Rieccomi gente!!!!
Ed eccovi anche il 4° ed ultimo capitolo
di questa storia!
Sono
molto contenta che vi sia piaciuta!!^^
E
i miei ringraziamenti vanno specialmente a tutti coloro
che mi hanno sostenuto fin’ora:Levity,Very93,EriMD,In_The_Dark,SHY,tonkseremus4ever e Mistral(Grazie per i tuoi
consigli!^^ Purtroppo avendo molto da fare,alle volte non ho molto tempo per
far caso agli errori… quindi scusami se ne troverai anche in questo cap,ma credo che non ce ne siano parecchi… credo.. ;P Un bacione!!)
E
un enorme grazie,naturalmente,va anche a coloro che
recensiranno.
Ho
voluto far terminare questo capitolo in maniera forse un po’ troppo
sdolcinata…spero che comunque vi piacerà,anche perché,
avendo terminato il primo cap con una canzone… ho immaginato
opportuno terminare anche l’ultimo con una canzone!
In
questo caso è “La vita è adesso” di Claudio Baglioni.
Bene,ma adesso basta con le chiacchiere.
Non
mi resta che salutarvi ed augurarvi buona lettura!!^^
Un
bacione.
Miky91
SENSI DI COLPA
IV CAPITOLO
House corse subito all’ascensore.
-Andiamo!!- Esclamò
nervoso,premendo il pulsante.
Wilson avrebbe potuto benissimo prendere le scale,ma non lo fece.
House,in quel momento,aveva bisogno
di qualcuno con cui sfogarsi… e non qualcuno da prendere a parole! Ma qualcuno con cui parlare.
E l’oncologo riusciva a percepire
benissimo quella sottile linea di tensione che andava crescendo sempre di più
in lui.
Doveva aiutarlo… ascoltarlo.
Era questo il suo compito. No?
-Vedrai… - Iniziò. -Non sarà nulla
di grave.-
Sarebbe sembrato credibile se,almeno,fosse
riuscito a mascherare un po’ di più la tensione che egli stesso aveva addosso.
Il diagnosta annuì facendo un sorriso tirato. – Lo so.-
Ma anche la sua voce non uscì
convinta.
I 2 si ritrovarono di fronte alla stanza della ragazza nel
giro di pochi minuti.
Si bloccarono.
Eccola. Era li. Seduta nel letto,affiancata
da Cuddy che le controllava il battito con lo stetoscopio.
Wilson sorrise sollevato.
Cameron si era svegliata!
Non era affatto un allarme!
Anzi… Cuddy aveva cercato House per dargli la buona notizia.
-Hei?- Esclamò Wilson divertito dall’espressione che aveva
il diagnosta. –Tutto a posto? hai una faccia…-
-Che vuoi!?- Esclamò lui di colpo,come
se si fosse svegliato da un incubo. – Guadati tu! Sembri appena uscito da una
camera iperbarica!-
Wilson non riuscì a trattenere una risata.
Ecco… Tutte le paure e le tensioni di pochi minuti fa…
stavano lasciando posto ad una risata tra amici.
Cuddy alzò lo sguardo e sorrise.
Che idioti tutti e due!
Si erano piazzati lì davanti ed erano scoppiati a ridere…
erano forse ubriachi?!
-Cuddy?- Esclamò Allison con voce tremante.
-Si?-
-No… niente.- Abbassò velocemente lo sguardo che pochi attimi
prima si era andato a posare sul diagnosta,al di là
del vetro.
Lisa non riuscì a trattenere un ennesimo sorriso. -Ora devo
andare.- Disse
mettendosi lo stetoscopio al collo. –Verrò più tardi a vedere come stai.-
-Grazie.-
Quando uscì dalla stanza,però vide
solo l’oncologo di fronte a se.
-Dov’è House?-
-Sai com’è… ha bisogno di tempo per riordinare le idee.-
Ed eccolo lì.
