Hunger Games

di alpha_omega
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(sala comune centro estetico)
 
Le guardie scortarono Spinella e gli altri tributi in una vasta sala sotterranea: le pareti erano color avorio e ai lati c'erano due lunghi tavoli, e in fondo c'erano nove coridoi, ogniuno avente il numero del proprio settore; il tutto dava un'aria di oppressione; forse perchè il soffitto era alto si e no due metri, o forse perchè non si vedeva la fine dei corridoi ma solo delle gallerie scure.
Una figura alta non più di un metro e dieci fece la sua comparsa nella sala; era un elfa di mezz'età, i capelli di un bianco perlaceo stretti in una coda contrastavano con il colore della pelle di un bel nocciola chiaro, le orecchie a punta sporgevano appena, gli occhi gialli come quelli di un gatto li squadrarono uno per uno.
-Salve sono la signorina Tarpon Vinyaya ; io sarò il vostro allenatore per i prossimi tre giorni che passerete nella capitale, per poi dirigervi nell'arena dove ne sopravviverà solo uno; sarò franca con voi; nell'arena parecchi di voi si staranno di certo preoccupando delle ferite inflitte dalle armi, ma statemi bene a sentire:nell'arena la fame, l'assideramento,l'avvelenamento,il disidratamento o il colpo di calore sono efficaci quanto una spada per uccidere; quindi vi consiglio di badare alle tecniche di sopravvivenza che vi saranno insegnate qui, insieme alle tecniche di lotta e di caccia; inizieremo ad allenarci stasera dopo la parata: dopodichè ogniuno di voi verrà scortato nelle rispettive stanze dove incontrerà il proprio mentore e quello del vostro compagno o compagna di settore; fra poco verrete scortati dai vostri stilisti personali che vi renderanno presentabili per la parata di stasera, l'intervista di domani e per chi tornerà viva o vivo l'intervista finale. Ci sono domande?-
-Si-disse una voce roca alla fine della sala -a che ora si mangia?-.
A parlare era stato il tributo maschile del distretto sei; un nano che non dimostrava più di tredici anni, il suo nome era Bombarda Sterro.
-Io ne avrei una più opportuna- disse stavolta una centaura di circa sedici anni imitata a ruota dal suo compagno di settore; i loro nomi erano Cavallina e Polliedro, ed erano i tributi del distretto tre; -Ci saranno anche lezioni su come utilizzare la natura a scopo tattico?-
Vinyaya sospirò -La cena vi verrà servita nelle rispettive camere dopo la sfilata, e, no, a parte creare trappole non posso insegnarvi nulla su come utilizzare l'arena a scopo strategico; quello dovrete inventarlo voi, oppure gli sponsor; ma non vi consiglio di far troppo affidamento su di loro- poi indicò le gallerie -ora verrete scortati nelle sale estetica per indossare i vostri abiti per la sfilata, dopodichè potrete riposarvi nelle rispettive stanze-.
Seguirono delle lamentele generali; soprattutto dai tributi del due, del quattro e del sei, scocciati per dover aspettare così tanto per la cena.
Le guardie li presero e li spinsero verso i tunnel.

(stenza Estetica dedicata al settore nove)
Artemis e Minerva si ritrovarono in una stanza asettica e ben illuminata; separati da una tenda scura c'erano due lettini; le guardie fecero loro cenno di sdraiarsi su uno dei letti e poi se ne andarono lasciandoli soli e incapaci di vedersi perchè separati dalla tenda.
Dopo qualche secondo che parve un'eternità entrarono due persone; una era un uomo di mezz'età che sembrava un'armadio, e l'altra era una ragazza sui vent'anni; era molto snella e muscolosa, ma c'era qualcosa nei suoi movimenti che la rendeva elegante e temibile al tempo stesso, portava una lunga treccia bionda, ma non era quella la cosa che la distingueva; era il grosso anello di giada che portava per fermare la treccia.
-Salve; noi siamo i vostri stilisti-disse l'uomo, io sono Arno Tozz, mentre lei è la mia collega neodiplomata Juliet Leale-.
In quel momento Artemis si ricordò; Juliet Leale era la sorella di Domovoi Leale , il loro mentore; aveva saputo che l'uomo aveva iscritto la sorella a una scuola di moda nella capitale; ma non ci credeva praticamente nessuno, ora seppe  che era vero.
La Stilista lo salutò -Ciao Artemis; oggi io mi occuperò di migliorare il tuo aspetto, mentre Arno si occuperà di Minerva- detto questo si avvicinò a lui e iniziò a studiarlo da vicino -Hai degli occhi stupendi, ci concentreremo su quello; niente trucco; solo un pò di fard sulle guance; quanto al vestito...
Prese una valigetta ai piedi del letto e gli fece vedere dei modelli; Il ragazzo sgranò gli occhi; il vestito doveva spirarsi alla principale attività del settore (nel suo caso, agricoltura e cereali):
Ma quella era una tuta completamente bianca; assomigliava a una calzamaglia aderente che ricopriva il corpo dal collo alle caviglie lasciando liberi i polsi; mentre le scarpe erano degli stivali di gomma azzurrini che arrivavano fino a metà polpaccio; scosse la testa -Non conquisterò mai il favore del pubblico- disse sconsolato -Scusami Juliet, ma quello sembra un pigiama-.
Lei gli mise una mano sulla spalla -Ti fidi di me?-.
Lui la guardò; sembrava assolutamente convinta che sarebbe stato un successo; sentì di potersi fidare.
-Si-.
-E allora mettiti seduto, abbiamo del lavoro da fare-



