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Kreuz apri gli occhi di scatto; si guardò attorno e vide Vyras aprire le pesanti tende poste davanti alla finestra.
« È l'ora di iniziare l'allenamento. Alzati. » disse Vyras senza voltarsi nella sua direzione.
Kreuz gli lanciò un'occhiataccia che venne però prontamente ignorata dall'altro.
« E' proprio necessario svegliarsi tanto presto? »
« Hai
dormito a sufficienza. Molti dei demoni presenti nel castello sono
svegli da ancor prima che sorgesse il sole. »
« Ecco perché sono tutti così scontrosi. Non dormono abbastanza. »
« Il
“non dormire abbastanza”, non è il motivo del loro
comportamento nei tuoi confronti. » rispose freddo il moro.
« Lo
immaginavo, ma volevo averne una conferma. Posso sapere il motivo? Il
diavolo vi ha forse ordinato di non rivolgermi la parola
gentilmente?»
« Non ti
dare troppa importanza demone. Qua sei nello scalino più basso
della piramide gerarchica, il padrone non si scomoda per cose del
genere. Non ne ha motivo. Se avesse detto una cosa simile, stai certo
che nessuno ti avrebbe rivolto un solo sguardo. »
« Quindi quale sarebbe il motivo? Fate sempre cosi con i nuovi arrivati? »
« Di solito
c'è sempre un periodo di prova: bisogna testare quelli nuovi.
Potrebbero nascondersi delle spie. » iniziò il moro
« Il tuo caso però è diverso. »
« In che senso diverso? Perché ho la coda? »
« In parte
è per quello, in molti ti vedono come una minaccia. Ma la cosa
che non sopportano è il modo in cui ti rivolgi al padrone,
sopratutto dopo l'enorme privilegio che ti è stato concesso.
»
« Intendi lo
sfruttarmi come pagamento per il processo? » chiese il demone,
pentendosene subito dopo aver visto gli occhi del moro allargarsi in
modo quasi comico.
« Ovviamente
no... » concluse mordendosi la lingua, e fissando il servitore
che aveva preso a camminare avanti ed indietro per la stanza.
Vyras si
girò di scatto nella sua direzione; dopo aver camminato per
diversi minuti, fissò il demone dritto negli occhi, scrutandolo
attentamente. Evidentemente il padrone aveva dei piani per il demone, e
lui avrebbe fatto in modo che quei piani di cui non era a conoscenza
venissero portati a compimento nel migliore dei modi.
« Questa cosa
demone, non dovrai dirla ad anima viva. Nel castello sono in molti a
volere la tua dipartita, ma non per i motivi che credi tu. Non mi
pare il caso di alimentare il loro astio nei tuoi confronti,
spargendo in giro notizie del genere. Oggi inizieremo l'allenamento
con le armi, hai detto di saper utilizzare la doppia spada.
Inizieremo da quello. » Concluse prima di dargli le spalle e
andarsene.
Kreuz
lo guardò andare via; non avrebbe mai capito gli abitanti di quel
palazzo.
Si
vestì con tutta calma davanti allo specchio, scegliendo degli abiti
comodi e poco ingombranti; se davvero oggi avrebbero usato le armi,
non voleva essere intralciato dai vestiti. Scelse una semplice maglia
nera, senza maniche e leggermente aderente; e dei comodi pantaloni di
un color grigio topo, che aderivano perfettamente alle sue cosce, e
finivano poco prima dei polpacci. La coda si muoveva sinuosa dietro
di lui; era ormai inutile nasconderla. Tutti nel palazzo sapevano
della sua esistenza.
Uscì
dalla sua stanza, chiedendo attentamente la porta; dirigendosi poi
verso le cucine. Stava morendo di fame.
