the heir - cap. 4
Capitolo IV
Il ruggire delle fiamme
continuava a rimbombare tra le pareti mentre Amaryllis e il soldato si
addentravano sempre più in profondità nella stretta
galleria, dopo esser scesi di due livelli in quelle che avevano tutta
l'aria di essere le fogne di Varadiél. Strette passerelle
di pietra addossate alle pareti si ergevano al di sopra dei canali
di drenaggio, formando in diversi punti dei ponti sospesi che si
collegavano al lato opposto. Probabilmente un tempo erano servite per
la manutenzione dei canali, ma la loro funzione era stata ormai
dimenticata, come testimoniavano i diversi punti instabili o crollati
del percorso, e più di una volta Amaryllis dovette fare
attenzione a non finire nelle acque che scorrevano più in basso,
o non sarebbe più riuscita a risalire.
Per un lungo tratto avanzarono entrambi in silenzio, ognuno perso nei
propri pensieri. La ragazza ancora non capiva cosa stesse succedendo:
continuava a chiedersi perché la Guardia Cittadina le stesse
dando la caccia, o chi fosse il mandante dell'uomo che l'aveva salvata.
Più di una volta era stata tentata dal chiedere spiegazioni alla
sua guida, ma non riusciva a trovare le parole adatte per rompere il
silenzio, né il momento adatto per farlo. Forse quello
sconosciuto la intimoriva un po', si disse, ora che si trovava sola con
lui, senza modo di tornare indietro, se avesse voluto. Era nelle sue
mani.
Dove la stava portando, poi?
- Ok, aspetta qui.
Con inaspettata agilità il finto soldato si arrampicò
sulla parete sconnessa appositamente, azionando un altro interruttore
nascosto e infilandosi velocemente nel passaggio creatosi sopra le loro
teste. Qualche secondo e aveva già calato una corda annodata per
Amaryllis. Lei si sentì vagamente offesa da quel gesto tutto
sommato naturale. Avrebbe potuto benissimo imitarlo e arrangiarsi da
sola, ma non le sembrava educato né aveva l'intenzione di
mettersi a discutere con un perfetto sconosciuto delle sue
abilità atletiche, così si limitò a raggiungerlo
al piano superiore ringraziandolo.
Cercò di approfittare di quel frangente per chiedergli
chiarimenti su ciò che stava accadendo, ma non ci fu verso di
ottenere una risposta: quella non era il luogo adatto per parlarne.
Passarono altri lunghi minuti a percorrere gallerie più o meno
illuminate dalla fioca luce di alcune torce, e superarono diversi bivi
e scale nascoste in anfratti a cui difficilmente si avrebbe prestato
attenzione, se non si sapeva già dove guardare.
Generalmente si trattava di corridoi in rovina, come i canali
precedenti, ma alcuni punti avevano subito delle evidenti
ristrutturazioni relativamente recenti. Pian piano i corridoi
assumevano sempre più l'aspetto di viali sotterranei, non troppo
elevati in altezza, ma tanto spaziosi da far passare almeno due carri
affiancati.
- Cos'è questo posto? - chiese Amaryllis, ignara dell'esistenza di simili passaggi sotterranei.
- Rifugi ormai dimenticati... sono in pochi a conoscerli. Nemmeno la
Gilda di Seor ha idea dell'esistenza di questi posti. Ma ne parliamo
dopo, ecco le sentinelle.
Un'ultima svolta ed ecco comparire cinque guardie armate, un paio di
torce agganciate al muro che rischiaravano un pesante portone
rinforzato in acciaio. I soldati non recavano insegne nobiliari e molto
probabilmente si trattava di mercenari o guerrieri o cacciatori.
"O fuorilegge."
Uno si loro si avvicinò al finto soldato che l'aveva guidata fin
lì, che a quanto pare conosceva bene. Complice il ssuo non
essersi avvicinata troppo e il tono di voce sommesso con cui i due
discutevano, Amaryllis non riuscì a cogliere il discorso, ma non
le sfuggirono le occhiate alla spada sottratta al bandito quel giorno
stesso, che il compagno le aveva consigliato di tenere in bella vista.
