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Autore: Julia Weasley    20/11/2012    9 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.'
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Non può piovere per sempre

Capitolo 53
Fidelius

« Questo è il tuo primo giorno da persona quasi libera. Come ti senti? »
« Meglio, credo... Non dovermi più preoccupare del Ministero e fare attenzione solo ai Mangiamorte è un bel passo avanti ».
Sirius convenne con lui. Da quando casa Puddle era stata ridotta ad un cumulo di macerie, Regulus si era definitivamente trasferito nella casa che Alphard gli aveva lasciato in eredità. Fino a quel momento non si era sentito pronto a tornarvi, ma ora la necessità di trovare un rifugio alternativo lo aveva convinto a superare le esitazioni. Tuttavia andava a trovare sia Rachel che Sirius quasi tutti i giorni. Il Ministero non lo cercava più, quindi adesso poteva usare la Metropolvere senza paura di essere rintracciato.
« Hai la copia di oggi della Gazzetta del Profeta? » domandò Regulus, poco dopo essere uscito dal camino dell'appartamento di Sirius.
Il ragazzo parve esitare, ma l'altro rintracciò subito il giornale, appoggiato sopra il tavolino del soggiorno, e avanzò per prenderlo.
« Senti, non so se è una buona idea... »
« Devo sapere che cosa la comunità magica sa di tutta questa storia, no? »
« Se proprio ci tieni... »
L'articolo che lo riguardava non era molto veritiero. Secondo il giornalista che lo aveva scritto, Regulus si era fatto credere morto e, quando gli Auror lo avevano arrestato, era riuscito a trovare il modo per farsi rilasciare senza subire conseguenze.
« Ora tutti penseranno che hai corrotto qualcuno per farti rilasciare » commentò Sirius, osservando attentamente la sua reazione.
Regulus alzò le spalle. In realtà non gli importava molto.
« Ormai mi sono abituato a infischiarmene di quello che pensa la maggior parte della gente ».
« Non è questo il punto. Ti hanno fatto passare come un Malfoy qualunque, ed è ingiusto. Hai dato un'occhiata all'articolo in prima pagina? »
Regulus chiuse il giornale e lesse i titoli principali. Riguardavano l'arresto di molti infiltrati dei Mangiamorte al Ministero. Molti erano stati processati e condannati, ma alcuni erano stati assolti per insufficienza di prove. E non si stupì nel constatare che i rilasciati erano tra i più influenti.
« Lucius e un paio di altri Mangiamorte non sono stati neanche nominati » sibilò a denti stretti.
« Infatti vorrei proprio sapere perché il loro coinvolgimento è passato sotto silenzio. Voglio dire, lo sappiamo tutti e due il perché, ma questa volta speravo davvero che finissero ad Azkaban. Forse questa volta Crouch non aveva tutti i torti a volerli condannare senza processo ».
Regulus non ebbe il tempo di replicare che qualcuno suonò il campanello.
« Deve essere Rachel » disse Sirius, incamminandosi fuori dal soggiorno. « Ieri aveva detto che sarebbe passata ».
Infatti, pochi secondi dopo Sirius tornò, accompagnato dalla ragazza. Rachel era chiaramente esausta: anche se aveva lasciato il lavoro, l'emergenza era stata così grossa che aveva deciso di aiutare ugualmente gli altri Obliviatori. Così aveva trascorso la nottata intera a cancellare la memoria dei Babbani di almeno tre villaggi – e cancellare il ricordo di due giganti non era una passeggiata – ma quando vide Regulus gli gettò le braccia al collo.
« Ho già letto il Profeta. Mi dispiace per quelle schifezze che hanno scritto ».
« Me lo aspettavo » rispose lui. « Piuttosto, tu che sei del Ministero ci sai spiegare questo? »
E le fece vedere l'articolo in prima pagina. Rachel fece una smorfia, mostrando tutta la sua indignazione.
« Crouch le ha provate tutte, ma Lucius è sempre stato attento a non fare mai minacce esplicite. E in più i suoi compari arrestati hanno troppa paura per accusare lui e quelli altrettanto potenti ».
« Che novità ».
« Scommetto che è stato il paparino a salvargli le chiappe » affermò Sirius, mentre prendeva a calci la gamba del tavolo, furente.
