Non
può piovere per sempre
Capitolo 53
Fidelius
« Questo è il tuo primo
giorno da persona quasi libera. Come ti senti? »
« Meglio, credo... Non
dovermi più preoccupare del Ministero e fare attenzione solo
ai
Mangiamorte è un bel passo avanti ».
Sirius convenne con lui.
Da quando casa Puddle era stata ridotta ad un cumulo di macerie,
Regulus si era definitivamente trasferito nella casa che Alphard gli
aveva lasciato in eredità. Fino a quel momento non si era
sentito
pronto a tornarvi, ma ora la necessità di trovare un rifugio
alternativo lo aveva convinto a superare le esitazioni. Tuttavia
andava a trovare sia Rachel che Sirius quasi tutti i giorni. Il
Ministero non lo cercava più, quindi adesso poteva usare la
Metropolvere senza paura di essere rintracciato.
« Hai la copia di oggi
della Gazzetta del Profeta? »
domandò Regulus, poco dopo
essere uscito dal camino dell'appartamento di Sirius.
Il ragazzo parve esitare,
ma l'altro rintracciò subito il giornale, appoggiato sopra
il
tavolino del soggiorno, e avanzò per prenderlo.
« Senti, non so se è
una buona idea... »
« Devo sapere che cosa
la comunità magica sa di tutta questa storia, no?
»
« Se proprio ci tieni...
»
L'articolo che lo
riguardava non era molto veritiero. Secondo il giornalista che lo
aveva scritto, Regulus si era fatto credere morto e, quando gli Auror
lo avevano arrestato, era riuscito a trovare il modo per farsi
rilasciare senza subire conseguenze.
« Ora tutti penseranno
che hai corrotto qualcuno per farti rilasciare »
commentò Sirius,
osservando attentamente la sua reazione.
Regulus alzò le spalle.
In realtà non gli importava molto.
« Ormai mi sono abituato
a infischiarmene di quello che pensa la maggior parte della gente
».
« Non è questo il
punto. Ti hanno fatto passare come un Malfoy qualunque, ed è
ingiusto. Hai dato un'occhiata all'articolo in prima pagina?
»
Regulus chiuse il
giornale e lesse i titoli principali. Riguardavano l'arresto di molti
infiltrati dei Mangiamorte al Ministero. Molti erano stati processati
e condannati, ma alcuni erano stati assolti per insufficienza di
prove. E non si stupì nel constatare che i rilasciati erano
tra i
più influenti.
« Lucius e un paio di
altri Mangiamorte non sono stati neanche nominati »
sibilò a denti
stretti.
« Infatti vorrei proprio
sapere perché il loro coinvolgimento è passato
sotto silenzio.
Voglio dire, lo sappiamo tutti e due il perché, ma questa
volta
speravo davvero che finissero ad Azkaban. Forse questa volta Crouch
non aveva tutti i torti a volerli condannare senza processo
».
Regulus non ebbe il tempo
di replicare che qualcuno suonò il campanello.
« Deve essere Rachel »
disse Sirius, incamminandosi fuori dal soggiorno. « Ieri
aveva detto
che sarebbe passata ».
Infatti, pochi secondi
dopo Sirius tornò, accompagnato dalla ragazza. Rachel era
chiaramente esausta: anche se aveva lasciato il lavoro, l'emergenza
era stata così grossa che aveva deciso di aiutare ugualmente
gli
altri Obliviatori. Così aveva trascorso la nottata intera a
cancellare la memoria dei Babbani di almeno tre villaggi – e
cancellare il ricordo di due giganti non era una passeggiata
– ma
quando vide Regulus gli gettò le braccia al collo.
« Ho già letto il
Profeta. Mi dispiace per quelle schifezze che hanno
scritto ».
« Me lo aspettavo »
rispose lui. « Piuttosto, tu che sei del Ministero ci sai
spiegare
questo? »
E le fece vedere
l'articolo in prima pagina. Rachel fece una smorfia, mostrando tutta
la sua indignazione.
« Crouch le ha provate
tutte, ma Lucius è sempre stato attento a non fare mai
minacce
esplicite. E in più i suoi compari arrestati hanno troppa
paura per
accusare lui e quelli altrettanto potenti ».
« Che novità ».
« Scommetto che è stato
il paparino a salvargli le chiappe » affermò
Sirius, mentre
prendeva a calci la gamba del tavolo, furente.
