“Quindi
non sei gay”.
“Be’, no! Voglio dire… no.
Voglio dire… come lo capiamo?”
“Non lo
so nemmeno io, non mi è mai piaciuta
una
ragazza prima, ma
nemmeno un ragazzo. Ma poi ci sei tu”.
“Ti piaccio?”
“Sì”.
(Rose e Vanessa, Out
with dad)
La
luna, questo lunedì mattina sarà particolarmente
favorevole al vostro segno, vi
porterà ad aprire di più il vostro essere
interiore e a risolvere i dubbi e le
insicurezze che vi hanno sconquassato nei giorni precedenti. Riceverete
qualche
curiosa novità che all’inizio potreste non capire
o interpretare in senso
negativo, ma non abbattetevi, perché le persone che vi
stanno molto a cuore
saranno presenti per voi…
“Nico,
per favore, potresti leggere a bassa voce?
Non m’interessa il tuo oroscopo!”
Il
ragazzo che stava leggendo l’oroscopo della
Gazzetta del Profeta ammutolì di colpo e continuò
a leggere in silenzio per non
dare fastidio all’amico, torturandosi con le dita una delle
treccine che gli
era scivolata sulla spalla.
L’altro,
invece, finì di spalmare di marmellata la
sua fetta di pane e cominciò a mangiare gustandosi la
colazione, mentre la Sala
Comune si riempiva di studenti e del loro chiacchiericcio incessante.
“Uffa!
Non mi dicono mai niente sull’amore! Ma è mai
possibile?! Dovrò fare un reclamo”. Si
lamentò il ragazzo dell’oroscopo,
richiudendo rabbiosamente il giornale e mettendoselo sotto al culo
perché non gli
desse fastidio mentre finiva la colazione.
“Oh
sì, sicuramente le stelle cambieranno le loro
posizioni per favorire l’amore soltanto per te”. Lo
prese in giro l’amico
seduto accanto a lui. Ogni mattina era la stessa routine: si sedeva con
Nico al
tavolo dei Grifondoro per fare colazione e, non appena il gufo gli
portava la
sua Gazzetta del Profeta, interrompeva ciò che stava
mangiando per leggere
l’oroscopo. Peccato che dovesse sempre farlo ad alta voce,
per poi lamentarsene
ogni volta perché c’era sempre qualcosa che non
gli piaceva e anche
durante il resto della giornata
tirava in ballo queste dannate stelle. Aveva fatto
l’abbonamento al giornale
soltanto per leggere l’oroscopo e la pagina sportiva, tanto
valeva che se lo
facesse prestare da qualcun altro.
“Non
sei divertente, James”. Nico mise su un finto
broncio offeso e addentò il suo bacon.
Improvvisamente,
però, una ragazza bionda e molto
truccata attirò la sua attenzione e la seguì con
lo sguardo finché questa non
si sedette al tavolo dei Corvonero.
“Perché
mi sembra che Stacey Brown abbia le tette
ancora più grosse?” chiese incuriosito
all’amico.
James
spostò lo sguardo sulla ragazza e la osservò,
sicuro che non lo avrebbe notato, troppo impegnata a confabulare e
spettegolare
con le amiche. Ma lei era abituata ad avere gli occhi di tutti addosso,
perciò
ormai, anche se se ne accorgeva, non ci faceva più caso.
“Forse
perché si è imbottita il reggiseno?”
ipotizzò, dicendolo però come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
Il
ragazzo con i rasta assottigliò lo sguardo per
vedere meglio e alla fine dovette dare ragione all’amico.
“Ma
come fai a notare queste cose?”
“Sono
un bravo osservatore”.
No,
James non era solo un bravo osservatore e Nico
lo sapeva bene. Se gli avesse, per esempio, fatto leggere un testo
pieno di
errori di ortografia non ne avrebbe notato neanche uno, molto
probabilmente, ma
sicuramente avrebbe saputo distinguere una borsa di Prada da una di
Gucci solo
dal loro odore.
Non era certo per dire che James fosse un ragazzo stupido e
superficiale, anzi,
era anche piuttosto intelligente e non faceva fatica a studiare, ma
quando si
trattava di moda avrebbe potuto parlare per un giorno intero.
Improvvisamente,
nel posto rimasto libero davanti a
loro, comparve una ragazza dai lunghi capelli rossi che sembravano
essere
appena stati passati attraverso la corrente elettrica
anziché sotto ad una
spazzola. Pareva che avesse corso la maratona da quanto era trafelata,
era pure
rimasta senza fiato.
