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Autore: Daymy91    10/03/2007    5 recensioni
Eccovi una nuova storia Cotton Candy!! L'intero racconto è ambientato nel mese di gennaio. Freddo e bianco. Ora... cosa causerà tutto questo freddo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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SENSI DI COLPA

Rieccomi gente!!!!

Ed eccovi anche il 4° ed ultimo capitolo di questa storia!

Sono molto contenta che vi sia piaciuta!!^^

E i miei ringraziamenti vanno specialmente a tutti coloro che mi hanno sostenuto fin’ora:Levity,Very93,EriMD,In_The_Dark,SHY,tonkseremus4ever e Mistral(Grazie per i tuoi consigli!^^ Purtroppo avendo molto da fare,alle volte non ho molto tempo per far caso agli errori… quindi scusami se ne troverai anche in questo cap,ma credo che non ce ne siano parecchi… credo.. ;P Un bacione!!)

 

E un enorme grazie,naturalmente,va anche a coloro che recensiranno.

 

Ho voluto far terminare questo capitolo in maniera forse un po’ troppo sdolcinata…spero che comunque vi piacerà,anche perché,

avendo terminato il primo cap con una canzone… ho immaginato opportuno terminare anche l’ultimo con una canzone!

In questo caso è “La vita è adesso” di Claudio Baglioni.

 

Bene,ma adesso basta con le chiacchiere.

Non mi resta che salutarvi ed augurarvi buona lettura!!^^

 

Un bacione.

 

               Miky91

 

 

SENSI DI COLPA

 

 

 

 

IV CAPITOLO

 

House corse subito all’ascensore.

-Andiamo!!- Esclamò nervoso,premendo il pulsante.

 

Wilson avrebbe potuto benissimo prendere le scale,ma non lo fece.

House,in quel momento,aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi… e non qualcuno da prendere a parole! Ma qualcuno con cui parlare.

E l’oncologo riusciva a percepire benissimo quella sottile linea di tensione che andava crescendo sempre di più in lui.

Doveva aiutarlo… ascoltarlo.

Era questo il suo compito. No?

-Vedrai… - Iniziò. -Non sarà nulla di grave.-

Sarebbe sembrato credibile se,almeno,fosse riuscito a mascherare un po’ di più la tensione che egli stesso aveva addosso.

Il diagnosta annuì facendo un sorriso tirato. – Lo so.-

Ma anche la sua voce non uscì convinta.

 

 

I 2 si ritrovarono di fronte alla stanza della ragazza nel giro di pochi minuti.

Si bloccarono.

Eccola. Era li. Seduta nel letto,affiancata da Cuddy che le controllava il battito con lo stetoscopio.

 

Wilson sorrise sollevato.

Cameron si era svegliata!

Non era affatto un allarme!

Anzi… Cuddy aveva cercato House per dargli la buona notizia.

-Hei?- Esclamò Wilson divertito dall’espressione che aveva il diagnosta. –Tutto a posto? hai una faccia…-

-Che vuoi!?- Esclamò lui di colpo,come se si fosse svegliato da un incubo. – Guadati tu! Sembri appena uscito da una camera iperbarica!-

Wilson non riuscì a trattenere una risata.

Ecco… Tutte le paure e le tensioni di pochi minuti fa… stavano lasciando posto ad una risata tra amici.

 

 

 

Cuddy alzò lo sguardo e sorrise.

Che idioti tutti e due!

Si erano piazzati lì davanti ed erano scoppiati a ridere… erano forse ubriachi?!

-Cuddy?- Esclamò Allison con voce tremante.

-Si?-

-No… niente.- Abbassò velocemente lo sguardo che pochi attimi prima si era andato a posare sul diagnosta,al di là del vetro.

Lisa non riuscì a trattenere un ennesimo sorriso. -Ora devo andare.-  Disse mettendosi lo stetoscopio al collo. –Verrò più tardi a vedere come stai.-

-Grazie.-

 

Quando uscì dalla stanza,però vide solo l’oncologo di fronte a se.

