N//A: Questa
flash è stata scritta per
la Staffetta
in Piscina della community Piscina di
Prompt
con il prompt Elle/Sylar,
sogni di normalità, ma soprattutto è
il mio regalino piccino picciò per la alister_,
ché le vibbì
e le voglio augurare un Natale all'insegna del fluff (e cosa
c'è di meglio di un po' di fluff!Syelle?).
N.B. Questa flash è ispirata alla (bellissimacorretealeggerla)
fanfiction della Alis, appunto, intitolata Wash
the blood from your hands. Più precisamente,
è ambientata tra il confronto di Sylar ed Elle con Noah e il
Sette mesi dopo
del terzo capitolo.
Nove mesi
prima, immaginare che al suo risveglio avrebbe trovato Gabriel in
cucina, vestito di tutto punto e intento ad armeggiare con un biberon
di latte caldo, sarebbe stata solo l'ennesima illusione di chi,
nonostante le innumerevoli delusioni subite, non ha mai smesso di
sperare in un futuro migliore.
Nove
mesi prima, tutti i suoi sogni di normalità erano stati
mandati in frantumi dal gesto brusco con cui Sylar aveva fatto cadere
una teglia di pollo alla californiana¹; e lei si era sentita
più ingenua e infantile che mai nell'aver pensato, anche
solo per un secondo, che per due come loro ci fosse la
possibilità di una redenzione.
Poi,
contro ogni sua aspettativa, qualcosa era davvero cambiato.
Non
poteva certo negare che di tanto in tanto, durante i primi mesi di
gravidanza, fosse nata in lei la paura di veder riemergere Sylar da un
momento all'altro.
Gabriel,
però, era sembrato così sincero e determinato nel
voler dare al figlio quell'affetto che a loro era sempre mancato, che
Elle aveva finito per vedere sempre più concretizzarsi
davanti ai suoi occhi quella famiglia che per anni aveva desiderato.
A
nove mesi di distanza, Elle è ormai convinta del fatto che,
questa volta, ha riposto la sua fiducia e i suoi sogni nella persona
giusta. In qualche modo, sa di non dover più guardarsi da un
possibile tradimento. Eppure, ogni tanto, si ritrova a sorridere ancora
un po' incredula di fronte ai gesti goffi di Gabriel nel cambiare un
pannolino a Noah.
“Guarda
chi si è deciso ad unirsi a noi”, commenta
scherzosamente Gabriel. “Vieni a salutare la mamma,
Noah”.
Tenendo
il bambino in braccio, le si avvicina. “Buongiorno,
Elle”.
Lei
sorride. “Buongiorno”, gli fa eco, posando poi un
bacio sulla testa del figlio.
“Ti
ho preparato il caffè e dei waffles, ma non posso restare a
farti compagnia, perché oggi ho un importante colloquio di
lavoro”, annuncia, mettendo Noah sul seggiolone.
Elle
conta mentalmente: quello è il quinto colloquio nell'arco di
due settimane. “Vedrai, questa volta andrà
bene”, lo incoraggia.
“Speriamo”.
Quando sta per uscire dalla cucina, Elle lo blocca, trattenendolo per
un braccio.
“Aspetta.
Sai, stavo pensando che -”, punta gli occhi a terra, e i
capelli della frangia nascondono a Gabriel il suo sguardo.
“Sì, be', pensavo che magari potremmo inviare una
foto di Noah a Bennet². Sarebbe carino, credo”.
Gabriel
le prende il volto tra le mani e lo accosta al suo. Le sfiora le labbra
in un bacio. “Sì, lo credo anche io”.
1
Riferimento a una scena del primo capitolo di Wash
the blood from your hands.
2
Riferimento alla fotografia che Noah Bennet riceve per posta nel terzo
capitolo.
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