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Autore: mavi    23/01/2007    11 recensioni
Cercava di prendere l’inchiostro ma, purtroppo per lei, la boccetta era di poco più distante e così era chiaro non ce l’avrebbe mai fatta.
Draco inclinò leggermente la testa, quando la vide ritornare seduta compostamente sulla sedia e prendere un grosso respiro.
“Madama Pince?”
Aveva una voce ansiosa e leggermente… stridula.
“Madama Pince, la prego, avrei bisogno di una mano."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap

Cap. 15

 

Hermione quella mattina si svegliò frastornata, aveva avuto una notte piena di sogni  e di questi ne ricordava solo alcuni frammenti. Sapeva bene però, che in ogni singolo sogno, Draco Malfoy era presente.

Fece mente locale su quello che aveva scoperto riguardo la Waag,  si alzò quindi dal letto dirigendosi verso il bagno per cambiarsi e lavarsi.

Oggi avrebbe chiuso i conti.

 

Trovò Draco nel corridoio del settimo piano, alla seconda ora. Gli fece segno di seguirla e si appartarono nell’aula di Divinazione vuota.

Hermione, chiusa la botola, si voltò verso di lui e iniziò a parlare senza pause.

“Ho comunque tenuto fede al nostro patto, quindi ho indagato sulla Waag. A quanto pare la tua famiglia è stata la responsabile del crollo economico della sua, ci furono alcune storie per delle terre.

“E così… avevi ragione, qualcosa sotto c’era.”

Guardava Draco, che sembrava ascoltare tutto quello che gli diceva passivamente. Non aveva proferito parola, né si era dimostrato in qualche modo entusiasta.
“Io ho fatto quello che dovevo, quindi credo che non abbiamo più niente da dirci.” 

Lui la continuava a guardare, scrutava i suoi occhi ma non parlava.

Non aveva più nient’altro da fare lì in quella stanza, ma qualcosa la tratteneva.

Non sapeva perchè, ma appena l’aveva visto, quella mattina, Hermione aveva subito pensato che Draco fosse strano.

Gli lanciò un ultimo sguardo e poi si abbassò per aprire la botola.

“Mi vuoi dire che è successo? Te lo chiedo un’ultima volta, Hermione” la sua voce era stanca.

Hermione si bloccò.

“Lo sai. Mi sono lasciata ingannare, sono stata ingenua. Eppure Ginny me l’aveva detto. Non so che cosa volessi ottenere, Malfoy, ma sta sicuro che ora ho capito bene chi sei. E’ comunque, lasciatelo dire, hai dei gusti orrendi. Pansy Parkinson è quanto di peggio potessi trovare.”

“Ma che c’entra ora? Che stai dicendo?”

Hermione però era già scivolata di sotto, richiudendo la botola.

Con un verso esasperato, Draco si sedette su di un puff giallo ocra con dei decori dorati. Aveva altri problemi, ora, piuttosto che pensare alla gelosia infondata di quella ragazza.

Pansy! Sempre Pansy! Non avevano rapporti ravvicinati da mesi!

Si prese la testa tra le mani e decise di mettere da parte i problemi con Hermione. Se si comportava così era davvero una stupida, e di certo lui non avrebbe più perso tempo per lei...

Purtroppo da sua madre nessuna notizia, ma oggi le avrebbe scritto. L’attesa era un’agonia, e quando si è tenuti all’oscuro di tutto è anche peggio.

Magari era stato organizzato qualche piano. Qualcosa bolliva in pentola, per forza!

Perché non era possibile, davvero no, che suo padre… morisse baciato dai Dissennatori.

I Dissennatori… quelle spregevoli creature erano passate di nuovo dalla parte del Ministero, una volta scomparso il Signore Oscuro.

Passarono altri due giorni, sua madre gli aveva fatto capire che di speranze ce ne erano poche, nonostante stesse provando di tutto. Lui era sempre più ansioso, irritante e spaventato.

Con Hermione non aveva più parlato da quando era venuta a comunicargli di aver svolto la sua parte del patto, ma l’aveva scorta più di una volta a guardarlo con un’espressione dubbiosa. Nel frattempo durante le sue lezioni la Waag si era mostrata sempre più giovale e felice, si poteva dire che gli stesse dando tregua. Nessuna ingiustizia eclatante, niente battutine, e finalmente Draco potè tirare un respiro di sollievo.

In quel momento era nel suo letto, tutti i suoi compagni dormivano e il loro russare ne era la prova. Si girava e rigirava tra le lenzuola, erano passate forse ore da quando si era messo a letto ma, ostaggio dei suoi pensieri, non era ancora riuscito a chiudere occhio. 