« Esatto. Però almeno è stato sospeso
dal suo incarico. La
Bagnold sa benissimo di che razza di persona si tratta, quindi per un
po' se ne
starà tranquillo. Non può creare altri problemi
ad Abraxas Malfoy,
non dopo che si è esposto così tanto per
evitargli Azkaban e far
passare tutto sotto silenzio ». Rachel si lasciò
cadere sulla prima
poltrona che le capitò, affranta. « Dorcas lo
avrebbe preso a calci
fino a farlo confessare spontaneamente. Speravamo di riuscire ad
incastrare tutti, per lei... e anche per Gideon e Fabian... »
Regulus e Sirius si
scambiarono un'occhiata cupa, poi quest'ultimo approfittò
del
campanello che aveva suonato un'altra volta per uscire dalla stanza,
mentre il primo si accostava alla ragazza e le scostava i capelli dal
viso.
« L'Ordine non ha
fallito. Avete comunque liberato la Bagnold da chi la ricattava
»
provò a dirle.
« Sì, certo, ma abbiamo
avuto più sconfitte che vittorie... Senti, mi dispiace
essere sempre
triste, ultimamente. Sono insopportabile, me ne rendo conto
».
« Non devi per forza
essere sempre tu a consolare me. Qualche volta possiamo fare anche al
contrario ».
« Grazie... Comunque »
disse Rachel, sforzandosi di ricacciare indietro la malinconia e
cambiando argomento. « Hai deciso cosa fare con tua madre?
»
Regulus si irrigidì. Non
era stato facile prendere una decisione al riguardo. Adesso che tutta
la comunità magica sapeva che era vivo, anche Walburga
doveva
esserne venuta a conoscenza, e lui le doveva una spiegazione. Regulus
sapeva
anche cosa dirle, ed era una motivazione perfetta: perché
avrebbe
dovuto odiarlo se aveva deciso di abbandonare Voldemort dopo aver
scoperto che si alleava con lupi mannari e altre creature che lei
stessa disprezzava? Ma non poteva farlo senza mettere a repentaglio
la sua vita. Era una realtà amara da accettare, ma se non
voleva che
sua madre fosse uccisa, doveva farsi odiare da lei.
« Sì » rispose alla
fine. « Ci ho riflettuto a mente fredda e ho cambiato idea.
Avrei
voluto che lo sapesse direttamente da me, e non dai giornali, ma non
posso farci nulla. Se vado a parlarle diventerà un obiettivo
dei
Mangiamorte. È meglio che non voglia avere più
niente a che fare
con me... So cosa stai pensando » aggiunse poi,
perché i pensieri
di Rachel le si leggevano chiaramente in faccia.
« Preferisco non fare
commenti. Sei sicuro che Kreacher non le possa spiegare tutto al
posto tuo? »
« Io... credo che lei
sia diventata un po'... instabile » mormorò
Regulus, a disagio. «
Non voglio che se la prenda con lui ».
« E se le parlassi io? »
Lui la osservò per
alcuni istanti, chiedendosi se stesse scherzando oppure no.
« Saresti disposta a
farlo? »
« Per te sì. Ma non mi
impedirebbe di rinfacciarle che sei disposto a farti odiare pur di
proteggerla, e che dovrebbe sentirsi una schifezza per questo
».
« Ok, apprezzo il tuo sostegno, ma è meglio se
lasci perdere » tagliò corto Regulus.
Rachel s'incupì.
« Non merita tutto quello che stai facendo per lei
» protestò. « Una madre non dovrebbe
comportarsi così ».
« Certo che no. Credi che non lo sappia? » ammise
lui suo malgrado, sentendosi torcere dolorosamente le viscere. Rachel
sgranò gli occhi, sorpresa: in effetti non era mai successo
che lui esprimesse quel che pensava sull'argomento. « Ma, che
lo voglia o no, resta la persona che mi ha messo al mondo, ed
è mio dovere impedire che venga uccisa per colpa mia. Tutto
il resto è secondario ».
Seguì una lunga pausa di silenzio, che Regulus
sfruttò per calmarsi.
« Ad ogni modo, la affronterò io quando
sarà il momento giusto. Solo non ora. Ho già
diverse persone a cui devo delle spiegazioni ».
La ragazza lo guardò e annuì, facendo segno di
aver capito.
« Per esempio chi? »
Regulus stava per
rispondere, ma ci pensò Sirius ad anticiparlo.
« Puoi già cominciare.
Indovina chi è venuto a trovarti ».
Regulus trattenne il
respiro, mentre un campanello d'allarme iniziava a suonare nella sua
testa. Pochi istanti dopo, un'altra persona irruppe nel soggiorno con
la velocità di un tornado.