« Esatto. Però almeno è stato sospeso dal suo incarico. La Bagnold sa benissimo di che razza di persona si tratta, quindi per un po' se ne starà tranquillo. Non può creare altri problemi ad Abraxas Malfoy, non dopo che si è esposto così tanto per evitargli Azkaban e far passare tutto sotto silenzio ». Rachel si lasciò cadere sulla prima poltrona che le capitò, affranta. « Dorcas lo avrebbe preso a calci fino a farlo confessare spontaneamente. Speravamo di riuscire ad incastrare tutti, per lei... e anche per Gideon e Fabian... »
Regulus e Sirius si scambiarono un'occhiata cupa, poi quest'ultimo approfittò del campanello che aveva suonato un'altra volta per uscire dalla stanza, mentre il primo si accostava alla ragazza e le scostava i capelli dal viso.
« L'Ordine non ha fallito. Avete comunque liberato la Bagnold da chi la ricattava » provò a dirle.
« Sì, certo, ma abbiamo avuto più sconfitte che vittorie... Senti, mi dispiace essere sempre triste, ultimamente. Sono insopportabile, me ne rendo conto ».
« Non devi per forza essere sempre tu a consolare me. Qualche volta possiamo fare anche al contrario ».
« Grazie... Comunque » disse Rachel, sforzandosi di ricacciare indietro la malinconia e cambiando argomento. « Hai deciso cosa fare con tua madre? »
Regulus si irrigidì. Non era stato facile prendere una decisione al riguardo. Adesso che tutta la comunità magica sapeva che era vivo, anche Walburga doveva esserne venuta a conoscenza, e lui le doveva una spiegazione. Regulus sapeva anche cosa dirle, ed era una motivazione perfetta: perché avrebbe dovuto odiarlo se aveva deciso di abbandonare Voldemort dopo aver scoperto che si alleava con lupi mannari e altre creature che lei stessa disprezzava? Ma non poteva farlo senza mettere a repentaglio la sua vita. Era una realtà amara da accettare, ma se non voleva che sua madre fosse uccisa, doveva farsi odiare da lei.
« Sì » rispose alla fine. « Ci ho riflettuto a mente fredda e ho cambiato idea. Avrei voluto che lo sapesse direttamente da me, e non dai giornali, ma non posso farci nulla. Se vado a parlarle diventerà un obiettivo dei Mangiamorte. È meglio che non voglia avere più niente a che fare con me... So cosa stai pensando » aggiunse poi, perché i pensieri di Rachel le si leggevano chiaramente in faccia.
« Preferisco non fare commenti. Sei sicuro che Kreacher non le possa spiegare tutto al posto tuo? »
« Io... credo che lei sia diventata un po'... instabile » mormorò Regulus, a disagio. « Non voglio che se la prenda con lui ».
« E se le parlassi io? »
Lui la osservò per alcuni istanti, chiedendosi se stesse scherzando oppure no.
« Saresti disposta a farlo? »
« Per te sì. Ma non mi impedirebbe di rinfacciarle che sei disposto a farti odiare pur di proteggerla, e che dovrebbe sentirsi una schifezza per questo ».
« Ok, apprezzo il tuo sostegno, ma è meglio se lasci perdere » tagliò corto Regulus.
Rachel s'incupì.
« Non merita tutto quello che stai facendo per lei » protestò. « Una madre non dovrebbe comportarsi così ».
« Certo che no. Credi che non lo sappia? » ammise lui suo malgrado, sentendosi torcere dolorosamente le viscere. Rachel sgranò gli occhi, sorpresa: in effetti non era mai successo che lui esprimesse quel che pensava sull'argomento. « Ma, che lo voglia o no, resta la persona che mi ha messo al mondo, ed è mio dovere impedire che venga uccisa per colpa mia. Tutto il resto è secondario ».
Seguì una lunga pausa di silenzio, che Regulus sfruttò per calmarsi.
« Ad ogni modo, la affronterò io quando sarà il momento giusto. Solo non ora. Ho già diverse persone a cui devo delle spiegazioni ».
La ragazza lo guardò e annuì, facendo segno di aver capito.
« Per esempio chi? »
Regulus stava per rispondere, ma ci pensò Sirius ad anticiparlo.
« Puoi già cominciare. Indovina chi è venuto a trovarti ».