-Dov’è House?-

-Sai com’è… ha bisogno di tempo per riordinare le idee.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccolo lì.

Fermo, immobile sulla sua moto.

Non aveva affatto voglia di tornare a casa,ma il suo buon senso lo stava costringendo a farlo.

Erano solo le 12:30 e lui,per la prima volta,voleva scappare da quello che per anni era stato il suo rifugio: Il suo lavoro.

 

Era orgoglioso. Forse troppo.

Aveva il timore che entrando in quella stanza… quella di lei, non sarebbe riuscito a controllare le sue emozioni.

Che figura!

Stava scappando.

Per l’ennesima volta.

Cosa avrebbero detto Cuddy e Wilson se l’avrebbero visto lì in quell’istante?

 

Wilson: È umano provare dei sentimenti, e tu non sei diverso dagli altri.

Cuddy: …

-Alzati da quella dannata moto e da lei!- Esclamò furiosa Cuddy, sbucando da chissà dove.

Il diagnosta sobbalzò.

Ecco cosa avrebbe detto lei.

-Allora!?!- Continuò la dottoressa. – Ti si sono fusi i circuiti!?-

-No.- Rispose lui scendendo.

Mai come in quel momento aveva apprezzato una sfuriata di quelle,da parte di Cuddy.

Lui voleva… anzi lo desiderava, che qualcuno venisse a fermarlo.

-Ora tu entri in quella stanza e ci parli!! E se non ti vedo entrarci non ti lascerò in pace per tutto il giorno finchè non lo farai!!-

 

 

 

 

 

 

 

-Non puoi immaginare quanto eravamo in pensiero!- Esclamò Foreman, seduto ai piedi del letto della collega.

-Scusate se vi ho fatto preoccupare.- Rispose lei imbarazzata.

Chase si alzò dalla sedia accanto al letto. -Non pensarci più. Pensa solo a guarire!-

Cameron sorrise. -Lo annoterò nella mia agenda.- 

I tre medici non riuscirono a trattenere una risata.

In fondo… era bello ritrovarsi tutti insieme a scambiarsi battutine e cretinate varie.

Già… “Tutti”.

Si fa per dire.

Mancava solo lui.

House.

Molto probabilmente non era venuto neanche a trovarla…

-Allison?- La voce di Chase la fece ritornare al mondo reale. –Tutto a posto?-

-S…Si.- Balbettò lei. Sospirò.- Dov’è House?-

 

Foreman e Chase si lanciarono uno sguardo.

Quella era una domanda che avrebbero voluto evitare…ma ormai era troppo tardi.

-Non lo sappiamo.- Rispose Foreman.

-Già,fino a pochi minuti fa era a fare il cretino con Cuddy  Wilson.- Intervenne Chase.

-Be sarebbe stato strano se non l’avesse fatto.- Esclamò Allison con una risata, nata solo per non far capire ai due amici il profondo dolore che provò in quell’istante.

Ad House non gli importava niente di lei… per lui poteva anche morire e ciò non avrebbe cambiato nulla.

Foreman si guardò l’orologio. –Scusate,ma ora devo proprio andare… ho delle ore di ambulatorio.-

-Ok. Ci vediamo più tardi.- Rispose la ragazza.

 

Quando il neurologo lasciò la stanza cadde subito un imbarazzante silenzio, nato da chissà cosa.

-Sono felice che ora tu sia sana e salva.- Disse Chase quasi in un sussurro.

Lei non rispose.

Cosa avrebbe dovuto dire? “Grazie per esserti preoccupato”?

La verità era che il giovane medico, come lei, era innamorato.

E come lei… non era ricambiato.

Qualsiasi cosa avrebbe detto in quell’istante sarebbe sembrata una cosa irreale… falsa. E lei odiava mentire.

-Cameron?-

-Scusami… ma ho bisogno di stare un po’ sola.-

Lui annuì.

Gliela leggeva perfettamente quella tristezza,che tanto odiava vedere nei suoi occhi. –Certo.-

 

Allison voleva riflettere.