Sembrarono trovare un accordo, e una delle guardie rimasta accanto al
portone afferrò una cordicella, difficile da notare a una prima
occhiata, strattonandola ritmicamente un certo numero di volte. Le
pesanti ante si aprirono dall'interno, lasciando libero l'ingresso ai
due visitatori.
Oltre il varco l'umidità si fece più tenue e l'arcata del
soffitto decisamente più alta. Le pareti erano rivestite in un
marmo antico e leggermente rovinato dagli anni, e con ogni
probabilità un tempo era ricoperto da decorazioni pittoriche di
cui non rimaneva altra traccia se non una lieve ombra di color ocra e a
tratti turchese.
Superate anche le guardie all'interno del passaggio, Amaryllis riprese la parola.
- Voi non fate parte della Gilda di Seor, vero?
- Sbaglio o mi pare di aver detto che la Gilda, qui, non ci può arrivare?
- Però la spada che ho sottratto a uno dei suoi membri ha fornito da lasciapassare.
- Mettiamola così... - continuò lui, sospirando e
grattandosi la nuca mentre cercava le parole più adatte. - Hai
ucciso uno della Gilda? Allora sei un'alleata. Niente di più
semplice. Senza quel ferrovecchio sarebbe stato molto più
difficile farti entrare nella cittadella.
- Cittadella?
Non ci fu bisogno di ulteriori spiegazioni. La galleria si aprì
su un terrazzamento che si affacciava su una vera e propria
città costruita all'interno della montagna, dietro il palazzo
reale. La luce filtrava attraverso dei lucernai naturali, che
dall'esterno dovevano apparire come pericolosi burroni che si
spalancavano all'improvviso sui fianchi della catena montuosa. L'intero
ambiente era avvolto da una costante penombra, che bastava però
a rendere visibili le strette vie fra gli edifici scopiti direttamente
nella roccia. Molti raggiungevano anche i cinque piani, ma il
più sorprendente rimaneva ancora una volta il palazzo reale. O
meglio, la copia in miniatura del palazzo reale di Varadiél,
addossato alla parete rocciosa sul lato opposto rispetto l'ingresso
alla città nascosta. Città che, pur non raggiungendo
affatto l'estensione della capitale, poteva ospitarne tranquillamente
l'attuale popolazione, e rimaneva abbastanza spazio da poter accogliere
le genti dell'altipiano.
- Una volta veniva usata come rifugio durante la guerra dei Draghi...
Ma ora, come vedi, è occupata da gente di ogni risma, che in
comune ha il bisogno di trovare un riparo sicuro e l'odio verso Seor.
- E tu a quale delle due categorie appartieni?
Un sorriso furbo e forse un po' stanco affiorò sulle labbra del ragazzo.
- Diciamo che in superficie avrei qualche problema. Come te, in fondo.
Amaryllis storse la bocca in una smorfia infastidita. Avrebbe potuto
accettare di essere allo stesso livello di un criminale - o almeno,
quel che era sempre più convinta fosse un criminale - solo una
volta saputo il motivo di quella loro fuga. E doveva essere un buon motivo.
Scesero la lunga scalinata che si snodava scavata nella roccia, fino
alle prime abitazioni. La maggior parte degli edifici era vuota, la
popolazione del rifugio, in fondo, non era certo così numerosa.
Gli abitanti della Cittadella si erano stabiliti soprattutto nella zona
centrale, ma non mancava chi preferiva la solitudine delle case
più marginali; l'unica zona non abitata era rappresentata dalle
abitazioni destinate ai nobili e il palazzo, sigillati da sempre.
Eppure, il soldato pareva condurla proprio in quella direzione.
- A proposito, puoi chiamarmi Saber.
- Saber... e poi?
- Solo Saber.
Ognuno dei palazzi del quartiere nobile, leggermente rialzato rispetto
al resto della città, portava inciso sullo stipite il blasone
della famiglia proprietaria. Diversi erano sconosciuti ad Amayllis, ma
allo stesso modo poté constatare come diverse casate fossero
sopravvissute allo scorrere del tempo. Probabilmente, se avesse avuto
il tempo di cercarlo, avrebbe potuto scorgere pure il simbolo degli
Amaltheren, ma il loro percorso terminò di fronte a un edificio
quasi diroccato, dal blasone irriconoscibile, i cui primi piani
parevano inagibili. Per salire agli ultimi due livelli vi era solamente
una scalinata secondaria, probabilmente usata dalla sevitù in
origine, nascosta dietro quelle che dovevano esser state le cucine.
