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Autore: Shari Deschain    06/10/2012    2 recensioni
Sette bugie tra le più comuni in sette differenti momenti della vita di Thor e Loki.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Thor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Warnings: Pre-Movie; kid!fic;
Word Count: 1402 (FDP)
Disclaimer: non sono miei, non ci guadagno, non me li porto a letto, niente di niente.
N/A: Scritta per la Staffetta In Piscina @ piscinadiprompt, prompt “Giardino d'inverno”, per 500themes_ita, prompt #7. Ghiaccio nero, e per la raccolta di 7_lies, prompt I understand #ilricicloècosabuonaegiusta
─ Teoricamente ambientata durante un periodo imprecisato della loro adolescenza. Non so quanti anni di differenza ci siano tra i due, comunque nella mia testa Loki ha 13/14 anni e Thor 16/17.
─ Se ci vedete degli accenni incest, sappiate che non è assolutamente voluto.






#5. I understand





Il giardino del palazzo reale è sempre bello, in qualsiasi stagione lo si ammiri, ma d'inverno assume una magnificenza del tutto particolare, almeno agli occhi di Loki. Non ci si trova mai tanto a suo agio come quando ogni sua superficie è ammantata di bianco e lo scintillio del ghiaccio sembra ammiccargli da dietro le coltri di neve. Anche il silenzio immoto, per quanto innaturale, gli è molto gradito.
Non saprebbe spiegarne il motivo, e le critiche oggettive di sua madre sulla mancanza piuttosto evidente di fiori, di colori e di profumi ─ che per definizione dovrebbero essere le caratteristiche più belle di un giardino ─ non riescono a smuovere minimamente le sue preferenze.
Se non altro perché esse comportano il privilegio di avere completamente per sé quel posto, che è un qualcosa a cui non rinuncerebbe per nulla al mondo.
In quel momento, però, non è il giardino che Loki sta contemplando. Seduto su uno dei bassi muretti che circondano le aiuole ghiacciate, il ragazzo osserva pensieroso il cielo plumbeo che scivola sempre di più nel blu cupo della sera. La fronte aggrottata e gli occhi socchiusi gli danno un'aria seria, smorzata però dagli sbuffi d'inchiostro sulle guance e sul naso.
Ai suoi piedi, scarabocchiati frettolosamente nella neve, ci sono alcuni simboli confusi, che ad un'occhiata molto attenta si rivelano essere rune.
Loki è talmente concentrato a tentare di ricordare il resto della formula che ha davanti che i passi di Thor, sebbene piuttosto pesanti, gli sfuggono completamente.
«Che cos'è?», domanda il ragazzo biondo, accucciato dietro al fratello.
Loki sobbalza, ma cerca di dissimulare la sorpresa assumendo un'aria seccata.
«È un incantesimo, Thor».
«Oh, credevo fosse un disegno», mormora l'altro, fissando i segni con la testa piegata da un lato.
Loki sbuffa.
«Eppure dovrebbero averti insegnato a leggere», mormora. Thor, per tutta risposta, gli tira un pugno sulla spalla.
«Come funziona?», domanda poi, curioso. La magia richiede troppo studio perché possa risultargli interessante, ma ha visto diversi incantesimi spettacolari, e quelli non gli dispiacciono affatto.
Loki sospira drammaticamente, ma la domanda lo lusinga abbastanza, quindi inizia comunque a spiegargli di come i simboli riescano a canalizzare le energie vitali della persona e ad indirizzarle verso lo scopo prefisso, gli racconta dell'usanza di incidere incantesimi di protezione sugli scudi e di forza e resistenza sulle armi, della complessità delle formule che servono per attivare le rune (sottolineando che a lui, invece, non creano affatto problemi, ed evitando nel frattempo di guardare l'incantesimo incompleto ai suoi piedi).
Thor si sforza di seguire il discorso, ma abbandona ben presto il proposito.
«Capisco», si limita a mormorare a fine esposizione.
Le sopracciglia di Loki si alzano sarcasticamente verso l'alto.
«Davvero?», domanda con un sorriso.
Essere presi in giro dal proprio fratellino non è una bella sensazione, e Thor avvampa, un po' di collera e un po' di vergogna.
«Certo», mente allora, con un tono che vorrebbe essere impassibile.
«Allora rispiegamelo», domanda Loki. «Con parole tue», aggiunge poi, malignamente.
«Sembri uno dei nostri insegnanti», ribatte Thor, sprezzante, mentre tenta di ricordare qualcosa di quello che gli è stato detto. Ad un certo punto c'entravano delle armi, di questo è certo, ma a meno di non puntarle contro Loki non vede come la cosa potrebbe tornargli utile.
«Sto aspettando», lo richiama il fratello.
Thor si rimette in piedi e scuote la testa con disgusto, cercando di nascondere il disagio per essere stato smascherato e la frustrazione per essersi lasciato coinvolgere in quella specie di confronto a cui non teneva affatto a partecipare.
Per qualche strano motivo che non gli riesce di comprendere, da qualche tempo a questa parte tutte le conversazioni tra loro due finiscono in modi assolutamente imprevisti, di solito proprio con quelle simil-litigate. Interrogata in proposito, sua madre si era limitata a scuotere la testa, mormorando qualcosa a proposito dell'adolescenza, che Thor ormai ritiene essere una qualche bizzarra malattia che Loki contrae a periodi piuttosto ravvicinati.