Regulus trattenne il respiro, mentre un campanello d'allarme iniziava a suonare nella sua testa. Pochi istanti dopo, un'altra persona irruppe nel soggiorno con la velocità di un tornado.
« Lascia perdere, Sirius. Questa non è proprio una visita di cortesia » sibilò la donna, incrociando le braccia e fissando Regulus come per incenerirlo.
Lui era paralizzato. Avrebbe voluto guardare da qualsiasi altra parte, ma non ci riusciva. Rachel e Sirius invece continuavano a guardare prima l'uno e poi l'altra, perplessi.
« Tu sei Andromeda? » chiese alla fine la ragazza, rivolgendosi alla nuova arrivata.
« Sì, infatti ».
L'espressione di Andromeda era ambigua, ma il sollievo di vederlo vivo era stato quasi del tutto cancellato dalla rabbia furibonda che la faceva fremere d'indignazione.
Regulus ricordava poche cose di sua cugina, ma su una non aveva dubbi: era meglio non farla arrabbiare. Ma in quel momento era furiosa, e lui non poteva biasimarla.
« E così sei vivo... » sbottò lei, a sua volta incerta.
« Ehi, frena l'entusiasmo! » commentò Sirius, sempre più disorientato.
« Tu non sai che cosa ha fatto l'ultima volta che ci siamo incontrati. Non glielo hai detto, vero? » disse Andromeda, rivolgendosi a Regulus.
Quest'ultimo provò ad aprire la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, anche scusarsi, ma non gli uscì alcun suono.
« Ma se vi siete visti per l'ultima volta quando era solo un bambino... A meno che... » Sirius rivolse un'occhiata sospettosa al fratello. « C'è qualcosa che non so? »
« Senti, mi dispiace » sbottò Regulus, ignorando l'altro e rivolgendosi direttamente ad Andromeda. Era talmente imbarazzato che non avrebbe saputo dire altro, ma lei non sembrava dello stesso parere.
« Pensi di cavartela con un semplice mi dispiace? »
« Che cosa dovrei dire? » protestò lui, commettendo l'errore di risponderle a tono.
Andromeda sembrava sul punto di assalirlo.
« Prova a sforzarti. Hai cercato di uccidere mio marito ».
Di colpo gli occhi di tutti i presenti furono puntati su di lui e Regulus si affrettò ad abbassare lo sguardo, per non vedere le reazioni degli altri due. Sapeva che prima o poi quella storia sarebbe venuta a galla, ma aveva sperato in una confessione meno plateale.
« È successo davvero? » chiese Sirius dopo una lunga pausa, e dal tono sembrava furente.
Regulus non poté esimersi dall'annuire.
« Ho fatto molte cose di cui non vado fiero » ammise, e in quel momento sarebbe voluto sprofondare. « So che non è una giustificazione ma ero veramente stupido a quell'età. Non avevo idea di che cosa significasse uccidere, e non ne sarei stato capace nemmeno se avessi avuto tutto il tempo del mondo ».
Per alcuni istanti non si sentì volare una mosca. Poi qualcuno intervenne.
« Dice la verità, Andromeda ».
Regulus si convinse di aver offeso qualche entità superiore, durante i suoi giorni da Mangiamorte: fino a quel momento aveva creduto di vivere l'episodio più imbarazzante della propria vita, ma non si era ancora accorto della presenza di Ted Tonks. Quando lo vide spuntare da dietro la spalla di sua moglie, prese seriamente in considerazione la possibilità di correre verso il camino e scappare con la Metropolvere.
« Lui e tutta la sua famiglia ti odiavano, Ted » rispose lei, anche se ora sembrava meno aggressiva di prima.
« Credimi, lo so. Ho avuto la sfortuna di incontrare Bellatrix, una volta, quindi conosco bene lo sguardo di chi vuole uccidere. E lui non lo aveva ».
« Mi stai difendendo? » si lasciò sfuggire Regulus, sbigottito.
« Non proprio. Sto solo dicendo quel che è successo » rispose freddamente Tonks.
Regulus sentì la stessa vergogna che aveva provato quel pomeriggio di un paio di anni prima, davanti casa dei Tonks. Era il colmo: lui aveva cercato di ucciderlo, ma quell'uomo non dava l'impressione di detestarlo. Non più di tanto, per lo meno.