Non
era molto tempo che percorreva quei corridoi, ma nonostante
all'apparenza sembrassero tutti uguali, seppe comunque arrivare a
destinazione senza perdersi o chiedere informazioni. Quando varcò la
soglia delle cucine, molti dei servitori presenti si girarono nella
sua direzione; per poi tornare ai propri compiti una volta constatato
chi fosse l'intruso. Non ci badò più di tanto, da quello che aveva
capito dalla sua conversazione con Vyras, doveva guardarsi le spalle
da ognuno di loro. Prese un kardow da una cesta appena poco distante
da lui, e fece dietro front, ignorando gli abitanti della cucina e
dirigendosi poi verso l'esterno, iniziando a mangiare il succoso
frutto. Aveva un gusto strano, un po' acidulo ma nel complesso
gradevole; la membrana che
ricopriva la polpa era spessa e vellutata, completamente differente
da qualsiasi frutto avesse mai visto.
Scese
le scalinate che lo avrebbero condotto all'esterno, guardandosi
attentamente attorno; in quei giorni non aveva avuto la possibilità
di osservare per bene il luogo in cui era finito, avrebbe dovuto
chiedere a Vyras di mostrargli per intero il posto. Se davvero doveva
passare tanto tempo li, voleva almeno evitare di perdersi.
Il
cielo quella mattina era ricoperto da pesanti nubi cariche di
pioggia, era un miracolo che non avesse già iniziato a piovere a
dirotto; l'aria frustava gli alberi, facendo volare ovunque
un'innumerevole quantità di foglie di tutti i colori.
Stava
per aggirare il palazzo, quando la voce del moro lo richiamò
all'interno.
«
L'armeria è da questa parte. »
******
Erano ormai
passati due giorni da quando aveva fatto visita all'armeria: ed era da
quasi dieci lune che si trovava rinchiuso tra quelle mura,
impossibilitato ad andarsene. La stanza esagonale dove erano contenute
le armi, era la più grande che aveva visto fino a quel momento;
se possibile era anche più grande della sala da pranzo dove
aveva cenato la prima volta con il diavolo, e già quella era
immensa. A ridosso della prima parete, erano stipate decine di
rastrelliere contenenti un'infinità di armi lunghe; dalle
più comuni alle più improbabili. Si era guardato attorno
meravigliato; attaccati alle pareti stavano diversi supporti su cui
erano appoggiati con cura armi corte di tutti i tipi: pugnali da
lancio, asce, doppie asce bipenni, guanti chiodati, fruste e spade di
tutte le grandezze e dimensioni. Addirittura, appesa con un enorme
gancio, vi era una catena chiodata. Non aveva mai visto tante armi
tutte nello stesso posto; ma la sorpresa passò subito in secondo
piano, non appena posò gli occhi su una doppia spada appoggiata
singolarmente su un supporto di krom, sorretto a sua volta da un
piedistallo in cristallo.
Si avvicinò
piano, ipnotizzato dalla lucentezza delle lame; stava per allungare la
mano per sfiorarne l'elsa, quando la voce di Vyras lo fermò.
« Io non lo farei
se fossi in te. A meno che tu non voglia morire. » Kreuz girò la
testa nella sua direzione, trovando a pochi passi da lui. La mano
ancora tesa verso quell'arma meravigliosa.
«
Per quale motivo? È maledetta? » Chiese curioso; vedendo il moro
scuotere appena la testa in segno di diniego.
«
Non è maledetta, ma chiunque abbia provato ad impugnarla non ne è
uscito bene. I demoni più potenti se la sono cavata con delle
ustioni serie; alcuni hanno rischiato di perdere l'arto. Mentre molti
sono morti. »
«
E' davvero magnifica, ma è diversa dalle doppie spade che ho visto
nei miei viaggi. » La lama è piatta, ed è più larga e ricurva
verso la fine, pensò.
