Warnings: Pre-Movie;
kid!fic;
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Count: 1402
(FDP)
Disclaimer: non
sono miei, non ci guadagno, non me li porto a letto, niente di niente.
N/A: Scritta
per la Staffetta
In Piscina @ piscinadiprompt,
prompt “Giardino
d'inverno”,
per 500themes_ita,
prompt #7.
Ghiaccio nero,
e per la raccolta di 7_lies,
prompt I
understand #ilricicloècosabuonaegiusta
─
Teoricamente ambientata durante un periodo imprecisato della loro
adolescenza. Non so quanti anni di differenza ci siano tra i due,
comunque nella mia testa Loki ha 13/14 anni e Thor 16/17.
─
Se ci vedete degli accenni incest, sappiate che non è
assolutamente voluto.
#5. I understand
Il
giardino del palazzo reale è sempre bello, in qualsiasi
stagione lo si ammiri, ma d'inverno assume una magnificenza del tutto
particolare, almeno agli occhi di Loki. Non ci si trova mai tanto a suo
agio come quando ogni sua superficie è ammantata di bianco e
lo scintillio del ghiaccio sembra ammiccargli da dietro le coltri di
neve. Anche il silenzio immoto, per quanto innaturale, gli è
molto gradito.
Non
saprebbe spiegarne il motivo, e le critiche oggettive di sua madre
sulla mancanza piuttosto evidente di fiori, di colori e di profumi ─
che per definizione dovrebbero essere le caratteristiche più
belle di un giardino ─ non riescono a smuovere minimamente le sue
preferenze.
Se
non altro perché esse comportano il privilegio di avere
completamente per sé quel posto, che è un
qualcosa a cui non rinuncerebbe per nulla al mondo.
In
quel momento, però, non è il giardino che Loki
sta contemplando. Seduto su uno dei bassi muretti che circondano le
aiuole ghiacciate, il ragazzo osserva pensieroso il cielo plumbeo che
scivola sempre di più nel blu cupo della sera. La fronte
aggrottata e gli occhi socchiusi gli danno un'aria seria, smorzata
però dagli sbuffi d'inchiostro sulle guance e sul naso.
Ai
suoi piedi, scarabocchiati frettolosamente nella neve, ci sono alcuni
simboli confusi, che ad un'occhiata molto attenta si rivelano essere
rune.
Loki
è talmente concentrato a tentare di ricordare il resto della
formula che ha davanti che i passi di Thor, sebbene piuttosto pesanti,
gli sfuggono completamente.
«Che
cos'è?», domanda il ragazzo biondo, accucciato
dietro al fratello.
Loki
sobbalza, ma cerca di dissimulare la sorpresa assumendo un'aria seccata.
«È
un incantesimo, Thor».
«Oh,
credevo fosse un disegno», mormora l'altro, fissando i segni
con la testa piegata da un lato.
Loki
sbuffa.
«Eppure
dovrebbero averti insegnato a leggere», mormora. Thor, per
tutta risposta, gli tira un pugno sulla spalla.
«Come
funziona?», domanda poi, curioso. La magia richiede troppo
studio perché possa risultargli interessante, ma ha visto
diversi incantesimi spettacolari, e quelli non gli dispiacciono affatto.
Loki
sospira drammaticamente, ma la domanda lo lusinga abbastanza, quindi
inizia comunque a spiegargli di come i simboli riescano a canalizzare
le energie vitali della persona e ad indirizzarle verso lo scopo
prefisso, gli racconta dell'usanza di incidere incantesimi di
protezione sugli scudi e di forza e resistenza sulle armi, della
complessità delle formule che servono per attivare le rune
(sottolineando che a lui, invece, non creano affatto problemi, ed
evitando nel frattempo di guardare l'incantesimo incompleto ai suoi
piedi).
Thor
si sforza di seguire il discorso, ma abbandona ben presto il proposito.
«Capisco»,
si limita a mormorare a fine esposizione.
Le
sopracciglia di Loki si alzano sarcasticamente verso l'alto.
«Davvero?»,
domanda con un sorriso.
Essere
presi in giro dal proprio fratellino non è una bella
sensazione, e Thor avvampa, un po' di collera e un po' di vergogna.
«Certo»,
mente allora, con un tono che vorrebbe essere impassibile.
«Allora
rispiegamelo», domanda Loki. «Con parole
tue», aggiunge poi, malignamente.
«Sembri
uno dei nostri insegnanti», ribatte Thor, sprezzante, mentre
tenta di ricordare qualcosa di quello che gli è stato detto.
Ad un certo punto c'entravano delle armi, di questo è certo,
ma a meno di non puntarle contro Loki non vede come la cosa potrebbe
tornargli utile.
«Sto
aspettando», lo richiama il fratello.
Thor
si rimette in piedi e scuote la testa con disgusto, cercando di
nascondere il disagio per essere stato smascherato e la frustrazione
per essersi lasciato coinvolgere in quella specie di confronto a cui
non teneva affatto a partecipare.
Per
qualche strano motivo che non gli riesce di comprendere, da qualche
tempo a questa parte tutte le conversazioni tra loro due finiscono in
modi assolutamente imprevisti, di solito proprio con quelle
simil-litigate. Interrogata in proposito, sua madre si era limitata a
scuotere la testa, mormorando qualcosa a proposito dell'adolescenza,
che Thor ormai ritiene essere una qualche bizzarra malattia che Loki
contrae a periodi piuttosto ravvicinati.
«Oh,
cosa vuoi che importi. La magia non serve a niente», sbotta
infine, a corto di argomenti.