L’indomani sera, come in quel momento, forse sarebbe stato orfano di padre. Non era una cosa che capitava tutti i giorni…

Draco aveva chiesto di tornare a casa, ma sua madre aveva detto che non dovevano puntare i riflettori su di loro. Quindi, fin quando non sarebbe successo l’irreparabile, doveva comportarsi come nulla fosse.

Perché non è mai detta l’ultima parola… Gli aveva scritto. E lui confidava in quelle parole, trovando un appiglio, un barlume di speranza che forse non c’era.

 

La Sala Grande pullulava come al solito di studenti affamati, ed Hermione Granger era seduta al tavolo dei Grifondoro, con il viso sul palmo della mano, girando distrattamente il suo latte e caffè.

In quei giorni non aveva più parlato con Draco, ma l’aveva osservato molto, non riusciva a farne a meno, e si convinceva sempre più che qualcosa non andava in lui.

Non sorrideva (e questo in effetti era chiedere troppo), non ghignava e non sghignazzava come di consueto con i suoi amici. Non aveva attaccato briga con nessuno, aveva sempre ignorato lei e Ron, e neanche per sbaglio lo si vedeva nel parco durante le ore di buca.

Ma in fondo a lei che importava? Insomma, l’aveva ingannata, era stata il suo gioco e lei stava ancora a preoccuparsi per lui?!

Portò la grande tazza colorata alle labbra e sorseggiò un po’ di bevanda calda. Vide Ginny che la guardava preoccupata e dispiaciuta, le sorrise non sapendo che altro fare e poi tornò alla sua colazione.

Anche Ginny in quei giorni era strana. Le era sembrato più volte che volesse dirle qualcosa, ma si tratteneva, e aveva anche avuto l’impressione che volesse che lei si chiarisse con Malfoy. Ma chiarire cosa?

Al contrario, Ron era allegro e pimpante da quando gli aveva detto di non avere più alcun genere di rapporto con il Serpeverde.

Si ritrovò a pensare che era stata una fortuna il fatto di non aver detto nulla al suo amico, riguardo a lei e Draco. A guardare come era finita, l’avrebbe solo fatto agitare e preoccupare per niente. Inoltre avrebbe perso un po’ della stima e della fiducia che Ron riponeva in lei, ne era certa.

Centinaia di gufi planarono sopra i tavoli della Case, portando con sé pacchetti, giornali e lettere.

Un gufo marrone consegnò ad Hermione la consueta Gazzetta del Profeta che, con molta eleganza, aprì.

In prima pagina un titolo risaltava:

“Fuga da Azkaban durante la notte!”

Sgranò gli occhi e guardò la foto, che ritraeva un’intera fila di celle dai cancelli scardinati e dalle grate ridotte in piccoli pezzi di ferro. Iniziò quindi a leggere frettolosamente il fitto articolo, mentre per tutta la sala iniziavano a diffondersi squittii impauriti, sussurri ed esclamazioni di vario genere.

“Un’altra volta le porte di Azkaban sono state raggirate e la sicurezza della Prigione Inespugnabile, usurpata. Cinque Mangiamorte sono scappati nella notte non lasciando traccia di sé…

 Tra i ricercati sono presenti nomi importanti come Lucius Malfoy, riuscito a scappare la notte prima dell’ esecuzione della sua condanna, il Bacio,…”

Non finì di leggere e, a bocca parta, abbassò il giornale e si volò a guadare Draco. Poteva vedere bene la felicità inaspettata che c’era sul suo volto mentre teneva fra le mani il giornale e faceva scorrere i suoi occhi, sempre e sempre più volte, su quell’articolo.

Ora capiva, capiva il perché del suo strano comportamento. Draco doveva sapere già da prima della condanna del padre, ma evidentemente non sapeva del piano di fuga…

I Mangiamorte fuggiti da Azkaban. Lucius Malfoy fuggito da Azkaban… Harry sarebbe diventato furioso.

Si voltò verso Ron che teneva stretta tra le mani una copia della Gazzetta, tremava dalla rabbia.

Si voltò di nuovo verso Draco, era felice…

Hermione restò in silenzio per tutto il resto della colazione, non dava una sua opinione su quanto era successo, e non rispondeva a nessuna delle domande che le venivano poste.

Guardò poi istintivamente verso il tavolo dei professori e, dove prima sedeva una allegra professoressa Waag, ora c’era solo un posto vuoto. Non sapeva perché ma questo le trasmetteva un senso di inquietudine, soprattutto quando si accorse che anche Draco era andato via.