- E' un po'... malridotto. - disse Amaryllis, vagamente scettica.
- Ti assicuro - rispose Saber con un leggero sorriso, frugandosi in
tasca. - che l'interno è in ottime condizioni. Almeno una parte.
Finalmente trovò quel che stava cercando e, dando le spalle alla
ragazza, che intanto continuava a osservare preoccupata le varie crepe
sulla facciata, spalancò l'ingresso privo di serratura, stando
attento che la lieve luce causata dal gesto non fosse notata dalla
compagna. Non era ancora il momento di spiegarle.
Una volta giunti allì'ultimo piano, usato da Saber come alloggio
e sorprendentemente in buono stato, l'atteggiamento del rosso
cambiò completamente, facendosi serio all'improvviso e causando
un leggero disagio e agitazione in Amaryllis.
- Ora ascoltami attentamente, perché ne va della tua vita.
***
Era sveglia già da qualche minuto, ma non aveva la forza di
alzarsi dal letto. Continuava a rigirarsi fra le lenzuola, illuminata
da una debole luce che giungeva in ritardo rispetto alla superficie,
ripensando al discorso avuto la sera prima con Saber.
Suo padre era stato arrestato con l'accusa di tradimento.
Suo padre, che aveva sempre dimostrato una lealtà e un'obbedienza assolute verso la famiglia imperiale, che mai e poi mai
avrebbe potuto anche solo pensare di tramare alle spalle del governo.
Eppure al momento si trovava nelle prigioni del castello, in attesa di
esser trasferito nella fortezza di Dakkar, dove l'aspettavano
interrogatori, il processo e la condanna.
Come conseguenza, in città, anzi, in tutto l'impero, era partita
una vera e propria caccia agli Amaltheren e ai loro affiliati. Quasi la
totalità degli agenti privati del casato era già stata
catturata, le imprese commerciali bloccate e i beni sequestrati in
blocco.
Del nucleo principale della famiglia mancava all'appello solamente lei,
che al momento se ne stava rintanata in una città sotterranea
sotto il tetto di un disertore.
- E tu che ruolo avresti in tutto questo?
Saber posò sul tavolino di
fronte la ragazza una tazza di thé fumante, tornando a sedersi
sulla poltrona posta di fianco.
- Ho conosciuto il marchese quand'ero
ancora nell'esercito, e anche dopo che me ne sono andato mi ha aiutato
diverse volte. Mi sono offerto di ricambiare il favore ogni qualvolta
ne avesse avuto bisogno e... stavolta l'occasione si è
presentata.
- ...Te l'ha chiesto lui di cercarmi?
- Esattamente. Credo poi che questa
storia non sia altro che una montatura da parte di qualcuno che vi
è ostile. Oppure...
- Oppure qualcuno che conosce il nostro ruolo a corte e vuole eliminarci per arrivare all'imperatore.
Il silenzio che seguì alla seconda ipotesi fu una risposta più che eloquente.
Amaryllis si alzò di scatto, recuperando il mantello e le armi riposte su un mobile.
- Devo avvisare subito Sua Maestà, potrebbe essere già...
- Tu non vai da nessuna parte! - La
strattonò Saber per il braccio. - Cosa credi di ottenere
piombando a palazzo e cominciando a blaterare di possibili attentati,
quando tu stessa sei ritenuta un pericolo? Nessuno ti ascolterà!
La trascinò in una camera adiacente, spingendovela dentro bruscamente.
- Ho promesso di tenerti fuori dai
guai, al sicuro! E io non ho la minima intenzione di mancare alla
parola data lasciandoti libera di attuare qualsiasi idea avventata che
ti venga in mente! ...Tantomeno che qualcuno ti trovi prima delle
guardie imperiali e ti uccida. Perché è questo il vero
problema.
