Hurricane
The Dark Knight.
Aprì
gli occhi, un soffitto bianco, odore di disinfettante. Era un ospedale.
Pensò di essersi addormentato mentre sua madre riposava. Poi
ricordò che sua madre era morta e suo padre,
probabilmente, era al lavoro. Si aspettò di vedere Scott
seduto sulla sedia affianco al suo letto. La signora McCall gli sorrise
«Due volte in due mesi, questa volta dovrò
avvisare tuo padre. » Sospirò. Stiles non
ricordava di essere più stato lì dalla morte di
sua madre, circa. L'ospedale lo faceva stare male. «Ma io non
entro più qui dentro da almeno cinque anni. » La
signora McCall gli parve invecchiata, rispetto al suo ultimo ricordo.
Lei gli sorrise e parlò a qualcuno che non poteva vedere
«Stai tranquillo, dopo uno shock simile è normale
che non ricordi. Dovrebbe stare meglio presto. » Sorrise
rassicurante e uscì «Io torno tra poco, vado a
chiamare tuo padre anche se sarà pieno di lavoro per via
dell'incendio. » La prima cosa a cui pensò fu alla
casa degli Hale che prendeva fuoco. Probabilmente era inciampato
cercando di andare a curiosare. Voltò lentamente la testa,
il collo era praticamente insensibile. Un cerotto copriva la spalla e
lui si domandò cosa gli fosse successo. Fu altro a
scioccarlo maggiormente «Tu sei Derek Hale, vero? »
Il ragazzo annuì senza dire una parola «Pensavo
fossi più giovane. Lo so che non è una cosa
gentile da dire a chi ha appena perso la famiglia, ma... Ma tu cosa ci
fai qui? » L'altro scosse la testa «Ti ci ho
portato io. Ti ho trovato svenuto. » L'altro sorrise, a
disagio «Grazie mille! Non volevo fare nulla di male, lo
giuro! Lo so, sono troppo curioso, davvero inopportuno e parlo troppo,
ma non lo faccio di proposito. Sai è come quando pensi una
cosa e non ti accorgi che la stai dicendo ad alta voce e ad un certo
punto ti sfugge il controllo sulla lingua che parte e... »
L'altro parve spazientirsi, ma non disse nulla. Se parlava
così tanto voleva dire che stava meglio e si
sentì sorprendentemente sollevato. Si chiese quando avrebbe
ricordato, ma scosse la testa «Ora devo andare. »
Disse alzandosi, mentre la madre di Scott entrava nella stanza
«Tuo padre sta arrivando. A quanto pare l'incendio
è stato un incidente, quel posto è abbandonato da
molto tempo e probabilmente era solo questione di tempo. »
Poi posò lo sguardo su Derek «Possiamo parlare?
Devo sapere ancora un paio di cose... » Il lupo sapeva che
non era vero, aveva già detto tutto, ma la donna lo guardava
così male che la seguì.
«Non
ha detto... » Lei scosse la testa ed entrò in una
stanza vuota «Non ho detto allo sceriffo che suo figlio
è stato portato qui con degli squarci sulla spalla da un ex
sospettato. Come non gli dirò che le ferite sono artigli di
lupo... Di lupo mannaro, soprattutto. Tu spiegami perché lui
era lì! Dimmi che non è uno di voi e che non sei
stato tu a metterlo in mezzo perché ti giuro che una madre
arrabbiata è molto peggio di un lupo mannaro... No, non
replicare nemmeno! Stiles è il migliore amico di Scott da
sempre! E' come se fosse mio figlio, quindi dimmi la verità,
ora. » Derek non era intimidito, ma decise di rispondere
«E' andato ad ucciderli. Non aveva la mia
complicità, io non sapevo nulla, Scott non sapeva nulla. Si
è fatto aiutare dalla figlia degli Argent. Volevano
proteggere gli innocenti, impedire che qualcuno si facesse male,
rischiando la vita. Stiles ha il complesso dell'eroe, se n'è
accorta? » La donna rimase in silenzio e il suo sguardo lo
incitò a proseguire «L'ho controllato, non
riuscivo a capire cosa volesse fare, probabilmente avrei dovuto fare
più attenzione e non arrivare la sera tardi sotto casa. Li
ho seguiti e ho visto il casolare. Non sapevo cosa volessero fare.