Carcere massima sicurezza, sala di isolamento

Orion Tubero sbattè per l'ennesima volta la testa contro la parete imbottita di gommapiuma, era li da tre settimane, e stava impazzendo.
Orion era il figlio di Raponzo Tubero e Leonor Carsby; aveva diciannove anni; ed era l'unico (ed ultimo) incrocio tra un elfo e un umano; sebbene possedesse la magia, questa non gli rispondeva, esplodeva dentro di lui e si scatenava sull'ambiente circostante; per un pò la gente del distretto zero l'aveva ritenuto semplicemente strano; un ragazzo che sebbene avesse entrambi i genitori dotati di magia (sua madre l'aveva acquisita dopo aver vinto i giochi) invecchiava normalmente come un qualsiasi essere umano e a volte faceva magie assurde.
Per un pò era stato chiamato "quel tipo strano con i genitori di due specie diverse";   per un pò.
Ma quando senza volerlo la sua magia aveva ucciso un gruppo di ragazzi che lo avevano preso in giro l'avevano chiamato mostro.

Si accasciò a terra in lacrime, era successo di nuovo tre settimane prima; c'era stata una rissa alla mensa della prigione e lui aveva perso il controllo uccidendo alcuni detenuti.
Non avevano potuto eiliminarlo; i suoi genitori erano molto influenti nella capitale, perciò l'avevano rinchiuso lì, in quel buco.
Vide il suo volto riflesso sulla superficie della porta di metallo; i capelli neri scarmigliati, la barba sfatta, gli occhi con delle iridi rosse che sembravano ardere, le orecchie leggermente a punta; ma la cosa che più lo spaventò del suo aspetto fu la magrezza quasi impressionante del suo corpo; come poteva una cosa cosi fragile celare all'interno di se una forza così terribile?
Nella parete davanti a lui si accese uno schermo che il ragazzo non aveva mai notato prima; in primo piano c'era una folletta con i capelli tinti di rosa che faceva la telecronaca; si sedette incuriosito di sapere di cosa stessero parlando quelle persone.
-Ed ecco a voi la sfilata dei tributi- recitava una voce fuori campo; il cameraman zummò su due folletti vestiti di pietre preziose che avanzavano su un carro dorato; poi si ricordò;erano gli hunger games, e quella era una trasmissione obbligatoria da guardare; ecco perchè poteva vederla nella cella di isolamento.
Fu un susseguirsi di tributi che salutavano con la mano i presenti; una ragazza, un'elfa , attirò la sua attenzione; era vestita di perle e coralli, a rappresentare il mare, al suo fianco il compagno era un bambino di dodici anni impaurito che si teneva a malapena in piedi; la sua attenzione volò di nuovo sulla ragazza; l'aggettivo "principessa" sembrava il più appropriato a una come lei, era veramente carina.
Poi fu il turno dell'ultimo carro; due ragazzi umani che indossavano una semplice calzamaglia aderente bianca; nulla di tanto speciale, continuò a guardarli, quando all'improvviso i loro vestiti si accesero riproducendo scene d'agricoltura e di racclto; il pubblico ne fu entusiasta; fine della sfilata.
Sullo schermo comparve Opal;era seduta su un'aspecie di trono rialzato da terra,e guardava tutti i tributi come se fossero dei dolci con un sorriso sadico sulle labbra; lo stesso che aveva tutti gli anni.
-Che inizino gli Hinger games-urlò applaudita dalla marea di folla sugli spalti.
La televisione si spense; il ragazzo tornò nella sua solitudine più nera.
Orion guardò il soffitto della cella; da qualche parte la sopra c'era il cielo;
Un cielo che avrebbe fatto d tutto pur di rivedere.

ANGOLO AUTRICE
ammetto che la parte di Orion era un pò macabra, ma spero che la storia vi sia piaciuta lo stesso; 
questo capitolo lo dedico a tutti quelli che hanno recensito le mie storie
a presto
alpha_omega







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