Si alzò da tavola e senza dire una parola  uscì dalla Sala Grande, presto però la voce di Ginny la raggiunse.

“Hermione aspetta!”

La raggiunse correndo.

“Ti devo parlare.”

“Non ora Ginny.”

“No. Adesso, Hermione.”

Ginny la condusse in giardino, in un angolo isolato e, mentre Hermione era sempre più inquieta ed agitata, iniziò a parlare.

“Io… io Hermione ieri ti ho visto piangere, in biblioteca. E so anche il perché.”

Hermione sussultò ricordandosi il cedimento che la sera prima aveva avuto, quando credeva non ci fosse nessuno, se non la bibliotecaria barricata dietro la sua scrivania. Ginny sembrava far fatica a parlare, giocava con le sue stesse mani, poi prese un respiro e continuò.

“E’ per Malfoy. Io sinceramente non so perché, Hermione. Devi essere sicuramente impazzita se ti sei innamorata di quello lì, però…”

“Sì Ginny, hai ragione. Sono impazzita… e mi sono innamorata” sussurrò guardando per terra.

“Già… Hermione io te lo dico perché non ce la faccio più, perché vederti così mi fa stare male e perché mi sento un mostro per quello che ho fatto.”

“Di che parli Gin…?”

La sua amica stava entrando nel panico, aveva la voce incrinata e gli occhi le erano diventati lucidi.

“Io… oddio! Hermione ti ho mentito.”

La ragazza la guardò interrogativamente e lei continuò.

“Non è vero. Non è vero che ho visto Malfoy baciarsi con la Parkinson… Neanche una volta.”

Ginny abbassò lo sguardo, mentre un Hermione più che sbalordita sgranava gli occhi e tentava di dire qualsiasi cosa.

“Mi dispiace…”

“Mi… mi dispiace?! Ginny ma ti rendi conto di cosa… di… di cosa mi hai fatto fare?!”

“Io…”

“Perché? Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?!” ora stava urlando.

“Non mi piace Malfoy, ero preoccupata per te e…”

“OH!”

Si voltò e andò via senza neppure darle ascolto. Entrò nella scuola affannata nella ricerca di Draco, ma all’ingresso si scontrò con un affranto Matt Vertigo.

“Hermione…”

“Scusa Matt, vado di fretta.”

 “Sì, certo. Solo una cosa, hai visto la professoressa Waag?”

“No… In effetti la stavo cercando, come mai è sparita?”

“Be’ credo sia normale!”

“Perché?” chiese avvicinandosi di più al ragazzo e abbassando la voce.

“Forse non dovrei dirtelo ma…”

“Ti prego Matt è importante.”

“E’ appena scappato dalla prigione l’assassino dei suoi genitori, proprio quando stava per esser fatta giustizia.”

“Chi?”

“Lucius Malfoy. L’assassinio è stato elencato tra i suoi crimini da Mangiamorte” rispose a bassissima voce.

“C-come, Lucius Malfoy? Ma… ma lei non ce l’aveva con i Malfoy perché sono stati i responsabili del vostro crollo economico?!”

Il ragazzo la guardò accigliato e preoccupato, al contempo, da suo comportamento.

“No, non capisco… Cioè, i problemi economici non c’entrano con Linda, lei è parente dalla parte di mio padre e il crollo è stato della la famiglia di mia madre. Ed è comunque successo diverse generazioni fa.”

Hermione rimase spiazzata da quelle scoperte dell’ultimo minuto.

Aveva sbagliato tutto, lei aveva dato a Draco delle informazioni sbagliate. Linda Waag si accaniva contro il figlio dell’assassino dei suoi genitori, questa era la verità.

Ora era decisamente preoccupata.

Guardò l’orologio e si rese conto che era già ora di lezione. Prima ora: Difesa Contro Le Arti Oscure, con i Serpeverde.

Si affrettò per i corridoi, doveva avvertire Draco.

Non mancava molto per raggiungere l’aula, quando d’improvviso ebbe un violento giramento di testa  e nuovamente la sua vista si oscurò. Si appoggiò al muro, e questa volta c’era voluto più di qualche secondo affinché recuperasse la vista.

Respirò piano, mentre un gruppo di studenti le si avvicinava chiedendole come stava.

Si raddrizzò e, ignorando tutti, riprese a correre verso l’aula di Difesa.

Quando arrivò, come temeva, la porta era chiusa e la lezione già iniziata. Entrata in classe, dopo aver educatamente chiesto scusa per il ritardo, cercò di attirare l’attenzione di Draco, ma era troppo distante.