Loki
sorride, vittorioso.
«Vallo
a dire a nostro padre», lo invita.
Thor
si stringe nelle spalle.
«A
proposito di nostro padre», riprende poi, ricordandosi il
motivo per cui è andato alla ricerca di suo fratello.
«Se lui o qualcun altro ti chiede cosa ho fatto stasera, di'
loro che ero con te in biblioteca».
Le
sopracciglia di Loki scattano di nuovo verso l'alto.
«A
parte il fatto che io non
sono in biblioteca e che nessuno crederebbe che tu ci sia
andato di tua spontanea volontà, perché mai
dovrei farlo?», domanda il ragazzo.
«Perché
sei mio fratello», ribatte prontamente Thor, e su questo Loki
ha ben poco da obiettare, quindi torna a fissare con rimprovero le rune
disegnate nella neve.
«Cos'hai
da fare di così segreto, comunque?», chiede
ancora, più esasperato che veramente curioso, mentre con il
dito ricrea alcune linee ormai sbiadite dalla neve che va sciogliendosi.
Thor
sorride maliziosamente.
«Ho
un appuntamento con una ragazza», risponde, gonfiando il
petto.
Loki
si volta di nuovo a guardarlo.
«Intendi
con Sif?»
«No,
non con Sif. Dubito che tu la conosca. È una bella
ragazza»
Per
un attimo Loki considera di minacciare suo fratello di andare a dire a
Sif che lui non la considera una bella ragazza, ma decide di lasciar
perdere, almeno per il momento.
«E
credi che questa povera disgraziata ti sopporterà per tutta
la sera?»
«Sono
piuttosto sicuro che mi sopporterà per tutta la
notte», replica Thor, strizzandogli un occhio con fare
cameratesco.
«Oh»,
mormora Loki dopo qualche istante, cercando di controllare lo
sgradevole calore che sente allargarsi sulle guance.
«Capisco».
Questa
volta è Thor a sorridere in modo maligno.
«Davvero?»,
domanda, imitando il suo tono incredulo di poco prima.
Il
rossore si diffonde ancora più velocemente sulle guance di
Loki, e persino la neve sembra intiepidirsi intorno a lui.
«Certo!»,
risponde con troppa veemenza, e il fratello maggiore scoppia in una
risata allegra.
«Ti
chiederei di spiegarmelo, ma non credo siano argomenti adatti ad un
bambino», lo prende in giro, con giusto un tocco di innocente
cattiveria. Non è proprio vendetta, quanto piuttosto... una
giusta rivincita, ecco.
Loki
gli lancia un sasso, che Thor schiva abbastanza facilmente. La sua
fortuna sta più che altro nel fatto che suo fratello non
riesca proprio a ricordare il resto dell'incantesimo che stava
scrivendo. Quello sarebbe stato molto più difficile da
schivare.
«Sparisci»,
sibila Loki, ancora rosso in viso. Non capisce bene da dove gli viene
tutto quell'imbarazzo, anche se ritiene che l'occhiolino di Thor abbia
molto a che vedere con esso. Non è abituato a questo tipo di
confidenze da parte di suo fratello, e non ha alcuna intenzione di
abituarcisi in futuro.
«Oh,
dai, scherzavo!», esclama Thor, alzando le mani in segno di
resa.
«Scordati
che io ti copra con chicchessia», sbotta Loki, indispettito.
La
risata di Thor riecheggia di nuovo nelle sue orecchie, ma adesso non ha
più niente di derisorio. È più quel
tipo di risata bonaria che, di solito, riesce a far sorridere di
riflesso anche lui. Non questa volta, però.
«Tanto
so che lo farai comunque», dice Thor, chinandosi per dargli
un altro colpetto sulla spalla.
«Assolutamente
no», nega Loki, deciso, pur sapendo, in fondo, che anche
questa volta è l'altro ad aver ragione. Ci sono cose che, da
fratello, è moralmente inaccettabile rifiutarsi di fare.
La
mano di Thor si sposta sul suo capo e le sue dita iniziano a
giocherellare con i ciuffi neri dei suoi capelli.
L'istinto
di voltarsi e staccargli via la mano a morsi è abbastanza
forte, ma Loki riesce a trattenersi.
«Ci
vediamo domattina, allora», dice Thor, dopo un po' qualche
minuto di silenzio. «Ricordati che se qualcuno ti chiede dove
sono...»
«Mi
inventerò qualcosa di più credibile della
biblioteca», finisce Loki, ignorando il sorriso allegro che
ora aleggia sulle labbra di suo fratello.
«Bene.
Ma tu dovresti andarci davvero. O comunque rientrare. Inizia a fare
davvero freddo, qui fuori», mormora Thor, rialzandosi in
piedi e gettando un'occhiata tutto intorno. La luce del giorno
è ormai sparita quasi del tutto, e il giardino inizia
lentamente a scomparire tra le ombre.
Loki
non risponde subito, e siccome non sembra intenzionato a rispondere
nemmeno successivamente, Thor si stringe nelle spalle ed inizia ad
allontanarsi, senza aggiungere altro.
Per
un po' lo accompagna la sensazione sgradevole e assurda di aver fatto
un torto a Loki, ma pian piano quella strana idea scompare, e Thor
smette di pensare a suo fratello per concentrarsi sul suo primo,
imminente appuntamento galante.
Loki
rimane nel giardino di ghiaccio nero per tutta la sera e per buona
parte della notte.
Quando
infine si decide a rientrare, si lascia alle spalle, inciso con
più decisione sulla neve resa di nuovo solida dal freddo
pungente, un incantesimo finalmente completo.
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