Quando hanno cominciato ho pensato che avrebbe funzionato e non mi sono
accorto che qualcuno aveva aperto la porta e lo stava attaccando. Stavo
per intervenire quando Stiles ha completato il cerchio e Allison ha
bruciato la casa. Le ho detto di scappare e ho portato qui Stiles. Lei
deve aver atteso che me ne andassi per tornare e nascondere le prove.
L'incendio è doloso, ma sono stati Stiles ed Allison a
provocarlo.»
La donna lo
guardò «Come sapevano che avrebbe funzionato?
» Chiese la donna «Perché ha
già funzionato in passato. » Rispose, atono.
Suo
padre era passato nel pomeriggio. La mamma di Scott l'aveva pregato di
non interferire con il ritorno della memoria, così erano
rimasti su terreni facili da percorrere. Poi suo padre era dovuto
tornare in centrale. L'ora delle visite era finita. Scott era passato
assieme ad Allison, non si tenevano per mano e a Stiles parve
sbagliato, ma lasciò perdere. In fondo, non ricordava nulla
di quella ragazza dagli occhi castani. Lydia non si fece vedere, ma a
lui non parve strano. Non aveva rapporti con lei, da quello che
ricordava, eppure pensava che sarebbe passata.
Dopo
l'orario di visita l'ospedale era silenzioso e triste. Stiles aveva
appena preso sonno, quando qualcuno lo scosse leggermente. Lui si
svegliò balbettando «Che c'è? Sono
malato io! » Si ritrovò a guardare gli occhi
verdi di Derek che lo scrutavano, dubbiosi «L'orario di
visite è finito. » L'altro non disse nulla e si
sedette «Non parli molto, vero? Ci conosciamo, vero? Noi due,
è una cosa che non ricordo, giusto? Siamo amici? »
Chiese ingenuamente. L'altro scosse la testa «Siamo nemici?
» L'altro negò di nuovo «Allora cosa
siamo? » Chiese l'altro, confuso. Lo sguardo di Derek era
penetrante e Stiles era sicuro che potesse essere molto intimidatorio.
Gli ricordavano un momento, in una jeep, proprio davanti a
quell'ospedale. L'altro interruppe il ricordo «Non abbiamo
una definizione... » L'altro lo guardò stranito
«Stiamo assieme? » Gli occhi del lupo lampeggiarono
e il suo volto si avvicinò pericolosamente al suo. Gli occhi
di Stiles caddero sulle labbra serrate «Cosa ti passa per la testa? » Sbottò l'altro. Anche quello gli
ricordava qualcosa. Entrare in camera e trovare Derek ad aspettarlo.
Derek che si toglieva la maglietta «Oh mio Dio. Tu ti sei
tolto la maglietta in camera mia! » Gracchiò.
L'altro dava l'impressione di voler morire o di vederlo morto
«Cominciamo bene... » Borbottò.
«Allora? Perché ti stavi spogliando in camera mia?
» L'altro ringhiò, basso, e gli occhi mutarono
leggermente. Una tinta rossastra li attraversò per un
secondo. Stiles balzò sul letto. Qualcuno aprì la
porta.
La
signora McCall osservava la scena «Derek, fuori di qui.