«
Infatti non è una doppia spada; è una doppia alabarda Perw; non se
ne trovano molte in giro, sono originarie di Vèt'horr la terra dei
diavoli, e questa è una delle più rare e pericolose. Il suo nome è
Ver'kur'dan . Le doppie alabarde sono più difficili da maneggiare,
in quanto le lame sono più lunghe e larghe rispetto alle doppie
spade; per non parlare poi del fatto che sono ricurve verso
l'estremità. »
«
L'elsa è più corta rispetto alle doppie spade, questa non raggiunge
la lunghezza di un braccio. » Affermò il demone, continuando a
guardare l'arma.
«
Penso sia fatto apposta per essere maneggiata con maggior facilità;
se avesse un'impugnatura più lunga le due lame farebbero fatica a
ruotare. » Spiegò il servitore; dando poi le spalle sia all'arma
che al demone per avvicinarsi ad una delle rastrelliere, prendendo
una doppia spada e lanciandola al demone che la afferrò al volo
senza alcuna difficoltà.
«
Hai affermato di saper usare la doppia spada, no? Fammi vedere cosa
sai fare. » Disse il moro prima di mettersi in posizione.
«
Qui? » Chiese stupito il demone.
«
Fuori piove, e qua c'è abbastanza spazio per un piccolo scontro.
Quel tanto per testare le tue capacità con quell'arma. » Rispose
senza alcun tono particolare.
«
Come preferisci, sei pronto? »
«
Quando lo sei tu. »
Quel giorno il sole splendeva nel cielo, e lui era sveglio già da parecchie ore.
Le due lame
brillavano sotto la luce del sole, mandando bagliori accecanti in ogni
direzione ogni volta che le faceva roteare sopra la testa. Cambiava
mano ad ogni affondo, giocando tra attacchi e parate immaginarie;
compiendo movimenti complicati anche per un esperto con estrema
facilità. Il moro lo osservava poco lontano quasi ammirato, era
la prima volta che vedeva certe mosse che il demone compiva senza
alcuno sforzo; non era però l'unico ad osservare quella scena.
Da dietro una tenda delle vetrate superiori un altro demone assisteva a
quella dimostrazione, e non pareva per niente contento.
Durante lo scontro
che si era tenuto nell'armeria, Vyras aveva potuto constatare con i
suoi occhi le capacità del demone con quell'arma; e doveva
ammettere che se la cavava bene per essere ancora un cucciolo. Aveva
avuto un po' di difficoltà, ma gli sporadici scontri del demone
non potevano competere con gli anni di esperienza del moro.
« Chi ti ha
insegnato ad usare la doppia spada? » Domandò Vyras sinceramente
incuriosito. « Non si impara da soli ad usare un'arma del genere. »
«
Cos'è, un terzo grado? » Rispose piccato Kreuz; quel discorso non
gli piaceva.
«
Niente del genere, è solo curiosità. Non sei obbligato a
rispondere. » Si difese il moro.
«
Preferirei non parlarne. »
«
Come preferisci, la mia era semplice curiosità. Per essere ancora un
cucciolo sei bravo a maneggiarla. » Concluse appoggiando le mani
sulla terra umida e tirando indietro la testa, lasciando così
scoperta la gola.
Il
demone sbuffò contrariato, e smise di combattere contro il nemico
immaginario, andandosi poi a sedere affianco al moro.
«
Il suo nome è Zhetr; non so
che grado di parentela abbia con me, probabilmente nessuno. Ma da
quanto mi ricordi, è sempre stato al mio fianco. Mi ha insegnato a
difendermi usando le armi, cosi che non dovessi fare completo
affidamento dei miei poteri; mi ha nutrito quando non ero in grado di
provvedere da solo, mi picchiava quando combinavo qualche cazzata.
Non posso considerarlo come un genitore, ma sicuramente è la cosa
più vicina ad un fratello che avessi mai avuto. »
«
E lui è come te? Ha la coda? » Chiese curioso.