« Lascia perdere,
Sirius. Questa non è proprio una visita di cortesia
» sibilò la
donna, incrociando le braccia e fissando Regulus come per
incenerirlo.
Lui era paralizzato.
Avrebbe voluto guardare da qualsiasi altra parte, ma non ci riusciva.
Rachel e Sirius invece continuavano a guardare prima l'uno e poi
l'altra, perplessi.
« Tu sei Andromeda? »
chiese alla fine la ragazza, rivolgendosi alla nuova arrivata.
« Sì, infatti ».
L'espressione di
Andromeda era ambigua, ma il sollievo di vederlo vivo era stato quasi
del tutto cancellato dalla rabbia furibonda che la faceva fremere
d'indignazione.
Regulus ricordava poche
cose di sua cugina, ma su una non aveva dubbi: era meglio non farla
arrabbiare. Ma in quel momento era furiosa, e lui non poteva
biasimarla.
« E così sei vivo... »
sbottò lei, a sua volta incerta.
« Ehi, frena
l'entusiasmo! » commentò Sirius, sempre
più disorientato.
« Tu non sai che cosa ha
fatto l'ultima volta che ci siamo incontrati. Non glielo hai detto,
vero? » disse Andromeda, rivolgendosi a Regulus.
Quest'ultimo provò ad
aprire la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche scusarsi, ma
non gli uscì alcun suono.
« Ma se vi siete visti
per l'ultima volta quando era solo un bambino... A meno che...
»
Sirius rivolse un'occhiata sospettosa al fratello. «
C'è qualcosa
che non so? »
« Senti, mi dispiace »
sbottò Regulus, ignorando l'altro e rivolgendosi
direttamente ad
Andromeda. Era talmente imbarazzato che non avrebbe saputo dire
altro, ma lei non sembrava dello stesso parere.
« Pensi di cavartela con
un semplice mi dispiace? »
« Che cosa dovrei dire?
» protestò lui, commettendo l'errore di
risponderle a tono.
Andromeda sembrava sul
punto di assalirlo.
« Prova a sforzarti. Hai
cercato di uccidere mio marito ».
Di colpo gli occhi di
tutti i presenti furono puntati su di lui e Regulus si
affrettò ad
abbassare lo sguardo, per non vedere le reazioni degli altri due.
Sapeva che prima o poi quella storia sarebbe venuta a galla, ma aveva
sperato in una confessione meno plateale.
« È
successo davvero? » chiese Sirius dopo una lunga pausa, e dal
tono
sembrava furente.
Regulus non poté
esimersi dall'annuire.
« Ho fatto molte cose di
cui non vado fiero » ammise, e in quel momento sarebbe voluto
sprofondare. « So che non è una giustificazione ma
ero veramente
stupido a quell'età. Non avevo idea di che cosa significasse
uccidere, e non ne sarei stato capace nemmeno se avessi avuto tutto
il tempo del mondo ».
Per alcuni istanti non si
sentì volare una mosca. Poi qualcuno intervenne.
« Dice la verità,
Andromeda ».
Regulus si convinse di
aver offeso qualche entità superiore, durante i suoi giorni
da
Mangiamorte: fino a quel momento aveva creduto di vivere l'episodio
più imbarazzante della propria vita, ma non si era ancora
accorto
della presenza di Ted Tonks. Quando lo vide spuntare da dietro la
spalla di sua moglie, prese seriamente in considerazione la
possibilità di correre verso il camino e scappare con la
Metropolvere.
« Lui e tutta la sua
famiglia ti odiavano, Ted » rispose lei, anche se ora
sembrava meno
aggressiva di prima.
« Credimi, lo so. Ho
avuto la sfortuna di incontrare Bellatrix, una volta, quindi conosco
bene lo sguardo di chi vuole uccidere. E lui non lo aveva ».
« Mi stai difendendo? »
si lasciò sfuggire Regulus, sbigottito.
« Non proprio. Sto solo
dicendo quel che è successo » rispose freddamente
Tonks.
Regulus sentì la stessa
vergogna che aveva provato quel pomeriggio di un paio di anni prima,
davanti casa dei Tonks. Era il colmo: lui aveva cercato di ucciderlo,
ma quell'uomo non dava l'impressione di detestarlo. Non più
di
tanto, per lo meno.
Andromeda era ammutolita
e indecisa sul da farsi. Regulus intuì che avrebbe voluto
potersi
comportare diversamente, ma non se la sentiva di biasimarla.