Adesso. Stiles, calmati e non urlare. Niente shock, niente attacco di
panico... » Ormai, però, era troppo tardi. La
sensazione di oppressione aumentava e Stiles respirava a fatica
«Derek, vattene immediatamente da qui! »
Ordinò la donna, ma il ragazzo non si mosse. L'altra si
avvicinò a Stiles e frugò tra le tasche,
porgendogli un inalatore che l'altro afferrò. Si
calmò quasi subito «Ha funzionato! Io non ho
l'asma.... » Disse sorpreso. La donna gli sorrise e
annuì «Funziona sempre con te. Ne ho recuperato
uno, pensavo che sarebbe successo. » L'altro annuì
«E' stato come, come... Se non riuscissi a respirare, a
prendere fiato, come quando stai annegando. » Ed eccolo
lì un altro lampo di memoria che gli fece vorticare la
testa. Alzò lo sguardo su Derek «Tu mi hai salvato
la vita. » Disse solo. L'altro scrollò le spalle
«E tu l'hai salvata a me. » Dopo di che si
alzò e se ne andò.
La
madre di Scott lo seguì «Non farlo. Non farlo mai
più. » Lo avvertì, per poi sparire a
finire il suo turno. Derek controllò che se ne fosse andata
e poi tornò indietro. Stiles aveva ripreso sonno, doveva
essere esausto per averlo fatto in così poco tempo. Si
sedette e attese. Attese così tanto che si
addormentò con la testa sul materasso del letto.
Erano le
cinque di mattina e un osservatore attento avrebbe visto gli occhi di
Stiles muoversi, sotto le palpebre.
Gli
avevano tolto l'ingessatura da meno di quarantotto ore e stava
già per rimettersi nei guai. Il cellulare squillò
un paio di volte prima che una voce conosciuta rispondesse perplessa
«Stiles? » Lui prese un gran sospiro «Sei
l'unica persona che mi può aiutare. Vuoi farlo? »
La persona all'altro capo ci mise un minuto a rispondere «Sai
che sono pronta a farlo. » Lui annuì, anche se lei
non poteva vederlo «Cosa avevi in mente? » Lui si
sedette sulla sedia girevole e, dondolandosi, rispose «Vieni
da me, ti aspetto tra dieci minuti. Mio padre... Mio padre è
al lavoro. Porta tutte le armi che sai usare. Dobbiamo essere attenti.
» Lei non rispose nemmeno, attaccò e lui seppe
che sarebbe arrivata.
«Ricapitoliamo:
vuoi fare una miscela di aconito da usare per pulire le lame e
immergere le punte delle frecce. I proiettili sono l'ultima
alternativa. » L'altro annuì «Io mi
occupo del cerchio esterno. Tu dovrai seguirmi. Dovremmo lavorare
assieme, nello stesso momento. Dobbiamo stare attenti. In caso di
pericolo esci dal cerchio e prendi l'arco. Se il cerchio si spezza
estrai la pistola e... Bang! » Stiles imitò lo
sparo e Allison lo guardò, esasperata «Sei sicuro
di poterlo fare? » Gli chiese e lui rispose «L'ho
già fatto... » Spostò lo sguardo
altrove «La notte... » Lei lo interruppe
«Lo so. » Lui annuì «Bene,
cominciamo? » Lei annuì «Ricordati del
codice... » Lo avvisò lei, spaventata
«Mi hanno mandato all'ospedale, per come la vedo io hanno
tentato di uccidermi... Poteva capitarmi un emorragia interna. Era
tutto così freddo e... e umido, fastidioso. Era come un
serpente che tentava di agguantarmi. Poi qualcosa è
cambiato, ho sentito qualcosa di incredibilmente caldo che tentava
di... E' assurdo, lo so, ma era come se qualcosa mi stesse riscaldando.
» La ragazza tacque «Credo sia stato Derek.
» Concluse e l'altra annuì «Cominciamo.
»
«Allison...
» Stavano lavorando da ore e ormai era buio. Avrebbero agito
all'alba. La ragazza non si distrasse, ma rispose
«Sì, Stiles? » Il ragazzo
pensò al modo migliore di porre quella domanda, ma,
ovviamente, riuscì ad essere totalmente privo di tatto
«Credi che tornerai mai con Scott? Insomma, tu lo ami, no?