«
E' un demone molto potente, ma non ha la coda. O per lo meno, io non
l'ho mai vista in tutti gli anni in cui eravamo insieme. È stato lui
il primo ed ultimo a dirmi di nasconderla sotto i vestiti, anche se
non ne so tutt'ora il motivo. »
«
Come non ne sai il motivo? Non sai a quale razza appartieni?
Seriamente? »
«
Non mi è mai servito saperlo; ma da quando sono qua sembra che la
cosa turbi un po' tutti. Tu sai a quale razza appartengo? »
«
Certo che lo so, solo pochi stolti non riconoscerebbero le origini di
quella coda. Chi altri ti ha fatto questa domanda? »
«
Il tuo padrone; ma non ha risposto quando gli ho chiesto spiegazioni.
Suppongo che nemmeno tu lo farai, sarebbe come tradirlo. »
«
Precisamente. Però posso dirti che il padrone è rimasto
impressionato da te; prima d'ora non aveva mai fatto quello che ha
fatto, per nessun altro. »
«
Cosa intendi? Anche l'altro giorno nella stanza non hai risposto. »
Vyras sospirò, ma rispose comunque alla domanda.
«
Ricordi quando mi hai chiesto se fossi innamorato del padrone? »
Iniziò il moro; ricevendo l'assenso del demone. « Bene, devi sapere
che non tutti la pensano come me; in molti ti vedono come una
minaccia, a causa della considerazione che il padrone ha di te. Non
che molti di loro siano proprio innamorati della sua persona;
ovviamente il padrone è uno degli esseri più belli che ci sono in
giro, ma il loro “amore”, risiede nel potere che egli possiede.
Sanno che una sua minima parola potrebbe salvarli da morte certa o
ucciderli, nutrono un profondo rispetto in lui, e allo stesso tempo
lo temono. Tra queste mura il rispetto e l'ubbidienza verso il
padrone è tutto; quindi non tollerano il tuo comportamento
irrispettoso nei suoi confronti. »
«
Cercherò di essere più “ rispettoso ”, infondo la mia
permanenza qui penso durerà ancora per molto; ma non assicuro nulla.
Non posso garantire lo stesso per il rosso; pare che mi abbia preso
in antipatia già dal primo momento, e la cosa è assolutamente
reciproca. »
«
Intendi Erelày? O Antharèss? » Chiese Vyras.
«
Il rosso dai capelli corti, Erelày se non sbaglio. Con l'altro ho
avuto poco a che fare, ma non mi sembra come il fratello. »
«
Infatti. Anche se sono gemelli, sono si assomigliano per niente di
carattere. Hanno uno strano rapporto, non si odiano; ma sicuramente
non si amano alla follia. Comunque non dar troppo peso a quello che
dice Erelày, si diverte a provocare chiunque solo per testarne le
reazioni. »
«
A quale razza appartengono? Quei capelli erano pericolosi,
incredibilmente taglienti e candi. »
«
Non posso svelare i segreti altrui, dovresti chiederlo ad Antharèss.
Non credo abbia problemi a rispondere. » Rispose Vyras, girandosi
poi a guardare attentamente il demone. Sapeva dove voleva andare a
finire con quelle domande, e non aveva alcun problema a rispondere;
ma non per questo glie l'avrebbe resa facile, era divertente vederlo
in difficoltà.
«
Mi sembra giusto... Tu... Tu di che razza appartieni? Orecchie di
quel tipo non le avevo mai viste. Quanti anni hai? » Domandò con
esitazione Kreuz; non voleva offenderlo, ma non aveva mai visto nulla
del genere prima d'ora.
«
Ho visto cinquecento sessanta tre inverni, per la mia razza gli anni
si contano così. Sono per metà spettro e per metà Krolar.