«Oh, cosa vuoi che importi. La magia non serve a niente», sbotta infine, a corto di argomenti.
Loki sorride, vittorioso.
«Vallo a dire a nostro padre», lo invita.
Thor si stringe nelle spalle.
«A proposito di nostro padre», riprende poi, ricordandosi il motivo per cui è andato alla ricerca di suo fratello. «Se lui o qualcun altro ti chiede cosa ho fatto stasera, di' loro che ero con te in biblioteca».
Le sopracciglia di Loki scattano di nuovo verso l'alto.
«A parte il fatto che io non sono in biblioteca e che nessuno crederebbe che tu ci sia andato di tua spontanea volontà, perché mai dovrei farlo?», domanda il ragazzo.
«Perché sei mio fratello», ribatte prontamente Thor, e su questo Loki ha ben poco da obiettare, quindi torna a fissare con rimprovero le rune disegnate nella neve.
«Cos'hai da fare di così segreto, comunque?», chiede ancora, più esasperato che veramente curioso, mentre con il dito ricrea alcune linee ormai sbiadite dalla neve che va sciogliendosi.
Thor sorride maliziosamente.
«Ho un appuntamento con una ragazza», risponde, gonfiando il petto.
Loki si volta di nuovo a guardarlo.
«Intendi con Sif?»
«No, non con Sif. Dubito che tu la conosca. È una bella ragazza»
Per un attimo Loki considera di minacciare suo fratello di andare a dire a Sif che lui non la considera una bella ragazza, ma decide di lasciar perdere, almeno per il momento.
«E credi che questa povera disgraziata ti sopporterà per tutta la sera?»
«Sono piuttosto sicuro che mi sopporterà per tutta la notte», replica Thor, strizzandogli un occhio con fare cameratesco.
«Oh», mormora Loki dopo qualche istante, cercando di controllare lo sgradevole calore che sente allargarsi sulle guance. «Capisco».
Questa volta è Thor a sorridere in modo maligno.
«Davvero?», domanda, imitando il suo tono incredulo di poco prima.
Il rossore si diffonde ancora più velocemente sulle guance di Loki, e persino la neve sembra intiepidirsi intorno a lui.
«Certo!», risponde con troppa veemenza, e il fratello maggiore scoppia in una risata allegra.
«Ti chiederei di spiegarmelo, ma non credo siano argomenti adatti ad un bambino», lo prende in giro, con giusto un tocco di innocente cattiveria. Non è proprio vendetta, quanto piuttosto... una giusta rivincita, ecco.
Loki gli lancia un sasso, che Thor schiva abbastanza facilmente. La sua fortuna sta più che altro nel fatto che suo fratello non riesca proprio a ricordare il resto dell'incantesimo che stava scrivendo. Quello sarebbe stato molto più difficile da schivare.
«Sparisci», sibila Loki, ancora rosso in viso. Non capisce bene da dove gli viene tutto quell'imbarazzo, anche se ritiene che l'occhiolino di Thor abbia molto a che vedere con esso. Non è abituato a questo tipo di confidenze da parte di suo fratello, e non ha alcuna intenzione di abituarcisi in futuro.
«Oh, dai, scherzavo!», esclama Thor, alzando le mani in segno di resa.
«Scordati che io ti copra con chicchessia», sbotta Loki, indispettito.
La risata di Thor riecheggia di nuovo nelle sue orecchie, ma adesso non ha più niente di derisorio. È più quel tipo di risata bonaria che, di solito, riesce a far sorridere di riflesso anche lui. Non questa volta, però.
«Tanto so che lo farai comunque», dice Thor, chinandosi per dargli un altro colpetto sulla spalla.
«Assolutamente no», nega Loki, deciso, pur sapendo, in fondo, che anche questa volta è l'altro ad aver ragione. Ci sono cose che, da fratello, è moralmente inaccettabile rifiutarsi di fare.
La mano di Thor si sposta sul suo capo e le sue dita iniziano a giocherellare con i ciuffi neri dei suoi capelli.
L'istinto di voltarsi e staccargli via la mano a morsi è abbastanza forte, ma Loki riesce a trattenersi.
«Ci vediamo domattina, allora», dice Thor, dopo un po' qualche minuto di silenzio. «Ricordati che se qualcuno ti chiede dove sono...»
«Mi inventerò qualcosa di più credibile della biblioteca», finisce Loki, ignorando il sorriso allegro che ora aleggia sulle labbra di suo fratello.
«Bene. Ma tu dovresti andarci davvero. O comunque rientrare. Inizia a fare davvero freddo, qui fuori», mormora Thor, rialzandosi in piedi e gettando un'occhiata tutto intorno. La luce del giorno è ormai sparita quasi del tutto, e il giardino inizia lentamente a scomparire tra le ombre.
Loki non risponde subito, e siccome non sembra intenzionato a rispondere nemmeno successivamente, Thor si stringe nelle spalle ed inizia ad allontanarsi, senza aggiungere altro.
Per un po' lo accompagna la sensazione sgradevole e assurda di aver fatto un torto a Loki, ma pian piano quella strana idea scompare, e Thor smette di pensare a suo fratello per concentrarsi sul suo primo, imminente appuntamento galante.
Loki rimane nel giardino di ghiaccio nero per tutta la sera e per buona parte della notte.
Quando infine si decide a rientrare, si lascia alle spalle, inciso con più decisione sulla neve resa di nuovo solida dal freddo pungente, un incantesimo finalmente completo.



   
 
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