Non sto cercando di convincerti, ma di capire. Lo sai, no? »
Lei annuì «Non lo so, Stiles. E' che sono
così confusa, non sul mio ruolo, ma su come ritrovare me
stessa... Devo fare questo, prima. » Lui annuì e
sorrise, comprensivo «Forse devi solo andare avanti...
» Disse gesticolando come suo solito «Forse certe
cose accadono per un motivo. Probabilmente tu devi accettare questa
parte di te e della tua vita, devi affogarci dentro e poi riemergerne
migliorata, non necessariamente cambiata. Devi solo... Andare avanti.
» Lei lo guardò e sorrise molto più
tranquilla «Non è male come consiglio. »
Lui sbuffò «Ho solo imparato una lezione.
» Sorrise amaramente e lei gli diede una pacca sulla spalla,
per incoraggiarlo «Vedila così, potrebbe essere
più facile provarci con Derek. » Rise
«Tu sei una pessima amica, lo sai? Insomma, sei seria? Io...
» Disse indicandosi «e quel... Io e Derek Hale?
Quale persona malata di mente... No, non voglio sapere cosa immagina la
tua testa... Oh mio Dio, che immagini che mi stai facendo venire in
mente... Ricordati, se dovrò andare da uno psicologo
sarà tutta colpa tua! » Lei lo guardò,
divertita «Tu vai a spasso con i lupi e l'immagine di te
e Derek che fate sesso ti fa sentire il bisogno di andare da
uno psicologo? » Lui si finse concentrato su quello che stava
facendo, cioè cercare una tanica «Come pensavo.
» Concluse la giovane Argent. Lui si voltò di
scatto «Pensavi? Cosa pensavi? Quali strane idee ti ronzano
per la testa? Bé, ti sbagli. Le immagini di me e Derek che
facciamo sesso che stanno occupando la mia mente non mi faranno andare
ai matti perché mi piacerebbe metterle in pratica.
» Sgranò gli occhi «No! Tutt'altro. Sono
raccapricciato! Capito? Insomma, a questo punto meglio uno come Danny,
anche se no, direi di no. Insomma... Allison! » Lei rise del
panico nella voce del ragazzo «Quindi Lydia... Insomma ti
piacciono sia i ragazzi che le ragazze. » Lui rimase
interdetto «Credo di non fare particolari distinzioni...
Cioè, vedo le differenze, ma... Ecco, quando mi piace
qualcuno mi piace e basta, no? » Lei sorrise, dolcemente
«Naturalmente. Prometto di non tentare di uccidere Derek, di
nuovo. » Lui non rispose nemmeno. Sbuffò e lei
rise leggermente «Direi che ora possiamo solo aspettare
l'alba... » Disse e lei annuì.
Era
passata un'ora e mezza. Stiles stava camminando avanti e indietro,
nella sua stanza, Allison era seduta sulla sedia. Fu lei a spezzare il
silenzio «Come sta? » Lui la guardò
«Male, ma sta tentando di accettarlo. Ti aspetta e ti
rispetta. » Lei annuì. Stiles guardava fuori, gli
pareve di scorgere un ombra ma l'oscurità parve avergli
giocato uno sei suoi scherzi, perché un battito di ciglia
dopo non c'era nulla, lì fuori.
Non
era ancora sorta l'alba quando si misero in macchina «Sei
pronta? » Chiese, con il volto serio, ad Allison
«Lo stai davvero chiedendo tu a me? » Lui
sbuffò.
Si
nascosero dietro un albero e li videro rientrare. Stiles si trattenne
dal chiedere ad Allison dove potevano essere stati. Non dovevano farsi
scoprire. Il fatto che arrivassero dalla direzione opposta li aiutava
non poco. Dieci minuti dopo tutti e cinque gli Alpha erano in casa.
Allison e Stiles rimasero un'ora e mezza accovacciati in una groviglio
di piante particolarmente odorose. Poi si mossero.
Camminavano
lentamente, attenti a non pestare nulla, respirando il più
lentamente possibile. Arrivati davanti alla casa era evidente che gli
Alpha non si sentissero minacciati. Non c'erano guardie alle porte.