»
«
Sei uno spettro? Non ne avevo mai incontrato uno. »
«
Metà spettro; mia madre fu stuprata da mio padre, e subito dopo la
mia nascita lei cercò di liberarsi di me. Si dice che gli spettri
portino sfortuna e disgrazia a chiunque, per questo motivo cercò in
tutti i modi di sopprimermi. Ma ero troppo forte per lei, nonostante
fossi nato solo da poche ore. Sono un ibrido, quindi il mio sangue
doveva essere come quello di tutti gli altri; mi morse per strapparmi
un braccio, ma morì a causa del veleno che mi scorre nelle vene. Ho
passato diversi anni a nascondermi nei boschi per sopravvivere,
finché il padrone non mi ha trovato. »
«
Oh... Mi dispiace. Ora capisco il motivo della tua dedizione verso il
diavolo, ma non credo che lo abbia fatto solo per carità;
sicuramente aveva un tornaconto personale. »
«
Non dispiacerti. Era una creatura debole, e si meritava quello che a
subito. Per quanto riguarda il padrone, sono consapevole del
fatto che non mi abbia “raccolto” solo per il mio bel faccino; ma
non è un problema per me. Mi ha salvato e dato uno scopo per vivere;
e questo è molto di più di quello che avrei mai potuto sperare. »
«
Ad ogni modo non dimostri l'età che dici di avere, sembri molto più
giovane. » Affermò il demone con sicurezza.
«
Gli spettri invecchiano più lentamente rispetto ai demoni comuni.
Io, essendolo solo per metà, ne dimostro fin troppi. »
«
E per quale motivo dicono che portate sfortuna? »
«
Ma te non sai proprio niente? » Chiese fintamente esasperato il
moro, girandosi per l'ennesima volta a guardarlo.
Kreuz
arrossì sotto quello sguardo, e abbassò gli occhi colpevole. Non
era mica colpa sua, se fino ad ora il suo problema principale era
stato il “ mettersi qualcosa nello stomaco”. Dove viveva lui,
certe cose non era necessario saperle; non riempivano lo stomaco.
«
Non sei obbligato a rispondere se non vuoi. » Rispose imbronciato.
«
Non è un problema rispondere, tutti sanno il motivo di queste
dicerie, e penso che venga narrato anche su molti libri; mi stupisco
solo del fatto che ci sia ancora qualcuno che non ne è a conoscenza.
» Continuò divertito Vyras.
«
Da dove vengo io sapere certe cose non serve a niente. Li
l'importante è svolgere bene il proprio lavoro per essere pagato,
nessuno fa caso alle dicerie; ma tengono tutti le orecchie molto
aperte. Il traffico di informazioni è una pratica diffusa, ma
comporta anche il non parlare con nessuno di determinati argomenti. »
«
E tu trafficavi informazioni? » Kreuz lo guardò per alcuni secondi
in silenzio, prima di rispondere.
«
No. Io prima dell'arresto ero un mercenario, trasportavo solo oggetti
vari da un posto all'altro. Sono a conoscenza di molte storie, e ho
ascoltato diverse conversazioni sugli argomenti più disparati. Ma
non ho mai pensato di ricavarne denaro vendendole. Le informazioni
sono pericolose, molti demoni che conoscevo sono morti raccontando
alla persona sbagliata certe cose. »
«
Sarei interessato ad ascoltarne qualcuna, sempre se ne hai voglia.
Prometto di non ucciderti. » Disse ghignando in direzione del
demone, che gli rispose allo stesso modo.
«
Solo se tu sei disposto a rispondere ad alcune delle mie domande. Le
dicerie sulla tua razza, ad esempio. »
«
Affare fatto. » Rispose il moro; allungando la mano verso il demone,
che la strinse senza esitazione.
«
Vyras potresti venire un momento. » Disse una voce gelida, che li
fece girare entrambi; poco distante da loro c'era il piccolo
servitore che di solito si aggirava sempre nei pressi del cancello
principale, Mahan se non sbagliava. Li guardava entrambi con sguardo
gelido, aspettando che il moro si avvicinasse.