Si sedette all’unico banco rimasto libero, in seconda fila e al centro. Solo per qualche secondo incontrò lo sguardo di Draco, troppo poco persino per scambiare una parola, e vide che i suoi occhi erano freddi mentre la guardavano.

“…se aspetti troppo, potresti anche non trovarmi…”

Linda Waag nel frattempo non aveva detto una parola, non la riprese neppure  per il suo ritardo.

Era china sul suo registro e scriveva velocemente, calcando la piuma su ogni lettera.

Dopo cinque minuti buoni, in cui la classe rimase in silenzio, resasi cono dell’umore dell’insegnante, la Waag si alzò dalla sua sedia.

“Bene. Oggi faremo prova pratica.”

Scrutò la classe con un’espressione seria e impescrutabile.

“Malfoy, vieni.”

Hermione trattenne il fiato, stava per urlare a Draco di non andare. Cosa aveva in mente la Waag?

Draco intanto si era scambiato uno sguardo con Zabini, alzandosi dalla sedia, e iniziò ad avvicinarsi  alla cattedra come gli era stato detto di fare.

 

La Waag era molto nervosa, ma niente avrebbe rovinato il suo umore ottimo quella mattina, nemmeno quella isterica zitella.

La guardò negli occhi spavaldamente e questo provocò nella donna un moto di ira, che fu però ben nascosto dal suo viso di cera.

Linda Waag si schiarì la gola, si avvicinò alla cattedra prendendo la bacchetta e poi si rivolse nuovamente alla classe.

“Le Maledizioni Senza Perdono” disse con voce chiara e ferma.

Draco si accigliò, non senza un pizzico di preoccupazione che aumentò vedendo Hermione muoversi agitata sulla sedia.

“Mi scusi, vuole fare esercizio pratico con le Maledizioni?” gli venne naturale di chiedere.

“Una volta Moody ce lo fece fare, con l’Imperius!” arrivò una voce dal fondo dell’aula.

La Waag si voltò verso di lui sorridendo.

“E’ quello che ho detto, no?”

Quella cosa chiamata istinto naturale di sopravvivenza, o sesto senso, si fece strada in Draco, che immediatamente mosse la mano verso la bacchetta.

 “Crucio.”

Successe tutto in pochi secondi, e non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi per ciò che sentì, che già si ritrovo schiacciato a terra a causa del dolore lancinante.

Dalla classe intanto si alzavano esclamazioni e grida  spaventate, sentì il rumore delle sedie che strisciavano e parole confuse.

Stringeva pugni nel tentativo di non urlare, come invece non aveva potuto evitare di fare all’inizio, e di impugnare decentemente la bacchetta per reagire. Ma non ci riusciva, non riusciva a fare altro se non contorcersi, stringere gli occhi ed essere succube di quel dolore.

Hermione si era alzata dalla sedia e guardava quello che stava succedendo ad occhi sbarrati. Non poteva averlo fatto, non poteva aver davvero usato una Maledizione contro un allievo.

Erano passati pochissimi secondi, il tempo per riprendersi dallo shock, che vide un gruppo di Serpeverde, tra cui Tiger, Goyle e Zabini prendere le bacchette e farsi avanti.

Impugnò anche lei la sua bacchetta e avanzò.

“Lo lasci!”

Un Expelliarmus venne lanciato da Zabini ma la Waag sospendendo la Cruciatus riuscì a proteggersi.

“State indietro se non volete fare la stessa fine, questa è una cosa che non vi riguarda!”

Aveva gli occhi infuocati e parlava tra i denti.

Irriconoscibile. Linda Waag in quel momento era irriconoscibile.

Draco intanto aveva ripreso a respirare regolarmente e, ancora traumatizzato, si era alzato in piedi posizionando la bacchetta in sua difesa.

“Lei è pazza” aveva detto tutto d’un fiato.

“Forse, ma proprio non ho saputo resistere, sai? Gli assomigli così tanto, è stato come averlo davanti agli occhi ancora una volta.”

La Waag fece dei passi nella sua direzione e lui indietreggiò, aveva la follia negli occhi.

La donna approfittò di un suo momento di distrazione, che aveva usato per guardarsi in torno e sperare nei  ragazzi che urlavano aiuto, cercando di farsi sentire da qualcuno, per usare un Incantesimo di Disarmo non verbale e far volare lontana la sua bacchetta.

“Di chi sta parlando?”

Lucius Malfoy” disse piano.

“Che c’entra? Cosa vuole da me?”