Andromeda era ammutolita e indecisa sul da farsi. Regulus intuì che avrebbe voluto potersi comportare diversamente, ma non se la sentiva di biasimarla. Perciò non fu molto sorpreso quando la vide uscire dalla stanza.
Si chiese se sarebbero mai riusciti a ricucire un minimo di legame. Stranamente, con Sirius era stato più semplice. I due fratelli non avevano mai smesso di avere un rapporto, negativo o positivo che fosse, e avevano comunque vissuto sotto lo stesso tetto per quasi tutta l'adolescenza. Andromeda invece era andata via quando Regulus aveva solo sei anni. Lui ricordava a mala pena la ragazza che aveva conosciuto e non conosceva per niente la donna che era diventata. E lei non sapeva assolutamente nulla di lui. Sarebbe stato difficile partire da zero, soprattutto con quelle permesse.
Sirius seguì la cugina, non prima di aver scoccato un'occhiata ammonitrice a Regulus. Per lo meno, né lui né Rachel sembravano troppo infuriati per quella rivelazione, forse perché da un ex Mangiamorte se lo dovevano aspettare, o anche perché sapevano che in quel periodo Regulus aveva cercato di apparire peggiore di quello che era.
Rachel trovò lo stesso un modo per attuare una piccola punizione: con grande orrore di Regulus, uscì a sua volta, lasciandolo solo con Ted Tonks.
Per un po' nessuno dei due seppe cosa fare. Poi Regulus si costrinse a sfruttare l'occasione: era meglio adesso, senza testimoni, che di fronte ad altre persone.
« Mi dispiace per... bè... aver cercato di ucciderti » bofonchiò, a disagio come era stato poche volte.
Tonks parve sorpreso, quasi allibito. Di sicuro neanche Andromeda era abituata a chiedere scusa, quindi lui doveva sapere quanto fosse difficile per un Black scusarsi, soprattutto se si trattava di Ted Tonks, il Nato Babbano.
« Bè, grazie per esserti scusato » rispose, apprezzando lo sforzo.
Per un attimo sembrò sul punto di aggiungere qualcosa, ma ci rinunciò e gli voltò le spalle, diretto a sua volta all'ingresso. Ma, arrivato sulla soglia, si voltò di nuovo.
« Senti » esordì, tenendosi le mani nelle tasche e pestando nervosamente la punta di una scarpa sul pavimento. « So di non piacerti per niente, però dammi retta: Andromeda non ce l'ha più con te da quando pensava che fossi morto. Era distrutta quando l'ha saputo. Adesso reagisce con la rabbia perché è fatta così. È testarda come un mulo, ma io la conosco bene: il suo maggiore rimpianto è quello di aver tagliato i ponti con te e con Narcissa ».
« È stata lei ad andarsene » replicò Regulus con freddezza.
« Voleva restare in contatto con voi, ma era sicura che non avreste capito la sua scelta di sposare uno come me ».
Lui non poté negare e Tonks colse il messaggio sottinteso.
« Non mi importa se non hai cambiato idea sul mio conto, ma Andromeda starebbe meglio se tu decidessi di riprendere i rapporti con lei ».
Regulus non rispose, incerto su cosa dire. Andromeda non gli era sembrata ben disposta nei suoi confronti, ma lui stesso al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo. Per fortuna, Tonks non insisté, e uscì dalla stanza lasciandolo solo a riflettere.
« Quello sarebbe Ted Tonks? » disse Rachel, raggiungendolo poco dopo. Qualcosa gli diceva che la ragazza doveva aver sentito quella strana e inedita conversazione. « Non me lo immaginavo così. Quando eravamo a scuola lo descrivevi come una specie di troll ubriacone che aveva quasi rapito tua cugina per farsi mantenere a vita ».
« Potrei aver esagerato un po' » ammise Regulus, imbarazzato.
« Decisamente » fece lei. Seguì un silenzio teso, ma alla fine Rachel decise di non fare commenti su quello che aveva appena scoperto. « Hai intenzione di dargli retta? »
Lui alzò le spalle, sconfortato.
« Non lo so. Dubito che io e Andromeda potremo mai tornare ad andare d'accordo. Siamo due estranei, ormai ».
« Avete sempre lo stesso sangue » rispose Rachel. « Devi almeno provarci ».

