CAPITOLO
TRENTADUE
Finalmente
un pomeriggio rilassante.
JamesRemus
se ne stava sprofondato nella sua
poltrona con la chitarra in mano a pizzicare qualche corda, cercando,
probabilmente, di improvvisare una nuova canzone, Joel seduto per terra
con uno
dei suoi soliti manga e in bocca delle tic tac, Teddy buttato sul
divano a
sonnecchiare e tutti gli altri da qualche parte in giro per la casa.
In
quel momento, sopraggiunse Ariel che si guardò un
attimo attorno prima di rivolgere la sua attenzione alla radio, su cui
stavano
trasmettendo una canzone che sembrava averla attirata.
Intimò
al fratello di fare silenzio e alzò il
volume.
Y
un dia despuès
De la tormenta
Cuando menos piensas sale el sol
De tanto sumar
Pierdes la cuenta
Porque uno y uno no siempre son dos
Cuando menos piensas
Sale el sol
Cuando menos piensas
Sale el sol
Y un día después
De la tormenta
Cuando menos piensas sale el sol
De tanto sumar
Pierdes la cuenta
Porque uno y uno no siempre son dos
“E’
la canzone della mamma”. Constatò James, lasciando
che un sorriso gli
addolcisse le labbra.
Y
un día después
y un día después
Sale el sol
Y un día después
De la tormenta
Cuando menos piensas sale el sol
De tanto sumar
Pierdes la cuenta
Porque uno y uno no siempre son dos
Cuando menos piensas
Sale el sol...
Il
nuovo emozionante singolo della bellissima e bravissima Noelle, la
cantante
latino-americana famosa in tutto il mondo!
Pronunciò
lo speaker con voce allegra e
perfettamente udibile.
Puoi
ben dirlo, Ben. Noelle è famosa sia nel mondo magico che
babbano. Mi emoziono
sempre quando la sento cantare.
Aggiunse
l’altro, anche lui con vivacità.
Oltretutto
ci giunge notizia che si è appena lasciata col suo
fidanzato, il modello di
Playboy Victor Kummer.
Eh
sì, una relazione durata ben due anni. Bene, ora che
è tornata di nuovo
disponibile mi faccio avanti io. Una donna attraente come lei non va
lasciata
sola.
Mi
sa che ti dovrai mettere in fila, Tim.
I
due speaker scoppiarono a ridere, prima di mandare
un’altra canzone.
Sirius,
che se ne stava appoggiato allo stipite
della porta, senza farsi vedere da nessuno, abbassò lo
sguardo
malinconicamente.
Noelle, Martha. La sua Martha. La sua Pequena
Sunshine.
Quando
sarebbe arrivata? E, soprattutto, che avrebbe
dovuto fare lui una volta che l’avesse rivista?
Non ne aveva la più pallida idea. La relazione con Martha
era stata una delle
più belle che avesse avuto, per non dire forse
l’unica, ma anche una delle più
sofferte.
E se lei non avesse più voluto amarlo?
Però…
loro erano destinati a stare insieme. Aveva
lì, proprio davanti a sé, delle prove concrete,
tre figli erano più che
sufficienti per far capire che lui e Martha non sarebbero stati dei
completi
estranei.
Solo che… i ragazzi non gli avevano detto come lui e la loro
madre si erano
incontrati, né come si fossero di nuovo innamorati. Forse
non c’entrava niente
l’amore, forse…
In
fondo, era passato così tanto tempo. Lui era
cambiato, non era più il ragazzo di una volta, almeno
fisicamente. O meglio, di
certo non era come quel Victor Kummer, ma non era messo male nemmeno
lui, era
riuscito a recuperare il suo tono fisico almeno in parte.
E
lei? Lei sicuramente era rimasta bella come
sempre, come un piccolo raggio di sole che nemmeno le nubi
più grigie possono
abbattere, con un perenne sorriso sulle labbra.
John
socchiuse leggermente la porta della camera da
letto e diede una sbirciatina dentro: Charlie se ne stava sdraiato sul
letto,
coricato su un fianco, le gambe piegate fin quasi al petto e le mani
nascoste
sotto al cuscino, come se volesse chiudersi a riccio. Sembrava
piuttosto
tranquillo, teneva pure gli occhi chiusi, forse dormiva.
John,
però, sapeva che non stava dormendo. Tappo non
dormiva così, non in quella posizione.
Entrò
nella stanza e richiuse la porta dietro di sé
lasciandola cigolare, in modo che annunciasse il suo arrivo. Ma il
ragazzo
steso sul letto non ebbe alcuna reazione. Continuava a respirare
tranquillo e a
tenere gli occhi serrati.
L’amico
si sedette vicino a lui e poggiò una mano
sul suo braccio. Charlie, però, si mosse come se fosse
appena stato scottato e
si richiuse ancora di più su se stesso portando le ginocchia
al petto e
affondando il viso nel cuscino.
“Tappo”.