Forse l’unico modo per dimenticare House e di essere felice era quello… Amare lui.

Se avrebbe iniziato a frequentare di più il giovane medico… forse,avrebbe finalmente dimenticato tutto quel dolore.

Già… ma allora perché non aveva il coraggio di farlo?

 

 

…Sei tu che porterai il tuo amore,

         Per 100 e 1000 strade,

   perché non c’è mai fine al viaggio,

        anche se un sogno cade…

 

 

 

 

 

 

-Ma come diavolo hai fatto!?!- Esclamò Cuddy entrando nell’ufficio di Wilson.

-Era lì?- Rispose lui incuriosito, alzandosi dalla sedia.

-Già… era pronto per andarsene, ma quando gli ho urlato di restare non sel’è fatto ripetere due volte.- Continuò lei sorridendo.

Wilson sospirò. - È innamorato…-

Lei lo guardò intenerita. Mai lo aveva visto con quell’espressione così dolce. –E tu? Lo sei?-

Lui le si avvicinò. –Da quando si interessa della mia vita privata,dottoressa Cuddy?-

Lei arrossì. -S… scusa io…- Balbettò,finchè le labbra di lui non sfiorarono quelle sue.

-Si.- Rispose Wilson quasi in un sussurro.

 

 

…Sei tu che hai un vento nuovo fra le braccia,

      mentre mi vieni in contro

       e imparerai che per morire

       ti basterà un tramonto…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

… Sei tu, nel tempo che ci fa più grandi

          e soli in mezzo al mondo,

      con l’ansia di cercare insieme

           un bene più profondo…

 

 

- Toc toc?- Esclamò ironico House mentre spingeva la porta con il bastone.

Cameron spense il televisore, senza nemmeno voltarsi. –Avanti.-

Ed ecco che lo stomaco del diagnosta fece una capriola.

Cavoli… non ricordava che la sua voce fosse così bella.

 

… in una gioia che fa male di più della malinconia…

 

-Come mai qui? ti credevo davanti al televisore…- Disse Cameron.

-Già. È una cosa strana anche per me, ma oggi non facevano niente d’interessante… -Continuò lui indifferente.

-Strano, hai controllato su Sky?-

House sbuffò. Fino a quando sarebbe durato quello “Scambio di opinioni idiote”?

Si avvicinò al letto.- No, nemmeno lì facevano qualcosa che riuscisse a distrarmi dal pensare a te.-

Allison non credette alle sue orecchie.

Forse la botta in testa gli stava facendo vedere cose irreali.

Forse stava avendo un’allucinazione… o stava sognando.

Non riusciva a distogliere quello sguardo interrogativo dal volto di lui.

 

House si mise una mano in fronte e sospirò.

-Come stai?-

-Bene…-Rispose lei dopo qualche istante. -Avresti potuto venire prima a chiedermel… .-

-Mi dispiace.-  la interruppe lui. –M dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare.-

Ora era lui che non distoglieva lo sguardo dai suoi occhi.

-Ho avuto paura di perderti.- Concluse,quasi in un sussurro.

 

Gli occhi di lei si riempirono di lacrime.

Cosa le stava succedendo?

Doveva dimenticarlo…  Doveva farlo!

Ma il suo corpo stava facendo l’esatto opposto di ciò che avrebbe voluto fare.

-Baciami.- Disse in fine, mentre le lacrime gli scivolavano delicatamente sul viso.

 

Lui si avvicinò e chinandosi le mise una mano tra i capelli.

Quei morbidi capelli che per troppo tempo,ormai,aveva desiderato accarezzare.

I suoi occhi,gelidi come il ghiaccio, non smisero di fissarla fino all’ultimo istante,quando,come una cascata di petali di rose quel bacio le sfiorò le candite labbra.

-Ti amo.-

 

 

 

 

 

E non lasciare andare un giorno

             per ritrovare te stesso,

Figlio di un cielo così bello, perché la vita

                       È adesso.

 

 

 

 

 

The End

 

 

 

 

 

 

 

  
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