Kreuz
la scrutò attentamente per la prima volta; non ci aveva badato
troppo in quei giorni, forse anche per il fatto che per la maggior
parte del tempo in cui aveva soggiornato a palazzo, lui si ritrovava
a letto. E in quei due giorni in cui si era allenato con Vyras, non
aveva fatto molto caso agli altri servitori che scorgeva da lontano.
Ora invece, che la vedeva da vicino - e sotto la luce del sole -,
poteva affermare con sicurezza che era una ragazza. I capelli erano
corti e neri, come quelli di Vyras, ma non aveva le stesse orecchie
pelose ai lati della testa; erano appuntite e quasi totalmente
ricoperte di strani anellini di metallo, spuntavano dai capelli
scuri. Gli occhi erano di un azzurro spaventoso; ricordavano i laghi
ghiacciati che si trovavano sulle montagne di Az'derv, e lo
guardavano con odio. Era vestita con una semplice tenuta da
servitore, molto simile a quella di Vyras e degli altri; ma al posto
dei corti pantaloncini che indossavano tutti, lei ne portava un paio
lunghi.
Il
moro sospirò, ma fece quello che gli era stato detto. Quando Mahan
aveva quello sguardo, non poteva aspettarsi nulla di buono;
immaginava pure il motivo del suo nervosismo, e non lo condivideva
per niente.
«
Penso che andrò ad esplorare un po' i dintorni.. Ci vediamo dopo per
continuare l'allenamento Vyras. » Disse il demone alzandosi.
«
Vedi di non perderti, e non cadere nel precipizio. Non ho intenzione
di venire ne a cercarti ne a recuperare il tuo cadavere. » Rispose
solo il moro.
«
Non ti preoccupare, so badare a me stesso. Ed è impossibile non
vedere il castello. » Finì prima di svoltare l'angolo, lasciando
così da soli i due servitori.
Gironzolò
per un po' nei pressi delle mura, il bosco non era niente di
particolare; un'accozzaglia di alberi e cespugli. Percepiva alcuni
esseri nascosti tra le chiome degli imponenti alberi, ma non se ne
preoccupava; aveva portato con sé la doppia spada, quindi non
avrebbe avuto alcun problema a difendersi.
La
sua attenzione fu poi attirata verso uno strano bagliore poco
distante da lui, che scomparve non appena spostò la mano dal tronco
al quale si era appoggiato; si avvicinò di nuovo all'albero, e il
bagliore si ripeté, mostrando qualcosa che all'apparenza non c'era.
Kreuz spalancò di scatto gli occhi, non appena mise a fuoco quello a
cui stava assistendo.
«
No! »
L'angolo
di Sèlìs:
Salve
a tutte. Lo so che volete linciarmi per lo scabroso ritardo, ed in
effetti ne avete tutto il diritto; ma mi giustifico con il fatto che
ultimamente non è stato per nulla un bel periodo per me. Ho avuto
diversi problemi personali che mi hanno demoralizzata, e non me la
sono sentita di scrivere. Non ero proprio ispirata! E avevo paura di
combinare un casino.
Mi
sono però tirata fuori dal tunnel della depressione nel quale ero
caduta, mi sono rialzata e, dopo essermi tirata 2 schiaffi di
incoraggiamento, ho continuato a scrivere.
Ho
scritto talmente tanto che questo capitolo non finiva più! XD
Sette
pagine di word... il record per questa Fiction. Quei due parlano
davvero troppo per me.
Voglio
ringraziare la Nelith, che mi ha ascoltata delirare per tutta la
durata di questo periodo di depressione. Povera, ti avrò stressato a
non finire con tutti i miei problemi relazionali! ( Mai più baciare
qualcuno con leggerezza. Troppi casini. )
Spero
che anche questo capitolo vi sia piaciuto e finisco con il dire che
ringrazio davvero tutti quelli che leggono e commentano questa FF!
State
aumentando! ç___ç Ma come fate a leggere questa roba?? Lo sapete
solo voi...
Byeee
<3
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