Si fermò un attimo per riprendere fiato e calmarsi della sfuriata con la giovane, prima di concludere.
- E ora dormi. Domani vedremo di trovare un modo per risolvere questa situazione, se è questo che vuoi.
Si chiuse la porta alle spalle, lasciando Amaryllis da sola a metabolizzare la nuova situazione.
Riacquistata un po' di lucidità grazie al sonno, la giovane
Amaltheren poté constatare come alcuni suoi dubbi ora trovavano
delle risposte. Primo fra tutti il perché il padre avesse
affidato a lei, ancora inesperta, una missione di ricerca così'
importante e complessa come quella dell'erede dei Draghi. Suo padre sapeva.
Sapeva cosa gli sarebbe successo, e aveva voluto allontanarla, da sola
e senza che nessuno potesse contattarla e quindi ritrovarla,
perché almeno lei si salvasse dalla cattura.
A mente fredda pensò anche che se Seridan avesse davvero voluto
tradire l'imperatore, non si sarebbe certo fatto scoprire.
Un sorriso amaro le solcò le labbra mentre si alzava dal comodo
giaciglio. Suo padre l'aveva protetta esponendola ad altri rischi e
pericoli, e ora stava scontando le conseguenze di un'accusa infondata.
Almeno lei sperava fosse realmente così.
Non voleva dubitare, anche se le era stato insegnato fin da piccola: dubita sempre. Di ogni cosa. Di chiunque.
Dubita anche di te stessa: spesso si mente al proprio cuore più di quanto si menta al mondo intero.
Un rumore la distolse dalle sue riflessioni.
- Saber?
Non ottenne risposta.
Afferrò uno dei suoi pugnali, nascondendolo nell'ampia manica
della casacca, percorrendo poi il breve corridoio che la separava da un
vecchio salotto, ora adibito a cucina. Man mano che vi si avvicinava i
rumori si facevano più distinti: vetro - dei bicchieri forse -,
una sedia che veniva spostata, dei leggeri passi. Un lieve odore di
tabacco, un odore in qualche modo familiare, cominciava a farsi
sentire, sempre più forte, finché non l'investì in
tutto il suo pungente calore una volta spalancato l'uscio socchiuso.
Sgranò gli occhi. Non era Saber l'uomo seduto sul davanzale a
fumare tranquillamente. Non era Saber che si voltò a guardarla
con un'espressione di impercettibile sorpresa, riacquistando poi subito
il controllo. Non erano di Saber quegli occhi verde muschio, cupi e
vagamente ostili.
Amaryllis quasi non si accorse di essersi appoggiata alla parete per
sostenersi. Improvvisamente non sapeva più cosa dire, o cosa
fare. Cominciò ad avvertire l'agitazione prender possesso della
sua mente, e il respiro riprendere all'improvviso dopo che l'aveva
trattenuto quasi in automatico.
Il giovane piegò le labbra in un sorriso sarcastico, prima che
la sua voce dal tono ironico la risvegliasse bruscamente
dall'intontimento.
- Buongiorno.
Dopo esser svanito nel nulla al loro primo incontro, ora il misterioso ragazzo della taverna era lì, di fronte a lei.
---
Viva i cliff hangers �/
Scusatemi. y_y
Tanto per la cronaca prima o poi i draghi arriveranno davvero, datemene
solo il tempo, perchè ci sono ancora un paio di personaggi che
devono avere la loro bella presentazione (tra cui il signore qui sopra,
coff) e uno deve ancora apparire XD
Un'altra cosa importante: ho rivisto i capitoli precedenti aggiustando
qualche frase, ma il cambiamento più evidente è
l'aggiunta di un pezzo alla fine del prologo. Vi consiglierei di darci
un'occhiata, ecco u.u
Gli errori di questo capitolo li rivedrò un'altra volta, ora non ho testa.
Grazie per essere ancora lì a seguire la stupida che non sono altro!;A;
Fatemi sapere che ne pensate 8D
Alla prossima! Grazie per aver letto <3
PS:
Cioè, no, dimenticavo.
Ho pubblicato una oneshot
appartenente allo stesso universo di The Heir, vi consiglio di leggerla
se volete vedere i draghi X°D
Home
|