Lo chiamò, allora, John, riuscendo,
finalmente, a capire che cosa avesse avuto Charlie in quei tre giorni
che
sembrava preferire passare le giornate nell’isolamento della
sua stanza.
L’aveva già sospettato, ma la reazione del moro
gli aveva dato la conferma.
“Charlie”.
Riprovò, questa volta più deciso.
“Vattene,
John”. Gli rispose l’altro, la voce
soffocata dalla stoffa del cuscino.
“Me
ne andrò se anche tu uscirai da questa stanza”.
Lo
sentì solo sospirare, forse rassegnato, ma non
gli disse più niente. John provò di nuovo a
poggiargli una mano sul braccio e,
vedendo che lo lasciava fare, prese ad accarezzarlo, pensando a come
poteva
avere un contatto maggiore.
“Posso
abbracciarti?”
“E
perché dovresti abbracciarmi?”
“Perché
mi piace abbracciarti”.
Il
moro non rispose e John avrebbe almeno voluto
vedere la sua faccia, così che avrebbe potuto capire
qualcosa dalla sua
espressione. Ma comunque prese il suo silenzio per un consenso.
D’altronde, chi
tace acconsente.
Così,
si sdraiò meglio sul letto e, con la sola
forza delle braccia, lo afferrò e se lo coricò
addosso, adagiandolo sopra di
sé.
Charlie sgranò gli occhi e arrossì.
“Ma
che stai facendo?”
“Ti
abbraccio”.
“Ma
guarda che peso”.
John
ridacchiò. “Figurati, piccolo come sei
riuscirei a portarti in braccio da qui all’altra parte della
città”.
Charlie
assunse un’espressione contrariata per
quella presa in giro ma, contrariamente a ciò che John si
era aspettato, si
rilassò tra le sue braccia, poggiando la testa sul suo petto
e lasciandosi
cullare dalle forti braccia di John che aveva preso ad accarezzarlo
delicatamente sulla schiena e dal battito del suo cuore.
Restarono
in silenzio per un paio di minuti, finché
John non sbottò di nuovo.
“Dovresti
parlarne”.
“E
di cosa?”
“Lo
sai benissimo, di cosa”.
Charlie
sospirò stancamente, poi alzò lo sguardo in
direzione dell’amico. “Io non…
io…”.
John aveva ragione, doveva parlarne con qualcuno, sfogarsi. Ma il fatto
era
che… non ne aveva il coraggio. Già si sentiva una
merda così, si sentiva ferito
nell’orgoglio e parlarne con qualcuno avrebbe significato
ammetterlo, mostrarsi
ancora più debole di quanto già non fosse.
“Ho
avuto paura, John”. Sussurrò infine, abbassando
lo sguardo a contare le pieghe della camicia di John. “Se tu
non fossi
arrivato, lui mi avrebbe… mi avrebbe
sicuramente…”. Non riusciva a concludere
la frase, non riusciva nemmeno a pensare al fatto che, se Paciock non
fosse
arrivato in suo soccorso, il Mangiamorte l’avrebbe
sicuramente violentato.
Quando aveva visto l’amico entrare e precipitarsi su di lui,
si era sentito
immensamente sollevato, ma allo stesso tempo avrebbe voluto sprofondare
perché
era stato proprio John a trovarlo in quelle condizioni, con i pantaloni
slacciati, la camicia aperta, in lacrime e tremante.
Avrebbe preferito che fosse stato qualcun altro a trovarlo. E invece
era stato
John, come sempre, John c’era sempre nei momenti in cui ne
aveva bisogno, nei
momenti in cui si sentiva debole e vulnerabile.
E questo un po’ gli dava fastidio. Anche perché
John era terribilmente dolce in
quei momenti, riusciva sempre a consolarlo. Quasi quasi, preferiva
piuttosto il
suo lato bastardo.
“Lo
so”. Gli rispose Paciock, parlandogli in tono
rassicurante e gentile e facendogli di nuovo abbassare il capo sul suo
petto,
quando vide che due lacrime gli avevano solcato le guance.
“Ma questo non fa di
te certamente un debole. Chiunque si sarebbe spaventato trovandosi in
quella
situazione”.
Charlie non fu del tutto d’accordo: qualcosa gli diceva che
se John o anche
James si fossero trovati legati al letto con un pedofilo sopra di loro,
avrebbero sicuramente trovato un modo per scappare.
“Cerca di non pensarci più. Ormai è
passato e la prossima volta che troviamo
Dolohov ti lascerò prenderlo a calci nelle palle talmente
forte che se le vorrà
staccare”.
Persino
Charlie ridacchiò contro la sua camicia tra
i singhiozzi che non riusciva più a calmare.
John lo lasciò sfogare, perché era proprio
ciò di cui l’amico aveva bisogno. Ma
odiava vederlo soffrire così. Aveva sviluppato uno strano
senso di protezione
nei confronti di Charlie e non capiva perché. Era un
po’ il suo cucciolo da
difendere.
