spostò velocemente verso la Waag, di
nuovo lo stava facendo. Stava pronunciando quelle parole.
Cercò di scappare da destra ma lei fu più veloce e, la già
vissuta sensazione di essere trapassato da aghi ardenti, si impossessò del suo
corpo.
Questa volta fu peggio, il dolore era ancora più forte, ma
durò poco.
All’improvviso si sentì libero, smise ti tremare e due mani
gli si posarono delicatamente sulle spalle, in un mezzo braccio, facendolo
alzare.
Linda Waag era appoggiata contro un muro, il capo chino, e
una mensola di boccette completamente andata in pezzi dietro di lei.
Severus Piton le puntava una bacchetta contro e i ragazzi
iniziarono ad uscire velocemente dall’aula, ancora sconvolti.
Prima di vederla scomparire oltre la porta, si guardò
un’ultima volta con Hermione, che veniva trascinata via da Weasley.
Il suo sguardo era colpevole e disperato.
Chiuse un attimo gli occhi e respirò profondamente.
“Tutto bene, signor Malfoy?”
Minerva McGranitt lo guardò con sguardo indagatore ma
preoccupato.
“Sì.”
Draco fece un passo all’indietro, avrebbe preferito essere
abbracciato da qualcun altro. Diciamolo, la McGranitt non era il massimo…
“E’stata una fortuna che Gazza, passando di qua, abbia
sentito le vostre urla. Ci ha avvertito subito.”
Annuì, capendo come erano andate le cose.
Era intanto arrivato il preside, venuto a conoscenza di
quello che era successo e che, insieme a Piton, si stava assicurando di portare
via Linda Waag, che non sembrava fare più alcun tipo di resistenza con la mani
legate da un incantesimo.
“Lo so…” diceva.
“Lo so, è stata una cosa stupida. Se proprio volevo, avrei
dovuto farlo in un posto isolato, lontano da tutti, vero, Piton? Ma all’inizio
non era mia intenzione, volevo solo fargli un po’ di paura. Poi, quando me lo
sono visto davanti… Quegli occhi, quella sfacciataggine. Non è giusto! Lucius
Malfoy deve morire!”
Draco la guardava torvo mentre, passandogli accanto tenuta
saldamente per un braccio da un ripugnate Piton, aveva iniziato a gridare e ad
agitarsi.
Era pazza, Linda Waag era pazza. Non c’era altro da dire.
Purtroppo sono difrettissima e non ho tempo di rispondere ad
ognuna di voi, ma vi ringrazio tantissimo per le recensioni, per i complimenti
e per star seguendo questa storia. Vi incito ancora, recensite recensite
recensite ragazzi!!!! Vi voglio bene
Mavi ;)
Perdonatemi gli eventuali errori... ma non ho avuto molto tempo per rileggerla... ^^