Perciò
non fu molto sorpreso quando la vide uscire dalla stanza.
Si chiese se sarebbero
mai riusciti a ricucire un minimo di legame. Stranamente, con Sirius
era stato più semplice. I due fratelli non avevano mai
smesso di
avere un rapporto, negativo o positivo che fosse, e avevano comunque
vissuto sotto lo stesso tetto per quasi tutta l'adolescenza.
Andromeda invece era andata via quando Regulus aveva solo sei anni.
Lui ricordava a mala pena la ragazza che aveva conosciuto e non
conosceva per niente la donna che era diventata. E lei non sapeva
assolutamente nulla di lui. Sarebbe stato difficile partire da zero,
soprattutto con quelle permesse.
Sirius seguì la cugina,
non prima di aver scoccato un'occhiata ammonitrice a Regulus. Per lo
meno, né lui né Rachel sembravano troppo
infuriati per quella
rivelazione, forse perché da un ex Mangiamorte se lo
dovevano
aspettare, o anche perché sapevano che in quel periodo
Regulus aveva
cercato di apparire peggiore di quello che era.
Rachel trovò lo stesso
un modo per attuare una piccola punizione: con grande orrore di
Regulus, uscì a sua volta, lasciandolo solo con Ted Tonks.
Per un po' nessuno dei
due seppe cosa fare. Poi Regulus si costrinse a sfruttare
l'occasione: era meglio adesso, senza testimoni, che di fronte ad
altre persone.
« Mi dispiace per...
bè... aver cercato di ucciderti »
bofonchiò, a disagio come era
stato poche volte.
Tonks parve sorpreso,
quasi allibito. Di sicuro neanche Andromeda era abituata a chiedere
scusa, quindi lui doveva sapere quanto fosse difficile per un Black
scusarsi, soprattutto se si trattava di Ted Tonks, il Nato Babbano.
« Bè, grazie per
esserti scusato » rispose, apprezzando lo sforzo.
Per un attimo sembrò sul
punto di aggiungere qualcosa, ma ci rinunciò e gli
voltò le spalle,
diretto a sua volta all'ingresso. Ma, arrivato sulla soglia, si
voltò
di nuovo.
« Senti » esordì,
tenendosi le mani nelle tasche e pestando nervosamente la punta di
una scarpa sul pavimento. « So di non piacerti per niente,
però
dammi retta: Andromeda non ce l'ha più con te da quando
pensava che
fossi morto. Era distrutta quando l'ha saputo. Adesso reagisce con la
rabbia perché è fatta così.
È testarda come un mulo, ma io la
conosco bene: il suo maggiore rimpianto è quello di aver
tagliato i
ponti con te e con Narcissa ».
« È
stata lei ad andarsene » replicò Regulus con
freddezza.
« Voleva restare in
contatto con voi, ma era sicura che non avreste capito la sua scelta
di sposare uno come me ».
Lui non poté negare e
Tonks colse il messaggio sottinteso.
« Non mi importa se non
hai cambiato idea sul mio conto, ma Andromeda starebbe meglio se tu
decidessi di riprendere i rapporti con lei ».
Regulus non rispose,
incerto su cosa dire. Andromeda non gli era sembrata ben disposta nei
suoi confronti, ma lui stesso al suo posto si sarebbe comportato allo
stesso modo. Per fortuna, Tonks non insisté, e
uscì dalla stanza
lasciandolo solo a riflettere.
« Quello sarebbe Ted
Tonks? » disse Rachel, raggiungendolo poco dopo. Qualcosa gli
diceva
che la ragazza doveva aver sentito quella strana e inedita
conversazione. « Non me lo immaginavo così. Quando
eravamo a scuola
lo descrivevi come una specie di troll ubriacone che aveva quasi
rapito tua cugina per farsi mantenere a vita ».
« Potrei aver esagerato
un po' » ammise Regulus, imbarazzato.
« Decisamente » fece
lei. Seguì un silenzio teso, ma alla fine Rachel decise di
non fare
commenti su quello che aveva appena scoperto. « Hai
intenzione di
dargli retta? »
Lui alzò le spalle,
sconfortato.
« Non lo so. Dubito che
io e Andromeda potremo mai tornare ad andare d'accordo. Siamo due
estranei, ormai ».
« Avete sempre lo stesso
sangue » rispose Rachel. « Devi almeno provarci
».