“Ed
eccola qui! La ragazza che ha battuto ogni
record di ritardi del mondo!” scherzò Nico,
guardando la nuova arrivata con un
sorriso divertito.
“Non
voglio sentire commenti, son già di pessimo
umore”. Lo ammonì la ragazza guardandolo storto.
Subito dopo addentò un
croissant e aprì il suo libro di Pozioni pieno di piegature,
scarabocchi e
sbavature.
“Guarda
che così lo sporchi”. La avvisò James,
notando che il libro era terribilmente vicino alla caraffa di succo di
zucca.
“E si può sapere che hai fatto ai capelli?
Sembrano diventati il nido di
qualche piccione”.
La
nuova arrivata gli fece una smorfia per quella
battutaccia e tornò a concentrarsi sul libro. Purtroppo,
però, gli doveva dar
ragione. I capelli da pazzoide ormai erano il suo segno distintivo, un
piccolo
difettuccio ereditato da suo padre e suo fratello. Solo che loro erano
maschi e
i capelli spettinati a loro stavano bene. Ma lei era una ragazza,
avrebbe
preferito una chioma più ordinata e femminile.
Figurarsi se in lei, però, ci fosse qualcosa di femminile.
Era un maschiaccio,
se ne doveva fare una ragione, addirittura più maschiaccio
di suo cugino James.
Lui era sempre perfettamente ordinato e profumato, non aveva neanche un
capello
fuori posto, la camicia sempre ben stirata e pulita, i capelli
pettinati col
gel che, anche se erano sparati in tutte le direzioni, davano comunque
l’idea
di ordine.
Lei, invece, era già tanto se la mattina appena alzata
faceva in tempo a
vestirsi e a prendere la borsa, figurarsi se aveva tempo di piastrarsi
i
capelli o truccarsi. Non che la cosa le importasse molto,
effettivamente, era
una ragazza acqua e sapone perché non le piaceva
impiastricciarsi la faccia
come faceva, ad esempio, Stacey Brown e di solito non si accorgeva
nemmeno se
abbottonava male la camicia o se aveva la cravatta storta.
Preferiva di gran lunga dormire qualche minuto in più
piuttosto che perderlo
per cercare di apparire più femminile.
Ma anche se l’avesse voluto non ci sarebbe
riuscita: non bastavano né la
sveglia né quelle casiniste delle sue compagne di stanza per
buttarla giù dal
letto.
“Sei
preoccupata per il compito di Pozioni?” le
chiese Nico ad un certo punto come se la cosa non fosse abbastanza
ovvia.
“Sì,
ho passato tutto il fine settimana
a studiare e non posso fallire questa volta”.
Gli rispose la ragazza con determinazione.
James
ridacchiò divertito. Sally non era nota per i
suoi capelli da strapazzo, ma anche per la sua poca abilità
in Pozioni, anche
questo ereditato dal fratello.
“Tranquilla,
sono sicuro che andrai bene”. cercò di
tranquillizzarla il cugino, tirando la Gazzetta del Profeta da sotto il
culo
dell’amico per spulciare le pagine di spettacolo.
“La
fai facile tu che ti basta poco per capire le
cose”.
“Io
mi preoccuperei di più di arrivare in orario”.
Nico
e James erano sdraiati sul pavimento della
stanza di quest’ultimo, uno con le ginocchia piegate per
farci stare le lunghe
gambe e l’altro con i piedi poggiati sul letto che lo
facevano stare in una
posizione un po’ scomoda, ma lui sembrava non badarci. Le
teste una vicina
all’altra, quasi guancia contro guancia e i reciproci capelli
che si
confondevano in un groviglio di ciocche, i rasta castani di Nico con i
fili
neri e setosi di James.
Stavano
lì a poltrire da ormai mezz’ora, tanto che,
parlando di sciocchezze varie e pettegolezzi, ormai avevano esaurito
tutti gli
argomenti e da ben cinque minuti erano calati in un silenzio un
po’ annoiato,
forse presto si sarebbero pure addormentati, anche se in
realtà avrebbero
dovuto studiare Incantesimi, come avevano progettato quando si erano
trovati
insieme quel pomeriggio.
“Ma
secondo te…”. Sbottò improvvisamente
Nico,
interrompendo il silenzio.
“…com’è baciare una
ragazza?”
L’altro
attese un attimo prima di rispondere, forse
per pensarci un po’ su.
“Non
lo so, non ne ho mai baciata una”.