Uno
strano pensiero gli attraversò la mente, ma lo
scacciò via subito.
Ma
no… era certo che si sarebbe comportato allo
stesso modo anche se si fosse trattato di qualcun altro dei suoi amici.
“Ragazzi!
Guardate chi vi ho portato!” la voce
squillante di Dora attraversò tutto il corridoio
d’ingresso per giungere in
cucina, dove i presenti alzarono lo sguardo incuriositi.
La
ragazza comparve sulla soglia della porta, ma non
era sola: accanto a lei, una specie di modella da riviste maschili
faceva bella
mostra di sé. Era alta, anche se una parte della sua statura
era compensata
dagli stivali col tacco, aveva lunghi capelli biondi che le scendevano
fino
alle spalle in morbide curve e che le incorniciavano un viso ovale
perfetto,
sul quale spiccavano due grandi occhi castani e due labbra morbide e
carnose.
La pelle maculata non sembrava essere semplicemente abbronzata, molto
probabilmente era il vero colore della sua pelle. I vestiti, poi,
sembravano lì
solo per abbellire più che coprire e la gonna corta le
metteva perfettamente in
risalto i fianchi alla Marilyn Monroe.
“In
realtà io volevo solo qualcuno che mi aiutasse a
riparare la moto. Si è fermata e non parte
più”. disse la sconosciuta per
togliersi un po’ dall’imbarazzo che le creavano
tutti quegli occhi puntati su
di lei. “Ma questa ragazza mi ha trascinata qui”.
Ed indicò Dora accanto a lei.
“Martha!”
esclamò Remus quando finalmente capì
perché quella tipa gli sembrava così familiare.
L’ultima volta che l’aveva
vista era stato parecchi anni fa e doveva dire che era cambiata molto.
Merlino,
se era cambiata.
“Remus?!”
“Oh
Merlino! Martha!”
La
ragazza si voltò verso l’altra voce maschile che
l’aveva chiamata e sgranò gli occhi riconoscendo
le due persone che la
guardavano.
“James!?
Lily?!”
“Martha!”
(“Milly!”
^^ NdM. “Ciuchino!” NdC ^^).
“Martha!”
Questa
volta la ragazza si sentì chiamare da dietro
le spalle, da una voce che non le era completamente nuova, ma che,
anzi, le
creò qualche brivido lungo la schiena.
“Sirius”.
Sussurrò,
voltandosi con sguardo sorpreso.
Rieccomi,
dopo un lungo periodo di riposo…
Be’
dai, che dire… finalmente un po’ di calma per i
nostri ragazzi. E avete visto che è comparsa finalmente
anche la signora Black?
^^
Ma poi… quanto dolcini sono John e Charlie? <3
ihihihi. Anche se Tappo
comincia a darmi l’idea di essere un ragazzo problematico e
un po’ depresso.
Charlie:
guarda che sei stata tu a farmi così.
Milly:
Shhhhhh u.u
Bene,
non mi trattengo per molto, non voglio rompervi
troppo le scatole. Vorrei sentire le vostre opinioni, ma ormai ho
rinunciato a
cercare di convincervi -.-‘’ *sospira*.
JamesRemus:
che ci puoi fare? A nessuno piace la tua fic,
perciò non crucciarti troppo u.u
Milly:
ma cosa stai blaterando? E che ne dici di tutti
quelli che mi seguono? u.u
James:
lo fanno solo perché ci sono io u.u
Milly:
modesto -.-‘’
John:
e perché ci sono io ^^
Milly:
vabbè… alla prossima ragazzi, kissssss :*
STEFANMN:
non farmi male, ti prego, sono ancora pur sempre la tua migliore amica
nonché la
tua scrittrice preferita ^^ e vedrai che Tappo si riprenderà
: D a presto,
besos :*
PUFFOLA_LILY:
eh
sì, anche a me piacciono molto i tre fratelli Black, io li
vedo molto uniti,
anche se ogni tanto bisticciano si vogliono un bene
dell’anima. E poi James è
molto protettivo nei loro confronti, ma questo forse lo vedrai
più avanti. Mi spiace
di averti fatta attendere molto, ma spero che ne sia valsa la pena. A
presto,
baci. Milly.
FEDE15498:
*prepara il pacco regalo con James e John* ehilà : D la mia
piccola cara Fede
^^ comunque, nemmeno a me piace tantissimo studiare, però
diciamo che non è una
cosa che odio (finché non si tratta della matematica -.-) e
sì, non ho problemi
nemmeno io a impararmi certe cose
a
memoria ^^ spero di risentirti presto, un bacio. M.
P.S.
quasi dimenticavo: la canzone che i ragazzi
ascoltano alla radio è Sale el Sol di Shakira. Sulla mia
pagina Facebook vi
metto il video se volete vederlo e vi rinnovo l’invito a
mettere mi piace.
P.P.S.
già che ci siete, fatemi gli auguri ^^ mercoledì
ho compiuto diciotto anni ^^ ehehehehe : D
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