Andromeda si trovava sul
balcone, intenta a mettere in ordine a colpi di bacchetta tutto il
caos di cianfrusaglie che Sirius vi gettava distrattamente ogni
giorno. Regulus era rimasto in disparte a osservarla per un po',
cercando di trovare il coraggio di farsi vedere. Sapeva di dover
essere il primo a prendere la parola, ma non era semplice.
« È
inutile mettere in ordine » esordì dopo un po',
incerto e attento
alla sua reazione. « Domani sarà tutto di nuovo
come prima ».
La donna non rispose, ma
smise di far levitare quel che sembrava uno stivale rotto e
impolverato. Poi si voltò a guardarlo, e Regulus
abbassò
istintivamente lo sguardo. Ma, visto che Andromeda non accennava a
parlare, si decise a compiere il primo passo.
« Lo so che non basta,
ma se esistesse un modo migliore per scusarmi lo farei ».
Il fatto che lei non lo
avesse ancora fulminato con lo sguardo gli parve positivo,
così
Regulus provò ad avvicinarsi. Andromeda sospirò,
continuando a
spostare gli oggetti a caso a colpi di bacchetta.
« Ho capito che ti
dispiace davvero. Ma è stato uno shock rendermi conto che il
bambino
calmo e pacifico che ricordavo era diventato un aspirante assassino
».
Non è una da giri di
parole, pensò Regulus, sorpreso. La Andromeda che
ricordava era
molto diversa: cercava di tenere per sé quello che pensava
davvero,
per paura di essere giudicata una traditrice. Ora era molto
più
diretta, indipendente e libera di esprimersi.
« Lo so, e me ne
vergogno ancora. Tuo marito di certo non se lo meritava... Non
è
tanto male, in fondo » ammise suo malgrado, e per la prima
volta lei
si voltò per guardarlo in faccia, stupita.
« Sono lieta di
sentirtelo dire. È un passo avanti, da quando lo odiavi
perché non
era Purosangue ».
« Lo odiavo perché lo
ritenevo responsabile della rovina della nostra famiglia, soprattutto
dopo che Sirius ha preso esempio da te e se n'è andato
»
puntualizzò Regulus, che aveva colto il sottile rimprovero
nel tono
della cugina. Non era disposto ad essere l'unico ad assumersi le
proprie responsabilità.
« La pensi così anche
ora? »
Regulus esitò.
« Non proprio. Siamo
stati noi stessi ad autodistruggerci ».
Avrebbe voluto aggiungere
qualche frase tagliente, perché era infastidito da come
Andromeda
sembrasse convinta di avere avuto tutte le ragioni del mondo, ma si
trattenne, e fece bene. Lei sembrava essersi calmata, e ora appariva
più comprensiva.
« Ted non ha colpe. Lui
voleva fare tutto alla luce del sole, ma non era possibile. Sono
stata io a decidere di andarmene, anche se sapevo che tutti voi mi
avreste considerata egoista ».
Regulus non aveva motivo
di negare, perché era proprio così che la pensava
tempo prima.
« Il giorno prima eri
con noi e quello dopo sei sparita nel nulla, e non abbiamo
più
saputo nulla di te. Non è stato bello » le
ricordò.
Andromeda parve
dispiaciuta.
« Ero sicura che non mi
avreste mai perdonata per questo. Non avrei voluto ritrovarmi nelle
condizioni di dover scegliere per forza. Sapevo che in ogni caso
qualcuno avrebbe sofferto... e tu eri piccolo... Non mi stupisce il
fatto che ti sia abituato a detestarmi ».
Regulus corrugò la
fronte.
« Non sono mai riuscito
a odiarti » le confessò.
Andromeda questa volta
accennò un sorriso.
« E io non ho mai smesso
di sperarlo. Solo quando ho saputo che ti eri unito ai Mangiamorte ho
creduto di averti perso definitivamente. Eri diventato un'altra
persona ».
« In realtà ero sempre
io. Tutte le scelte che ho fatto le ho fatte io, anche quelle
sbagliate. Non ero ubriaco né sotto Confundus, ero
semplicemente
idiota. Ne pago ancora le conseguenze, ma in fondo me lo merito
».
Questa volta Andromeda lo
guardò con compassione, posandogli una mano sulla spalla, e
di colpo
Regulus rivide in lei la cugina gentile e comprensiva che aveva
perduto molti anni prima.
« Se avessi saputo che
sei così duro con te stesso non ti avrei rinfacciato
quell'episodio.
Ma ora che ci penso, lo sei sempre stato ».
« Credi che per noi due
sia possibile tornare ad essere come tempo fa? » le chiese
Regulus,
dubbioso.
Andromeda ci pensò a
lungo.