Andromeda si trovava sul balcone, intenta a mettere in ordine a colpi di bacchetta tutto il caos di cianfrusaglie che Sirius vi gettava distrattamente ogni giorno. Regulus era rimasto in disparte a osservarla per un po', cercando di trovare il coraggio di farsi vedere. Sapeva di dover essere il primo a prendere la parola, ma non era semplice.
« È inutile mettere in ordine » esordì dopo un po', incerto e attento alla sua reazione. « Domani sarà tutto di nuovo come prima ».
La donna non rispose, ma smise di far levitare quel che sembrava uno stivale rotto e impolverato. Poi si voltò a guardarlo, e Regulus abbassò istintivamente lo sguardo. Ma, visto che Andromeda non accennava a parlare, si decise a compiere il primo passo.
« Lo so che non basta, ma se esistesse un modo migliore per scusarmi lo farei ».
Il fatto che lei non lo avesse ancora fulminato con lo sguardo gli parve positivo, così Regulus provò ad avvicinarsi. Andromeda sospirò, continuando a spostare gli oggetti a caso a colpi di bacchetta.
« Ho capito che ti dispiace davvero. Ma è stato uno shock rendermi conto che il bambino calmo e pacifico che ricordavo era diventato un aspirante assassino ».
Non è una da giri di parole, pensò Regulus, sorpreso. La Andromeda che ricordava era molto diversa: cercava di tenere per sé quello che pensava davvero, per paura di essere giudicata una traditrice. Ora era molto più diretta, indipendente e libera di esprimersi.
« Lo so, e me ne vergogno ancora. Tuo marito di certo non se lo meritava... Non è tanto male, in fondo » ammise suo malgrado, e per la prima volta lei si voltò per guardarlo in faccia, stupita.
« Sono lieta di sentirtelo dire. È un passo avanti, da quando lo odiavi perché non era Purosangue ».
« Lo odiavo perché lo ritenevo responsabile della rovina della nostra famiglia, soprattutto dopo che Sirius ha preso esempio da te e se n'è andato » puntualizzò Regulus, che aveva colto il sottile rimprovero nel tono della cugina. Non era disposto ad essere l'unico ad assumersi le proprie responsabilità.
« La pensi così anche ora? »
Regulus esitò.
« Non proprio. Siamo stati noi stessi ad autodistruggerci ».
Avrebbe voluto aggiungere qualche frase tagliente, perché era infastidito da come Andromeda sembrasse convinta di avere avuto tutte le ragioni del mondo, ma si trattenne, e fece bene. Lei sembrava essersi calmata, e ora appariva più comprensiva.
« Ted non ha colpe. Lui voleva fare tutto alla luce del sole, ma non era possibile. Sono stata io a decidere di andarmene, anche se sapevo che tutti voi mi avreste considerata egoista ».
Regulus non aveva motivo di negare, perché era proprio così che la pensava tempo prima.
« Il giorno prima eri con noi e quello dopo sei sparita nel nulla, e non abbiamo più saputo nulla di te. Non è stato bello » le ricordò.
Andromeda parve dispiaciuta.
« Ero sicura che non mi avreste mai perdonata per questo. Non avrei voluto ritrovarmi nelle condizioni di dover scegliere per forza. Sapevo che in ogni caso qualcuno avrebbe sofferto... e tu eri piccolo... Non mi stupisce il fatto che ti sia abituato a detestarmi ».
Regulus corrugò la fronte.
« Non sono mai riuscito a odiarti » le confessò.
Andromeda questa volta accennò un sorriso.
« E io non ho mai smesso di sperarlo. Solo quando ho saputo che ti eri unito ai Mangiamorte ho creduto di averti perso definitivamente. Eri diventato un'altra persona ».
« In realtà ero sempre io. Tutte le scelte che ho fatto le ho fatte io, anche quelle sbagliate. Non ero ubriaco né sotto Confundus, ero semplicemente idiota. Ne pago ancora le conseguenze, ma in fondo me lo merito ».
Questa volta Andromeda lo guardò con compassione, posandogli una mano sulla spalla, e di colpo Regulus rivide in lei la cugina gentile e comprensiva che aveva perduto molti anni prima.
« Se avessi saputo che sei così duro con te stesso non ti avrei rinfacciato quell'episodio. Ma ora che ci penso, lo sei sempre stato ».
« Credi che per noi due sia possibile tornare ad essere come tempo fa? » le chiese Regulus, dubbioso.