Allison si appiattì alla parete con la tanica in mano e lo
guardò. Lui estrasse la polvere e annuì.
Partirono in sincrono. Si erano allenati a quello, durante il resto del
tempo. Il liquido trasparente cadeva sull'erba senza rumore e
così la polvere. Posavano i piedi a terra nello stesso
istante.
Avevano
quasi finito, mancava davvero poco, quando Stiles sentì un
dolore lanciante alla spalla e sentì il sangue scivolare
giù per la spalla. Allison non urlò, ma la sua
pistola sparò diversi colpi e qualcuno mugolò,
agonizzante «Stiles, finisci il lavoro! »
Urlò e lui non se lo fece ripetere due volte, chiuse il
cerchio che avrebbe intrappolato gli altri «Tu hai finito?
» Chiese a fatica, ad Allison «Come da copione
» Stiles respirava pesantemente e la testa gli girava
vorticosamente. Fece appena in tempo a scorgere Allison che appiccava
fuoco al casolare e il corpo del lupo, morto, con diverse frecce
piantate addosso, che veniva tranciato in due da una spada lunga e
affilata. Il sangue scintillava sulla lama argentata e gocciolava a
terra, bagnando il terreno e l'erba smeraldina, mentre il sole sorgeva
e il fuoco ardeva. Qualcuno urlava di dolore, ma Stiles era sicuro che
Allison stesse bene. Riuscì a percepire a malapena qualcuno
che lo sollevava e una giacca di pelle sotto le dita.
Avrebbe
voluto dire qualcosa, ma non riusciva a parlare, mentre scivolava
nell'oblio.
Saltò
a sedere con un urlo strozzato «Derek! » L'Alpha
avvertì tutto e si svegliò di colpo
«Stiles? Va tutto bene? Un altro attacco di panico?
» L'altro scosse la testa «No. » Poi
Derek lo guardò negli occhi e vi lesse qualcosa che lo
spinse a dire, severo «Non avresti dovuto farlo. »
Stiles rispose solo «Sono morti? » L'altro
annuì e rispose «Siamo al sicuro. » Non
sorrideva, ma Stiles sapeva che non lo faceva spesso. In quel momento
un frangente della sua conversazione con Allison lo fece saltare sul
letto. Derek era decisamente vicino e il suo sguardo era liquido e
stanco. Lo aveva già visto in passato, tante volte. Ogni
volta in cui erano soli. Sembrava lottasse con se stesso, sembrava
sesse tentando di memorizzare qualcosa di particolarmente importante.
Lui lo stava guardando sollevato e lui pensava a lui senza maglietta?
Tutta colpa di Allison. Poi focalizzò l'attenzione sul Derek
in carne ed ossa «Mi trasformerò? »
L'altro scosse la testa «Se hai fortuna non ti rimarranno
nemmeno le cicatrici, ma per ora ci sono. Il taglio non era abbastanza
profondo da infettarti. » Disse con una punta di sollievo.
L'altro annuì, poi parve pensare alla sua reazione
«Tu eri preoccupato per me! » Non era una domanda e
Derek lo guardò esasperato. Proprio in quel momento tutto il
branco entrò nella stanza, seguiti dall'infermiera McCall
che tentava di tenerli a bada.
* * *
Sono stata
brava, no? Ci ho messo meno del solito. Ecco qui la fine, orrenda, di
questa mini-long orrenda. Vado a nascondermi. Non ci sono baci/altre
cose perché non sono uscite. Vedevo troppo bene questa
situazione in cui Stiles e Derek si accorgono che si salvano la vita
troppo spesso e si preoccupano l'uno per l'altro e tutto il resto.
Insomma, spero di non avervi deluso. Nel caso, ve l'avevo detto, ma non
temete, tornerò in me stessa molto presto. Sto scrivendo
qualcos'altro che è più impegnativo a livello di
trama e non è così veloce.
Alla prossima,
R&R!
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