-Sarah?Svegliati- una leggere voce chiamava il suo nome.
Quella voce non aveva volto. O forse l'aveva, con gli occhi chiusi la
visuale non era delle migliori.
Piano piano Sarah mosse la testa e i suoi occhi si aprirono altrettanto
lentamente.
Un ragazzo biondo la stava chiamando. E che ragazzo biondo.
Beh, se quello era il paradiso, gli piaceva tanto.
Ma non era il paradiso. Era ben lontana dal paradiso. Diciamo
semplicemente che era più vicino alla sua camera di quanto
sperasse.
Si voltò e notò che quella era la sua camera.
-Ti sei svegliata finalmente...- il ragazzo senza nome le fece un
grandissimo sorriso e Sarah lo ricambiò con un sorriso
più debole.
Si guardò la pancia e notò delle fasciature.
-Non potevo lasciarti ferita- fece un sorriso mozzafiato e si sedette
alla sedia sulla sinistra del letto di Sarah.
-Stai bene?- le chiese gentilmente il ragazzo mentre la guardava con
dei dolcissimi occhi azzurri, Sarah era presa da quegli occhi.
-Sta benissimo, non lo vedi come ti guarda?- una voce spuntò
fuori dal nulla. Una voce ben troppo familiare e che ultimamente la
stava mandando in orbita ogni volta che la sentiva.
Ad un certo punto tutto quello che era successo le venne in mente. In
un attimo.
Le immagini scorrevano veloci, come se lei stesse seduta sul divano
insieme a sua madre a vedere un film.
Sì, tutto stava raffiorando nella sua mente.
Chiuse gli occhi e osservò quelle immagini con
più attenzione.
"-Uccidimi prima che lo possa fare veramente. Non voglio uccidere
qualcuno, che sia un ragazzo qualsiasi o...tu- qualche lacrima
uscì anche a Marta che ora aveva posizionato il coltellino
dalla parte di Sarah, in modo che poteva colpirla in qualsiasi momento.
Il coltellino di Marta sul suo stomaco, e il coltello di Sarah anche,
solo che il bersaglio era il suo di stomaco.
Si guardarono negli occhi in cerca di una risposta. A quale domanda?
Loro lo sapevano. Solo loro sapevano cosa dovevano fare. Marta e Sarah
chiusero gli occhi all'unisolo. Pensavano di sapere cosa stava per
succedere. Ne erano certe. Peccato che si sbagliavano. Nessuna delle
due sapeva cosa stava per accadere.
Fu in un attimo. Del liquido caldo colava da una ferita profonda allo
stomaco.
Sarah guardò Marta e poi svenne.
Marta aveva il suo coltello pronto per infilzare qualcuno ma sarah non
se lo sarebbe mai aspettato.
Marta tutto d'un tratto si colpì allo stomaco. Sarah era
stata a guardare senza fare niente, con la bocca aperta per lo stupore.
Si avvicinò poco dopo alla sua "alleata" ormai in ginocchio
e sentì un dolore acuto.
Le scappò un gridolino. Più per l'azione
improvvisata che per il colpo.
Il suo coltellino, quello che teneva in mano, lo stesso coltellino che
con la punta sfiorava la pelle di Sarah si intromise nel suo corpo.
Era stata lei? Sarah si era pugnalata da sola?
Sul viso di Marta comparve un sorriso.
Sul viso di Sarah si bloccò una domanda in gola.
Sulla mano di Marta colava una sangue, nelle condizioni in cui era
ridotta cacciare il coltellino dallo stomaco di Sarah era l'ultimo dei
suoi problemi.
-Tu...perc...- Sarah non riuscì a dire altro,
crollò sulla spalla di Marta.
-Io...- Marta non riuscì a concludere. Il peso di Sarah la
fece cadere verso destra.
Erano vicine. Unite solo dal sangue. Quel sangue così
speciale per molti. Gli angeli molte volte avevano poteri curativi e il
loro sangue, beh, era molto apprezzato.
Ma non veniva mai usato. Solo dai vampiri. Ma quella è
un'altra storia.
Una storia lontana e che non c'entrava niente con il 3° AngelsClub.
Marta e Sarah però, avrebbero voluto essere da qualche altra
parte."
-Tu mi hai...- Sarah si voltò verso Marta ma il ragazzo
misterioso le coprì la bocca con una mano.
-Shh...- la zittì dolcemente. -Non vorrai farci finire nei
guai vero?- la voce del ragazzo era quasi ipnotizzante, magnetica.
Sarah non potè far altro che fare un cenno di consenso con
la testa.
Perché stare zitti?Finire nei guai? Ma lui da dov'era
saltato fuori?
Sarah voleva farli quelle domande ma il ragazzo le lesse magicamente
nella mente(o almeno questo era quello che pensava Sarah).
-Non ora...riposati e ti poi risponderò a tutti
i tuoi perchè.
Sorrise di nuovo. Oh, lui ci sapeva fare.
Sarah si addormentò poco dopo.
Lo sguardo del ragazzo si spostò sulla figura di Marta
immobile seduta sul letto.
-Che cosa volevi fare?- le chiese.
-Non ne ho idea io...- Marta cercava di difendersi, ma le parole le
svanirono in bocca.
-Hai un lavoro...te lo sei scordato?Non puoi fare certi show,
soprattutto con lei- bisbigliò alla bionda indicando Sarah.
-Non credo di riuscire a...- una lacrima le rigò il viso e
il ragazzo si avvicinò.
-No piccola... tranquilla, andrà tutto bene... shh, non
piangere- le labbra di lui toccarono delicatamente quelle di Marta.
Lei si staccò e guardò Sarah.
-Sei sicuro che è lei che devo...
-Si!- rispose il ragazzo sfiorandole la mano.
Marta abbassò lo sguardo. Il ragazzo la baciò di
nuovo e le diede una scarica di adrenalina.
Era pronta. Se lui era con lei era pronta a fare di tutto.
-Ora vado...se mi trovano qui...- le diede un bacio sulla fronte e si
allontanò, aprì la porta.
-Daniel... fai attenzione- disse Marta guardandolo.
-Tranquilla... ci vediamo agli allenamenti- chiuse la porta e
svanì, proprio come era comparso agli occhi di Sarah.
Marta si alzò e si avvicinò a Sarah.
-Tu non hai idea di quello che dovrai affrontare...- le
spostò una ciocca di capelli dalla faccia.
-E non sarà così facile angioletto... oh no mia cara...- un
buio si espanse per la camera.
Era stata lei?
La luce ritornò poco dopo.
Marta si fermò e guardò verso la porta.
Questo volevo dire solo una cosa e un solo nome le venne in mente.
-Daniel....- si portò le mani alla bocca e
soffocò quel nome.
No. Era troppo rischioso anche pronunciare quel nome.
Tutto era rischioso là dentro. Anche dei semplici nomi
potevano diventare moventi.
E tutti potevano diventare ASSASSINI.
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