Fermo, immobile sulla sua moto.
Non aveva affatto voglia di tornare
a casa,ma il suo buon senso lo stava costringendo a farlo.
Erano solo le 12:30 e lui,per la
prima volta,voleva scappare da quello che per anni era stato il suo rifugio: Il
suo lavoro.
Era orgoglioso. Forse troppo.
Aveva il timore che entrando in quella stanza… quella di lei, non sarebbe riuscito a controllare
le sue emozioni.
Che figura!
Stava scappando.
Per l’ennesima volta.
Cosa avrebbero detto Cuddy e Wilson se
l’avrebbero visto lì in quell’istante?
Wilson: È umano
provare dei sentimenti, e tu non sei diverso dagli altri.
Cuddy: …
-Alzati da quella dannata moto e và
da lei!- Esclamò furiosa Cuddy, sbucando da chissà dove.
Il diagnosta sobbalzò.
Ecco cosa avrebbe detto lei.
-Allora!?!- Continuò la dottoressa.
– Ti si sono fusi i circuiti!?-
-No.- Rispose lui scendendo.
Mai come in quel momento aveva apprezzato una sfuriata di
quelle,da parte di Cuddy.
Lui voleva… anzi lo desiderava, che qualcuno venisse a
fermarlo.
-Ora tu entri in quella stanza e ci parli!!
E se non ti vedo entrarci non ti lascerò in pace per
tutto il giorno finchè non lo farai!!-
-Non puoi immaginare quanto eravamo in pensiero!- Esclamò Foreman, seduto ai piedi del letto della collega.
-Scusate se vi ho fatto preoccupare.- Rispose
lei imbarazzata.
Chase si alzò dalla sedia accanto al letto. -Non pensarci
più. Pensa solo a guarire!-
Cameron sorrise. -Lo annoterò nella mia agenda.-
I tre medici non riuscirono a trattenere una risata.
In fondo… era bello ritrovarsi tutti
insieme a scambiarsi battutine e cretinate varie.
Già… “Tutti”.
Si fa per dire.
Mancava solo lui.
House.
Molto probabilmente non era venuto neanche a trovarla…
-Allison?- La voce di Chase la fece ritornare al mondo
reale. –Tutto a posto?-
-S…Si.- Balbettò lei. Sospirò.- Dov’è
House?-
Foreman e Chase si lanciarono uno sguardo.
Quella era una domanda che avrebbero voluto evitare…ma ormai era troppo tardi.
-Non lo sappiamo.- Rispose Foreman.
-Già,fino a pochi minuti fa era a
fare il cretino con Cuddy Wilson.-
Intervenne Chase.
-Be sarebbe stato strano se non l’avesse fatto.- Esclamò Allison con una risata, nata solo per non far capire
ai due amici il profondo dolore che provò in quell’istante.
Ad House non gli importava niente
di lei… per lui poteva anche morire e ciò non avrebbe cambiato nulla.
Foreman si guardò l’orologio. –Scusate,ma
ora devo proprio andare… ho delle ore di ambulatorio.-
-Ok. Ci vediamo più tardi.- Rispose
la ragazza.
Quando il neurologo lasciò la
stanza cadde subito un imbarazzante silenzio, nato da chissà cosa.
-Sono felice che ora tu sia sana e
salva.- Disse Chase quasi in un sussurro.
Lei non rispose.
Cosa avrebbe dovuto dire? “Grazie
per esserti preoccupato”?
La verità era che il giovane medico, come lei, era
innamorato.
E come lei… non era ricambiato.
Qualsiasi cosa avrebbe detto in quell’istante
sarebbe sembrata una cosa irreale… falsa. E lei odiava
mentire.
-Cameron?-
-Scusami… ma ho bisogno di stare un po’ sola.-
Lui annuì.
Gliela leggeva perfettamente quella tristezza,che tanto odiava vedere nei suoi occhi. –Certo.-
Allison voleva riflettere.