« No » disse infine. «
Siamo cambiati tutti e due, quindi andrà sicuramente meglio.
Io non
dico più bugie e tu non pensi più che i Nati
Babbani debbano
morire. Direi che possiamo farcela ». Staccò le
braccia dalla
ringhiera del balcone, come per rientrare, e concluse. « E
poi mia
figlia si ricorda ancora di te. Sostiene di non essersi mai divertita
così tanto a tormentare qualcuno ».
Regulus provò a restare
imperturbabile, ma non poté nascondere il sorriso divertito
che gli
sorse spontaneo quando il ricordo di una peste dai capelli rosa che
inciampava dappertutto affiorò nella sua memoria.
***
Era un autunno molto
piovoso. Sirius dovette battere più volte i piedi di fronte
all'uscio dei Potter per liberare gli stivali dalla grande
quantità
di fango che li aveva inzuppati. Se il tono con cui James lo aveva
invitato non fosse suonato così urgente avrebbe atteso che
spiovesse, prima di uscire di casa. Si strinse nella giacca a vento,
mentre aspettava che qualcuno andasse ad aprirgli. Per essere solo
metà ottobre, faceva anche troppo freddo.
Recitate le risposte di
rito, James lo fece entrare e Sirius fu lieto di trovarsi nel tepore
della casa.
« Cosa c'è di così
urgente? » chiese poi, scoccando un'occhiata divertita al
gatto che,
indignato, si era ritratto quando le gocce di pioggia della giacca
dell'intruso avevano turbato il suo pisolino.
« Dobbiamo parlare di
una cosa importante » rispose l'altro, insolitamente serio.
« Però
promettimi di non creare problemi ».
« Che cosa significa? »
« Vieni in salotto ».
Seguì James nella stanza
accanto, e per un attimo rimase stupito. Oltre a Lily, che teneva
Harry in braccio, c'erano anche Silente, Peter... e Remus.
Quest'ultimo gli lanciò uno sguardo colmo di risentimento e
Sirius
fece altrettanto. Forse i Potter erano impazziti? Remus non meritava
la loro fiducia e, anche se James continuava a fidarsi, il fatto che
nemmeno Peter gli credesse doveva essere bastato a fargli nutrire
qualche sospetto... o almeno era quello che Sirius pensava.
« Allora, che succede? »
chiese, perplesso e nervoso.
« Ora che siamo tutti,
posso spiegare » rispose Silente in tono pratico. «
Come sapete,
Voldemort si è convinto che il Prescelto indicato dalla
Profezia sia
proprio Harry. Finora vi siete nascosti con i metodi tradizionali, e
vi è andata bene... ma questa situazione, come dimostrano le
perdite
tra le fila dell'Ordine della Fenice, non può durare in
eterno ».
« Dovremmo scappare e
lasciare direttamente il Regno Unito? » domandò
Lily, preoccupata.
« No. Nemmeno questo
sarebbe sicuro. Ho in mente qualcos'altro. Tempo fa chiesi ai
professori McGranitt e Vitious se conoscevano un modo migliore.
Abbiamo fatto una ricerca e alla fine abbiamo trovato un sistema per
tenervi al sicuro da Voldemort ».
Tutti pendevano dalle sue
labbra, tranne Harry che era intento a giocare con le costruzioni.
« Si chiama Incanto
Fidelius » proseguì Silente. «
È
una magia complessa, non facile da realizzare, ma efficace ».
« In cosa consiste? »
chiese James.
« Una sola persona,
chiamata Custode Segreto, dovrà sapere dove siete nascosti.
Finché
il Custode manterrà il segreto per sé, solo lui
potrà trovarvi, e
Voldemort non riuscirebbe a vedervi neanche se capitasse per caso
dietro il cancello. Non avreste nemmeno bisogno di cambiare casa
perché neanche chi ne conosce la posizione adesso saprebbe
ritrovarla, una volta posta sotto Incanto Fidelius. Ma per fare tutto
questo, dovete scegliere una persona fidata ».
Sirius non si stupì
affatto quando James si voltò istintivamente nella sua
direzione, ma
si sentì sollevato dal fatto che la scelta non fosse
ricaduta su
Remus. James si fidava di Lupin, ma di lui si fidava di più.
« Sirius è il padrino
di Harry. Sarà lui il Custode Segreto... sempre se lo vuole
».
« Certo » si affrettò
a rispondere Sirius, che aveva colto l'espressione di Remus: a
quest'ultimo la scelta chiaramente non piaceva. Sirius sentì
un
formicolio alla mano e una ritrovata voglia di prenderlo di nuovo a
pugni.