Andromeda ci pensò a lungo.
« No » disse infine. « Siamo cambiati tutti e due, quindi andrà sicuramente meglio. Io non dico più bugie e tu non pensi più che i Nati Babbani debbano morire. Direi che possiamo farcela ». Staccò le braccia dalla ringhiera del balcone, come per rientrare, e concluse. « E poi mia figlia si ricorda ancora di te. Sostiene di non essersi mai divertita così tanto a tormentare qualcuno ».
Regulus provò a restare imperturbabile, ma non poté nascondere il sorriso divertito che gli sorse spontaneo quando il ricordo di una peste dai capelli rosa che inciampava dappertutto affiorò nella sua memoria.

***

Era un autunno molto piovoso. Sirius dovette battere più volte i piedi di fronte all'uscio dei Potter per liberare gli stivali dalla grande quantità di fango che li aveva inzuppati. Se il tono con cui James lo aveva invitato non fosse suonato così urgente avrebbe atteso che spiovesse, prima di uscire di casa. Si strinse nella giacca a vento, mentre aspettava che qualcuno andasse ad aprirgli. Per essere solo metà ottobre, faceva anche troppo freddo.
Recitate le risposte di rito, James lo fece entrare e Sirius fu lieto di trovarsi nel tepore della casa.
« Cosa c'è di così urgente? » chiese poi, scoccando un'occhiata divertita al gatto che, indignato, si era ritratto quando le gocce di pioggia della giacca dell'intruso avevano turbato il suo pisolino.
« Dobbiamo parlare di una cosa importante » rispose l'altro, insolitamente serio. « Però promettimi di non creare problemi ».
« Che cosa significa? »
« Vieni in salotto ».
Seguì James nella stanza accanto, e per un attimo rimase stupito. Oltre a Lily, che teneva Harry in braccio, c'erano anche Silente, Peter... e Remus. Quest'ultimo gli lanciò uno sguardo colmo di risentimento e Sirius fece altrettanto. Forse i Potter erano impazziti? Remus non meritava la loro fiducia e, anche se James continuava a fidarsi, il fatto che nemmeno Peter gli credesse doveva essere bastato a fargli nutrire qualche sospetto... o almeno era quello che Sirius pensava.
« Allora, che succede? » chiese, perplesso e nervoso.
« Ora che siamo tutti, posso spiegare » rispose Silente in tono pratico. « Come sapete, Voldemort si è convinto che il Prescelto indicato dalla Profezia sia proprio Harry. Finora vi siete nascosti con i metodi tradizionali, e vi è andata bene... ma questa situazione, come dimostrano le perdite tra le fila dell'Ordine della Fenice, non può durare in eterno ».
« Dovremmo scappare e lasciare direttamente il Regno Unito? » domandò Lily, preoccupata.
« No. Nemmeno questo sarebbe sicuro. Ho in mente qualcos'altro. Tempo fa chiesi ai professori McGranitt e Vitious se conoscevano un modo migliore. Abbiamo fatto una ricerca e alla fine abbiamo trovato un sistema per tenervi al sicuro da Voldemort ».
Tutti pendevano dalle sue labbra, tranne Harry che era intento a giocare con le costruzioni.
« Si chiama Incanto Fidelius » proseguì Silente. « È una magia complessa, non facile da realizzare, ma efficace ».
« In cosa consiste? » chiese James.
« Una sola persona, chiamata Custode Segreto, dovrà sapere dove siete nascosti. Finché il Custode manterrà il segreto per sé, solo lui potrà trovarvi, e Voldemort non riuscirebbe a vedervi neanche se capitasse per caso dietro il cancello. Non avreste nemmeno bisogno di cambiare casa perché neanche chi ne conosce la posizione adesso saprebbe ritrovarla, una volta posta sotto Incanto Fidelius. Ma per fare tutto questo, dovete scegliere una persona fidata ».
Sirius non si stupì affatto quando James si voltò istintivamente nella sua direzione, ma si sentì sollevato dal fatto che la scelta non fosse ricaduta su Remus. James si fidava di Lupin, ma di lui si fidava di più.
« Sirius è il padrino di Harry. Sarà lui il Custode Segreto... sempre se lo vuole ».
« Certo » si affrettò a rispondere Sirius, che aveva colto l'espressione di Remus: a quest'ultimo la scelta chiaramente non piaceva. Sirius sentì un formicolio alla mano e una ritrovata voglia di prenderlo di nuovo a pugni.