Forse l’unico modo per dimenticare House e di essere felice era quello… Amare lui.
Se avrebbe iniziato a frequentare
di più il giovane medico… forse,avrebbe finalmente dimenticato tutto quel
dolore.
Già… ma allora perché non aveva il coraggio di farlo?
…Sei tu che porterai il tuo amore,
Per 100 e
1000 strade,
perché non c’è mai fine al viaggio,
anche se un sogno cade…
-Ma come diavolo hai fatto!?!-
Esclamò Cuddy entrando nell’ufficio di Wilson.
-Era lì?- Rispose lui incuriosito,
alzandosi dalla sedia.
-Già… era pronto per andarsene, ma quando gli ho urlato di
restare non sel’è fatto ripetere due volte.- Continuò
lei sorridendo.
Wilson sospirò. - È innamorato…-
Lei lo guardò intenerita. Mai lo aveva visto con
quell’espressione così dolce. –E tu? Lo sei?-
Lui le si avvicinò. –Da quando si interessa della mia vita privata,dottoressa Cuddy?-
Lei arrossì. -S… scusa io…- Balbettò,finchè
le labbra di lui non sfiorarono quelle sue.
-Si.- Rispose Wilson quasi in un sussurro.
…Sei tu che hai un vento nuovo fra le braccia,
mentre mi vieni in contro
e imparerai che per morire
ti basterà un tramonto…
… Sei tu, nel tempo che ci fa più grandi
e soli in mezzo al mondo,
con l’ansia di cercare insieme
un bene più profondo…
- Toc toc?- Esclamò ironico House
mentre spingeva la porta con il bastone.
Cameron spense il televisore, senza nemmeno voltarsi.
–Avanti.-
Ed ecco che lo stomaco del
diagnosta fece una capriola.
Cavoli… non ricordava che la sua voce fosse
così bella.
… in una gioia che fa male di più della malinconia…
-Come mai qui? ti credevo davanti
al televisore…- Disse Cameron.
-Già. È una cosa strana anche per me, ma oggi non facevano niente d’interessante… -Continuò lui indifferente.
-Strano, hai controllato su Sky?-
House sbuffò. Fino a quando sarebbe durato quello “Scambio di opinioni idiote”?
Si avvicinò al letto.- No, nemmeno lì facevano qualcosa che riuscisse a distrarmi dal pensare a te.-
Allison non credette alle sue orecchie.
Forse la botta in testa gli stava facendo vedere cose
irreali.
Forse stava avendo un’allucinazione… o stava
sognando.
Non riusciva a distogliere quello sguardo interrogativo dal volto di lui.
House si mise una mano in fronte e sospirò.
-Come stai?-
-Bene…-Rispose lei dopo qualche istante. -Avresti
potuto venire prima a chiedermel… .-
-Mi dispiace.- la interruppe lui. –M dispiace per
tutto quello che ti ho fatto passare.-
Ora era lui che non distoglieva lo sguardo dai suoi occhi.
-Ho avuto paura di perderti.- Concluse,quasi
in un sussurro.
Gli occhi di lei si riempirono di
lacrime.
Cosa le stava succedendo?
Doveva dimenticarlo… Doveva farlo!
Ma il suo corpo stava facendo
l’esatto opposto di ciò che avrebbe voluto fare.
-Baciami.- Disse in fine, mentre le
lacrime gli scivolavano delicatamente sul viso.
Lui si avvicinò e chinandosi le mise una mano tra i capelli.
Quei morbidi capelli che per troppo tempo,ormai,aveva
desiderato accarezzare.
I suoi occhi,gelidi come il
ghiaccio, non smisero di fissarla fino all’ultimo istante,quando,come una
cascata di petali di rose quel bacio le sfiorò le candite labbra.
-Ti amo.-
… E non lasciare andare un
giorno
per ritrovare te stesso,
Figlio di un cielo così bello, perché la vita
È adesso.
The End