Ma nemmeno Silente
sembrava molto convinto.
« Con tutto il rispetto,
è utile anche scegliere un Custode Segreto che non sia
prevedibile.
Probabilmente Voldemort sa già che voi due siete sempre
stati
inseparabili. Potrebbe scatenarsi contro Sirius per farlo parlare
».
« Non parlerei neanche
sotto tortura » assicurò lui, senza riuscire a
mascherare la
propria irritazione: davvero Silente dubitava della sua
lealtà?
« Non l'ho mai messo in
dubbio » rispose Silente, come leggendogli nel pensiero.
« Ma sei
disposto a diventare l'obiettivo principale di Voldemort? »
« Non vogliamo che tu
corra tutti questi rischi » intervenne Lily.
« Sono disposto a farlo.
L'unico davvero indifeso qui è Harry, e dobbiamo pensare
soprattutto
a lui. Mi nasconderò ».
« Potrei farlo io »
propose Silente.
« Grazie » rispose
James. « Ma mi fido ciecamente di Sirius. E poi è
abbastanza
scaltro da evitare di essere catturato. Lei non ha idea di tutte le
punizioni che siamo riusciti a evitare quando eravamo a scuola
».
« Oh, ricordo di aver
chiuso più di un occhio un paio di volte, quindi lo
immagino. Ma
Sirius, ti avverto: sfuggire a Voldemort non è proprio come
farlo
con Gazza ».
« Ma noi abbiamo un'arma
segreta » scherzò James per alleggerire la
tensione. « Gli
presterò il mio Mantello dell'Invisibilità, mio
fedele compagno da
quando avevo undici anni ».
Silente inarcò le
sopracciglia.
« Sarà piuttosto
rovinato, dopo tutti questi anni. Nessun Mantello
dell'Invisibilità
dura così a lungo ».
« Il mio non è liso
neanche un po'. So che è strano, ma è
così. E appartiene alla mia
famiglia anche da prima ».
Il Preside sembrava
stranamente interessato all'argomento, e Sirius non ne capiva la
ragione: era troppo impegnato ad osservare le reazioni sospette di
Remus per fare caso a qualsiasi altra cosa.
« Per caso potrei
vederlo? » chiese Silente, incuriosito.
« Certo. Tanto non siamo
più a scuola ».
James uscì dal salotto e
rientrò un paio di minuti dopo, porgendogli il suo vecchio
mantello.
Il mago se lo fece passare tra le dita, osservandolo attentamente, e
di colpo il suo sguardo parve illuminarsi.
« Curioso... James, ti
dispiace prestarmelo? Vorrei studiarlo con più attenzione.
Te lo
riporto presto, promesso ».
James non sembrava molto
entusiasta, ma non protestò.
« Bene » disse Silente
alla fine, infilandosi il mantello in tasca ed estraendone un rotolo
di pergamena. « Queste sono le istruzioni dell'Incanto
Fidelius. Non
è facile, ma sono sicuro che ve la saprete cavare
».
« Andrà bene » lo
rassicurò James, mentre Sirius annuiva distrattamente,
immerso nei
suoi pensieri.
« Grazie di tutto »
disse Lily, e Silente le rivolse un sorriso d'incoraggiamento.
Quando se ne fu andato,
Remus fu il primo a salutare tutti – Sirius escluso
– e avviarsi
verso la porta. Sirius se ne infischiò, ma quando vide che
anche
Peter aveva intenzione di tornare a casa, con un cenno eloquente gli
suggerì di aspettare. Lui obbedì docilmente.
« Cosa c'è? »
« Te lo dirò quando in
casa non ci saranno orecchie indiscrete » sussurrò
Sirius,
ignorando l'occhiataccia di Lily.
Nel frattempo James aveva
accompagnato Remus alla porta, ma la loro breve conversazione si
sentiva anche dal salotto.
« Spero che tu e Peter
non ve la siate presa se ho scelto Sirius ».
« Figurati. Nessuno dei
due si sarebbe aspettato qualcosa di diverso... Spero solo che tu
sappia quello che fai ».
« Remus... » lo ammonì
James.
« Non ho detto nulla.
Bene, immagino che non ci vedremo per un bel po' ».
« Fino a che Voldemort
non sarà sconfitto, temo. Ma magari non dovremo aspettare
molto. Nel
frattempo... buon Halloween ».
« Anche a te ».