Ma nemmeno Silente sembrava molto convinto.
« Con tutto il rispetto, è utile anche scegliere un Custode Segreto che non sia prevedibile. Probabilmente Voldemort sa già che voi due siete sempre stati inseparabili. Potrebbe scatenarsi contro Sirius per farlo parlare ».
« Non parlerei neanche sotto tortura » assicurò lui, senza riuscire a mascherare la propria irritazione: davvero Silente dubitava della sua lealtà?
« Non l'ho mai messo in dubbio » rispose Silente, come leggendogli nel pensiero. « Ma sei disposto a diventare l'obiettivo principale di Voldemort? »
« Non vogliamo che tu corra tutti questi rischi » intervenne Lily.
« Sono disposto a farlo. L'unico davvero indifeso qui è Harry, e dobbiamo pensare soprattutto a lui. Mi nasconderò ».
« Potrei farlo io » propose Silente.
« Grazie » rispose James. « Ma mi fido ciecamente di Sirius. E poi è abbastanza scaltro da evitare di essere catturato. Lei non ha idea di tutte le punizioni che siamo riusciti a evitare quando eravamo a scuola ».
« Oh, ricordo di aver chiuso più di un occhio un paio di volte, quindi lo immagino. Ma Sirius, ti avverto: sfuggire a Voldemort non è proprio come farlo con Gazza ».
« Ma noi abbiamo un'arma segreta » scherzò James per alleggerire la tensione. « Gli presterò il mio Mantello dell'Invisibilità, mio fedele compagno da quando avevo undici anni ».
Silente inarcò le sopracciglia.
« Sarà piuttosto rovinato, dopo tutti questi anni. Nessun Mantello dell'Invisibilità dura così a lungo ».
« Il mio non è liso neanche un po'. So che è strano, ma è così. E appartiene alla mia famiglia anche da prima ».
Il Preside sembrava stranamente interessato all'argomento, e Sirius non ne capiva la ragione: era troppo impegnato ad osservare le reazioni sospette di Remus per fare caso a qualsiasi altra cosa.
« Per caso potrei vederlo? » chiese Silente, incuriosito.
« Certo. Tanto non siamo più a scuola ».
James uscì dal salotto e rientrò un paio di minuti dopo, porgendogli il suo vecchio mantello. Il mago se lo fece passare tra le dita, osservandolo attentamente, e di colpo il suo sguardo parve illuminarsi.
« Curioso... James, ti dispiace prestarmelo? Vorrei studiarlo con più attenzione. Te lo riporto presto, promesso ».
James non sembrava molto entusiasta, ma non protestò.
« Bene » disse Silente alla fine, infilandosi il mantello in tasca ed estraendone un rotolo di pergamena. « Queste sono le istruzioni dell'Incanto Fidelius. Non è facile, ma sono sicuro che ve la saprete cavare ».
« Andrà bene » lo rassicurò James, mentre Sirius annuiva distrattamente, immerso nei suoi pensieri.
« Grazie di tutto » disse Lily, e Silente le rivolse un sorriso d'incoraggiamento.
Quando se ne fu andato, Remus fu il primo a salutare tutti – Sirius escluso – e avviarsi verso la porta. Sirius se ne infischiò, ma quando vide che anche Peter aveva intenzione di tornare a casa, con un cenno eloquente gli suggerì di aspettare. Lui obbedì docilmente.
« Cosa c'è? »
« Te lo dirò quando in casa non ci saranno orecchie indiscrete » sussurrò Sirius, ignorando l'occhiataccia di Lily.
Nel frattempo James aveva accompagnato Remus alla porta, ma la loro breve conversazione si sentiva anche dal salotto.
« Spero che tu e Peter non ve la siate presa se ho scelto Sirius ».
« Figurati. Nessuno dei due si sarebbe aspettato qualcosa di diverso... Spero solo che tu sappia quello che fai ».
« Remus... » lo ammonì James.
« Non ho detto nulla. Bene, immagino che non ci vedremo per un bel po' ».
« Fino a che Voldemort non sarà sconfitto, temo. Ma magari non dovremo aspettare molto. Nel frattempo... buon Halloween ».
« Anche a te ».
