Arya
Arya Stark non si era mai considerata
una lady.
Al contrario di Sansa, che amava le
strofe dei cantastorie e
passava le giornate a ricamare e sospirare dalla finestra della sua
stanza,
Arya aspettava solo il momento giusto per sgattaiolare via dalle
attenzioni di
septa Mordane e allenarsi a tirare con l’arco. I suoi
genitori avrebbero dovuto
arrendersi: lei non era capace di ricamare storie di prodi cavalieri
che
portano in salvo leggiadre fanciulle, rapendole da torri invalicabili
al costo
di combattere contro un gigantesco guerriero; ad Arya non interessava
la
felicità della fanciulla e il suo successivo innamoramento
per il cavaliere, lei
era curiosa di sapere in che modo il guardiano della torre si era
battuto
valorosamente, quali fossero state le sue mosse, se era riuscito a
ferire il
suo avversario. I ricami, però, mostravano solo gli occhi
innamorati della
principessa, mentre il cavaliere e il nemico si osservavano in sella ai
loro
destrieri, pronti a colpire. Cosa fosse accaduto dopo nessuno poteva
saperlo.
- È semplice, - le aveva
risposto una volta Sansa. – Il
cavaliere salva la principessa e vivono per sempre felici e contenti
nel loro
castello del Nord, mentre la loro avventura verrà ricordata
in una ballata.
- Sì, ma in
mezzo?
– aveva replicato Arya, disgustata dallo sguardo perso nel
vuoto della sorella
maggiore. – Cosa succede nel combattimento?
Sansa si era limitata a stringersi
nelle spalle ed era
tornata a chiacchierare con le sue amiche, incapace di comprendere il
dilemma
della sorella.
E ora Arya sarebbe diventata una lady
di Approdo del Re. Ma
a che scopo lasciare anche lei Grande Inverno? Eddard Stark, il lord
suo padre,
sarebbe stato nominato Primo Cavaliere, mentre Sansa era stata promessa
in
sposa al principe e futuro erede del regno, Joffrey Baratheon; Arya era
certa
che quel ragazzino, poco più grande di lei, non fosse
nemmeno capace di tenere
una spada in mano, ma era bello
–
abbastanza per convincere Sansa a supplicare sua madre di lasciarla
partire.
Arya non avrebbe voluto andare con loro, le dispiaceva lasciare la sua
casa e i
suoi fratelli; più di tutti, le dispiaceva lasciare Jon.
Nell’abbraccio che gli
diede prima di partire c’era tutto:
il suo affetto per il figlio di lord Eddard e di un’altra
donna più che per gli
altri fratelli, il ringraziamento per averle regalato una spada
– e avere
capito che lei non era e non sarebbe mai stata una lady indifesa
– e la triste
consapevolezza che, anche se lei non fosse andata ad Approdo del Re,
avrebbero
dovuto lasciarsi lo stesso. Jon sarebbe diventato un Guardiano della
Notte.
E lei? Sarebbe cresciuta come Sansa,
innamorata delle parole
dei cantastorie e dei bei ragazzi? Avrebbe rinnegato la bambina che era
stata
o, con Nymeria sempre al suo fianco, avrebbe dimostrato il proprio
valore?
- Sansa può anche tenersi
i suoi aghi… io ne ho uno tutto
mio.
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