“Nemmeno
io. Ma avrai mai pensato a come potrebbe
essere, no?”
“No…
non lo so. Non credo. Sinceramente, non
m’interessa molto. Non mi è mai piaciuta una
ragazza, non particolarmente,
almeno”.
“Be’,
neanche a me. Però prima o poi dovrà
succedere, no? Insomma, un giorno troveremo una ragazza e lei
vorrà che la
baciamo”.
“Quando
succederà lo farai”. Concluse James, non
capendo dove Nico volesse andare a parare con quel discorso. Era la
prima
volta, che lui si ricordasse almeno, che parlavano di ragazze in questo
senso.
Infatti, nonostante avessero già quindici anni, non erano
molto interessati ai
discorsi come sesso, ragazze e cose del genere, come tutti i loro
coetanei.
Infatti, per questo si definivano dei ragazzi particolari
ed era anche per questo che andavano molto
d’accordo,
ma soprattutto, per questo si piacevano l’un
l’altro ancora di più, in senso
amichevole ovviamente.
Ovviamente.
“Ma
se poi scoprissi di non esserne capace? Insomma…
non so come si bacia”. Confessò alla fine Nico,
come se si trattasse di
qualcosa di grave.
“Non
ci sono delle regole per baciare, lo fai e
basta, ti lasci trasportare dal momento. È una cosa
istintiva, credo”.
“Ma
se poi facessi una brutta figura?”
Sembrava
che Nico trovasse importante questo
discorso e che lo preoccupasse veramente e James non riusciva a
spiegarsi come,
improvvisamente, possa essere successo.
Insomma, fino a quel momento erano stati completamente disinteressati
all’argomento ragazze, più che altro
perché si erano sempre bastati loro due e
avevano paura che un impegno con una ragazza potesse rompere la bolla
perfetta
nella quale vivevano.
“Se
vuoi possiamo provare”. Gli propose, allora,
l’amico, soltanto per tranquillizzarlo un po’.
“Qui?
Adesso?” chiese l’altro con tono stupito.
“Sì!”
James
abbassò le gambe e si alzò rimanendo seduto
per terra. Non capiva, però, perché
l’amico fosse così stupito della sua
proposta. Se si preoccupava tanto di non essere capace di dare un
bacio, allora
non c’era niente di male se faceva qualche prova e chi di
meglio se non il
migliore amico per fare questo?
Quando
si ritrovarono tutti e due seduti a gambe
incrociate, l’uno di fronte all’altro, rimasero un
attimo a fissarsi negli
occhi, quelli caldi e nocciola di James in quelli verdi e profondi di
Nico,
come se anche questo facesse parte dell’esercizio. Ma forse,
nelle loro
romantiche e fantasiose menti, effettivamente era così.
Alla fine, senza neanche sapere esattamente che cosa stavano facendo,
cominciarono ad avvicinarsi pian piano, finché le loro
labbra non si
scontrarono in un piccolo ed innocente bacio, quasi avessero paura di
rompersi
l’un l’altro.
Si
staccarono, rimanendo sempre coi visi a poca
distanza e si guardarono di nuovo negli occhi. Attorno a loro un
silenzio
assoluto, neanche una mosca si sentiva volare.
“Questa
cosa mi sembra molto… gay”.
Sussurrò Nico, leggermente imbarazzato.
“Anche
a me… però… mi piace”.
E
questa volta fu James a prendere l’iniziativa,
unendo di nuovo le loro labbra, in un bacio ancora senza lingua, che
non
pretendeva niente, un semplice gioco di bocche che però
provocò ad entrambi
brividi lungo la schiena.
Fecero
appena in tempo a separarsi una seconda volta
che la porta venne improvvisamente spalancata.
James
e Nico per poco non saltarono fin sul soffitto.
Si voltarono verso la porta e, rossi in viso, rimasero a fissare il
pavimento
come due bimbi colti in flagrante a rubare biscotti.
“Ehm…
ho interrotto
qualcosa?”
MILLY’S
SPACE
Ecco,
come promesso anche il primo capitolo.
Non
mi dilungo in troppe chiacchiere, vorrei solo
precisare che per la scena del bacio tra Nico e James mi sono ispirata
al
telefilm Out with dad (di cui la citazione all’inizio).
È un telefilm molto
interessante, se vi interessa potete trovarlo su youtube.
Mi
raccomando, lasciatemi taaaaaaaaante recensioni per
farmi sapere se la storia può continuare o se è
meglio che rinunci ^^.
Un
bacio ^^.
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