Altri ragazzi intanto si erano accalcati verso la porta che però trovarono chiusa, e iniziarono a lanciare Alohamora o a tirare calci.

“Be’ tu sei suo figlio… E non è giusto. Non è giusto che un assassino come lui, quando finalmente stava per fare la fine che si merita, se la sia cavata. Ancora una volta.”

“Lei lo fa per questo…? Lei usa una Cruciatus contro tutti i figli di Mangiamorte?” la sua voce era più sottile e trasmetteva paura e insicurezza.

“No… Io la faccio perché tu sei figlio di Lucius Malfoy, di colui che ha ucciso i miei genitori.

E’ venuto a casa mia, distruggendola insieme ai suoi compagni, di cui purtroppo non conosco l’entità, e se si fosse accorto di me io avrei avuto la stessa sorte della mia famiglia. Ma invece ho continuato a vivere, l’ho fatto solo in previsione di questo momento ed ora.... ora invece!” concluse con isterismo nella voce tendendo ancor di più la bacchetta.

Draco sussultò. Era un insegnante di Difesa, quante possibilità aveva contro di lei?

“Si fermi! Professoressa Waag è un crimine, non lo può fare!”

Si voltò verso Hermione, che aveva urlato e si era avvicinata di più a loro.

“Stai indietro! Non voglio fare del male anche a te. Tu sei una cara ragazza Hermione…” terminò la frase addolcendo le parole e rivolgendole uno sguardo dolce, che doveva essere affettuoso ma che la fece solo rabbrividire.

Per una volta Draco si trovò d’accordo con l’insegnate.

“Sì, Hermione. Sta indietro.”

Si scambiarono uno sguardo intenso, carico di emozioni, volendosi dire tante cose ma non potendo esprimere neanche una.

Lo sguardo di Draco si spostò velocemente verso la Waag, di nuovo lo stava facendo. Stava pronunciando quelle parole.

Cercò di scappare da destra ma lei fu più veloce e, la già vissuta sensazione di essere trapassato da aghi ardenti, si impossessò del suo corpo.

Questa volta fu peggio, il dolore era ancora più forte, ma durò poco.

All’improvviso si sentì libero, smise ti tremare e due mani gli si posarono delicatamente sulle spalle, in un mezzo braccio, facendolo alzare.

Linda Waag era appoggiata contro un muro, il capo chino, e una mensola di boccette completamente andata in pezzi dietro di lei.

Severus Piton le puntava una bacchetta contro e i ragazzi iniziarono ad uscire velocemente dall’aula, ancora sconvolti.

Prima di vederla scomparire oltre la porta, si guardò un’ultima volta con Hermione, che veniva trascinata via da Weasley.

Il suo sguardo era colpevole e disperato.

Chiuse un attimo gli occhi e respirò profondamente.

“Tutto bene, signor Malfoy?”

Minerva McGranitt lo guardò con sguardo indagatore ma preoccupato.

“Sì.”

Draco fece un passo all’indietro, avrebbe preferito essere abbracciato da qualcun altro. Diciamolo, la McGranitt non era il massimo…

“E’stata una fortuna che Gazza, passando di qua, abbia sentito le vostre urla. Ci ha avvertito subito.”

Annuì, capendo come erano andate le cose.

Era intanto arrivato il preside, venuto a conoscenza di quello che era successo e che, insieme a Piton, si stava assicurando di portare via Linda Waag, che non sembrava fare più alcun tipo di resistenza con la mani legate da un incantesimo.

“Lo so…” diceva.

“Lo so, è stata una cosa stupida. Se proprio volevo, avrei dovuto farlo in un posto isolato, lontano da tutti, vero, Piton? Ma all’inizio non era mia intenzione, volevo solo fargli un po’ di paura. Poi, quando me lo sono visto davanti… Quegli occhi, quella sfacciataggine. Non è giusto! Lucius Malfoy deve morire!”

Draco la guardava torvo mentre, passandogli accanto tenuta saldamente per un braccio da un ripugnate Piton,  aveva iniziato a gridare e ad agitarsi.

Era pazza, Linda Waag era pazza. Non c’era altro da dire.

 

 

 

 

Purtroppo sono difrettissima e non ho tempo di rispondere ad ognuna di voi, ma vi ringrazio tantissimo per le recensioni, per i complimenti e per star seguendo questa storia. Vi incito ancora, recensite recensite recensite ragazzi!!!! Vi voglio bene

Mavi ;) Perdonatemi gli eventuali errori... ma non ho avuto molto tempo per rileggerla... ^^

  
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