La setta dei Ganad

di _Luna_
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Eragon si buttò sul letto, sfinito. Finalmente, dopo parecchi giorni e notti insonni era riuscito a recidere il flusso di magia che si stava esaurendo così come la vita di Murtagh. Era ancora troppo presto per dormire sonni tranquilli anche perché ancora non si era svegliato ma almeno la sua vita non dipendeva più dalla magia che lo stava uccidendo. Saphira si fece largo tra i suoi pensieri e lo avvertì che lei, Castigo e il cucciolo di drago sarebbero andati a caccia. Per Eragon fu una buona notizia perché aveva bisogno di schiarirsi i pensieri e rimanere da solo. Non sapeva ancora nulla di ciò che aveva ridotto Murtagh in quel modo e ciò lo turbava profondamente. Proprio quando stava per addormentarsi, Blodhgarm lo scosse, mettendogli una mano sulla spalla. Da quando vivevano tutti assieme, erano riuscito ad instaurare un rapporto abbastanza buono con l’elfo, tale da farsi anche toccare e svegliare da lui « Sta meglio, si è svegliato » tirò un sospiro di sollievo e si buttò giù dal letto, giù dalle scale, fino ad arrivare nella stanza spaziosa e ben curata dove avevano alloggiato Murtagh. Appena lo vide, non ci fu bisogno di parole affinché gli elfi uscissero. Era sveglio ma aveva gli occhi chiusi. Si avvicinò a lui e bastò un solo passo per far aprire gli occhi al Cavaliere.
« Fratello » a stento riuscì a sentire la parola appena sussurrata da Murtagh ma quando riuscì a coglierne il senso, provò l’istinto di abbracciarlo ma non lo fece, le ferite erano ancora troppo recenti e ancora pericolose « Castigo sta… »
« E’ con Saphira, sta bene » si mordicchiò le labbra, indeciso. Era curioso di sapere ciò che era successo ma non voleva far sforzare troppo il fratello « Murtagh… che cosa sta succedendo? »
Lo sguardo di Murtagh si fece improvvisamente serio e disse, con il pochissimo fiato che aveva nei polmoni « La situazione è disperata, Eragon. Strani omicidi, tentati omicidi contro Nasuada, avvelenamenti, misteriosi crimini, gli elfi non rispondono. Stiamo per soccombere » in un ultimo, breve, rantolo, mormorò « Mi hanno attaccato, erano uomini ma… correvano veloci e sapevano usare la… magia » perse i sensi, ma Eragon non se ne preoccupò, considerando le ferite e le contusioni varie. Era già tanto che si fosse ristabilito così in fretta, non poteva desiderare di più. Uscì dalla stanza senza nemmeno rivolgersi agli elfi e si recò da solo nella foresta. Appena arrivò in una pianura, sgombra da alberi e cespugli, si sedette giusto nel centro. Sebbene Oromis non fosse lì a dirgli di farlo, aveva conservato quel abitudine. Liberò la mente da ogni pensiero e si concentrò unicamente su ciò che c’era attorno a lui. Quando le sue riflessioni terminarono, si concentrò sulle domande che lo assalivano. C’era un modo per tornare? Angela si sbagliava? Eppure, da quando la conosceva, non aveva mai fallito le sue predizioni, anzi, si erano avverate una dopo l’altra. Ma ci doveva essere un modo per tornare ad Alagaesia dopotutto, se Murtagh era arrivato, Eragon poteva andarsene. Tentava di convincersene ma le parole dell’indovina risuonavano nella sua testa più duramente che mai. Involontariamente, la colpa era di Murtagh, gli aveva dato una speranza, gli aveva riaperto la ferita causata dalla nostalgia, dal distacco, dalla sicurezza di non rivedere né lui né Roran né Nasuada. Ma qualsiasi cosa sarebbe successa, era il momento di pulire la spada anche se non ne aveva il bisogno. La estrasse dal fodero, scintillante e blu come il mare, e iniziò a passarla con un panno. Avanti e indietro, avanti e indietro. Quel gesto ripetitivo lo rassicurò e donò altra pace al suo cervello, dopo la riflessione in mezzo alla natura.  Per un’ora buona, nessuno venne a cercarlo. Fu Saphira la prima a richiamare la sua attenzione.
« Eragon »
« Si? » domandò, alzandosi in piedi istintivamente.
Sentì l’aria smossa dalle gigantesche ali di Saphira. Era incredibile quant’era cresciuta in così poco tempo « Murtagh vuole parlarti, corri, prima che sia di nuovo incosciente »
Eragon non se lo fece ripetere due volte e fortunatamente arrivò in tempo, una decina di minuti prima che Murtagh si riaddormentasse « Poco dopo che sei partito, degli strani attacchi ci hanno spaventati. Erano inquietanti » marcò molto su questo termine « poi, assassini, omicidi senza alcun nesso, senza alcuna logica, sparizioni insipiegabili. Infine, hanno anche tentato di uccidere Nasuada ma non ci sono riusciti per puro caso. Non si sa chi si cela nell’ombra. Alcuni sostengono che sia ancora il vecchio Galbatorix ma non è possibile. E’ morto e non tornerà indietro, lo sappiamo bene. Quando abbiamo deciso di venire a cercare il tuo aiuto, eravamo davvero disperati. Quando però sono arrivato al punto più ad est del desrto di Hadarac, sono stato attaccato da alcuni uomini ma non erano tali. Correvano più veloci di elfi, usavano la magia meglio di te e me messi assieme, sembravano quasi creature ultraterrene. Non ho mai visto nessuno maneggiare la spada in quel modo… devi tornare, Eragon… » guardò fuori dalla finestra, prima di socchiudere gli occhi, sfinito.
Lo sguardo di Eragon si spostò da lui alla finestra. Era davvero l’ora di tornare.




N.d.A. Eccoci giunti. Lo so, per l'ennesima volta ho cambiato personaggio ma troppi mi stavano chiedendo che fine avesse fatto Murtagh ( non vi preoccupate, non lo farò morire :D Lo aaaamo troppo <3 ). In ogni caso, se mi volete lasciare una recensione, mi fa molto piacere! Anche se purtroppo, io parto per una decina di giorni, quindi non vi risponderò subito!
A presto!
Luna





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