James gli chiuse la porta
alle spalle e tornò in salotto. A quel punto Sirius espresse
le sue
perplessità.
« Stavo pensando a
quello che ha detto Silente sul fatto che io sono una scelta troppo
prevedibile. Non sto cercando di scaricarvi, sia chiaro, ma devo
ammettere che non ha tutti i torti ».
« Questo è vero »
convenne Lily. « Ma ti nasconderai anche tu ».
« In effetti non mi
piace l'idea di essere al sicuro mentre tu fai l'eroe rischiando la
vita per noi » gli disse James.
« Non è questo il
punto. Ma se mi trovassero e usassero la Legilimanzia... forse non
sarei in grado di impedire che Voldemort lo venga a sapere. Ma se il
Custode Segreto fosse una persona che nessuno si aspetterebbe...
»
« Tipo? »
« Peter ».
Peter, che fino a quel
momento non aveva aperto bocca, limitandosi a seguire la
conversazione con aria confusa, sgranò gli occhi e
sbiancò.
« C-cosa? »
« Sei una persona di
fiducia, ma di solito sei... molto sottovalutato »
spiegò Sirius,
cogliendo l'occhiata di Lily che gli suggeriva di avere un po' di
tatto. « Nessun Mangiamorte penserebbe a te. E mentre daranno
la
caccia a me, tu te ne starai tranquillo a custodire il segreto. Cosa
ne pensate? »
Lily serrò le labbra,
dubbiosa. James esitò, ma alla fine si rivolse a Peter.
« Tu cosa ne dici? »
Lui deglutì. Doveva aver
smesso di respirare, perché il suo volto stava prendendo una
vaga
sfumatura bluastra.
« Trovo che sia
un'idea... astuta » rispose, ma l'ultima parola parve
morirgli in
gola. Sembrava desideroso di dire qualcos'altro, ma tacque.
« Ma te la senti? Guarda
che non sei obbligato » gli fece James, posandogli una mano
sulla
spalla. Peter rabbrividì. Sirius sapeva che il coraggio non
era mai
stata la sua maggiore qualità, ma sapeva anche che molte
volte era
riuscito a tirarlo fuori per i suoi amici, come quando aveva
accettato di diventare un Animagus per trascorrere una notte al mese
in compagnia di un lupo mannaro.
« Io... sì, me la
sento! Lo farò volentieri ».
Sirius gli riservò un
gran sorriso soddisfatto.
« Sapevo di poter
contare su di te ».
« Grazie, Peter ».
Peter fece un sorrisetto
nervoso, ma tenne lo sguardo fisso per terra.
« Non lo diremo a
nessuno, nemmeno a Silente: potrebbe fare storie. E poi, meno persone
lo sapranno e meglio sarà per tutti » fece Sirius,
prendendo in
mano la situazione. « E tu, Peter, ti nasconderai da qualche
parte.
Verrò a trovarti spesso, non preoccuparti, non ti
abbandonerò. Va
bene? »
« Sì » rispose Peter
con voce stentorea. « Va bene ».
Quasi mi vergogno se
penso a
quanti secoli fa avrei voluto inserire di nuovo Andromeda, ma finora
non ho mai trovato una scusa adatta a giustificare una sua comparsa
senza mettere una scena a caso e scollegata dal resto della trama. Ora
finalmente ci sono riuscita! Forse vi sarà sembrata un po'
contraddittoria, ma la sua posizione è quanto mai
assurda: è contenta perché suo cugino
è vivo ma al
tempo stesso sa che voleva fare fuori suo marito, quindi non sa come
comportarsi.
Quanto a Ted, volevo assolutamente un secondo
confronto tra lui e Regulus, soprattutto perché quest'ultimo
ha
trascorso infanzia e adolescenza a demonizzarlo, e ora si ritrova a
dovergli un bel po' di scuse xD Insomma, anche se ora è
passato
in secondo piano rispetto al resto, quella di Andromeda è
sempre
stata una delle principali questioni irrisolte di Regulus, e a questo
punto i tempi sono maturi per darle una conclusione pacifica.
L'altra questione irrisolta, la peggiore (Walburga, naturalmente) la
tratterò a tempo debito. Non è Regulus (che anche
se non lo dice è già rassegnato
ç__ç), sono io che ho paura di affrontarla XD E poi volevo lasciare spazio ad Andromeda.
La seconda
parte penso che si commenti da sola... Ebbene sì, ci
siamo: il prossimo capitolo sarà quello di Halloween
(muahahah).
Preparatevi. u.u
Arrivederci
al 5 dicembre!
Julia
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