James gli chiuse la porta alle spalle e tornò in salotto. A quel punto Sirius espresse le sue perplessità.
« Stavo pensando a quello che ha detto Silente sul fatto che io sono una scelta troppo prevedibile. Non sto cercando di scaricarvi, sia chiaro, ma devo ammettere che non ha tutti i torti ».
« Questo è vero » convenne Lily. « Ma ti nasconderai anche tu ».
« In effetti non mi piace l'idea di essere al sicuro mentre tu fai l'eroe rischiando la vita per noi » gli disse James.
« Non è questo il punto. Ma se mi trovassero e usassero la Legilimanzia... forse non sarei in grado di impedire che Voldemort lo venga a sapere. Ma se il Custode Segreto fosse una persona che nessuno si aspetterebbe... »
« Tipo? »
« Peter ».
Peter, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, limitandosi a seguire la conversazione con aria confusa, sgranò gli occhi e sbiancò.
« C-cosa? »
« Sei una persona di fiducia, ma di solito sei... molto sottovalutato » spiegò Sirius, cogliendo l'occhiata di Lily che gli suggeriva di avere un po' di tatto. « Nessun Mangiamorte penserebbe a te. E mentre daranno la caccia a me, tu te ne starai tranquillo a custodire il segreto. Cosa ne pensate? »
Lily serrò le labbra, dubbiosa. James esitò, ma alla fine si rivolse a Peter.
« Tu cosa ne dici? »
Lui deglutì. Doveva aver smesso di respirare, perché il suo volto stava prendendo una vaga sfumatura bluastra.
« Trovo che sia un'idea... astuta » rispose, ma l'ultima parola parve morirgli in gola. Sembrava desideroso di dire qualcos'altro, ma tacque.
« Ma te la senti? Guarda che non sei obbligato » gli fece James, posandogli una mano sulla spalla. Peter rabbrividì. Sirius sapeva che il coraggio non era mai stata la sua maggiore qualità, ma sapeva anche che molte volte era riuscito a tirarlo fuori per i suoi amici, come quando aveva accettato di diventare un Animagus per trascorrere una notte al mese in compagnia di un lupo mannaro.
« Io... sì, me la sento! Lo farò volentieri ».
Sirius gli riservò un gran sorriso soddisfatto.
« Sapevo di poter contare su di te ».
« Grazie, Peter ».
Peter fece un sorrisetto nervoso, ma tenne lo sguardo fisso per terra.
« Non lo diremo a nessuno, nemmeno a Silente: potrebbe fare storie. E poi, meno persone lo sapranno e meglio sarà per tutti » fece Sirius, prendendo in mano la situazione. « E tu, Peter, ti nasconderai da qualche parte. Verrò a trovarti spesso, non preoccuparti, non ti abbandonerò. Va bene? »
« Sì » rispose Peter con voce stentorea. « Va bene ».





Quasi mi vergogno se penso a quanti secoli fa avrei voluto inserire di nuovo Andromeda, ma finora non ho mai trovato una scusa adatta a giustificare una sua comparsa senza mettere una scena a caso e scollegata dal resto della trama. Ora finalmente ci sono riuscita! Forse vi sarà sembrata un po' contraddittoria, ma la sua posizione è quanto mai assurda: è contenta perché suo cugino è vivo ma al tempo stesso sa che voleva fare fuori suo marito, quindi non sa come comportarsi.
Quanto a Ted, volevo assolutamente un secondo confronto tra lui e Regulus, soprattutto perché quest'ultimo ha trascorso infanzia e adolescenza a demonizzarlo, e ora si ritrova a dovergli un bel po' di scuse xD Insomma, anche se ora è passato in secondo piano rispetto al resto, quella di Andromeda è sempre stata una delle principali questioni irrisolte di Regulus, e a questo punto i tempi sono maturi per darle una conclusione pacifica.
L'altra questione irrisolta, la peggiore (Walburga, naturalmente) la tratterò a tempo debito. Non è Regulus (che anche se non lo dice è già rassegnato ç__ç), sono io che ho paura di affrontarla XD E poi volevo lasciare spazio ad Andromeda.

La seconda parte penso che si commenti da sola... Ebbene sì, ci siamo: il prossimo capitolo sarà quello di Halloween (muahahah). Preparatevi. u.u
Arrivederci al 5 dicembre!
Julia
  
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